Auricolari Brainwavz S0 e M1

[Auricolari Brainwavz]

Esperienze auricolari

[English version]

Prodotto: auricolari Brainwavz S-Zero e M1
Produttore: Brainwavz
Prezzo: S-Zero: 39,50 sterline - M1: 24,50 sterline - (Convertitore di valuta)
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Data della recensione: Ottobre, 2015
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Questo articolo è il più recente della nostra saltuaria rassegna sulle cuffie, ma non solo: credo che questa sia la prima volta in cui TNT-Audio si occupa di auricolari, in inglese “IEM - Inner Ear Monitor”. Comunque sia, essi sono il mezzo con cui si ascolta molta musica, per cui vediamo cosa riusciamo ad ottenere.

L'oggetto di questa recensione è costituito da due modelli economici di auricolari, proposti da un'azienda di cui non avevo mai sentito parlare: “Brainwavz”. Come sempre, vado in cerca del miglior rapporto qualità/prezzo e della qualità audiofila assoluta. Entrambi i modelli sono, potenzialmente, il passo successivo rispetto agli auricolari forniti insieme con i lettori portatili, per cui l'economicità è importante. La qualità sonora di molti lettori portatili può essere abbastanza buona e quindi giustifica l'utilizzo di cuffie migliori rispetto a quelle in dotazione.

La Brainwavz aveva contattato TNT-Audio proponendo, per una recensione, una coppia di auricolari S0 (o S-zero). Essendo un nome nuovo, almeno per me, ero rimasto colpito dalla varietà di prodotti commercializzati: almeno una dozzina di auricolari di vario prezzo, tre modelli di cuffie di grandi dimensioni, un amplificatore per cuffie e una serie di accessori. L'azienda, attiva sul mercato dal 2008, descrive la propria missione così: «Realizziamo prodotti audio innovativi di gran qualità, con un'attenzione specifica al suono high-end dal prezzo realistico», che è proprio ciò che qui, su TNT-Audio, cerchiamo! Per nostra fortuna, in seguito era stata inviata anche una coppia di auricolari M1. In questo modo, abbiamo avuto la possibilità di confrontare due loro prodotti, con prezzi differenti, oltre a raffrontarli con i pochi modelli di auricolari con cui ho familiarità. Cercando un po' in Internet, ho scoperto che la Brainwavz si sta prodigando considerevolmente per far conoscere i propri prodotti sul mercato, tramite recensioni nei blog e promozioni attraverso negozi online. Pertanto, l'altra domanda che mi ponevo era se tali prodotti giustificassero l'attenzione nei loro confronti o se fossero solo una trovata pubblicitaria.

Gli auricolari

Prima di tutto, devo ammettere di non essere un grande estimatore degli auricolari anche se talvolta li uso, quando devo essere discreto o quando mi serve qualcosa da mettere nel taschino della camicia; tuttavia, anche durante i miei viaggi da pendolare, preferisco la cuffia on-ear. Il problema che riscontro con gli auricolari consiste nell'estensione del suono, la quale dipende da come essi sono inseriti nell'orecchio; io li sistemo in continuazione, un po' per il comfort e un po' per il suono (specialmente per conferire una certa corposità al suono stesso). Malgrado ciò, essi sono immensamente utili e a molte persone piacciono; pertanto, vale la pena esaminarli per vedere se l'operazione commerciale della Brainwavz è positiva per il mercato. Naturalmente, può darsi che io non ne abbia mai usato un paio sufficientemente valido; invece, con le cuffie non ho mai riscontrato un problema simile, avendo utilizzato in maniera soddisfacente la Koss Porta Pro e la Sennheiser PX100, prima di adottare il modello che uso abitualmente, l'AKG K-450.

Gli auricolari che uso di solito sono gli Ultimate Ears 600vi. Essi si collocavano leggermente sopra la fascia di prezzo intermedia, quando li avevo acquistati, e godevano di una reputazione abbastanza buona, relativamente alla loro qualità audio. Possiedo anche un paio di auricolari Sennheiser CX300 prima generazione, il cui buon suono, per cui erano considerati, contraddiceva il prezzo. La sorgente che uso di più in viaggio è un iPod, vecchio di due generazioni. Avevo verificato le mie capacità percettive anche con un paio di tablet, oltre agli auricolari connessi all'amplificatore per cuffie Musical Fidelity X-Cans, alimentato da un PC e da un Arcam irDAC. Quello che avevo ascoltato era abbastanza coerente tra i vari dispositivi portatili, ma gli auricolari non erano proprio in grado di fornire una buona resa con l'amplificatore per cuffie, la qual cosa mi aveva sorpreso. Ritengo che le mie aspettative fossero troppo alte; questi auricolari sono progettati proprio per l'uso con dispositivi portatili, per cui avevo effettuato i miei ascolti con essi e le mie opinioni sono state formulate su tale presupposto. Il materiale utilizzato come sorgente consisteva, normalmente, in file wav riprodotti dall'iPod o in brani in streaming da Spotify alla massima qualità.

Analisi del prodotto

Entrambi i modelli di auricolari sono proposti in una confezione di vendita simile, di buona qualità, eccellente per un prodotto di tale prezzo (e quindi eccezionale per il più economico M1); il pacchetto, esteticamente ben progettato, contiene, oltre agli auricolari medesimi, un piccolo contenitore da “trasporto”, dotato di chiusura lampo, al cui interno è presente una serie di cappucci di varie forme e dimensioni, compresa una coppia di Comply Premium di taglia media (la quale, dal canto suo e stando a quanto viene dichiarato, migliora l'isolamento, il comfort e la qualità audio). Vengono forniti anche un fermaglio, che serve a fissare il cavo quando si usano gli auricolari, e una piccola fascia in velcro per quando non li si usa. Il contenitore è sufficientemente piccolo da essere pratico e gli accessori sono di discreta qualità. Ho apprezzato davvero la possibilità di personalizzare gli auricolari, secondo i miei gusti, con i vari cappucci forniti, senza doverne acquistare altri a parte. Entrambi i modelli sono stati progettati pensando all'ascolto della musica e pertanto non sono dotati di controlli del volume né microfoni che ne permettano l'uso con telefoni o lettori portatili.

Brainwavz S-Zero

Il modello S-Zero, tra i due esemplari recensiti, è quello leggermente più costoso, almeno nel Regno Unito. Nella fotografia, è quello in alto con le guaine rosse sui connettori degli auricolari. Recentemente, su siti statunitensi, ho visto entrambi i modelli in vendita allo stesso prezzo, 44,50 dollari. Ad ogni modo, ecco le specifiche tecniche dell'S-Zero:

Per quanto riguarda i diffusori, solitamente l'intervallo di frequenza è un dato importante; tuttavia, relativamente alle cuffie è insolito rendere noto il punto in cui la riproduzione di una frequenza si riduce in ampiezza. Nei diffusori, questo calo è normalmente espresso come il punto in cui il volume si riduce di 3 dB alla frequenza più bassa e a quella più alta; esso dà un'idea di quanto un diffusore può scendere in basso. Senza tale informazione, il dato tecnico è pressoché privo di significato. Vale la pena sottolineare che il cavo è del tipo a Y, in rame, oltre ad essere, insolitamente, piatto. Gli indicatori per i canali destro e sinistro non sono ben progettati e, in condizioni di bassa luminosità, si assomigliano molto. Uno degli aspetti che prediligo degli UE600 è che i due canali sono contrassegnati con colori leggermente differenti, rendendone l'identificazione facile. Sono stupito che un tale sistema non venga adottato da molti produttori, visto che funziona abbastanza bene per i cavi di segnale. Un aspetto che potrebbe infastidire alcune persone è costituito dallo stringi-cavo, il quale regola il punto in cui i cavi degli auricolari si uniscono; a me non crea problemi, tuttavia so che alcuni preferiscono regolarlo.

Questi auricolari sembrano ben realizzati. C'è un po' di plastica intorno alle connessioni, però il corpo è in lega. Il cavo piatto contribuisce a ridurre l'attorcigliamento. Il jack è dritto; personalmente, preferisco il tipo ad angolo, poiché è meno probabile che si danneggi con l'uso, comunque è di buona qualità. È difficile stabilire quanto possa sopportare il normale uso da pendolare; non sembra particolarmente resistente, tuttavia non presenta punti deboli evidenti.

Come suonano?

Nel corso degli ultimi due mesi, di tanto in tanto ho utilizzato gli S-Zero che, nel complesso, mi sono piaciuti. La maggior parte dei miei ascolti era composta da blues e rock, con l'aggiunta di un pizzico di country e folk. Inizialmente, avevo avuto difficoltà nell'ottenere un suono con cui potessi convivere; sostituendo i cappucci con i Comply, la qualità del basso e l'immagine complessiva erano migliorate enormemente. Essi consentivano agli auricolari di “calzare” meglio, irrobustendo così l'immagine. Sicuramente, il basso era accettabile senza sembrare eccessivo. La qualità tonale sembrava ben equilibrata e il suono, tutto considerato, era abbastanza vivace. In confronto agli auricolari Ultimate Ears, il suono aveva un peso maggiore, aspetto che apprezzo, senza diventare rimbombante. L'estremità alta era chiara senza essere aspra o caratterizzata da un eccessivo roll off. Ad esempio, le chitarre, splendidamente registrate, presenti negli ultimi album di Mary Chapin Carpenter erano riprodotte in maniera fedele, con una gradevole spazialità di grande effetto.

Pur apprezzando la tonalità, ero meno convinto riguardo l'immagine stereofonica. La cantautrice americana Meg Hutchinson ha una voce particolare; ascoltandola con gli S-zero ero in grado di percepire quanto di quella particolarità è frutto della sua armonia vocale. Il dettaglio era abbondante e il suono complessivo era sufficientemente chiaro, sebbene l'immagine generale fosse un po' ristretta. C'era tutto, tutto era corretto e andava bene per un ascolto occasionale, però ritengo che l'immagine fosse un po' compressa per ascolti prolungati o particolarmente critici. Naturalmente, potrebbe essere stata, in parte, una questione legata all'inserimento degli auricolari nelle orecchie oppure può darsi che la conformazione interna delle mie orecchie crei difficoltà per un ascolto preciso; comunque, il problema sembrava presentarsi con vari album. Gli auricolari riproducevano bene registrazioni di musica classica, anche se avevo riscontrato una certa asprezza in gamma alta con il suono dei violini. Tuttavia, nel complesso, il suono naturale e abbastanza corposo creava una piacevole immagine sonora, anche se non al livello che mi sarei aspettato da un prodotto “high-end”.

Non ho avuto particolari problemi con la microfonicità, ma potrebbe anche essere una conseguenza dell'uso di un cavo piatto; era presente un certo rumore microfonico, ma non era fastidioso.

Riassumendo, ritengo che gli S-Zero siano un buon prodotto con un buon rapporto qualità/prezzo e, considerando il loro costo, mi aspetto che siano concorrenziali. Le mie orecchie tendono ad essere piuttosto esigenti e, nell'uso quotidiano, ho riscontrato che questi auricolari si lasciano ascoltare molto volentieri.

[Auricolari Brainwavz]

Brainwavz M1

Gli auricolari M1 sono altrettanto ben costruiti e vengono forniti con pressoché la stessa serie di accessori degli S-Zero; tuttavia, il progetto del cavo è molto diverso. Esso è saldamente intrecciato ed è rivestito con, a quanto sembra, plastica nera lucida. In realtà, esso è più bello esteticamente che nel suono e, essendo leggermente rigido, non si attorciglia facilmente. Il conduttore è in rame placcato argento; scelta insolita, specialmente in questa fascia di prezzo. Tuttavia, ho riscontrato una maggiore microfonicità con questo modello, a un livello tale per cui potrebbe risultare fastidiosa quando si è in giro. Detto ciò, in ogni caso, probabilmente, gli auricolari non sono la scelta migliore per un ascolto in mobilità.

Come per gli S-Zero, l'equilibrio tonale degli M1 era migliorato enormemente sostituendo i cappucci di serie con i Comply in dotazione. Con i primi, il suono non era corposo abbastanza da essere ascoltabile, tuttavia con i secondi esso si amalgamava, realmente. Il palcoscenico si ampliava all'improvviso ed era più aperto rispetto agli S-Zero. Allo stesso tempo, il basso sembrava un po' in disparte. Si trattava, decisamente, di musica con un impatto leggermente minore, pur restando interessante e vivace. Il suono era aperto e abbastanza naturale. Recentemente, ho iniziato ad ascoltare molto la chitarra blues; l'album “Tower Sessions”, di Aynsley Lister, può sembrare piuttosto energico, anche se c'è molta delicatezza, tra le note della sua chitarra, che gli M1 avevano riprodotto correttamente, nonostante il basso più leggero togliesse alla musica un po' di grinta. Le mie osservazioni avevano definito l'album “ascoltabile, ma non speciale”. Tuttavia, in seguito avevo avuto modo di apprezzare meglio gli M1. Ho da sempre una passione per gli album meno conosciuti, degli anni '80, di Joni Mitchell, per la varietà di suoni in essi presente oltre al connubio tra sonorità elettriche e acustiche. Gli M1 erano riusciti nell'intento di riprodurre bene la varietà musicale e cominciavo a ritenere abbastanza accattivante quel tocco leggero. Sembrava di ascoltare diffusori con un unico altoparlante, un suono preciso ma leggero, mentre gli S-Zero erano maggiormente simili a diffusori da pavimento, più corposi e caldi.

Nel complesso, sono rimasto abbastanza colpito dagli M1. Non ho trascorso con loro tanto tempo rispetto a quanto ho fatto con gli S-Zero, ma non ci sono state indicazioni immediate che fossero il modello più economico. La qualità costruttiva è molto buona e i materiali utilizzati sono eccellenti per il prezzo, laddove ci si aspetterebbe qualcosa molto più entry level. Se i prezzi fossero quasi uguali sceglierei gli M1, ma solo perché preferisco un suono più caldo. Tutto considerato, non ci sono tanti criteri di scelta tra i due modelli. Non posso certo vantarmi di essere un esperto e di conoscere le dozzine di auricolari presenti sul mercato, ma posso affermare che, qualora acquistassi questi, potrei dire di avere fatto un piccolo affare.

Conclusioni

Gli S-Zero sono auricolari dal suono soddisfacente, con un equilibrio tonale leggermente cupo, mentre gli M1 sono caratterizzati da sonorità più vivaci pur restando accattivanti. Sebbene la mia sensazione sia quella di un prodotto progettato avendo in mente un'utenza audiofila, avendo giudicato positivamente le caratteristiche tonali, in definitiva mi riesce difficile apprezzare l'esperienza d'ascolto con gli auricolari sulla base di criteri audiofili. Ritengo che entrambi i modelli siano di grande valore; mi sono piaciuti di più gli S-Zero, ma potrei convivere con tutti e due, in caso di ascolti occasionali mentre viaggio.

La Brainwavz, con il suo buffo nome un po' difficile da scrivere, non sembra, a prima vista, un marchio tra i più importanti; potrebbe correre il rischio di smarrirsi nella pletora di produttori cinesi di auricolari. Ciononostante, la qualità dei due modelli esaminati giustifica tutta l'attenzione nei loro confronti.

© Copyright 2015 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

[Trovaci su Facebook!]