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Prodotto: Genalex Gold Lion KT88 - nuova produzione
Produttore: New Sensor
Prezzo: 55 euro ciascuna - (il prezzo può variare)
Data della recensione: Luglio, 2015
Recensore: Frank Burgers - TNT Olanda
Traduttore: Roberto Felletti
Sono stato un felice possessore, per alcuni anni, di un amplificatore valvolare integrato PrimaLuna Prologue One che ha sempre funzionato con valvole di serie, marchiate Primaluna, 12AX7, 12AU7 ed EL34. Nel corso degli anni aveva dimostrato di essere un prodotto affidabile e musicalmente appagante; quindi, che fare quando, dopo molti anni di servizio impeccabile, una delle valvole EL34 dell'amplificatore alla fine muore? Ebbene, naturalmente se ne mette una nuova!
Stando a quanto dichiarato dal produttore, la Gold Lion KT88 rappresenta il tentativo di ricreare la Genalex originale, presentata nel 1957. Avevo trovato alcune opinioni sulle prestazioni della valvola originale mentre effettuavo qualche ricerca di materiale informativo per questa recensione; le opinioni spaziavano dall'elogio a reazioni, in un certo senso, meno entusiastiche. Avevo anche trovato dichiarazioni che sostenevano che i nuovi modelli avessero prestazioni davvero simili alla versione NOS, ma, poiché non disponevo degli originali, non ero stato in grado di pronunciarmi in merito. Lo scopo di questo articolo è confrontare le Gold Lion con le valvole EL34 originali del Primaluna.
Ma torniamo all'oggetto della recensione. Il vetro della valvola è spesso, lo zoccolo e i piedini sono robusti. Questa solida costruzione permette persino a un nonteknischen lookenpeeper[1] come me di non doversi preoccupare di rompere qualcosa in fase di installazione.
Avevo fatto funzionare l'amplificatore, equipaggiato con le sue nuove valvole, per un'intera notte e un intero giorno prima di sedermi e ascoltare, ma era sembrato che le Gold Lion avessero bisogno di più tempo affinché le fate dell'hi-fi potessero fare le loro magie. Dopo ulteriori 24 ore era stato possibile, in una certa misura, percepire la scomparsa dell'iniziale piattezza e constatare fino a che punto le valvole riuscivano ad esprimersi.
Le EL34 e le KT88 condividono il medesimo zoccolo, ma le somiglianze finiscono lì poiché sono due prodotti differenti. Le EL34 sono rinomate per il loro calore, per il loro carattere tranquillo e per avere una gamma media esuberante; invece, le KT88 sono molto più energiche, sia per quanto riguarda la riproduzione del materiale sorgente sia per il guadagno effettivo. Le EL34 raggiungono la temperatura di esercizio piuttosto rapidamente, mentre le KT88 necessitano di un tempo maggiore. Avevo riscontrato che occorreva loro circa un'ora di riscaldamento, prima che potessero esibire concretamente tutte le loro potenzialità.
In confronto alle EL34, l'immagine è migliore, in tutte le dimensioni, e il palcoscenico è più ampio. Il carattere delle Gold Lion è più trasparente, più hi-fi rispetto alle EL34. Malgrado questa marcata impostazione aperta e diretta, ora il Prologue One riesce ad essere ancor più accattivante di quanto non fosse con le valvole di serie, senza diventare affaticante, anche in caso di prolungate sessioni di ascolto. Infatti, il fattore non voglio smettere di ascoltare ha causato una certa mancanza di sonno nel periodo della stesura di questa recensione. Le Gold Lion vi offrono un estremo basso che scende nelle profondità del rock (che potrebbe essere eccessivo qualora il vostro impianto fosse già fortemente caratterizzato sotto questo aspetto). Analogamente, se il vostro impianto fosse caratterizzato da un estremo alto brillante, allora l'ulteriore vivacità delle Gold Lion potrebbe inasprirlo. Se, invece, il vostro impianto fosse una via di mezzo, ci sarebbe poco di cui preoccuparsi; parecchi dettagli sarebbero riprodotti dalla sorgente e la trasparenza, nonché l'aumentata risoluzione, creerebbero palcoscenici più consistenti, poiché l'incremento nella precisa disposizione sul palco si tradurrebbe in una migliore separazione tra i vari livelli, se la registrazione è all'altezza.
“Luminol”, il brano d'apertura dell'album di Steven Wilson “The Raven That Refused To Sing”, è caratterizzato da un basso eccellente, dalla sonorità intensa e con armoniche chiare, che è un piacere ascoltare ed è davvero “forte”. L'approccio da “alzati e balla”, che questa parte richiede, beneficia della presentazione “diretta” delle Gold Lion che sanno come far muovere l'ascoltatore. Punto.
Passiamo ad altro, ovvero le sonate per pianoforte e violino di Ludwig van Beethoven, eseguite da Arthur Grumiaux e Clara Haskil. Parliamo di due strumenti difficili da riprodurre in modo convincente. In questo caso, c'è molta trasparenza, con il pianoforte arretrato e il violino leggermente in avanti. E comunque, non mi dispiace il carattere delle EL34 paragonato a quello delle KT88, relativamente a questo genere musicale; non è che le Gold Lion non se la cavino, ma in questo caso specifico sono semplicemente un po' troppo dirette.
Proviamo qualcosa di un po' più impegnativo, la seconda sinfonia di Gustav Mahler, eseguita da Philharmonia Chorus and Orchestra sotto la direzione del grande Otto Klemperer. Si tratta di una registrazione del 1963 che ha resistito alla prova del tempo. Qui le Gold Lion hanno spiccato: maestosità su livelli quasi megalomani, dinamica oltre i limiti, palcoscenico ampio. Se solo questo album fosse eterno...
Nel brano “That's Where It's At”, John Lee Hooker suona un blues minimalista caratterizzato da accordi tristi e cupi. La chitarra elettrica penetra dritta nell'anima, battere i piedi diventa un movimento involontario. Anche qui troviamo trasparenza e definizione. Come si suol dire, alla fine ce l'abbiamo fatta, anche se abbiamo avuto difficoltà lungo il percorso.
“Foghorn”, l'album d'esordio dei Wolfendale, è stato realizzato molto bene e rappresenta una variante, cupa e deprimente, di indie rock. L'album evoca immagini da film noir nella mente dell'ascoltatore. Nonostante l'atmosfera dark, il disco è sorprendentemente ascoltabile e piacevole, dall'inizio alla fine. Il basso è teso e profondo, la batteria è secca come la sabbia del deserto, i piatti risuonano forti nei registri superiori, le voci sono chiare e fluttuano nell'aria. L'intera atmosfera che ne risulta è caratterizzata da un suono che riempie l'ambiente d'ascolto. Il mistero della stanza abbandonata del “Dr. Henry Kazoo”, la delicatezza misurata di “Common” e l'energia di “Cracking Jolts” sono aspetti trasmessi tutti con uguale efficacia.
E infine torniamo indietro di qualche anno, al tempo dei Celti. Con “Crone Of War”, il gruppo olandese Omnia ha pubblicato uno tra gli album più belli, oltre che meglio registrati e realizzati, di sempre (vi prego di perdonare l'uso che ho fatto dei superlativi). È semplicemente un disco buono da impazzire. Il talento musicale è eccezionale e le canzoni sono di vario tipo, composte ed eseguite (con strumenti vecchi, nuovi e creati in proprio) con cura e amore per l'arte. La quantità di piccoli dettagli nella registrazione vi garantirà molte serate piacevoli; naturalmente, se apprezzate il genere folk pagano neo-celtico...
Il terzo brano, “Mabon”, è un pezzo strumentale, piuttosto tranquillo, caratterizzato dallo zufolo di Steve Sic. Ogni respiro, ogni sospiro e ogni verso quasi impercettibile è presente. Quando l'arpa suona, ogni pizzico, pennata, armonica e tocco delicato è riprodotto. Il tuono che annuncia l'arrivo di Taranis ha costretto, sul serio, uno dei miei gatti a cercare rifugio; il canto frenetico e il rullare di tamburi che seguono ricreano il culto di questo dio celtico direttamente nel vostro soggiorno. Altrettanto frenetico è l'antico campo di battaglia che serve da scenario per Morrigan; i versi e i rantoli di dolore e di morte dei guerrieri diventano tangibili. Questo album è coinvolgente e l'accoppiata PrimaLuna/Gold Lion lo pone in una prospettiva interamente nuova. A proposito, ho già detto che dovreste procurarvene una copia?
Riassumendo, le valvole Gold Lion hanno conferito al Primaluna, che già di per sé è un eccellente esecutore, maggiore Schwung[2], sotto ogni aspetto. Esse hanno elevato il Prologue One al massimo grado e hanno rivelato caratteristiche che non pensavo l'amplificatore possedesse. L'aumentata potenza e la maggiore risoluzione delle valvole KT88 permettono a materiale complesso di essere dipanato più facilmente, laddove le EL34 talvolta faticano a reggere la trama. Comunque, vi devo avvertire: queste valvole scaldano, per cui assicuratevi che il vostro amplificatore disponga di un ampio spazio tutt'intorno che garantisca una buona aerazione.
Se nel vostro impianto apprezzate aspetti quali la vivacità diretta, in primo piano, e la magnificenza, allora queste valvole dovrebbero occupare un posto nella vostra lista della spesa, anche se proprio tali aspetti potrebbero essere il loro tallone di Achille. Relativamente alla mia situazione specifica, esse si sono dimostrate eccellenti, ma se il vostro impianto è già analitico e rivelatore di suo, allora l'aggiunta di queste valvole alla catena audio potrebbe rischiare di spingere il risultato oltre i limiti.
Componenti dell'impianto:
Dischi ascoltati:
© Copyright 2015 Frank Burgers - frank@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
[1] - L'espressione è tratta da un avviso satirico, scritto in finto tedesco, risalente alla metà del secolo scorso e affisso su molti mainframe all'IBM e a Stanford, che prendeva in giro il gergo degli ingegneri tedeschi nonché i tipici cartelli di attenzione usati in Germania; in inglese “peeper” significa “guardone”, ma al plurale indica anche gli occhi. In questo caso, possiamo parlare di persona non esperta in lavori/installazioni di natura tecnica - NdT.
[2] - Slancio, impeto, energia (in tedesco) - NdT.
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