Prodotto: Cavo USB VertexAQ Hi-Rez Illimani
Produttore: VertexAQ - UK
Costo: 1.096,54 Sterline - circa 1.250 euro (1.5 metri).
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Recensito: Marzo 2010
Traduzione: Marco Fiorani
Chiedete ai recensori di materiale hi-fi e ci scommetto che la maggior parte di loro vi dirà che in realtà non ama recensire cavi. C'è così poco da dire in proposito: solo dei pezzi di filo con connettori a ciascuna estremità. La cosa migliore che possiamo fare è di confrontarli con qualcosa di simile e proprio per questo motivo spesso trovate un certo numero di cavi recensiti assieme per una prova a confronto.
Allora per quale motivo ho acconsentito a recensire un singolo cavo USB? Ebbene è fabbricato da VertexAQ e io sono
rimasto sempre più che impressionato da qualsiasi cosa VertexAQ mi abbia mostrato finora.
Sono specializzati nell'impedire che le rumorosità meccaniche si trasferiscano da una parte all'altra di un sistema hi-fi. E, naturalmente, l'interno di un computer è decisamente rumoroso. Oltre a trasportare il segnale sonoro, i cavi possono effettivamente anche trasmettere vibrazioni meccaniche.
Ho già constatato con le mie orecchie che ci possono essere differenze fra vari cavi USB: il cavo USB Locus Design
Group Polestar che ho recensito qui ne è
un esempio.
Lo Illimani sembra differente dagli altri cavi USB che ho visto finora. Come negli altri cavi VertexAQ, lungo il filo è posizionato un contenitore di metallo. La lunghezza totale dell'esemplare recensito era di 1,5 metri. Il cavo, ricoperto da una guaina nera intrecciata con un filo argenteo incrociato che la attraversa, fuoriesce dal contenitore tramite dei serracavi dall'aspetto costoso. I connettori USB hanno un aspetto decisamente normale. Oltre al solito trucco delle VertexAQ di eliminare qualsiasi trasmissione di rumore meccanico dal PC alle periferiche USB che si trovano dalla parte opposta del cavo, lo Illimani incorpora anche della tecnologia atta a ridurre le interferenze elettromagnetiche.
Per provare il cavo Illimani, ho utilizzato un PC con sistema operativo Ubuntu ed Exhaile per riprodurre musica. Lo Illimani collegava il PC con un Trends UD-10 e successivamente con uno Scott Nixon DacKit. Alla prova dei fatti lo Illimani si comporta esattamente come il Polestar, cioè fornisce un sottofondo più scuro e silenzioso, riduce un po' di "riverbero" e tira fuori il microdettaglio della musica. Ebbene non è una differenza come dal giorno alla notte e in realtà si può apprezzare
il miglioramento solo con un ascolto prolungato. A memoria non mi è possibile dire quanto meglio sia (o non sia) del Polestar dato che quest'ultimo non ce l'ho più a disposizione.
In definitiva chi su questa terra sarà disposto a pagare più di mille euro per un cavo USB che fornisce una piccola sebbene ben definita differenza? La risposta è quei fedeli clienti di VertexAQ che hanno già ottimizzato il resto del proprio impianto con altri prodotti VertexAQ, e sanno per esperienza che questi prodotti possono spremere le massime prestazioni dal loro sistema. Per il resto di noi resta l'ulteriore indicazione che utilizzando qualcosa di meglio di un normale cavo USB si può ottenere ancora un po' di qualità in più dai sistemi musicali basati su PC.
E questo è il massimo che il sottoscritto possa spremere dalla recensione di un singolo cavo senza fare ricorso a quelle divagazioni non supportate da fatti che TNT cerca con cura di evitare. Senza dubbio la maggior parte di voi potrebbe considerare osceno pagare una cifra del genere per un cavo USB. Ma, che ci crediate o meno, VertexAq non farà grandi sforzi a venderlo!
Addendum
Non molto tempo dopo che ho inviato questa recensione all'editore, VertexAQ mi ha contattato chiedendomi di provare lo Illimani tra il mio disco fisso USB e il PC. L'ho fatto e contemporaneamente ho posizionato il disco fisso su un blocco di granito. Prima di fare questi cambiamenti avevo ascoltato attentamente il mio sistema principale che utilizza un Logitech SB3 e tornando ad ascoltarlo si notavano dei miglioramenti significativi. Nell'album "Amused to Death" di Roger Waters gli effetti "Q sounds" (*) che uscivano dai diffusori si estendevano di ulteriori 30 cm nella stanza. In un registrazione di jazz, il pianoforte, il contrabbasso e la batteria erano tutti più chiaramente posizionati nel palcoscenico sonoro. Non sono rimasto troppo sorpreso da tutto ciò dato che mi ero già accorto che, utilizzando un DAC USB, se si riproduce la musica da una chiavetta USB (cioè da una memoria allo stato solido) il suono è migliore rispetto a quando la musica è salvata su un disco fisso. Nella musica liquida, c'è chiaramente qualcosa in più che "uni e zeri" che si spostano dal punto A al punto B!
E' doveroso un addendum da parte mia per chiarire meglio alcuni aspetti controversi dell'articolo di Nick Whetstone. E' chiaro che quando scrive che ci sia di più che semplici zero ed uno nel segnale che passa nel cavo USB egli si riferisca ad eventuali interferenze sia trasmesse dal PC e dall'alimentazione che captate lungo il percorso. L'isolamento galvanico tra PC e DAC USB potrebbe effettivamente ridurre tali interferenze così come una migliore schermatura del cavo stesso può essere benefica. D'altra parte questi sono fattori coi quali si ha a che fare anche durante la realizzazione di un cavo digitale elettrico (standard S/PDIF). E' chiaro che resta estremamente difficile capire se e quanto questi accorgimenti possano fare una qualche differenza (all'ascolto) mentre è abbastanza evidente come il costo di questi dispositivi sia assolutamente sproporzionato ai materiali ed alla funzione stessa. Questo è, tuttavia, un male diffuso in tutta l'industria HiFi, è sempre molto difficile giustificare i prezzi di cavi di collegamento (talvolta superiori ai 10.000 €), di taluni lettori CD o persino di certi diffusori e amplificatori. Noi non possiamo fare altro che mettere in evidenza queste esagerazioni e, quando è possibile, proporre soluzioni terrene altrettanto ben suonanti.
Lucio Cadeddu
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