“Certificato” e “Autenticato”

THX, MQA, Hi-Res e Roon-Ready

[DAC Topping D90 con etichette MQA e Hi-Res]
[English version here]

Autore: Bevan Court - TNT USA
Pubblicato: Dicembre, 2021
Traduttore: Roberto Felletti

Il mio articolo precedente denunciava la tendenza all'audio spazializzato, in maniera simile ai vecchi sinto-amplificatori Dolby Pro Logic, rivolto semplicemente alle cuffie.

In questo articolo mi concentrerò sui tentativi dell'industria di “certificare” o “autenticare” i componenti. La THX sta cominciando a fare questo con gli amplificatori e la MQA sta cominciando a fare questo con il suo “codec”, per mancanza di un termine migliore. Innumerevoli amplificatori e DAC stanno cominciando ad avere sopra l'etichetta “Hi-Res”.

THX

La THX, nel corso degli ultimi vent'anni circa, ha certificato gli amplificatori affinché avessero certe specifiche, rendendoli idonei per la riproduzione dell'audio dei film. Posso capire che fosse necessaria una certa standardizzazione per cercare di offrire un'esperienza analoga, indipendentemente dalla sala in cui il film veniva visto. Quando la THX ha cominciato a certificare i prodotti per l'home-cinema, il marchio è diventato un bollino di approvazione che, insieme all'applicazione degli ultimi codec Dolby/DTS, presumibilmente dovrebbe garantire un audio simile a quello dei cinema.

Cosa faceva? Creava una gara per aggiungere altri canali di amplificazione per la casa e il supporto all'ultimo numero di tot canali, ed erano alquanto indistinguibili l'uno dall'altro. Gli amplificatori diventavano un compromesso, cercando di integrare più roba in un medesimo cabinet ma sempre con il problema della gestione del calore.

Se guardate una delle liste dei sinto-amplificatori home-cinema consigliati da una delle principali riviste hi-fi inglesi, trovate un totale di nove produttori. Sette di essi sono mainstream e due di quelli fanno capo alla medesima azienda. Ci sono due produttori che definirei indipendenti minori, Arcam e Anthem. Da dove viene l'innovazione? Non dai produttori, essi sono troppo impegnati ad ottenere l'ultima certificazione da THX, Dolby e DTS, senza contare il supporto agli ultimi standard HDMI. Aggiungere altri diffusori non è innovativo, rende semplicemente più costose le cose.

Adesso la THX sta cominciando a certificare anche gli amplificatori per cuffia. Se la THX certifica che le specifiche rientrano nei parametri, allora devono andare bene? Ma il punto è questo: gli amplificatori per cuffia certificati utilizzano una cosa che si chiama THX AAA. Sapete chi realizza questo modulo di amplificazione? Indovinate un po'? La THX. Loro dichiarano:

«Il THX Achromatic Audio Amplifier (THX AAA) offre l'esperienza audio definitiva senza compromessi grazie a un segnale audio con la fedeltà più elevata del mondo, ottenendo una potenza di uscita di picco più alta e massimizzando la vita della batteria. Il THX AAA riduce la distorsione armonica, di intermodulazione e del crossover di 20-40 dB per garantire un'esperienza d'ascolto realistica ed esente da fatica. Questo viene ottenuto utilizzando una topologia brevettata “feed-forward” che annulla la distorsione e i meccanismi di rumore convenzionali, e il risultato è l'amplificatore più lineare del mondo.»

Quella è una spacconata. Loro non sono gli unici a fare il “feed-forward” e a produrre amplificatori con specifiche spettacolari. Alcuni anni fa la Nelson Pass ha brevettato la sua tecnica “Super Symmetry” e ha venduto la tecnologia alla Texas Instruments. Potete acquistare i loro operazionali, che adesso includono questa nel chip. Tuttavia, l'audio è complesso, e qualcosa che abbia buone specifiche, con un valore di THD+N fuori scala, se alimentato con un'onda sinusoidale, può comunque suonare un po' senza vita con musica vera che è infinitamente più complessa.

Ma la questione rilevante, qui, è che c'è un'intera caterva di prodotti di aziende quali Drop, Monoprice, Benchmark e Mytek che usano chip della THX e possono dire - “siamo certificati THX - guarda, abbiamo il bollino.” Però alcuni di questi amplificatori costano 300 dollari, altri 1.500. Ma se usano il medesimo chip, ed entrambi ottengono la certificazione, allora perché questa differenza di prezzo? Un cabinet più elegante? Più connettori sul retro? Rispettano le medesime specifiche?

Quello che la THX vuole è far utilizzare i suoi moduli da un'intera caterva di produttori e fare soldi con ciascuno di essi, sia con i moduli stessi sia con le licenze. E questo uccide l'innovazione. Essa vuole essere la prossima Hypex o Bang & Olufsen, che tra tutte forniscono la maggior parte dei moduli di amplificazione in classe D, oppure la prossima AKM o ESS, che forniscono la maggior parte dei chip DAC delta sigma. Ma con una giravolta, stanno gettando il marchio della certificazione THX nel mucchio.

Non sto dicendo che gli amplificatori THX AAA siano pessimi o realizzati malamente, né che le implementazioni delle aziende summenzionate suonino male. Al contrario, stando alle recensioni che ho letto, alcuni di essi sono molto validi. Tuttavia, voglio variazioni nell'industria. Perché? Perché ognuno di noi sente in maniera diversa, il suono perfetto non esiste. Inoltre, voglio innovazione. Questo significa che questa topologia di amplificatori rappresenta l'unico modo per farlo, e l'unico modo che hai per venderlo è se ha il logo THX sopra. No, grazie.

MQA

La MQA sta arrivando a questo dall'altra direzione. Loro dicono che il loro algoritmo trasformerà l'uscita del vostro DAC in una perfetta (o migliore) rappresentazione di ciò che esce dallo studio.

Ma per fare questo, vogliono pieno accesso al progetto del produttore del DAC. Alcuni produttori non sono tanto entusiasti di questo - da notare che Chord e Schiit, tra gli altri, si sono rifiutate di collaborare. Da notare che questi sono i produttori che, in realtà, implementano la loro propria tecnologia nei loro DAC. Essi sarebbero costretti a cedere i loro progetti alla MQA, un'azienda che è fortemente legata a un concorrente, la Meridian Audio. Inoltre, essi non sono d'accordo sull'ecosistema chiuso voluto dalla MQA - perché soffoca l'innovazione e tutti finirebbero con l'utilizzare il medesimo chip ESS/AKM delta sigma con il medesimo set di filtri.

In passato, per un po' ho usato un DAC della Pro-Ject che aveva l'MQA, facevo streaming da Tidal e pensavo che suonasse abbastanza bene. Tuttavia, avevo provato anche Qobuz, sia con quel DAC sia con un DAC meno costoso della Schiit, e preferivo lo streaming lossless di Qobuz su entrambi. Ci sono anche preoccupazioni sul fatto che, in realtà, l'MQA sia un mezzo di trasmissione lossy, sebbene qui non abbia intenzione di entrare nei dettagli di questo specifico argomento.

Vi prego di riflettere su questo. La MQA vuole far pagare le licenze ai produttori di DAC e all'industria discografica, e in più vuole parte del denaro di ciascun streaming. Sì, qualcun altro sta cercando di prendersi una fetta dei guadagni dello streaming degli artisti e dei guadagni dei produttori per far mettere ancora un altro logo sui loro prodotti. Questo a me sembra sbagliato.

Hi-Res

Poi c'è l'etichetta “Hi-Res” che appare su molti DAC e amplificatori. Introdotta originariamente dalla Sony per quello che sembrava un tentativo sincero di definire uno standard, essa è stata ceduta alla Japan Audio Association (JAS). L'adozione è stata lenta, e la Recording Industry Association of America (RIAA) ha introdotto le seguenti linee guida per la certificazione dei dispositivi di riproduzione:

Sembra ragionevole? Ma in verità, se ci pensate, la maggior parte dei DAC prodotti negli ultimi vent'anni dovrebbe essere in grado di decodificare i 24/96. Probabilmente dovrei andare su diyaudio.com e assemblarne uno mio su cui poter mettere un logo. Una prestazione dell'amplificazione pari a 40 kHz o superiore è quello che ci si dovrebbe aspettare.

Però ci sono dei modi per aggirare questo. Ho visto prodotti Bluetooth con il logo Hi-Res. Sì, tecnicamente i codec tipo l'LDAC trasmettono a 24 bit, però comprimono comunque i dati poiché il bitrate massimo è 990 kbps - vale a dire il 69% circa delle informazioni contenute in un CD. Per me, questo non è Hi-Res. Sarà migliore dell'MP3, ma non è migliore di un CD.

Forse, con il coinvolgimento della RIAA, alla fine questo verrà regolamentato meglio, ma ci sono molti prodotti, realizzati al di fuori della giurisdizione della RIAA, che possono applicare un'etichetta su un prodotto e venderlo direttamente.

Roon Ready

Questo ha cominciato a farmi pensare a Roon, il software per streaming che uso. Si tratta di una piattaforma che mi offre un'esperienza utente per lo streaming e per l'ascolto di file in locale che mi piace molto. Tuttavia, anche Roon ha una procedura di certificazione per i suoi prodotti partner.

Questa è la differenza: Roon è un'azienda di software pura, guadagna con gli abbonamenti. Questo significa che deve continuare ad innovarsi per essere sicura che i suoi utenti non vadano altrove.

Non fa pagare per la certificazione, né per la certificazione Roon Ready o Roon Tested, secondo i commenti del suo direttore operativo sul suo forum. L'azienda vuole che più persone siano in grado di accedere a Roon. Sì, usa il proprio protocollo streaming RAAT, però certifica prodotti che comprendono direttamente Spotify Connect, Tidal Connect, Airplay, Amazon HD streaming, Chromecast, DLNA, UPnP e altri servizi di streaming.

Inoltre, l'azienda permette agli utenti di realizzare il proprio core usando ROCK OS, pur producendo il proprio Nucleus Core. Permette ai terminali fai-da-te che usano Roon Bridge di poter essere installati su una distribuzione leggera di Linux. Lo scopo della certificazione è cercare di offrire ai propri clienti un'esperienza migliore e ritenere responsabili i produttori affinché rendano il software compatibile.

Conclusioni

La maggioranza degli ascoltatori di musica che nel corso degli anni hanno fatto suonare MP3 via Bluetooth con trasduttori scadenti non conosce nemmeno la differenza. MQA, THX, persino le proposte di audio spazializzato, probabilmente permetteranno loro di ascoltare la musica come non hanno mai fatto prima. Forse non è una cosa del tutto sbagliata.

Quelli di noi che investono tempo e denaro nel miglioramento della propria riproduzione musicale, per poterla godere al meglio, conoscono la differenza. Quindi, vi prego, pensate prima di prendere per buono quello che dice il marketing e di farvi prendere dall'euforia per l'ultima novità, l'ultimo prodotto uscito. Pensateci; alcuni anni fa, l'HDCD doveva essere l'ultima, grande novità, come lo erano stati il DSD e l'audio quadrifonico. Oggi, quanta musica potete acquistare in quei formati?

Le mode passano. Magari passeranno anche queste. Ma io ho accesso a tutta la musica che amo in qualità CD, formato PCM, risoluzione 16/44,1 (o maggiore). Tutto open source. Suona in maniera fantastica con il mio impianto. Perché? Non grazie ai guru del marketing, che spingono il prossimo acronimo di tre lettere. È grazie agli innovatori che progettano amplificatori, DAC, cuffie e diffusori. E soprattutto, è grazie ai musicisti, agli artisti e ai tecnici che in primo luogo hanno registrato la musica e ne hanno curato il mastering.

Quindi, mettetevi comodi e scegliete la musica che preferite senza preoccuparvi se il vostro DAC è compatibile con l'MQA, se il vostro amplificatore ha ricevuto la benedizione dorata dalla THX, se le vostre apparecchiature sono conformi a qualche nuovo standard scritto. Più di tutto, godetevi la musica.

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