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Cos'è l'Alta Fedeltà?

Sull'argomento Alta Fedeltà c'è molta confusione. Questo è dovuto in parte al carattere elitario che l'HiFi ha sempre avuto diciamo dagli anni '70 fino ad oggi ed in parte è da addebitarsi alla scarsa informazione e divulgazione presso il grande pubblico.
Il significato stesso del termine è spesso frainteso e molta gente crede che un buon impianto HiFi è un qualcosa che suona molto forte costituito principalmente da apparecchi professionali o peggio da discoteca.

Occorrerà dunque tentare di fare chiarezza.
Cercando di non complicare troppo ed inutilmente la trattazione diciamo innanzitutto che
l'Alta Fedeltà ha come fine la riproduzione fedele della Musica.
Capisco che questa possa sembrare una banalità grossolana ma non lo è. Per poter giudicare un impianto ad Alta Fedeltà occorre conoscere la Musica dal vivo in quanto la "simulazione" di un evento musicale è ciò a cui tutti gli apparecchi HiFi dovrebbero tendere.
Si capisce subito che questo non è un compito facile, anzi diciamo pure che è impossibile riuscire a riprodurre in ambiente domestico gran parte degli eventi musicali cui si assiste dal vivo. Basta pensare ad una grande orchestra o ad un concerto rock.
Questa limitazione intrinseca, i motivi della quale sono numerosi e piuttosto complessi, non è tuttavia così grave. Infatti il nostro cervello ha la capacità di ricostruire sensazioni reali anche da imitazioni della realtà.
Basti pensare alla fotografia, al cinema e persino alla scrittura. Una quantità di informazioni ridotta è spesso sufficiente ad ingannare i nostri sensi donandoci emozioni pari all'evento reale.
Dunque, ricapitolando, non si può sperare in una riproduzione domestica che si sostituisca alla realtà ma si può tendere ad una sua buona imitazione.

La Stereofonia

I modi per mezzo dei quali si è ricercata tale imitazione della realtà sono stati diversi nella storia della riproduzione musicale. Tra i tanti diciamo che la stereofonia è stata la soluzione di maggior successo.
La stereofonia si basa sulla riproduzione a due canali, destro e sinistro.
Stiamo attenti a non considerare un apparato stereofonico se questo ha due casse (diffusori). Non bastano due diffusori per fare un suono stereofonico, occorre che il segnale che arriva a questi lo sia, cioè deve essere separato in due canali distinti (destro e sinistro, appunto).
Un segnale con un canale solo si dice monofonico, quindi una radiolina a transistor con collegate due casse non diventa automaticamente stereo ma semplicemente doppio mono.
Ricapitolando: il concetto più generale è quello di Alta Fedeltà.
Un impianto ad Alta Fedeltà può essere stereo ma non è necessariamente vero il viceversa cioè un impianto ad Alta Fedeltà può anche non essere stereofonico.
Tuttavia nel 99 % dei casi un impianto ad Alta Fedeltà sarà stereofonico.

Cosa ascoltare

Occorre a questo punto chiarire alcuni parametri di valutazione dell'Alta Fedeltà.
Cominciamo con lo sgombrare il campo da alcuni preconcetti.
Un buon suono riprodotto non si può misurare, così come non si può misurare la bellezza di un quadro, di una fotografia o il gusto di un buon vino. Tutti gli eventi che vengono sottoposti all'analisi dei nostri sensi non sono misurabili con strumenti, per quanto sofisticati essi siano.
Lo strumento più affidabile per giudicare una rappresentazione della realtà è il nostro sistema sensoriale.
Esempio: quando dovete acquistare una TV chiedete di poterla vedere in funzione, magari con qualche altra TV vicina, così da poter confrontare. Mai vi sognereste di MISURARE la fedeltà dell'immagine riprodotta in alcun modo. I vostri occhi vi dicono tutto ciò che volete sapere.
La stessa cosa si dovrebbe fare per un impianto HiFi. Cercherò di sfruttare questo semplice esempio per spiegare COME si valuta un suono riprodotto.
Il piccolo scoglio da superare è che, mentre gli occhi sono abituati a guardare, il nostro sistema uditivo si limita a sentire piuttosto che ad ascoltare.
L'orecchio è un organo estremamente sofisticato che raramente uilizziamo al massimo delle sue possibilità. Quando sentite parlare di orecchio allenato non crediate che si tratti di un dono di natura.
Semplicemente bisogna stare più attenti a ciò che il nostro orecchio ci dice, visto che le informazioni che ci da sono innumerevoli, occorre solo saperle analizzare.
Conosco persone con problemi uditivi che sono in grado tuttavia di discernere il suono di un cavo da un altro o di un amplificatore da un altro.
Nessuno nasce audiofilo dunque e tutti possono diventarlo. Basta avere Passione per la Musica.

Per allenare l'orecchio, anche se sarebbe più corretto parlare di allenamento del cervello, occorre conoscere alcuni parametri con i quali valutare il suono riprodotto.
Cominciamo con l'equilibrio timbrico.
Tanto per citare un atteggiamento tipico, spesso si giudica un impianto dalla quantità di BASSI. Sarebbe come valutare una TV in base alla quantità di colore rosso che riproduce. Una buona immagine video, come un buon suono riprodotto, è data dalla somma di ogni sua componente, i tre colori nello schermo, le varie gamme di frequenza in un impianto Audio.
D'altra parte giudicare la quantità dei BASSI è estremamente facile ed è questo il motivo per il quale la maggior parte delle persone la utilizza come parametro di giudizio.
Sarebbe come giudicare la bellezza di una donna dalla lunghezza dei suoi capelli. Facile ma fuorviante.
Più difficile è valutare le altre gamme di frequenza e, soprattutto, la loro giusta composizione all'interno del suono riprodotto.
Questo parametro, non me ne vogliano i puristi, va comunemente sotto il nome di equilibrio timbrico ed è una delle prime cose da valutare in un impianto HiFi.
Se vi sembra che all'ascolto prevalga una certa gamma di frequenze (bassi, alti o medi) a discapito del resto allora l'equilibrio timbrico di quell'impianto (o componente di esso) non è ottimale.

Altra cosa a cui prestare attenzione è la Dinamica.
Questo è un concetto molto intuitivo ma scarsamente considerato dall'aspirante audiofilo.
Detto molto semplicemente la capacità dinamica di un impianto HiFi è la possibilità dello stesso a seguire facilmente le variazioni di volume sonoro nel programma musicale.
Esempio: il passaggio da un pianissimo orchestrale ad un fortissimo, il passaggio da un sussurro ad un acuto di un cantante e così via.
Si badi che questo non ha niente a che vedere con il VOLUME in quanto tale.
Tanto per tornare all'esempio della TV: quando il passaggio da una scena buia ad una molto illuminata (che so, un'esplosione nella notte) avviene in modo repentino con una forte e veloce variazione di luminosità nello schermo, bè quella è il corrispondente della capacità dinamica in un impianto HiFi. Osserviamo che questa capacità dipende da così tanti parametri che non la si può misurare. Soprattutto NON dipende dalla potenza continua dell'amplificatore, come molti purtroppo continuano a pensare.

Altro parametro poco considerato è l'Immagine.
La riproduzione stereofonica è stata studiata come sistema per ingannare il nostro orecchio (in senso positivo, naturalmente), cioè dargli l'impressione di assistere ad un vero evento musicale e NON ad una sua artificiosa rappresentazione.
La differenza che più si nota tra un evento reale ed uno riprodotto è proprio dato dalla ricostruzione spaziale del suono.
Tanto per intenderci, quando ascoltate un vostro amico che canta, accompagnato da un altro alla chitarra, anche chiudendo gli occhi siete in grado di dire in che posizione si trova colui che canta e dove sia lo strumento. Questo accade perchè il nostro sistema uditivo è in grado di ricostruire, analizzando ed elaborando i suoni diretti e riflessi che gli pervengono, l'ambiente nel quale si svolge l'evento musicale.
Qui l'esempio della TV ci aiuta poco in quanto l'immagine video è solo una pallida rappresentazione a due dimensioni (altezza e larghezza dello schermo) di un evento a tre dimensioni (la realtà).
Tuttavia avrete notato come per poter percepire il senso della distanza abbiamo bisogno di guardare con entrambi gli occhi. Bene, ciò accade anche per i suoni. Ecco perchè abbiamo bisogno di due canali (due casse) per poter riprodurre tridimensionalmente il suono. Ed è per lo stesso motivo che la Natura ci ha dotato di due orecchie.

Conclusioni

Questa breve introduzione non ha la pretesa di esaurire l'argomento che è molto complesso e presenta molte sfacettature. Tuttavia dovrebbe aiutare il principiante a cominciare a fare esperienza sul campo, ascoltando con spirito critico, in modo tale da arrivare ad essere autonomo nelle scelte di un apparecchio o di un intero impianto HiFi.

Copyright © 1996-99 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com

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