Arcam FMJ A19 - amplificatore integrato

Un Arcam che può

[Arcam A19 Front View]
[English version]

Prodotto: Arcam FMJ A19 - amplificatore integrato
Produttore: Arcam - UK
Distribuito in Italia da: MPI Electronic
Prezzo di listino in Italia: 1100€ (il prezzo in UK 650 sterline)
Autore: Andy Norman - TNT UK
Recensito: Novembre, 2014
Traduzione: Claudio Patelli

Introduzione

Alcune persone guardano con sospetto i produttori hi-fi di fascia media, ma possono esserci dei vantaggi ad acquistare prodotti di questi marchi. Possono magari non essere la punta di diamante in fatto di progresso tecnologico, ma hanno sostanziali economie di scala e la reputazione di garantire (generalmente) prodotti di qualità. Alcuni dei sistemi più durevoli che ho avuto nel mio impianto erano di marche come Marantz e Cambridge Audio. E Arcam, visto che un vecchio Alpha 8 ha alimentato il mio secondo impianto fino all'avvento dei chips Tripath. Così quando Arcam ha offerto a TNT-Audio l'opportunità di provare il loro amplificatore FMJ A19 sono stato molto interessato a vedere dove sono arrivati negli ultimi vent'anni.

Cosa avete

[Arcam A19 Rear View]

Il FMJ A19 è un amplificatore integrato semplice, apparentemente senza pretese. Essenzialmente è la solita scatola nera. Anche il disegno elettrico è lineare, almeno a valle del controllo del volume (dirò di più in seguito). Il cabinet è robusto e sembra costruito per durare a lungo. Ha solo ingressi analogici, non sta cercando di essere un DAC oltre che un amplificatore. L'uscita è dichiarata a 50 watts per canale sugli 8 ohms di carico (90 watts su 4 ohms). Per molti aspetti è il naturale aggiornamento dell'Alpha 8, dei cui servigi ho goduto per così tanto tempo. Il prezzo, considerando l'inflazione, è probabilmente anch'esso comparabile a quello che aveva l'Alpha 8.

Il pannello frontale ha un aspetto pulito, con un semplice display dimmerabile, una manopola del volume grande e una fila poco appariscente di piccoli selettori. Sullo stesso pannello ci sono anche un paio di entrate mini jack, una è l'entrata per un'eventuale lettore mp3 (o dispositivo equivalente) e una è l'uscita cuffie. Offre una schiera completa di ingressi: 6 di linea più un ingresso phono per testine MM (moving magnet). Questo ingresso si può convertire in un ingresso di linea se non si necessita di un'entrata per il giradischi. Presenta poi due uscite linea, una a livello fisso (record out) ed una a livello variabile, asservita alla regolazione del volume (preamp out). Infine ci sono due serie di attacchi per i diffusori, utilizzabili sia per alimentare due coppie di altoparlanti che una singola in bi-wiring.

Viene fornito anche un telecomando, piccolo e disegnato apposta per l'amplificatore, cosa inusuale e benvenuta. Mi irrita sempre quando un telecomando per un intero sistema mi viene fornito insieme ad un unità singola perché rende tutto grande e complicato senza motivo, così sono contento che non sia questo il caso.

Disegno Dell'Amplificatore

Il tipo di amplificazione è una classe A/B standard. Va considerato che in questo contesto per "classe" si intende l'architettura tecnica della parte elettronica dell'amplificazione e non l'adesione a un particolare standard. Non c'è necessariamente una correlazione tra la classe di amplificazione e la qualità del suono. Un amplificatore di classe A/B ben ingegnerizzato può suonare bene tanto quanto uno in classe A pura, mentre ad ogni livello di prezzo sarà più potente e scalderà di meno.

Arcam ha pubblicato una nota tecnica descrivendo i dettagli dell'architettura del FMJ19. Nessun segreto qui! Quello che dichiarano è: "un'onesta e solida ingegnerizzazione, derivata da più di trent'anni di esperienza nel campo audio, per presentare musica in modo semplice, ma meraviglioso. Niente di più, niente di meno." Sono particolarmente orgogliosi del controllo del volume di cui si è detto che è "lo stesso che Arcam usa nel loro amplificatore hi-ends". I lettori abituali possono riconoscere il chip di controllo dell'amplificatore che viene usato – il PGA2311 - che ho recensito precedentemente riguardo ad un preamplificatore digitale di alta qualità per un prezzo contenuto.

In Uso

Tutto funziona esattamente come dovrebbe. Il set up è stato facile. L'uscita preamp out è stata benvenuta perché ha reso semplice integrare un subwoofer attivo. Le terminazioni per gli altoparlanti sono robuste e fare le connessioni è stato semplice. Il telecomando ha funzionato bene e non è stato sensibile all'angolo di ricezione. Poiché qualcuno potrebbe avere un sistema con più componenti è piacevole avere qualcosa che funzioni.

[Arcam A19 Rear View]

Il Suono – Sistema Principale

Come sempre, "la prova del budino è nel mangiarlo". Ho lasciato l'amplificatore nel mio sistema principale per un paio di settimane per lasciarlo rodare e notavo comunque suonasse abbastanza bene mentre davo ascolti casuali. Il sistema principale accoppia l'amplificatore con Usher Be-718 da stand e un Marantz SA-KI Lite SACD player/DAC. I diffusori hanno un carico abbastanza difficile per cui non mi aspettavo molto da un amplificatore da 50 watt, ma sono stato piacevolmente sorpreso.

All'inizio della mia sessione di ascolto critico ho messo su "Ya Moh Be There" di Michael McDonald. Il basso mi è arrivato fermo e con una buona profondità. L'immagine stereo era ampia, estesa oltre i diffusori, riempiendo la stanza. Il suono era un po' in avanti, chiarendo subito che questo amplificatore non è una mammoletta.

Sono poi passato ad una traccia che uso spesso per testare la separazione dei canali e la naturalezza del suono: "50 Ways to Leave Your Lover" di Paul Simon. L'amplificatore si è comportato bene, le parti di chitarra erano ben separate, le voci naturali e il suono pieno, ma controllato. Per portare il test ad un livello leggermente superiore ho messo su John Mayer. La traccia "Gravity" dall'album "Continuum" contiene alcuni dei miei suoni di chitarra preferiti e l'Arcam ha reso il canto della Stratocaster molto dolcemente. Mi sono meravigliato che i piatti suonassero un po' più morbidi di quanto io fossi abituato, ma la resa era molto piacevole. In un'altra traccia dello stesso album, "Slow Dancing in a Burning Room", la morbidezza ha avuto un maggiore effetto sulla resa generale e si è tradotta, come era abbastanza prevedibile, in una perdita di aria. La leggera morbidezza in più ha reso la registrazione meno distinta e anche leggermente confusa.

Ho verificato la stessa sensazione con una registrazione ad alta risoluzione di swing jazz, l'album di Dick Hyman "From the Age of Swing". La resa del 24/88 è normalmente molto limpida, trascinata da una gamma di diversi tipi di percussioni, spesso metalliche, che si intrecciano. Ascoltando questa traccia ho avuto conferma dell'impressione della morbidezza sulle frequenze altissime. Un po' del limite alto del transiente sembra mancare all'azione. L'effetto è che la traccia perde un po' di swing in confronto al mio normale amplificatore (recentemente cambiato in un Cambridge Audio 851A). Il Cambridge è molto più potente (e più costoso), 150 watts per canale, così non ne sono rimasto sorpreso. Piuttosto dell'opposto: l'Arcam ha dato veramente un'ottima prova di sé con le Ushers, suonando molto meglio di quanto mi aspettassi.

Ho provato un altro po' di tracce, per vedere come suonavano. La traccia test di musica classica, "Spanish Harlem" di Rebecca Pidgeon è una tipica produzione Chesky, limpida. La voce si presenta nitida e naturale, con l'immagine ben stabile nell'aria. Ho pensato che stavo sentendo un pizzico di durezza negli alti e lo shaker sembrava un po' meno definito di quanto sapevo potesse essere, ma nel complesso la presentazione era buona e non affaticante. Avendo sentito della dolce musica acustica per un po' di tempo, ho pensato fosse meglio testare qualcosa di un po' più rumoroso e ho messo su un po' di Joe Satriani a volumi da vero rock. Sono stato piacevolmente sorpreso che rockeggiasse molto bene, senza provocare fatica d'ascolto, benché la stanza fosse abbastanza piccola.

Finché ero nel sistema principale ho provato l'uscita delle cuffie. In confronto all'ascolto dai diffusori c'era molto più dettaglio nel palcoscenico, l'impressione generale era di maggior leggerezza, con il basso meno presente. Con il giusto materiale mi sembrava suonare molto aereo e naturale, con altro forse un filino sottile. Non è stato comunque un test esteso delle capacità dell'uscita ed è possibile che i componenti non fossero sufficientemente rodati. La mia impressione iniziale era comunque che l'uscita fosse benvenuta e che sarebbe stata necessaria un'unità esterna per portare il livello di questa ad un suono migliore.

Sfortunatamente non sono stato in grado di testare lo stadio phono perché ho solo testine MC e non erano compatibili. Non ho dubbi comunque che funzioni almeno come una soluzione a basso costo per un primo giradischi o per quelli per cui il giradischi non è la sorgente primaria.

Sistema Secondario

Dopo averlo spremuto bene nel mio impianto principale, ho spostato l'amplificatore nei dintorni meno ostili del mio sistema secondario. Le maggiori differenze sono che la stanza è più piccola e i diffusori, Acoustic Energy AE509s, sono molto meno ostici, con un'efficienza intorno ai 90dB. Come mi aspettavo, questo ha dato all'amplificatore una migliore opportunità per brillare. Suonava molto meglio, mantenendo lo stesso suono naturale, ma l'immagine guadagnava di profondità e dimensioni. Le voci femminili erano dettagliate, per esempio la resa di Eva Cassidy, nella canzone di Sting "Fields of Gold" era ariosa e calda. Poi ho provato nuovamente Dick Hyman. Il ritmo era tornato. In confronto al mio suono preferito gli alti rimanevano ancora un po' indistinti sui piatti, ma molto meglio che con le Usher. La big band era veramente big! Come poscritto, ho ascoltato l'A19 anche nella stanza dimostrazioni dell'Arcam a Cambridge, era accoppiato a diffusori Kef reference e la combinazione mi ha molto impressionato nonostante la differenza di prezzo. "Walk on the Wild Side" di Lou Reed era particolarmente buona, con le chitarre a sottolineare i contorni del palcoscenico e il basso opportunamente pieno e profondo. Ho colto l'occasione per controllare se fossero anch'essi diffusori relativamente efficienti, a confermare il mio sospetto che questo amplificatore possa spingersi oltre le aspettative, ma ha bisogno del giusto diffusore per farlo.

Conclusioni

L'Arcam A19 è un amplificatore molto buono, ancorato alla realtà. È il tipo di amplificatore che non esiteresti a raccomandare a qualcuno che stia cercando un amplificatore affidabile, ben suonante e ad un prezzo decente (il recensore fa riferimento al prezzo originale nel Paese d'origine, 650 sterline). Con il materiale giusto e interfacciato con i giusti componenti può spingersi molto in là in termini di trasparenza e naturalezza, anche se non può competere con i migliori amplificatori in termini di dinamica e attacco dei transienti. La qualità costruttiva è eccellente, dà la sensazione che sia ben assemblato e che possa durare per anni senza alcun difetto. Non ho ascoltato tutti i concorrenti nella sua fascia di prezzo, ma dubito si possa fare meglio.
Se si avesse la possibilità di provare gli amplificatori della stessa fascia di prezzo di marche come Creek o Marantz o Cambridge Audio si potrebbe trovare qualcosa che rispecchi i propri gusti in maniera più precisa. E naturalmente con abbastanza conoscenza e un po' di esperimenti sarebbe possibile battere le sue performance in assoluto con minor spesa, con il giusto amplificatore su chip Tripath, ma queste possibilità non offrono lo stesso grado di opzioni o di affidabilità "montalo e dimenticalo". Ma posso dire che l'Arcam A19 è il tipo di amplificatore con cui non puoi sbagliare se hai dei diffusori con una sensibilità ragionevole. In conclusione, questo è l'amplificatore perfetto per chi è più interessato alla musica che all'hi-fi!

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