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Atoll IN 80 - ampli integrato
In vacanza sull'Atollo francese
[English version]
Prodotto: ampli integrato Atoll IN 80
Produttore: Atoll Electronique - Francia
Distr. per l'Italia: Miroir de la Musique, Via XX settembre 65/67 35122 Padova - Tel./Fax. 049/8751188
Prezzo approssimativo: 1.300.000 L. (700 Euro)
Atoll? Chi era costui? Per farla breve vi dirò che si tratta di un nuovo marchio francese che in poco tempo è balzato all'attenzione degli appassionati per una serie di elettroniche dall'elevatissimo rapporto qualità/prezzo.
La formula non è particolarmente nuova: apparecchi HiFi pensati, progettati e costruiti concentrandosi esclusivamente sul suono, risparmiando su tutto ciò che non influisce direttamente sulla qualità sonora e sulle performances musicali.
Come sapete, è un approccio all'HiFi che a noi di TNT-Audio piace particolarmente visto che consente anche a chi non ha grandi risorse finanziarie di ascoltare Musica ad alto livello senza ipotecare casa ed automobile.
La possibilità di provare l'integrato IN 80, osannato dalle riviste francesi, mi stuzzicava molto...ed ora cercherò di raccontarvelo.
L'aspetto non è molto diverso da alcuni integrati Cairn (ancora Francia) ed è veramente essenziale: cabinet metallico nero, frontale in alluminio nero satinato, volume, selettore degli ingressi (manca il phono, disponibile per circa 200 mila in più) e ingresso cuffia.
Sul retro troviamo il tasto d'accensione posto nella vaschetta del cavo d'alimentazione staccabile, i soliti 4 morsetti per i diffusori e la serie di connettori d'ingresso (4 + tape). Previsti anche dei connettori pre-out.
La costruzione esterna è davvero minimale e basta dare un'occhiata per capire che dove si poteva risparmiare si è risparmiato. Unica concessione all'estetica è la stondatura degli spigoli del pannello frontale.
Il perchè di tanto risparmio lo si intuisce non appena si toglie il coperchio: la vista dell'interno, da sola, spiega dove sono stati spesi la maggior parte dei soldi per la realizzazione di questo integrato.
L'Atoll IN 80 è un integrato di 80 watts per canale su 8 ohm che diventano 120 su 4 ohm. La sezione di alimentazione fa uso di un bel toroidale da 300 VA ed una batteria di condensatori per una capacità di filtro totale pari a 30.000 µF, la componentistica è di elevata qualità.
Il tutto è racchiuso dentro un cabinet di dimensioni classiche (44 x 25.5 x 9) ed un rassicurante peso di 8 kg, la maggior parte dei quali gravanti sul fianco sinistro, dove c'è il grosso toroidale d'alimentazione.
Nel catalogo Atoll è presente anche un modello da 50 watt che si chiama, indovinate un po', IN 50, il cui costo è intorno al milione.
Ho provato l'IN 80 in almeno due impianti diversi: uno di categoria ben più elevata ed uno più consono al suo target d'appartenenza.
In vacanza sull'Atollo francese
Ho vissuto per un bel po' di tempo in Francia quando stavo preparando la tesi di laurea ed in quel periodo (si parla della fine degli anni 80) ho avuto modo di conoscere in modo diretto la situazione dell'HiFi francese, riviste specializzate comprese.
Ho letto un po' di tutto, ho girato per i negozi più ben considerati (tra i quali la Maison di Alain Choukroun a Parigi e Les Artisans du Son a Mulhouse - che organizzava anche un mini HiFi Show-) e credo di essermi fatto un'idea abbastanza precisa dei gusti musicali dei nostri cugini d'oltralpe...e della tendenza un po' "nazionalista" delle riviste specializzate, seconda forse solo a quella dei tradizionali nemici d'Oltremanica.
Così, leggendo le entusiastiche recensioni dell'Atoll IN 80, sono riuscito a non lasciarmi condizionare....Laurent Thorin su HiFi magazine N.23 (Agosto 98) lo ha persino definito l'affare del secolo il che, francamente, mi ha fatto sorridere un po' e per due ragioni: il secolo non è ancora terminato e chissà quanti amplificatori HiFi il buon Laurent non ha mai avuto la possibilità di ascoltare.
Invece ho letto con interesse il giudizio composto e molto favorevole del grande Jean Hiraga su NRDS (acronimo di Nouvelle Revue du Son).
Per finire, l'IN 80 ha anche ricevuto il premio Diapason d'Or. Le premesse per una interessante prova d'ascolto c'erano tutte.
L'Atoll IN 80 è un amplificatore che si fa sentire all'interno di qualunque catena lo inseriate: quando è lui a fornire energia ai diffusori non c'è possibilità di sbagliarsi, lo si riconosce ad occhi chiusi.
La sua voce è chiara, grazie ad una gamma medio-alta molto aperta e nitida, estremamente analitica e precisa. Questo è il primo aspetto che si percepisce ad un primo ascolto distratto...pian piano che si procede nell'ascolto cominciano a farsi evidenti le numerose doti di questo integrato: ad esempio una gamma bassa molto potente e piuttosto nervosa, tipica caratteristica degli amplificatori capaci di grandi capacità dinamiche e di pilotaggio.
Si tratta di un basso quasi irriverente, cattivo sulle note di basso elettrico, senza paura sulle note più profonde dell'organo a canne, seppure a tratti mostri qualche perdita di controllo, ma sempre capace di conferire vigore a tutti i generi musicali.
In questo dissento profondamente da quanto ho letto su alcune recensioni di stampa francese che riferiscono di una gamma bassa leggera...il basso c'è tutto, basta usare diffusori in grado di scendere in frequenza.
Infatti, giudicare questo integrato con dei minidiffusori un po' avari in basso e che magari assecondano la tendenza dell'IN 80 all'apertura in gamma medio-alta può portare facilmente ad uno squilibrio timbrico.
Ciò è causato in parte anche da una certa leggerezza del lower-mid cioè della parte più bassa della gamma media, quella dove insistono maggiormente le voci maschili, ad esempio, che infatti appaiono talvolta prive di un po' di corpo.
La chiarezza della gamma medio-alta rende invece un piacevole servizio alle voci femminili, sempre molto chiare e precise, solo talvolta con una leggera sottolineatura delle sibilanti (solo se queste sono già presenti nella registrazione, ovviamente...).
In questo senso l'integrato francese non perdona molto alle incisioni un po' mal riuscite...pur essendo tuttavia in grado di rivitalizzare registrazioni spente e pigre.
Sulle masse corali, test infernale per ogni componente HiFi, l'Atoll se la cava bene, pur mostrando un po' di fatica a dipanare le singole voci all'interno dei grandi cori.
La gamma altissima è ben presente e dona un piacevole scintillio ai piatti della batteria anche se talvolta l'ampli mostra di preferire questa lucentezza alla ricchezza armonica vera e propria.
Si tratta di un amplificatore in grado di suonare molto, molto musicale, capace di non sfigurare da questo punto di vista neppure a confronto con amplificazioni di ben altra classe di prezzo.
Analitico, preciso, dettagliato, luminoso e coinvolgente, questa in poche parole la personalità timbrica di questo integrato.
Micro e macro dinamica
Il sottotitolo di questo articolo recita "In vacanza sull'Atollo francese" e la battuta di cattivo gusto è sin troppo facile: "Quale Atollo, quello di Mururoa?".
Beh, nel nostro caso si può certo affermare che anche questo Atoll è esplosivo...per fortuna si tratta di esplosioni piacevoli e molto musicali... :-)
La potenza e la riserva dinamica a disposizione sono infatti sufficienti a dipanare senza sforzo qualunque trama musicale per quanto complessa essa sia. Per capirci, il suo comportamento dinamico è quello tipico degli amplificatori ad alta corrente, capaci di impennate dinamiche sorprendenti e di donare vigore e muscoli alle esecuzioni più esplosive.
In più, l'Atoll ha anche una elevata potenza continua (80 watt che si fanno sentire) che gli consente di non "sedersi" sui passaggi più impegnativi, cosa che capita invece coi piccoli amplificatori di basso wattaggio e dall'elevata potenza impulsiva.
Questo integrato può dunque suonare molto forte ma sa anche essere aggraziato quando la Musica lo richiede, merito della grande capacità di estrarre microinformazioni dal messaggio sonoro, il vero segreto della sua musicalità.
Sul piano della velocità di esecuzione l'Atoll è fulmineo ed a tratti sconfina persino nella "fretta", dimenticando talvolta che l'effetto "legato" al pianoforte deve essere leeeegaaaatoooo per davvero.
D'altra parte, curiosamente, gli attacchi sono rapidissimi mentre i rilasci appaiono un po' più lenti.
Questa caratteristica spiega il perchè sulle note più profonde ogni tanto si avverte qualche perdita di controllo cui accennavo nell'analisi timbrica precedente.
Come già osservato, le capacità di pilotaggio sono notevoli, dubito che possa trovare difficoltà con diffusori ostici (dall'impedenza complessa o dalla scarsa efficienza). Il suo vigore è in grado di "dare la sveglia" anche al più pigro diffusore da pavimento.
Soundstage
L'apertura in gamma medio-alta e l'analiticità in gamma altissima rendono possibile la ricostruzione di un soundstage di dimensioni molto ben sviluppate in altezza pur conservando una buona proporzione geometrica nelle restanti due. Anche ampiezza e profondità sono infatti su livelli buoni e se dovessi chiedere qualcosa in più, pretenderei un centro dell'immagine meno affollato.
Il soundstage è luminoso e molto ricco di particolari, i contorni degli strumenti sono ben definiti e solo il confronto con elettroniche dal prezzo ben più elevato è in grado di evidenziare i limiti del palco immaginario offerto dall'Atoll IN 80.
Per un integrato di questo prezzo è uno dei più bei complimenti che si possano fare, credo.
Consigli d'uso
La Atoll raccomanda almeno mezz'ora di preriscaldamento che, secondo me, si può (e si deve) portare ad almeno 1 ora prima che l'integrato offra il massimo delle sue prestazioni musicali. Non giudicatelo MAI da freddo, fareste un grosso errore!
Come abbinamenti mi sento di ribadire quanto già detto in precedenza: evitate minidiffusori troppo brillanti in alto ed avari in basso e preferite bookshelf di medie dimensioni dotati di buona estensione sui bassi, giusto per non castigare le buone performances in questa gamma, di cui l'IN 80 è capace.
Benissimo quindi il tipico diffusore di impostazione tradizionale inglese, molto composto e mai dotato di timbrica "ad effetto". L'accoppiamento con diffusori da pavimento di basso prezzo deve essere valutata attentamente caso per caso.
Stesso discorso per i cavi: neutri, magari anche tendenti al caldo, dotati di un buon basso, articolato e potente.
L'Atoll IN 80 trae giovamento (un po' come tutti gli apparecchi) dall'uso di elementi smorzanti e disaccoppianti tipo piedini antivibrazione o i G-Flex consigliati dallo stesso distributore.
Alcuni parametri migliorano, il suono si ripulisce un po' e la performance in generale si affina. Io ci vedrei bene anche un trattamento a base di pannelli smorzanti o di blue-tac, vista la costruzione economica del cabinet.
L'apparecchio non scalda molto ma è bene lasciargli un po' d'aria intorno e posizionarlo su un tavolinetto portaelettroniche di buona qualità.
Lamentele
Dal punto di vista costruttivo siamo davvero al limite: il pannello posteriore flette quando si inserisce il cavo d'alimentazione ed il coperchio superiore non appare particolarmente sordo. Sarebbe bastato aggiungere tre viti tra il coperchio ed il pannello posteriore per rendere la struttura più inerte e solida (e meno sensibile alle vibrazioni).
La qualità dei connettori d'ingresso (dorati) rispecchia la ricerca del risparmio a tutti i costi. L'ultima coppia di connettori pre-out è praticamente ad un paio di millimetri da un morsetto d'uscita per i diffusori, rendendo impossibile il collegamento con spinotti RCA appena più ingombranti dell'usuale (cioè la maggior parte...).
Un po' meglio i connettori dei diffusori, abbastanza comodi da usare e ben distanziati tra loro. Non sono a norma CE.
La rifinitura del frontale in alluminio è di qualità discutibile.
Dal punto di vista sonoro c'è da sottolineare che si tratta di un amplificatore dotato di una grande personalità: questo per alcuni audiofili è un pregio, per altri un difetto.
Io mi limito a dire che per questo prezzo è da ammirare l'impostazione coraggiosa di questo integrato, che spicca sulla concorrenza per alcune sue caratteristiche peculiari.
Rinunciando a questa personalità si potrebbe desiderare una gamma medio-alta un po' meno presente ed un lower-mid appena più corposo. Dal punto di vista del comportamento dinamico avrei preferito una performance un po' meno "sprintosa" o quantomeno più equilibrata nel rapporto attacchi/rilasci.
Conclusioni
Servono 13 biglietti da 100.000 lire per entrare in possesso di un integrato per certi versi unico nel suo genere: potente, dinamico, preciso, dotato di grande personalità e musicalità. Credo che chiedere di più non sia lecito, in tutta onestà.
Per ottenere un tale livello di qualità sonora occorre essere pronti ad accettare alcuni compromessi, sia dal punto di vista costruttivo (cabinet), funzionale (manca il telecomando) ed estetico (difficile dire che sia "bello" a vedersi).
I concorrenti non sono molti e nessuno suona in modo così coraggioso come lui.
Fatevi un favore: ascoltatelo. Potrebbe non piacervi però non potrà lasciarvi indifferenti poichè questo Atoll IN 80 racchiude, in piccolo, le doti di una grande elettronica hi-end. E scusate se è poco.
Un caloroso Merci! al gentilissimo ed appassionatissimo Yair Wahal, deus-ex-machina di Miroir de la Musique per averci spedito questo apparecchio in prova.
© Copyright 1999 Lucio Cadeddu
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