Echo Diastasis PH-7

[Echo Diastasis PH-7]

Il paradiso del vinile

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Prodotto: stadio fono Echo Diastasis PH-7
Produttore: Echo Diastasis - Questo è il fornitore con base in Grecia attraverso il quale il PH7 è distribuito in questo momento.
Contatto: Kostas Zangogiannis
Costo: 2900 Euro (YMMV)

Recensore: Mike Cox - TNT UK
Pubblicato: Ottobre, 2013
Traduttore: Roberto D'Agosta

Introduzione

Circa due anni fa decisi di rinnovare il mio sistema di riproduzione del vinile: il giradischi e il braccio andavano bene, un Garrard 401 con un plinto autocostruito con un braccio Rega RB1000, mentre la testina originaria era una Dynavector Karat Ruby che però si è consumata ed è quindi stata rimpiazzata con una economica Denon DL103 fino a che non trovo una testina migliore. Il mio preamplificatore fono era il classico EAR 834P: decisamente un amplificatore molto buono ma che risulta un pochino rumoroso con le testine a bobina mobile a bassa uscita e cambiare le valvole quando necessario sta diventando sempre più difficile e costoso. Ho ancora l'834P per quei momenti in cui ho il bisogno fisico del suono valvolare, ma ora faccio uso regolarmente del Whest PS.30R che fu scelto principalmente per la sua uscita bilanciata e per la sua qualità sonora messo a confronto con l'834P. Il mio giradischi e l'amplificatore fono sono a una certa distanza dal resto dei componenti per cui una connessione bilanciata dovrebbe comunque suonare meglio.

Il prodotto in prova è il preamplificatore fono PH7 che è costruito da una piccola azienda con base in Grecia, la Echo Diastasis: questo è il loro primo tentativo di costruzione e commercializzazione di un prodotto con il loro marchio, ma in passato hanno costruito componenti audio per amici e familiari. I progettisti sono George e Spiros Loutridis, mentre le vendite e il marketing sono gestiti da Kosta Zangogiannis in Larissa. Il PH7 è un progetto di amplificazione in Classe A, single ended con zero feedback e una precisione dichiarata della curva RIAA di 0.01%. Non ha filtri subsonici convenzionali ma diversi meccanismi di filtraggio sono presenti nel circuito che ripuliscono la corrente prima che divenga un segnale musicale, riducendo effettivamente il rumore senza interferire con il segnale. Le specifiche tecniche sono le seguenti:

Guadagno: 42dB/61-65 dB

Uscita in Voltaggio, MM/MC: 300 mV a 1 kHz for 3 mV (ingresso MM) o 0.3 mV (ingresso MC).

Uscita Massima: 11 Vrms (a 1 kHz)

Rumore di fondo, MM/MC: 94 db (pesato in classe A)/ 75 dB (pesato in classe A)

THD, MM/MC: 0.01/0.01%

Accuratezza della curva RIAA di equalizzazione: 20 hZ-20 kHz / max. 0.05 dB

Ingresso: una coppia di prese RCA fono

Uscita: una coppia di prese RCA fono

Consumo di potenza: 200 mA/DC

Dimensioni: 218x87x290 mm

Quando ho ricevuto l'offerta di provare il PH7, ho pensato che fosse una buona occasione per confrontare la mia scelta, il Whest, con un altro amplificatore di alta fascia. Raggiungere questo obiettivo però è stato più difficile di quanto immaginassi, perché il PH7 ha solo un'uscita sbilanciata per cui mi sarei aspettato del rumore di fondo e dell'"hum" a causa dei lunghi cavi di interconnessione (10 m). In realtà questo problema non si è presentato, il preamplificatore risulta estremamente silenzioso. Le regolazioni per l'accoppiamento con la testina del PH7 sono estremamente semplici: c'è una coppia aggiuntiva di prese fono vicino all'ingresso nelle quali inserite il necessario carico. Ho discusso quale fosse la scelta migliore con Kostas della Echo Diastasis e lui mi ha raccomandato un carico di 100 Ohm sia per la Benz Micro Wood che per la Denon DL103. Il Whest ha sia il carico che il guadagno regolati con degli interruttori che sono accessibili nella parte inferiore dell'amplificatore e questi erano già regolati in maniera simile al PH7, per cui c'è da aspettarsi poca differenza dalle regolazioni e quindi il confronto dovrebbe risultare valido.

[Echo Diastasis PH-7]

Per permettermi di commutare facilmente da un preamplificatore fono all'altro, ho assegnato a ognuno il proprio ingresso nel mio preamplificatore principale, per cui tutto quello che dovevo fare era cambiare i cavi dal giradischi. Il mio approccio all'ascolto è stato quello di ascoltare una traccia o il lato di un disco per poi cambiare preamplificatore, prendendo nota mentre procedevo, essendo la memoria audio notoriamente corta!

Come suona?

Il primo LP a trovare la strada per il giradischi è stato quello di Michala Petri che esegue il Concerto in C di W. Babell e il Concerto in B flat di Handel. Con il PH7 il suono è ogni tanto un po' tagliente ma il Whest fa lo stesso e questo forse è un artefatto dovuto alla vecchia registrazione in digitale (1983) fatta dalla Philips. Confrontando i due, il Whest sembra un pochino più veloce, anche se il PH7 ha un buon senso del tempo e ritmo. Con il PH7, il flauto dolce e il fagotto, nel primo movimento "andante allegro" del concerto di Handel, suonano molto ricchi e pieni di corpo, così come il violoncello nel "larghetto".

[Echo Diastasis PH-7]

Il secondo disco a salire sul piatto del 401 è quello di Ella Fitzgerald che esegue il Jerome Kern song Book, nell'edizione Speakers Corner Record ristampata su vinile da 180 g dall'originale incisione della Verve. La voce di Ella sembra un pochino "ristretta", cosa che si sente su entrambi gli amplificatori anche se meno con il PH7. Su "A fine Romance", gli ottoni hanno transienti piacevolmente rochi con il Whest. Il PH7 ha transienti meno ovvi con gli ottoni, ma in "All the things you are", la voce di Ella è meno grintosa e meglio definita con una tonalità più ricca.

Mi ha incuriosito molto l'apparente fatto che il PH7 sembra ridurre il rumore di fondo in maniera maggiore del Whest. Per investigare maggiormente questo punto ho preso un mio vecchio amore, Don McLean con "American Pie". Questa incisione ha sempre messo in mostra un rumore di fondo molto pronunciato in maniera abbastanza indipendente dal giradischi o dalla combinazione braccio/testina con cui l'ho riprodotto. Con l'acquisto della Benz Micro Wood, questo disco ha iniziato a suonare meglio ma quel rumore di fondo è rimasto chiaramente percettibile. Con il PH7 il rumore di fondo sembra quasi completamente sparito e i click e pop del vinile sono meglio controllati, producendo un deciso miglioramento rispetto allo Whest. Continuando a riprodurre tutto il primo lato di American Pie, il PH7 mette in mostra un basso molto pulito, con la voce di Don ben centrata in un bel palcoscenico con un tamburello al suo fianco. Il Whest ha un suono più vivace e il rumore di fondo molto più in evidenza, le voci appaiono più leggere, con meno corpo, nel complesso non si tratta di un suono molto naturale.

Spostandoci su un classico del jazz popolare, è la volta di Dave Brubeck con "Take Five", inciso su un doppio LP della CBS, "Time Out" e "Time Further Out". In questo caso ho cominciato con il Whest che ha subito messo in mostra come questa sia un'incisione fantastica con una batteria meravigliosa e in particolare i piatti che si posizionano direttamente di fronte all'ascoltatore. Il PH7 offre una riproduzione più rilassata e naturale, non così in avanti come il Whest. Il PH7 sembra riproduca un'esperienza più credibile con il contrabbasso che suona in maniera più chiara, la musica più facile da seguire con un chiaro decadimento delle note per le stringhe pizzicate. Per me questo disco mostra il PH7 nella sua luce migliore e fa mangiare la polvere al Whest.

L'ultimo disco per questa prova è la registrazione originale del master fatto dalla Mobile Fidelity Sound Lab dell'esibizione dal vivo di Alison Krauss & Union Station. Questa è un'incredibile incisione su vinile a 180 g dal nastro originale. Devo ammettere di non esserne stato particolarmente impressionato, forse il fatto che si tratta di una performance dal vivo significa che la qualità non è comparabile con quella che si è ottenuta in studio con altre incisioni di questa artista. Con il PH7 il suono è sicuramente di prima classe, infatti il migliore che abbia mai sentito uscire da questo disco: il suono è meno prominente, il palcoscenico è grande e si estende oltre i diffusori, mentre il Whest proietta molto del suono in avanti e verso il viso dell'ascoltatore. Di certo la scelta dipende dalle preferenze personali, ma tra un suono più aggressivo e certamente eccitante all'inizio e il palcoscenico più rilassato presentato dal PH7, a lungo termine quest'ultimo è preferibile.

Conclusione

In queste fasce di prezzo dovete potervi aspettare che qualcosa sia fatto in maniera più che corretta. E entrambi sono dei preamplificatori fono superbi, molto silenziosi e ben costruiti. La qualità "tattile" del Whest sembra superiore, con migliori finiture e qualità costruttiva maggiore e in più ha un'uscita bilanciata oltre alla normale uscita sbilanciata. Secondo me, il PH7 vince grazie a un rumore di fondo proveniente dal vinile più basso e un palcoscenico più esteso intorno ai diffusori. Però tenete in conto che le differenze tra questi buoni preamplificatori sono piccole e fino a un certo punto quello che ho detto ha carattere personale: se state cercando un nuovo preamplificatore fono, dovreste provare il PH7 perché suona in maniera eccellente. Se prendessi in considerazione di rinnovare il mio amplificatore fono e il costo non fosse una barriera, sceglierei il PH7 rispetto al Whest soprattutto per le sue qualità audio.

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© Copyright 2013 Mike Cox - mike@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com