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Amplificatore integrato Harman/Kardon 630

HiFi dal costo umano

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Prodotto: Amplificatore integrato Harman-Kardon HK 630
Produttore: Harman/Kardon - USA
Prezzo approssimativo: 330 $ - 350 Euro
Recensore: Dejan Veselinovic

[HK 630]

Amplificatore integrato Harman/Kardon 630

La Harman/Kardon è un'azienda fondata nei primi anni '50 dal Dott.Sydney Harman e dal compianto Bernard Kardon. Appartiene al ristrettissimo novero delle aziende che possiamo chiamare i "Padri Fondatori" dell'industria dell'audio, in compagnia di altri grandi nomi, quali Marantz, Fisher, JBL, Klipsch, Altec e così via. Nel 1953, H/K ha inventato il sintoamplificatore, e sin dagli esordi ha propugnato da pioniere la filosofia del progetto ad ampia banda passante e bassa controreazione.
Negli anni '70 l'azienda si avvalse dei servigi di una delle leggende, forse LA leggenda, dei progettisti di amplificatori: il Dott. Matti Otala, il cui lavoro è oramai la base del moderno progetto di un amplificatore. Inoltre, l'azienda si è sviluppata al punto di diventare proprietaria di molte altre aziende audio in tutto il mondo, quali JBL, Infinity, Madrigal, Mark Levinson, Proceed, Studer, AKG, Becker, etc.
Ai giorni nostri, la maggioranza delle azioni dell'azienda e la sua direzione sono del Dott.Sidney Harman, un uomo che merita di essere definito praticamente unico nel mondo audio.
Debbo precisarlo, nel caso non si sia notato: sono un grande ammiratore di questa casa e ammetto senza problemi di essere stato molto influenzato dalla sua filosofia e dalle sue soluzioni tecniche. Perciò da un lato l'ammiro molto, e, dall'altro, la critico così severamente. Credo che tutti abbiamo le nostre marche preferite, e l'H/K è la mia, sebbene non sia l'unica.
Detto ciò, mettiamoci al lavoro: il primo articolo in agenda è il più piccolo amplificatore che l'H/K offre sul mercato, dal misticissimo codice di 630. Le sue dimensioni sono modeste, 443x91x359 mm (LxAxP), e la sua massa è moderata: 6.4 kg (14 lbs).
Si tratta di un progetto bipolare, di sicura classe economica, ma lontano dall'essere il meno caro, e con certe pretese audiofile. La potenza di targa è 40/60W su 8/4 ohm al valore di THD di 0.09/0,3%, con valori dichiarati di potenza dinamica (misurati secondo gli standard IHF, con brevi pacchetti di segnale da 1 kHz) di 70/100/135W su 8/4/2 ohm.
Il produttore dichiara anche una "capacità di corrente istantanea" di +/- 40 Ampere, ma senza alcuna informazione sulle relative condizioni di misura (quanto a lungo istantanea?). La casa dichiara, inoltre, un valore di risposta in frequenza di "0.5-100.000 Hz -3dB", ed una banda passante a metà potenza di "<10-100.000 Hz" su 8 ohm; i valori dichiarati per gli ingressi sono 150mV/43kohm per quelli di linea e 2.5mV/47 KOhm su 125 pF per quelli Phono MM, la cui saturazione è dichiarata a 100 mV.
Il rapporto segnale/rumore dichiarato è di -80 dB per l'ingresso phono e di -90 dB per gli ingressi linea, entrambi rilevati con la potenza di targa in uscita, mentre il fattore di smorzamento su 8 ohm è 120 e il consumo è di 270W.
Come i precedenti modelli della casa, anche questo ha i controlli di tono per i bassi e per gli alti, che, a differenza dei modelli più vecchi, sono escludibili. Beh, è stata una bella pensata inserire questo interruttore di esclusione! Ci sarebbe dovuto stare già da 10 anni, e non solo sui modelli della serie di punta.

Un altra grande rottura col passato è l'adozione di (argh!!!) 7 circuiti integrati (sì, gli IC). Fino a poco tempo fa, l'H/K ha sempre mantenuto la sua linea secondo la quale solo i componenti discreti sono abbastanza buoni, mentre gli IC per la produzione di massa sporcano il suono. Bene, ora usano quelli che sono probabilmente gli IC più "di massa", gli onnipresenti NJR sere 45xx, e gli originali NE5532. Pressioni economiche, probabilmente; e, comunque, quest'affare è fatto a Taiwan.

[la scheda RIAA dell'HK 630]

la scheda RIAA dell'HK 630

Ad essere onesti, gli IC sono usati solo nel preamplificatore e, per quanto possa vedere (non era disponibile alcuno schema elettrico), negli ingressi di linea. Pertanto, il circuito di decodifica RIAA dell'ingresso phono adotta transistor discreti ed anche la sezione finale usa solo componenti discreti.

Parlando della sezione finale, anche qui vediamo rotture con la tradizione. All'ingresso, dei transistor duali (2SA1349, PNP) stanziano dove un tempo si trovavano transistor discreti NPN singoli. All'uscita, invece di uno stadio push-pull single ended con una configurazione a triplo Darlington, ora abbiamo due paia di transistor di potenza (2SD1148/2SB863, 140V, 10A, 100W, 15 MHz). Per me questa è una modifica molto importante e da salutare calorosamente: l'avere raddoppiato il numero dei transistor di potenza spiega il raddoppio del fattore di smorzamento rispetto ai modelli più vecchi (e fuga i timori di un'eccessiva controreazione, quantunque questa non sia mai rientrata fra le abitudini della H/K), e, inoltre, dà maggiore credibilità alla capacità di corrente impulsiva (non smetterò mai di meravigliarmi di come si possa pompare molta più corrente di quanto lo stesso costruttore del transistor consenta, anche per brevi impulsi, come i costruttori degli apparecchi ci vogliano far credere).

È nuovo anche il sistema di selezione dei diffusori, in quanto si può ascoltare la coppia di casse A, quella B, o A+B. In precedenza, lo schema usuale prevedeva un collegamento dall'uscita dell'amplificatore ai selettori sul frontale, e da questi ai terminali per diffusori sul retro. Lo schema attuale, invece, è molto più elegante e sonicamente drasticamente migliore: le coppie di diffusori si selezionano mediante relais posti immediatamente prima dei morsetti di uscita. Un altro positivo cambiamento in meglio, anche se giunto con, diciamo, 15-20 anni di ritardo: i vecchi impianti della Koerting dei primi anni '80 usavano tale sistema (ed erano modelli popolari, non esotici).

Nel passato, ho sempre criticato la H/K per l'adozione di potenziometri scadenti anche nei loro modelli di livello più elevato; ora si sono parzialmente redenti, visto che il controllo di volume motorizzato adotta un potenziometro di migliore qualità, mentre il resto è ancora la solita mondezza. Beh, non le si può avere vinte tutte, e, comunque, questo è sempre il modello iniziale del loro catalogo.

Però alcune buone tradizioni sono state appropriatamente mantenute. I condensatori di filtro sono sempre Elna For Audio, da 10.000uF/50V, ed il ponte raddrizzatore è ancora un accrocchio ad alta corrente, con la sua propria aletta di raffreddamento.

Si evidenziano anche certi componenti di alto livello, come resistenze all'1% a film metallico nei punti critici, e condensatori di alta qualità sparsi qui e là, il che suggerisce che almeno è stata fatta una certa messa a punto da qualche parte lungo la linea di produzione.

Infine, sul retro abbiamo ancora connettori di ingresso commerciali di qualità standard, ma ora sono placcati oro; tutti; e questo è buono. Ora anche i modelli minori hanno i connettori di uscita dal pre e di ingresso verso il finale, cortocircuitati con ponticelli esterni ad "U": buona cosa, se si vuole migliorare il sistema in seguito. I morsetti dei cavi di potenza sono ancora piuttosto robusti, altro aspetto positivo. E, per ultimo, ma non ultimo, il cavo di alimentazione non è sostituibile, ma è anche di insolita qualità: è relativamente massiccio ed ispira sicurezza, molto migliore di quanto si trova di solito in amplificatori dell'estremo oriente che dichiarano il doppio della potenza.
Ah, sì, quasi dimenticavo: abbiamo anche un telecomando e delle prese sul retro per altri apparecchi della casa. Conveniente, ma un po' limitativo: si possono telecomandare la selezione degli ingressi ed il volume, quanto basta per poterlo usare.

Microdinamica

[dentro l'HK630]
dentro l'Harman/Kardon 630

Se questo è l'aspetto per voi più importante (lo è per me), dovete lasciare al 630 il tempo di raggiungere la sua temperatura d'esercizio, quindi assicuratevi di accenderlo una buona mezz'ora prima di apprestarvi ad un ascolto serio. Ed accertatevi che non vi sia nulla poggiato sopra, visto che il pupo scalda molto. Sembrerebbe che in fase di progetto si sia deciso di fissare un'alta corrente di polarizzazione, a giudicare dal calore dissipato. La cosa va bene sia a me, sia alla musica e così, credo, anche a voi, molto probabilmente, Non diventa sospettosamente caldo, però il calore si avverte se provate ad appoggiare la mano sul coperchio.

Per molti aspetti ha il suono tipicamente H/K - è veloce, rapido, con molto dettaglio ed una tremenda energia alle spalle. Quest'affare è così vivo che quasi scalcia, e se non lo guardate scalcia per davvero. Dategli solo un transiente e sorprendetevi. Non ce ne sono molti, lì fuori, che lo sanno fare così bene.

D'altro canto, c'è qualcosa di nuovo nel suo suono, qualcosa che l'H/K non ha mai avuto prima in questa classe di prezzo. C'è un certo grado di raffinatezza, non da meravigliarsi, non grande, e nemmeno sorprendente, ma c'è. Per esempio, riproduce un basso bello profondo senza problemi, ma ciò non si riflette sul resto dello spettro. Lo so che questo è ciò che si presume che un buon amplificatore debba fare, ma non sono molti quelli che, a questo prezzo, ci riescono come lui.

Sfortunatamente, questo apparecchio è  anche abbastanza caratterizzato dal suono tipico dei NE53xx. Mi rendo conto che questi IC devono molto della loro popolarità all'essere stati i primi sviluppati per impieghi audio a non costare un occhio della testa, ma credo anche che abbiano un suono intrinsecamente perforante. Vale a dire che i loro alti sono soggettivamente molto più pronunciati di quanto dovrebbero e, non raramente, dannatamente fastidiosi. In passato, ho verificato questa tesi in molte occasioni, semplicemente mediante la loro sostituzione con dei PMI OP275 della Precision Monolithics, circuiti integrati noti per il loro suono piuttosto buono. Sono abbastanza sicuro nel dire che OGNI volta, senza fallo, il suono cambiava da meglio a molto meglio rispetto a prima.

Sospetto che il motivo fondamentale per il quale in questo apparecchio questi circuiti integrati sono meno fastidiosi del solito risiede nell'ottima sezione finale del 630, che riproduce un basso inusitatamente pulito e corposo, ma anche strettamente controllato. Normalmente non è così, e dunque si hanno alti fastidiosi e bassi carenti, che, in questo modo, mettono ancora di più in evidenza , in termini soggettivi, gli alti. Con questo apparecchio non si arriva al fastidio, ma il suono non è così buono come potrebbe essere. Dal momento che altri produttori di massa hanno iniziato ad usare gli OP275 (p.es. Rotel), vorrei fortemente consigliare all'H/K di eseguire questa piccola prova di sostituzione e vedere da loro come va.

Mi sa che la ragione di questa qualità tonale a bassi livelli risiede nell'alta corrente di riposo. Comunque, va sempre considerato che l'ottima qualità del basso di quest'apparecchio lo pone in una prospettiva migliore di quella comune in questa classe di prezzo.

Macrodinamica

In primo luogo, questo è un amplificatore superbamente veloce: non lo metterete alla corda con segnali meno complessi di pacchetti di toni da laboratorio generati elettronicamente, il che non è ciò che la maggior parte di noi solitamente ascolta. Ma dategli della musica elettronica veloce, come Vangelis e gli Enigma, e vi mostra come si fa a questo prezzo. Il suo basso è deciso e pieno, ma non sovrabbondante. Il suo medio è chiaro e pulito e mantiene le sue caratteristiche fino ai limiti del sovraccarico. Però i suoi alti sono un po' diversi: quando si "spreme" molto l'apparecchio, tende a diventare più aspro del dovuto. Non si indurisce, ne' si scompone, però diventa un po' ruvido. Inizia a suonare meno definito e si perde un po' di immagine, anche se l'enorme volume che produce tende a mascherare il fenomeno.

Il basso ed il medio sono il forte di questo amplificatore. La spinta, l'energia ed una presenza quasi fisica del batterista non sono comuni, e, a questo prezzo, non mi viene in mente nulla di lontanamente comparabile. Gli ho sparato la Edizione speciale di "1990" degli Enigma, ed ha fatto il suo lavoro con aplomb, anche a volume elevato; lo stesso con Vangelis. Se volete sentire come si può riprodurre il colpo di cannone della "1812" a questi livelli di prezzo, date una possibilità al 630. Ma ricordate: questo è sempre un amplificatore da 40W di targa.

Inoltre, questo amplificatore dimostra ampiamente quanto soggettivamente forte possano suonare 40W, anche se, ad essere onesti, anche secondo le specifiche del costruttore, l'apparecchio fornisce un margine di capacità dinamica di 2.4 db prima del clipping. E alla H/K sono notoriamente conservativamente bugiardi riguardo questi aspetti: qualsiasi dato forniscano, potete scommettere che l'ampli farà meglio, a volte molto meglio. Ho usato il termine "bugiardi" con cognizione di causa: per quanto ho sempre visto, loro progettano quello che chiunque altro definirebbe un amplificatore da 60W con un buon margine di sicurezza oltre tale soglia, e lo bollano come un amplificatore da 50 W; ben vengano queste menzogne premeditate.

Non mi potevo esimere da un raffronto col mio H/K 6550,un modello da 50W/8 ohm per canale dell'inizio del 1994 (che in condizioni controllate eroga 66W, non 50W: vedete cosa intendo quando parlo di mentire?). Francamente, sul terreno della pura spinta, il 630 sembra più potente, quanto meno soggettivamente, ma ci perde in raffinatezza: il 6550 mantiene la calma fino al clipping, senza mai perdere un colpo. I suoi alti restano composti e coerenti, mentre il 630 perde un po' il controllo di questa regione. Però, tenete sempre conto che, anche all'epoca, il prezzo del 6550 era maggiore del 50% rispetto a quello del 630 .

Lo stadio phono (RIAA)

Se ce l'hanno messo, perchè non provarlo? Così l'ho provato. Usando il mio Dual CS604 pesantemente modificato (già, un ritorno dal passato, dal 1978), equipaggiato con una puntina Ortofon LM20 (ora 520), ho suonato allcuni dei miei dischi preferiti. Ho prestato speciale attenzione ai dischi Phase 4 della Decca, visto che si caratterizzano per un incredibile effetto stereofonico.

Temo che lo stadio phono persista nel solco della tradizione di H/K che risale sino al mio 6550. Non ha troppi o troppo pochi bassi, non ha troppi o troppo pochi alti; in realtà non ha "molto" di nulla, compreso le colorazioni. Non commette palesi errori di riproduzione, non è cattivo, noioso, o che altro. È semplicemente blando, senza un qualche riconoscibile colore tonale. Tutto ciò che posso dirne è che funziona.

Se siete particolarmente amanti del vinile, dimenticatelo e cercatevi uno stadio phono esterno. Non fatevi ingannare dal fatto che è realizzato a discreti ed impiega molte resistenze di alta qualità all'1% a fil metallico: in qualche modo sono riusciti a farlo suonare peggio di quanto ci si potrebbe aspettare della qualità complessiva delle sue parti. Ma non scartate questo amplificatore solo perchè il suo stadio phono è mediocre, perchè così vi perdereste le sue altre innegabili virtù.

Suono generale

Si tratta di un ampli molto vivo, pure troppo, che si piazza in quella terra di nessuno fra i prodotti di massa ed i progetti di artigianato audiofilo. Ha una personalità in qualche modo schizofrenica, perchè mescola certi tratti di entrambi i lati, ma senza riuscire a decidere dove vuole andare.

Il suo comportamento in generale è superiore a quello dei suoi concorrenti immediati, ma i suoi disordini sugli alti gli impediscono di entrare nel terreno audiofilo.

La sua assoluta energia e presenza lo differenziano dalla folla, molto lontano dalla tipica roba Giapponese, e in assoluto si distingue per i suoi bassi e per i suoi medi. I suoi alti non sono ciò che dovrebbero e, vorrei dire, potrebbero essere. Non mi sorprenderebbe se qualche nostro tweaker sostituisse gli amplificatori operazionali di serie con qualcosa di miglior pedigree (come gli OP275, o magari gli AD826) e scoprisse che l'ampli ha finalmente varcato la soglia del campo audiofilo (se ne avessi uno, farei proprio questo). O forse la stessa H/K potrebbe muoversi in questa direzione e produrre una "Special Edition" o qualcosa del genere, magari perdendo per la via anche i controlli di tono.

Allo stato, questo è un amplificatore energico, costruito secondo i gusti generali di oggi e sopra la norma, adoperando nei punti chiave componentistica selezionata. L'unica cosa che lascia un po' a desiderare sono i suoi alti, ma, a questo prezzo, offre comunque molto. Soprattutto, è onesto, sia per come si presenta che per come è costruito e non fa promesse che non può mantenere.

Insomma, vale la pena di andare ad ascoltarlo, specialmente se si hanno casse efficienti e non non si ha bisogno di alti livelli di potenza: non vi deluderà, specie se ascoltate musica moderna.

© Copyright 2000 Dejan Veselinovic - http://www.tnt-audio.com
Traduzione: Carlo Iaccarino

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