Prodotto: Amplificatore Lym 1.0T
Costruttore: Lym Audio - Italia
Prezzo approssimativo: 230 € (YMMV)
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Pubblicato: Giugno 2012
Traduttore: Roberto D'Agosta
Certamente ci vuole del coraggio per far partire una nuova impresa nel clima economico attuale, specialmente se si tratta di competere con l'estremo oriente per la costruzione e distribuzione di piccoli amplificatori per l'HiFi domestico. Matteo Malguzzi ha avuto quel coraggio. La Lym Audio è il suo modo di costruire e vendere un nuovo amplificatore in Classe D - in essenza un T-Amp. La sua speranza è di differenziarsi per la qualità della progettazione e costruzione del circuito, Matteo infatti ricorda che: "Abbiamo progettato il LYM 1.0T per essere il migliore T-Amp sul mercato in questo momento". Questa dichiarazione mi ha colpito anche perché sono da tempo un fan del Sonic Impact T-Amp, essendo arrivato a usarne tre contemporaneamente per pilotare dei diffusori a tre vie. Per questo sono stato curioso di vedere cosa si possa fare con la stessa tecnologia, solo spinta più in alto in ogni aspetto della produzione e realizzazione.
Tutti i circuiti sono sistemati dentro una scatola di metallo nera che poggia su quattro piedini di silicone di buona fattura e con un frontale in alluminio di 4 mm di spessore. Il tutto è largo 19 cm, profondo poco meno di 10 cm e alto 5.5 cm. Siccome è tutto di metallo risulta resistente e rigido anche se è sufficientemente leggero da poter essere ribaltato dal peso dei cavi per i diffusori. L'amplificatore ha delle prese di qualità per questi ultimi e accetterà sia banane che forcelle che cavo spellato. Un alimentatore SPMS ("switched mode") simile a quello di un computer portatile mi è stato mandato insieme al modello in recensione: le sue specifiche tecniche dichiarate sono 19 V per 3.42 A e costa 20 € (opzionale) se necessario. Questo amplificatore è fabbricato in Italia.
Il pannello frontale ha un interruttore per selezionare uno dei due ingressi, un controllo del volume che funziona anche come interruttore di accensione, una lampadina che segnala l'accensione e una luce che indica il sovraccarico del circuito di amplificazione e un prevedibile clipping. Non c'è telecomando. L'indicatore per il sovraccarico è un'utile aggiunta e segnala l'inizio della distorsione del segnale: in questo modo è possibile regolare il volume a un livello ottimale.
I circuiti elettrici sono disegnati in maniera pulita e precisa e le saldature sono ben fatte. Nelle note tecniche che ho ricevuto insieme a questo esemplare, la Lym punta il dito sull'importanza di usare componenti che siano saldati sulla superficie (a montaggio superficiale, cioè) e di un circuito ben progettato per ridurre l'interferenza tra le diverse sezioni dell'amplificatore e gestire la distribuzione delle correnti verso la terra. Un filtro a due stadi viene usato per ricostruire il segnale audio dal segnale modulato digitalmente con dichiarati benefici rispetto alle implementazioni più semplici a stadio singolo. Benefici ulteriori sono dichiarati dall'uso di un regolatore interno del voltaggio che può accettare qualsiasi alimentatore SMPS con voltaggio tra i 16 e i 19 V e un minimo di 2.5 A. Questo circuito interno converte la potenza in ingresso in un'alimentazione interna stabilizzata a 13.8 V. Ho chiesto se non fosse meglio usare un alimentatore indipendente regolato a 13.8 V, soprattutto perché ne avevo uno a disposizione che usavo con i miei amplificatori Sonic Impact, ma mi è stato detto di fare attenzione perché il maggior voltaggio è necessario al circuito di regolazione interno.
Il chip è un Tripath TA2024C, uno di quelli che viene regolarmente
usato in questo tipo di amplificatori. Nella costruzione sono usati due tipi di condensatori:
un elettrolitico grande e di alta capacità che si trova all'uscita del circuito di
regolazione, che serve a mantenere una certa riserva di carica affinché l'amplificatore
possa gestire grosse ma brevi richieste di potenza incrementando così la dinamica;
infine un condensatore di alta qualità di polipropilene metallizzato che è usato
per disaccoppiare il chip dalla sorgente del suono. Questo condensatore dovrebbe ridurre il
rumore e la distorsione armonica. La potenza d'uscita complessiva è di circa 10 W su 8
Ohm, che arriva fino a 17 W su 4 Ohm.
Questo piccolo amplificatore si è sistemato per diverse settimane
nel mio sistema in ufficio per cui è stato completamente rodato prima che lo mettessi
alla prova con alcuni dei miei dischi preferiti.
Recensire gli amplificatori può essere difficile: il processo non è come una sorgente digitale in cui potete commutare tra quella in prova e quella di riferimento per permettere dei rapidi confronti del tipo A/B. Ma la buona notizia è che ci sono maggiori differenze tra due amplificatori simili all'apparenza che tra due sorgenti digitali. Per cui anche se è stato più difficile mettere il dito sulle differenze, l'effetto complessivo di quando ho tirato via il Lym e ho messo al suo posto un Sonic T-Amp originale è stato notevole. La mia impressione immediata è stata che quello era un cambio peggiorativo: il Sonic Impact suonava duro e sotto pressione al confronto. Mi aspettavo di sentire delle differenze ma questo era decisamente di più di quello che avevo messo in preventivo. Quindi in una sessione d'ascolto ho deciso di suonare una certa successione di pezzi di vario genere con il Sonic Impact, ho trascritto le mie impressioni positive e negative e quindi ho rimesso il Lym per riascoltare la stessa sequenza. Il sistema di prova consiste in un computer con Windows 7 che usa una scheda Asus Essence STX per alimentare otticamente un DacMagic della Cambridge Audio, i diffusori sono degli Acoustic Energy AE309s, un progetto a tre vie con efficienza di 91 dB.
Ho iniziato con della musica classica, rappresentata da una registrazione a 24 bit 96 kHz del Concerto per Violino No. 4 in D major KV 218 di Mozart preso dai campioni della 2L incisi in "Nordic Sound". Con il T-Amp ho notato un riproduzione dei violini estremamente buona ma forse un po' di ruvidità - un suono "digitale" in mancanza di una parola migliore. Il Lym è stato immediatamente più dolce. Più vivo. Questo è stato il sistema - con il KingRex UD284 che suonava un file a 384 kHz - che ha spinto mia moglie (il mio critico di sistemi hi-fi più severo) a commentare quanto la musica fosse sorprendentemente viva.
Sempre per rimanere nell'ambito di materiale audiofilo, il pezzo seguente è stato "Spanish Harlem" di Rebecca Pidgeon. Questa volta la cosa più notevole è stato il senso di spazio riprodotto dal T-Amp originale. Ha messo in mostra un basso molto profondo e buon dettaglio. Forse un po' eccessivi i passaggi vocali più potenti ma questo potrebbe essere un effetto della stanza. Tornando al Lym, non sono completamente sicuro che ha descritto lo spazio intorno alle voci con la stessa quantità di dettaglio ma il piano e il basso hanno tratto beneficio da una riproduzione con maggior corpo.
Mi è quindi venuta voglia di un funky blues molto profondo per cui ho caricato uno dei miei pezzi preferiti: "Love Letter" di Bonnie Raitt dal disco "Nick of Time". Il T-Amp fa bene ma non riesce a riprodurre la dinamica come potrebbe fare un amplificatore più potente. Ho anche avvertito un po' di durezza nelle parti più alte dello spettro. Anche il Lym non è stato perfetto con questa traccia, ma la grancassa della batteria all'inizio è più profonda e il rullante segue tutto il pezzo molto meglio.
Tendo a preferire quei sistemi che siano in grado di riprodurre al meglio la musica acustica e il jazz, ma certamente non mi dispiace anche materiale un pochino più rumoroso. Per questo ho preso un singolo degli Snow Patrol, "Chasing Cars" di un paio di anni fa: il brano comincia abbastanza piano ma finisce con le chitarre in piena distorsione. Alcuni tocchi delle percussioni (sintetizzati?) ondeggiano intorno alle voci nel primo, quieto, verso. Quindi c'è un lungo crescendo prima dell'ingresso della coppia di chitarre. Questo ingresso è molto duro con il vecchio amplificatore - anche se a rendergli giustizia sospetto che ci siano delle spiacevoli distorsioni nella registrazione. Con il successivo ingresso della batteria e di tutto il resto del gruppo il suono diventa una massa indistinta: con il T-Amp questo è il punto dove ho dovuto interrompere l'ascolto. Le percussioni sintetizzate non sono così evidenti con il Lym, che ha anche tolto un qualcosina al transiente di salita della chitarra. Ma l'ingresso delle chitarre e quindi di tutto il gruppo mantiene tutto il suo impatto senza però essere così tagliente e anche se continua a suonare in maniera confusa, non è stato più così doloroso.
Tornando a dei suoni più civilizzati sono passato a "Chan Chan" dall'album Buena Vista Social Club. Con il T-Amp c'era una grande profondità dell'immagine e una localizzazione molto precisa degli strumenti: ancora rimango sorpreso da come quell'amplificatore possa produrre un suono di così di alto livello. Il Lym è simile: le frequenze più alte sembravano un pochino tagliate ma c'è più corpo e presenza nel suono. Infine ho ascoltato "The Downtown Lights" dall'album Hats dei The Blue Nile. Questa traccia mette una voce registrata naturalmente su uno sfondo di suoni sintetizzati. Con il pop suona bene il T-Amp: la voce canta sopra lo schermo scintillante e piatto del sintetizzatore. Anche qui c'è un accenno di durezza e congestione. Passare al Lym mette in risalto il basso sintetizzato che ora diventa propulsivo e tutta la traccia si sviluppa molto meglio.
Seguendo i suggerimenti di Matteo ho messo alla prova questo amplificatore con dei diffusori meno sensibili degli AE. E quindi gli ho attaccato, nel mio sistema principale, gli Usher Be-718. Questi diffusori da supporto dichiarano 87 db ma probabilmente quella è una visione un po' ottimistica della loro efficienza da parte del produttore. Inutile dire che il Lym ha combattuto e protestato terribilmente per quel trattamento. La luce del sovraccarico iniziava ad accendersi appena a metà volume quando l'amplificatore tentava di mandare abbastanza corrente agli Ushers. Continuando ad alzare il volume, la distorsione, come mi aspettavo, diventata orribile anche se a volumi molto bassi il suono era di buona qualità, mettendo in mostra ancora una volta tutti i pregi che avevo percepito con le AE. Sono pertanto dell'opinione che questo amplificatore faticherà parecchio con tutti quei diffusori con sensibilità inferiori ai 90 dB. A quella sensibilità e oltre però può diventare estremamente fragoroso: ho fatto una prova di volume con le AE, facendo suonare un po' di chitarre rock di Steve Vai, una leggenda, a volumi che erano il massimo che posso sopportare in una stanza piccola. Il suono è rimasto pulito e potente fino ai quei volumi che immagino nessuno sopporterebbe in una stanza di piccole dimensioni.
Il Sonic Impact originale ora mi ricorda una fotografia digitale che sia stata modificata rendendola più precisa e definita aumentando il contrasto ai bordi degli oggetti. Rimane chiara ma è tagliente. Al confronto, anche se riducendo di un minino la profondità del palcoscenico, il Lym è dolce e deliziosamente accurato. La mancanza di una potenza sostanziosa e di certe opzioni lo limitano nelle sue operazioni ma quello che fa, lo fa in maniera egregia. La mancanza di un telecomando è probabilmente il suo limite maggiore a parte la potenza d'uscita relativamente bassa, eppure in un sistema costruito attorno a un computer con dei diffusori accuratamente scelti potrebbe essere alla base di una ricetta musicale molto soddisfacente.
Ovviamente la questione se il Lym sia il miglior T-Amp sul mercato rimane difficile da rispondere. Certamente esistono altri amplificatori che non ho ascoltato che metterebbero in discussione una risposta affermativa. Alcuni di essi potrebbero venire dall'estremo oriente a prezzi decisamente più bassi. Quello che possiamo dire per certo è che ci troviamo di fronte a un amplificatore molto amabile e ascoltabile rispetto a qualsiasi standard e che farà bene in un mercato decisamente affollato.
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