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Prodotto: Marantz 1060 - amplificatore integrato
Costruttore: Marantz (USA/Giappone)
Prezzo approssimativo: tra 200 e 500€/$ (si veda testo)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Ottobre, 2022
Nel 1968 la Superscope Inc. acquisiva l'azienda Marantz dal suo fondatore, il leggendario Saul B. Marantz, che poi andò in pensione quattro anni dopo. Dall'acquisizione, la Superscope sviluppò e commercializzò il marchio e i prodotti Marantz iniziando una distribuzione mondiale di amplificatori, sintoampli e giradischi che stimolavano i desideri degli appassionati. Durante gli anni '70 la Superscope commercializzò questi prodotti pensandoli per un pubblico di appassionati di alto livello, lasciando invece ai prodotti Superscope la parte bassa del mercato. Questi ultimi infatti si fregiavano del titolo onorifico di “made by Marantz.”
Dopo una serie di apparecchi leggendari e di grande successo, principalmente pre e finali a valvole, la Marantz realizzò una serie di elettroniche a stato solido che avrebbe dovuto allargare il bacino dei possibili acquirenti. Nacquero così gli integrati 1200, un grosso 100+100 watt e l'anno successivo il 1120, mentre nel 1973 furono lanciati i più economici 1030 e 1060. Questi piccoli integrati erano ancora progettati nella sede californiana di Sun Valley, ma erano costruiti in Giappone dalla Marantz Japan Inc. (prima nota come Standard Radio Corp.). Le ultime due cifre nelle sigle di questi apparecchi rappresentavano la somma della potenza d'uscita su due canali e 8Ω. Quindi il 1030 era un piccolo 15+15 watt, mentre il 1060 che sto per raccontarvi era un 30+30 watt. La sua produzione cessò nel 1977, essendo stato rimpiazzato dal più potente e moderno 1070.
Per diverse ragioni, il 1060 ha guadagnato uno status quasi leggendario, e purtroppo le quotazioni lo testimoniano. Non era il top di gamma, ma era ancora un apparecchio a marchio Marantz, bello a vedersi, con tante caratteristiche tecniche interessanti e, per l'epoca, un buon suono.
Il 1060 è un amplificatore non ad accoppiamento diretto. Ciò significa che tra gli stadi di potenza e il carico è presente un condensatore, che ha il compito di bloccare la corrente continua in uscita e quindi proteggere gli altoparlanti. Era una tipologia circuitale in voga in quegli anni, ma fu presto abbandonata, già il fratello maggiore 1120 era un amplificatore OCL o ad accoppiamento diretto. In un simile circuito non è presente alcun condensatore tra stadi finali e carico. Questo consente una più ampia risposta in frequenza, un miglior comportamento alle basse frequenze e una distorsione inferiore su tutta la banda audio. Il 1060 eroga 30 watt per canale sia su 8Ω che su 4Ω (alle misure in realtà qualcosina in più) e vanta misure tecniche di tutto rispetto per l'epoca.
La sezione controlli di tono era un po' diversa dal solito, presentando una regolazione anche per i toni medi, centrata a 700Hz (±6dB). Bassi e alti invece hanno un'escursione più ampia (±12dB) e sono centrati a 50Hz e 15kHz rispettivamente.
Il circuito di protezione è del tipo ASO (Area of Safe Operation) perciò l'amplificatore è abbastanza affidabile e sicuro anche sugli altoparlanti. Persino un corto in uscita non dovrebbe metterlo in difficoltà. È progettato, secondo Marantz, per restare stabile anche collegato a un condensatore da 10uF.
Lo stadio di potenza fa uso di quattro transistor Hitachi/Marantz 2SC897D (possono essere sostituiti da NTE 280). Il livello di bias, secondo il manuale di servizio, dovrebbe essere regolato a ~7.5mV.
Oltre ai tripli controlli di tono, il 1060 offre due filtri a 3.5kHz e a 100Hz, con pendenza 6dB/ottava. Questi servono per eliminare sia frequenze troppo basse sia frequenze in gamma medio-alta causate da rumori superficiali del vinile. All'epoca questi due filtri erano molto in voga. Oltre a questi, il 1060 ha il solito loudness, due tasti per il mono, un ingresso microfono frontale, uscite pre/finale separate (e ponticellate), due uscite per diffusori, tre ingressi linea più un quarto AUX frontale, ingresso phono MM e uscita cuffie. Se si è fortunati, si può trovare un esemplare con il bellissimo cabinet aggiuntivo e opzionale in noce, denominato WC-10.
All'accensione si produce il solito BUMP sugli altoparlanti, un fatto che non può essere evitato. Consiglio di accendere l'amplificatore con il tasto che connette gli altoparlanti disattivato, e inserirli solo dopo 10-15 secondi, per minimizzare il transiente d'accensione, dovuto alla carica dei condensatori. In caso di necessità, a questo link si può scaricare il manuale di servizio, mentre una copia del manuale utente può essere reperita su HiFiEngine.
Sezione amplificatrice | |
Potenza d'uscita continua | 30W + 30W (8 Ω, 20 Hz-20000 Hz) |
Distorsione armonica | 0.5% o inferiore (20 Hz-20000 Hz, alla potenza nominale) |
Distorsione d'intermodulazione | 0.5% o inferiore (20 Hz-20000 Hz, alla potenza nominale) |
Margine della risposta in frequenza in banda audio | ± 1.0 dB (20 Hz-20000 Hz alla potenza nominale) |
Risposta in frequenza | 15 Hz-50000 Hz |
Fattore di smorzamento | >45 (8 Ω) |
Sezione pre | |
Sensibilità d'ingresso | Phono: 1.8mV MIC: 1.8mV/47k Ω Alto livello: 180mV/100kΩ |
Separazione tra i canali | 45dB |
Controlli di tono | Alti: ±12 dB (@15 kHz) Medi: ±6 dB (@700 Hz) Bassi: ±12 dB (@50 Hz) |
Generale | |
Max potenza consumata | 190/220 watt (110/220V) |
Potenza consumata in stand-by (acceso con volume a zero) | 48 watt |
Dimensioni | Larghezza 362 x Altezza 120 x Profondità 300 mm |
Peso | 8.4kg |
Non sono un grande fan degli amplificatori vintage, perché molto spesso suonano lenti e confusi, con gli estremi gamma attenuati. Forse è questo che gli appassionati chiamano quel caldo suono vintage, ma a me sembra solo un suono impreciso e incompleto. Il 1060, sebbene non suoni esattamente moderno, riesce ancora a suonare gradevole. Prima di tutto, è estremamente silenzioso, considerati gli anni alle spalle e le tecnologie utilizzate. Questo aiuta un po' nella performance dinamica, almeno finché i suoi 30 watt si rivelano sufficienti al compito. Può anche pilotare carichi bassi, una caratteristica non esattamente comune all'epoca. Il bilanciamento timbrico è tendenzialmente caldo, con una gamma alta arrotondata, una gamma media leggeremente in evidenza e un basso profondo appena leggero. Voci e strumenti a corda suonano chiari e ben presenti, mai aggressivi, solo leggermente in avanti e con una leggera traccia di confusione nei passaggi più complessi.
Certamente, il contenuto armonico non è quello degli amplificatori moderni, in genere più ricco e articolato. Il livello di trasparenza è buono e così pure il dettaglio, ma di sicuro un qualunque ampli moderno in classe D suona più introspettivo e preciso. La gamma bassa manca un po' di articolazione e presenza nella prima ottava e pertanto può apparire, talvolta, un po' leggera. Meglio non aspettarsi un suono moderno, però quella traccia di velluto che l'appassionato di vintage spera di trovare...c'è. Di sicuro suona meglio di tanti amplificatori giapponesi suoi concorrenti dell'epoca che erano o troppo strilloni o troppo scuri.
Tirato giù dallo scaffale della mia collezione un NAD 3120, il piccolo campioncino degli anni '80, ho iniziato il confronto. Il 1060 offre un suono più piccolo, specie in termini di soundstage e, naturalmente, non può rivaleggiare col NAD in termini di dinamica, punch in gamma bassa e velocità. In altre parole, il 3120 (e, in misura minore, il 3020) suona meglio, ma la performance del 1060 si fa comunque apprezzare. Insomma, esce sconfitto (come quasi tutti gli amplificatori integrati del suo periodo) ma a testa alta.
In definitiva, il 1060 merita la fama che aveva all'epoca e della quale gode ancora oggi? Certamente sì, suona gradevole ancora oggi, è divertente da usare ed è bellissimo, specie con il cabinet in legno. Metterà in imbarazzo un moderno ampli integrato audiophile? Assolutamente NO, ma non deve essere questa la ragione per acquistarlo. All'epoca il 1060 era il cuore del famoso trittico Thorens-Marantz-AR e pertanto merita ancora un posto nei desideri degli appassionati di un certo suono vintage. In ogni caso, è pur sempre un bel giocattolo con quale divertirsi di tanto in tanto.
Molti 1060 sono stati venduti in tutto il mondo, per cui non è difficile trovarne uno. Più complicato trovarlo in condizioni pari al nuovo, come questo in mio possesso. È vero che i materiali erano eccellenti, ma gli utilizzatori, nel corso degli ultimi 50 anni, potrebbero essere stati decisamente poco gentili. I prezzi purtroppo stanno salendo, a causa del costante aumento d'interesse verso l'HiFi vintage. Ho visto dei buoni 1060 in vendita a circa 200€, anche se qui in Italia al momento il prezzo medio sembra essere intorno ai 350/400€. Ho visto esemplari perfettamente restaurati e ammordernati con componentistica di qualità in vendita per cifre vicine o superiori ai 1000€. Un'esagerazione priva di senso, storico, tecnico e musicale.
Essendo un amplificatore di circa 50 anni fa (il mio è stato costruito il primo novembre del 1973!) è chiaro che qualche componente potrebbe aver perso le caratteristiche iniziali, ad esempio i condensatori elettrolitici. Nel caso suoni lento e confuso, un recapping sarebbe la prima cosa da fare. Il mio è stato usato pochissimo e sempre conservato in condizioni ottimali, pertanto non ho effettuato alcuna modifica. Basta usare uno spray disossidante per contatti su potenziometri, selettori e pulsanti e riprende a funzionare come se fosse nuovo.
Sul web si trovano delle pagine dedicate al resto-mod del 1060, modifiche che dovrebbero portarlo nel 21esimo secolo. In generale sono contrario a queste operazioni, un apparecchio del passato, con una storia alle spalle, dovrebbe suonare per come è stato progettato. In più, il valore sul mercato del collezionismo, per un apparecchio pesantemente rimaneggiato, dovrebbe essere prossimo allo zero. Certo, se si vuole un apparecchio dall'aspetto vintage che però suoni moderno la strada è obbligata ma, a mio parere, non ha senso, né in HiFi né con le auto, una moda americana che sta sempre più prendendo piede qui in Italia. Ho visto Porsche 911 d'epoca con il motore elettrico! Un vero orrore.
Il Marantz 1060 è un delizioso amplificatore vintage che suona, come ci si può aspettare, abbastanza...vintage, ma non troppo. Era un must ai suoi tempi e lo può essere ancora oggi se state cercando di comporre un impianto in vena di nostalgie dei bei tempi andati.
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