Prodotto: pre e finale Mistral Linestage e Powerstage
Costruttore: LFD Audio, 110 Oxford Crescent, Clacton-on-Sea, Essex,
C015 3PZ, tel.+44.(0)255.22.01.40
Prezzo approx.: 800 Euro/US$950 l'uno
Sebbene la LFD non fosse precisamente un produttore high-end dai prezzi stratosferici, è stata sentita la necessità di una linea di prodotti a basso prezzo entry-level, e pochi anni fa è nata la Mistral.
La Mistral imita la circuiteria originale della LFD ma, in alcuni casi, scende a compromessi nella scelta dei componenti e rifiniture. Una strategia che poteva funzionare bene, soprattutto se si è consci che il frontale granitico LFD non può essere poco costoso.
Qui testati sono: il Mistral pre Linestage (solo linea) ed il finale Powerstage da 50W. La combinazione pre/finale è realmente un *downsizing* dell' LFD LS0/PA0.
Esteriormente questi due apparecchi appaiono molto belli, sono neri satinati con un frontale nero, in alluminio spazzolato. Con le manopole di regolazione di metallo nere l'impressione è di un'elettronica Classè, o se preferite di un vecchio Rowland.
Comunque so che nella maggior parte degli altri paesi le manopole sian color oro, conferendo un'immagine un po' meno modesta.
Comparate con queste versioni economiche, i LS0/ PA0 hanno in più un pannello frontale più spesso, in finto granito o piuttosto Corian sgargiante, un buon cablaggio interno, e forse pochi componenti passivi più costosi qua e là.
Il finale è completamente a componenti discreti, con una sezione di output in classe AB a MOSFET ed una larghezza di banda che si estende fino a 160kHz. Sono presenti gli attacchi per due serie di cavi, sia cavi nudi, forcelle o bananine. Il tocco finale viene dai due fusibili di ricambio forniti con l'amplificatore: trovo particolarmente irritante quando l'amplificatore brucia i fusibili, il sabato sera, appena pochi minuti dopo l'ora di chiusura, e, invariabilmente, l'amp ha l'unico tipo di fusibili che non ho di scorta in casa! Non che l'LFD abbia mai bruciato niente...
Giocare con le ESL è sempre un po' rischioso, la loro impedenza può essere un carico molto difficile anche per amplificatori blasonati. Ma questo finale ha condotto le Quad in modo ammirevole, e devo dire che sono state sempre difficili da domare.
Per esempio il vigoroso cd di Mary Black, ha suonato coinvolgente, con un equilibrio tonale rotondo ma per niente rallentato o smussato. Semmai il contrario, gli acuti erano brillanti, chiari ed eccezionalmente puliti, senza mai diventare vetrosi.
Non hanno mai suonato granulosi, mai qualcosa di sbagliato sulle sibilanti, i bassi erano pronti e armoniosi, non rimbombanti, ma erano lì e si facevano sentire. Ma nessuno di questi era molto dettagliato; infatti i dettagli esterni, dei bassi, era come se fossero lì per condurre le danze, mentre i dettagli interni si perdevano.
Muovendoci nello spettro audio, troviamo che le voci e gli strumenti hanno ciascuno con la propria identità ben articolata, in un soundstage, stabile, di media apertura, ma con buona ampiezza, profondità e risposta ai contrasti dinamici.
Complessivamente, l'equilibrio tonale era leggermente caldo, con una media banda fluida e seducente e con una patina di valvolare a coprire il tutto da cima a fondo (ma certamente senza la mancanza di trasparenza ed il grunge dei valvolari economici).
Descriverei i Mistral come colorati, forse esageratamente, ma, con vari diffusori, se l'alternativa è un suono grigio, questa è una cosa buona.
Il minimalista "The Trinity Sessions" dei The Cowboy Junkies ha mostrato gli strumenti molto lontani, dietro Margo Timmin, la cui voce risuonava morbida e suadente, mancante di durezza anche nelle parti più sostenute.
Un suo *fratello musicale*, che comincia con la sua parte vocale, è stato reso con una voce perfettamente separata e, se volete capire cosa questa coppia pre/finale sa fare con i dettagli più fini, o sui passaggi complessi, dovreste ascoltare questo disco concentrandovi sui tamburi in lontananza a destra e sulle eccellenti armoniche dei piatti.
Forse le cose erano un poco troppo rotonde e ammorbidite, ma i Mistral hanno soprattutto una musicalità che pervade e ti fa desiderare di continuare ad ascoltare ancora musica. Che è, dopo tutto, il motivo per cui esistono.
Ritornando al mio pre-Amp Michell Argo e Quad 306, la scena si è aperta con un suono più agile e brillante, gli attacchi erano più espliciti e con più dettagli nelle voci e nei suoni intorno ad esse. Comunque l'impressione è che con le due combinazioni di pre-amp, il livello sia comunque alto, i Mistral davano il loro meglio anche a volumi bassi, mentre i Michell-Quad hanno un carattere più nervoso.
Adesso che ho concluso la prova, se devo essere onesto, credo di preferire i Mistral ai miei amplificatori.
© Copyright 1999 Werner Ogiers
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Traduzione: Alessandro Bianchi
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