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Pathos New Classic One - ampli integrato ibrido

Fellini incontra nuovamente la Silicon Valley

[Pathos New Classic One]
[English version]

Prodotto: Pathos New Classic One - ampli integrato ibrido 70 + 70 watt
Costruttore: Pathos - Italia
Prezzo approx.: 2040 Euro
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: April, 2004

Recensii il "vecchio" Pathos Classic One più di tre anni fa. Quindi, mi scuserete se vi invito cortesemente a rileggervi quella prova per tutti i dettagli sul prodotto, così posso concentrarmi meglio sulle novità introdotte in questa nuova versione.

Ad un primo sguardo distratto le due unità, il vecchio Classic One ed il nuovo, appaiono identiche. Tuttavia, se si butta un occhio ai particolari ci si accorge ben presto che qualcosa di diverso c'è. Intanto sul frontale fa capolino un piccolo e discreto display a led rossi che segnala le varie operazioni ed il livello del volume, da 00 a 99. Poi, le manopole di selezione ingressi e di volume sono diverse, non tanto alla vista, quanto al tatto.
Si tratta infatti di dispositivi non più a rotazione ma step-by-step, tipo una leva di cambio sequenziale: verso destra per alzare il volume di 1 passo (o più, tenendo premuto), verso sinistra il viceversa. Il selettore ingressi, invece, consente di scegliere la sorgente in modo continuativo, facendo una "carrellata" tra tutte quelle disponibili.
Le modifiche più sostanziose stanno tuttavia sotto coperta.
Il nuovo controllo di volume ha consentito l'eliminazione di alcuni condensatori nello stadio d'ingresso mentre quest'ultimo ora vanta una migliore polarizzazione delle due valvole. Sono stati utilizzati relays di qualità superiore e, in generale, tutta la componentistica passiva è stata migliorata. Il circuito stampato è stato rivisto e migliorato nei percorsi di massa, ora più "puliti" mentre la potenza è stata incrementata di 20 watt per canale, arrivando ora a 70 watt RMS su 8 ohm.
In buona sostanza, il nuovo Classic One ha ereditato parte del know-how e della progettazione infusi nel recente integrato Logos.

[Classic One - vista posteriore]
Ingressi - vista posteriore

Il Credo non Ortodosso, rivisitato

Non ci vuole molto a capire cosa sia stato fatto sul nuovo amplificatore della Pathos. Ho avuto la possibilità, grazie alla gentilezza dell'Azienda, di confrontare il vecchio modello con il nuovo, testa a testa, senza dover ricorrere alla mia ormai labile memoria.
Ritengo sia questa la maniera più attendibile per fare una prova a confronto di un modello "rinnovato" contro il suo precedessore, la possibilità di ricordare male, specie poi se si aggiorna il proprio impianto abbastanza spesso, è concreta. Nel caso specifico, l'impianto col quale provai il vecchio Classic One ormai non esiste più e quindi il ricorso alla memoria sarebbe stato del tutto fuori luogo.

Migliorare un prodotto piuttosto ben accetto da pubblico e critica specializzata non è facile. Ciò implica la conoscenza, da parte del progettista, di tutti i punti deboli del SUO progetto e - cosa tutt'altro che banale - delle strategie per migliorarli. Potrebbe accadere che la versione "mkII" del nuovo apparecchio sia così radicalmente diversa da quella originale che il confronto non possa neppure essere fatto!
Fortunatamente, già dalle prime note, è emerso chiaramente che si trattava ancora dell'amplificatore Classic One...il cosiddetto "family feeling" era ancora là, indiscutibile.

La prima cosa che si nota ad un ascolto anche distratto è la raffinatezza e la fluidità del suono riproposto. Il bilanciamento timbrico tende ancora al brillante o al luminoso, se preferite, ma ora c'è una migliorata coesione tra le diverse gamme, in particolare tra il medio ed il medio-alto.
Ascoltatori distratti o non abbastanza "allenati" potrebbero sostenere che il nuovo ampli sia più "scuro" del precedente ma così non è. Di fatto, è il livello di distorsione percepita ad essersi abbassato in maniera sostanziale e ciò ha portato ad una diminuzione dell'effetto "pungente" che di tanto in tanto faceva capolino nella performance del modello precedente.
La "presentazione" dell'evento musicale è molto meno "up front" (diciamo "in faccia") e molto più "laid back", distesa e rilassata.
Le mie lamentele principali circa la versione precedente riguardarono la gamma bassa, uno dei parametri più ostici per la maggior parte degli amplificatori. Non a caso, questa è la zona dello spettro audio dove è richiesta maggiore erogazione di corrente.
Ho sempre trovato il Classic One un po' asciutto, troppo controllato e trattenuto, come se facesse fatica ad esprimersi appieno in presenza di contenuti energetici importanti. Le cose non sono migliorate poi moltissimo, da questo punto di vista, tuttavia il New Classic one sembra ora più a suo agio nelle prime ottave dello spettro audio.
Nonostante ciò, il piccolo di casa Pathos sembra andare d'accordo maggiormente con diffusori che necessitino di controllo sui bassi. Infatti, quando accoppiato con piccoli e veloci bookshelf si sente che manca il corpo ed il drive del basso. Il suono rimane sostanzialmente asciutto, così tanto da farmi pensare che sia stato progettato e sviluppato su diffusori di dimensioni generose e dal basso tendenzialmente gonfio e lungo.
Questo tipo di eccessivo controllo rende alcuni generi musicali "maleducati"...fin troppo educati, se mi si passa il termine. L'aggressività è un po' latitante, in effetti.
Se queste fossero le vostre necessità, allora quest'ampli sarebbe quello giusto per voi. In caso contrario, meglio scegliere solo dopo un'accurata prova coi propri diffusori.

Dinamica

Come già detto, questo ampli non sembra pensato per soddisfare gli amanti delle basse frequenze né i rockers più scatenati. La sua natura iper-controllata lo fa suonare noioso con alcuni generi musicali. Manca, ad esempio, tutta l'energia necessaria per suscitare emozioni forti, in presenza di programmi musicali molto ritmati.
Proprio in quest'area, nonostante il boost dei 20 watt extra di questa nuova versione, le cose non sono migliorate poi tanto. Oh certo, volendo può suonare molto forte, ma è chiaro che non si tratta della cosa che preferisce fare. Alcuni ampli pare si esaltino ad alto volume, riacquistando equilibrio e coesione, sfoderando inoltre migliori doti dinamiche. Non così il Classic One, che invece sembra prediligere livelli medi, coi quali può "accarezzare" le orecchie di chi ascolta.
Non direi che si tratti di un amplificatore dinamicamente compresso ma certamente i programmi musicali ad alta dinamica non sono il suo terreno di battaglia preferito.
Dal punto di vista della micro-dinamica, invece, il nostro se la cava egregiamente, migliorando ancora un po' la prestazione del predecessore.

3D soundstage

Questa è una delle aree dove il nuovo modello batte senza possibilità di appello e senza dubbio alcuno il suo predecessore. Lo stage creato è ora più ampio, ancora più a fuoco e, soprattutto, più profondo. Se ricordate o avete riletto la prova del vecchio Classic One avrete notato che una delle mie lamentele riguardava proprio la profondità dello stage, certo non eccezionale.
Anzi, l'ampli aveva una netta tendenza a suonare piuttosto "in avanti". In pratica, non c'era moltissimo, dal punto di vista dell'immagine virtuale, alle spalle dei diffusori.
Ora il nuovo ampli ha guadagnato almeno 1 metro di estensione in profondità quindi tutto appare più realistico. Non si tratta ancora dell'immagine grande ed estesa propria delle grandi elettroniche, ma almeno i fondamentali (dimensioni, proporzioni e fuoco) ci sono.

Qualche consiglio

Si applicano tutte le cose già scritte a suo tempo per la versione precedente. Vorrei soltanto aggiungere che il controllo di volume "sequenziale" è ovviamente più lento di quello tradizionale rotativo e che però si può sfruttare per quasi tutta la corsa utile, senza ingenerare distorsioni oltre metà manopola come accade spesso. E' una scelta precisa dei progettisti, quindi non meravigliatevi se vi troverete ad ascoltare a 70 o 80 su una scala di 99. Siete ancora in zona di completa sicurezza, lontani dal clipping.

Lamentele

Costruzione. Anche qui, mi perdonerete il rimando alla recensione precedente per tutti i commenti relativi alla costruzione ed all'utilizzo :-)
Ora il telecomando offre in più una selezione degli ingressi e persino un tasto di muting, prima assenti. Il prezzo è però aumentato, ora stiamo a più di 2000 Euro (di listino). Considerando l'estetica ricercata ed i materiali utilizzati, il prezzo può ancora essere considerato adeguato.

Suono. Essendo un chiaro ed evidente miglioramento della versione precedente credo ci sia poco da aggiungere a quanto già detto. La peggiore lamentela può essere, da un certo punto di vista, essere considerata il miglior pregio. Mi riferisco al controllo della gamma bassa che, a mio parere, sconfina nell'avarizia vera e propria :-)
Per questa ragione, un attento system-matching si rende necessario, onde evitare sbilanciamenti verso l'alto con diffusori già "leggeri" per conto proprio.

Conclusioni

Se siete dei fan del vecchio Classic One troverete questa nuova versione un irresistibile upgrade. Vendere il vecchio modello per acquistare il nuovo potrebbere essere uno degli upgrade più sensati che potreste fare al vostro impianto. Sarebbe bello se Pathos offrisse una sorta di trade-in , ovvero di ritiro dell'usato e/o upgrade dello stesso ai nuovi standards, come lodevole tradizione di molti costruttori inglesi, ad esempio.
Qualora non foste dei fan di questo integrato probabilmente troverete questa nuova versione un po' migliore ma ancora non meritevole della cifra richiesta.
In altre parole, questo nuovo Classic One fa quello che faceva quello precedente, solo un (bel) po' meglio.

Copyright © 2004 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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