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Pass Labs Aleph P (pre) + finali monofonici Aleph 2

[Preamplificatore Aleph P]
[English version]

Prodotto: preamplificatore Aleph P e finali monofonici Aleph 2
Costruttore: Pass Labs - USA
Ultimo prezzo di listino (7/99): 12.900.000 lire (pre) e 10.650.000 lire l'uno (i finali)
Distributore: Audio Reference
Recensore: Giorgio Pozzoli

[Finale mono Pass Aleph 2]

Nelson Pass è certamente una delle figure tecniche più significative del panorama hifi internazionale. Pass è in possesso di una discreto numero di brevetti internazionali, ricordiamo ad esempio quello relativo alla classe A dinamica.
Le sue realizzazioni più estreme sono ben note al popolo degli autocostruttori: chi non conosce il finale Zen e tutta la sua famiglia (Bride of Zen, Son of Zen, Bride of the Son of Zen) farebbe bene ad informarsi.
Negli anni settanta-ottanta faceva sognare il pubblico con le spettacolari realizzazioni per la Threshold: ricordo ancora un preamplificatore Threshold a componenti discreti che è restato per anni ed anni il mio sogno ed è forse ancora oggi, inconsciamente, il mio modello, grazie alla semplicità dello schema utilizzato e anche all'accuratissimo disegno estetico della scheda.

Oggi Pass ha creato una propria società, denominata Pass Labs, che produce le sue realizzazioni; esistono due serie, una di costo limitato (si fa per dire...), la Aleph in prova in questo numero, ed una di costo decisamente elevato, ma dotata di potenze assolutamente spaventevoli.

Purtroppo la serie Aleph è stata abbandonata dalla Pass all'inizio dell'anno: tuttavia i componenti sono ovviamente disponibili sul mercato dell'usato a prezzi decisamente allettanti. D'altra parte, nonostante fossi già a conoscenza del fatto che fossero fuori produzione, quando mi è stata ventilata la possibilità di avere in prova questi oggetti, neppure per un momento mi è passato per la mente di rifiutarli...

Il pre Aleph P

Già trasportandolo ci si rende conto che non è una realizzazione comune: il peso di oltre 15kg è una chiara presentazione. Il contenitore è realizzato con lastre di alluminio anodizzato scuro e spazzolato di spessore variabile fra i 12 e i 6 mm.

L'estetica è una via di mezzo fra il raffinato e lo spartano (c'è un che di roccioso-monolitico-squadrato), comunque curata nei minimi dettagli e piacevole; i led blu poi sono bellissimi.

I controlli del pre sono assolutamente di livello audiophile: cioè pochi e strani. C'è un selettore degli ingressi, un volume (master level), che controlla il livello di uscita (nel senso che l'attenuatore è posto all'uscita del pre, e non all'ingresso come avviene di solito) di entrambi i canali, ma anche un controllo di guadagno (level) per ciascun canale.

Selettore ingressi e volume sono realizzati con selettori rotanti senza fine corsa che controllano degli encoder digitali ed attraverso la logica di controllo in definitiva dei relais; in particolare il volume è realizzato con attenuatori controllati da relais che offrono 256 passi di attenuazione diversi.
L'impedenza di uscita dell'attenuatore (e quindi del pre) è decisamente ridotta, inferiore a 1Kohm. Da notare che il pre viene dichiarato in grado di pilotare qualsiasi carico. Invece i controlli di guadagno sono dei potenziometri che permettono di pilotare direttamente il guadagno degli stadi a fet (probabilmente semplicemente modificando la polarizzazione). In linea di principio il guadagno dovrebbe essere messo al minimo e il volume al massimo consentito ma in realtà con altre scelte si riesce ad alterare leggermente la timbrica.

Sul retro ci sono 4 ingressi (solo linea) duplicati RCA e XLR (bilanciati). C'è anche una uscita tape, su cui viene inviato il segnale proveniente dagli ingressi 1, 2 e 3 tramite il selettore di ingresso, e l'uscita Pre Out; entrambe sono duplicate RCA e XLR.
Il telecomando è semplicissimo e facilissimo da utilizzare.

La timbrica, dinamica e immagine

Il pre è assolutamente neutro, con una perfetta omogeneità di comportamento a tutte le frequenze; non si sente neppure un minimo di coloritura. Diventa davvero difficile trovare che altro dire di più.

Il colore generale è molto chiaro, solare, il suono pieno, tondo, stabile. Il basso è ottimo, forse non così violento come in altre realizzazioni a stato solido, ma per me veramente perfetto. Le medie frequenze sono correttissime, le voci hanno una presenza davvero encomiabile. Le alte frequenze ci sono decisamente tutte, senza alcun tipo di taglio o edulcoramento: assolutamente neutre.
La macrodinamica e la microdinamica sono decisamente buone.

Quello che comunque colpisce di più è la precisione ed il dettaglio, che sono semplicemente spaventosi; gli strumenti sono definiti (ma forse sarebbe meglio dire scolpiti o ancora meglio stampati, dato il livello di dettaglio) nel sound stage con una precisione incredibile, stabilità marmorea, chiarezza eccezionale.

La precisione è veramente da punta di spillo, da strumento di misura; lo spazio fra uno strumento e l'altro diviene immenso, vuoto, anche nelle trame più complesse si riesce a seguire ciascun elemento dell'orchestra con la massima facilità.
Davvero incredibile, ed all'inizio abbastanza frastornante, dato che l'orecchio, non abituato a tanta precisione, si mette ad inseguire l'uno o l'altro suono e perde di vista l'insieme.

Il finale monofonico Aleph 2

Anche qui il peso (bestia nera del recensore) non è indifferente: 27kg per ciascuna unità. Se poi considerate che il doppio imballo porta a dover maneggiare un cubo di quasi 60cm di lato, vi rendete conto di come sia facile portare in giro le belve...

L'aspetto è decisamente anticonvenzionale, ma a mio parere davvero molto bello: ciascun finale si presenta come un cubo con le facce laterali composte da dissipatori alettati ed il coperchio da una spessa lastra di alluninio anodizzato e spazzolato come il pre.

Sul retro si trova una zona non alettata in cui ci sono gli ingressi (duplicati RCA e XLR), i morsetti di uscita duplicati, a mio avviso un po' troppo ravvicinati per permettere un uso comodo, il fusibile e l'interruttore di accensione.

Ciascun monoblocco è dichiarato per una potenza di 100W su 8ohm e 200 su 4ohm, sicuramente sufficiente per un uso casalingo; lo smorzamento nominale, eccellente, è di 100. Ciascun monoblocco consuma 300W, il che può anche creare qualche problemino...

La timbrica, dinamica e immagine

Anche il finale è assolutamente neutro, non si percepisce nessuna coloritura. Il colore generale è molto chiaro, solare, il suono pieno, tondo, stabile, profondo. Il basso è ottimo, privilegia forse l'articolazione ed il dettaglio alla violenza bruta ma per i miei gusti non riesco ad immaginare di meglio.
La neutralità, la naturalezza e la precisione sono tali che sei portato a dimenticarti del finale, a sottovalutarlo, mentre appena torni ad ascoltarne un altro ti rendi conto di quanto sia superiore.

La macrodinamica e la microdinamica sono decisamente buone, non percepisci alcun tipo di compressione anche in presenza di segnali complessi e livelli di ascolto elevati. Non l'ho mai sentito scomporsi minimamente. Il controllo dei bassi è eccellente.

I suoi punti di forza, però, sono la scorrevolezza, la trasparenza ed il dettaglio: una scorrevolezza ed una trasparenza incredibili, da valvolare di alto livello, veramente eccezionali, ed un dettaglio assolutamente perfetto, olografico, che allo stesso tempo non risulta fine a se stesso, ma si mette al servizio del preamplificatore e permette di riproporre il suo suono senza alterarlo minimamente.

Così il finale scompare completamente, diviene solo, come in teoria ci si dovrebbe aspettare, un fedele servitore del pre, senza sovrapporre alcuno specifico imprinting sul suono.

I monoblocchi sono così in grado di riprodurre appieno sia quella profondità dell'immagine e tridimensionalità (la sensazione di poter girare attorno allo strumento solista) che è di solito appannaggio di apparati valvolari single ended, sia la precisione e la correttezza timbrica dei migliori pre allo stato solido.

In effetti risulta per me abbastanza strano vedere tali caratteristiche sposate con una sonorità che è sì vagamente valvolare, ma che eredita gran parte delle caratteristiche positive dello stato solido, ed anche quel quid, tanto difficile da individuare, che distingue sempre uno stato solido da uno a tubi: sarei tentato di chiamarlo grana, ma non lo è, perchè la grana qui non esiste e la filigrana del suono è perfetta, anche le voci femminili vengono restituite con una omogeneità ed una scorrevolezza eccellenti, comparabili con quelle di un valvolare; eppure in qualche modo se ne distaccano.
Forse la differenza in definitiva è solo il maggior controllo e precisione rispetto ad un classico valvolare.

Conclusioni

Una coppia eccellente, che garantisce al fortunato possessore un suono che coniuga assieme molte delle migliori caratteristiche delle stato solido con quelle del valvolare, evitandone gran parte dei difetti.

Che volete di più?
Ah, dite che vorreste che costassero meno? Ma non vi sembra di pretendere davvero troppo?

Per i tecnici più agguerriti, ci sono moltissime informazioni di tipo tecnico sul sito dei Pass Labs, che merita comunque una vistita da parte di tutti.

Ancora una volta un ringraziamento a Buscemi HiFi, il noto negozio di Milano, per aver messo a nostra disposizione l'amplificatore in prova.

© Copyright 2000 Giorgio Pozzoli - http://www.tnt-audio.com

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