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Amplificatore integrato Vincent SV-238

A lezione di Aikido

[English version]

Prodotto: Amplificatore integrato SV-238
Distributore: Relco Audio - Italia
Produttore: Vincent + TAC - Germania
Prezzo approssimativo: 2950,00 Euro
Recensore: Stefano Monteferri
Recensito: Febbraio, 2004

[Vincent SV  238]
L'integrato tedesco Vincent SV-238

Il marchio Vincent + T.A.C., distribuito in Italia dalla Relco Audio, ha origine in quella terra nota in tutto il mondo per essersi guadagnata, nel tempo, la fama di essere particolarmente attenta alla qualità ed alla cura meticolosa rivolta alla realizzazione dei propri prodotti, vale a dire la Germania. È tuttora opinione diffusa che l'aquirente di un prodotto tedesco, a fronte di un esborso economico in genere significativamente superiore alla concorrenza specifica, entri in possesso di un oggetto di livello elevato, destinato a funzionare nel tempo in modo impeccabile, in quanto esempio di sicure qualità ed affidabilità.

L'amplificatore integrato SV-238 oggetto di questa prova, se da un lato si prodiga al fine di consolidare nel potenziale acquirente la convinzione che tale opinione diffusa sia di fatto meritata, contraddistinto com'è da un ottimo livello costruttivo e di finitura, nonchè impeccabile nell'utilizzo e nelle funzionalità, d'altro canto viene proposto ad un costo di commercializzazione che, perlomeno in riferimento all'attuare scenario del mercato ed alle caratteristiche tecniche dell'oggetto stesso, si presenta piuttosto concorrenziale. Merito indubbiamente delle strategie produttive della casa che, a fronte dell'attività di progettazione effettuata in Germania, prevedono che la realizzazione dei prodotti venga effettuata in Cina dietro diretta supervisione e controllo da parte della casa madre.

Estetica e tecnica

[Vincent SV  238]
Uno sguardo all'interno del Vincent SV-238

A dispetto di dimensioni esterne non propriamente contenute, l'integrato Vincent SV-238 appare decisamente imponente ma assolutamente non sgraziato. Merito indubbiamente del frontale movimentato e assai ben lavorato, con superfici morbidamente curvilinee multicromatiche, con l'ampio display che visualizza tutte le informazioni necessarie alla corretta utilizzazione dell'apparecchio: ingresso selezionato, il bilanciamento, il livello di volume impostato, l'eventuale intervento delle protezioni, ed un'educatissima esclamazione "Welcome" ogni qualvolta si accende l'apparecchio. I dissipatori laterali risultano piuttosto atipici, e sembrano racchiusi in un contenitore metallico aggiuntivo dotato di ampie e numerose feritoie utili allo smaltimento del consistente calore generato (l'apparecchio viene dichiarato come funzionante in classe A fino alla notevole potenza di 60W per canale su 8 ohm). Non vi è quindi alcun rischio di ferirsi a causa della superficie acuminata delle alette.

Un semplice sguardo al pannello posteriore è sufficiente per rimanere impressionati dalla qualità delle doppie coppie di enormi morsetti utilizzati per la connessione dei cavi di potenza. Fanno da contorno la bellezza di ben sei ingressi linea, di cui cinque RCA ed uno XLR, nonchè una doppia coppia di uscite PRE OUT sia RCA che XLR. In ultimo, oltre alla vaschetta di collegamento di rete IEC, troviamo un piccolo selettore da azionare nel caso siano presenti ronzii. Come ultima chicca, il telecomando in dotazione consente di controllare l'apparecchio in tutte le sue funzionalità operative.

Il Vincent SV-238 è un integrato a struttuta totalmente bilanciata di elevata potenza nominale, che ha la caratteristica di funzionare in classe A fino a 60W per canale su 8 Ohm. Le varie funzioni di controllo sono gestite tramite una CPU dedicata. L'interno appare ben ingegnerizzato ed ordinato, con una struttura costruttiva simmetrica che spicca per assenza di cablaggio e per la presenza del robusto trasformatore di alimentazione blindato. Le caratteristiche tecniche dichiarate sono le seguenti

A lezione di Aikido

[Vincent SV  238]
Particolare della componentistica

Il Vincent SV-238 tende a conseguire un delicato connubio tra energia ed armonia. Bastano infatti pochi minuti di riscaldamento per apprezzare le qualità musicali di questo interessante integrato progettato in Germania e realizzato in Cina. A dispetto dell'aspetto minaccioso dovuto in gran parte alle dimensioni non propriamente contenute, anche se impreziosite da uno sviluppo estetico movimentato ed elegante, il Vincent SV 238 esibisce un suono curato e, per certi aspetti, persino gentile. Questo è sostanzialmente dovuto alla compostezza della gamma medioalta, che se da un lato non brilla per spessore e lucidità, dall'altro non si rivela tuttavia carente in termini di accuratezza ed espressività, ed ad un impatto dinamico che, pur consistente, viene espresso con una sensazione di velocità tutto sommato non particolarmente marcata. Ne risulta uno sviluppo della trama musicale dall'incedere deciso ed autorevole, ma anche morbido e suadente, la cui corposità in basso, in grado di rendere giustizia anche all'organo a canne del giovane e virtuoso talento Felix Hell (Organ Sensation, Reference Recording), si coniuga impeccabilmente alla delicata ma puntuale rifinitura della gamma più alta. Il risultato è sicuramente significativo in termini di godibilità, con le voci maschili presenti e virili, e quelle femminili dolci ed accurate (More then a Song - Witness, Turtle Records).

Molto belli i fiati, timbricamente pieni ed adeguatamente intrisi di contenuto armonico. In particolare i sax e le trombe utilizzati nelle formazioni Jazz (Bobby Watson - Post-Motown Bop, Blue Note Records), ben supportati dalla notevole riserva di energia che il Vincent è in grado di erogare, si esprimono con potenza ed impatto davvero notevoli. Caratteristica questa che conferisce al suono riprodotto un godibilissimo e coinvolgente senso di realismo, grazie anche ad una prestazione dinamica che si esprime in modo calibrato ma deciso, magari un po' sornione, in quanto più propensa ad esprimersi ad alti piuttosto che a bassi volumi di ascolto, ma indubbiamente autorevole ed efficace. Alti volumi che non sembrano influire negativamente sull'impostazione timbrica dell'integrato SV 238, in quanto non si avvertono variazioni significative nel passaggio dalla classe A a quella AB, a tutto vantaggio della coerenza tonale espressa nel corso della riproduzione musicale.

L'immagine virtuale non presta il fianco a critiche di rilievo, ed appare dimensionalmente piuttosto ampia, e tuttavia contraddistinta da una certa propensione ad avvicinare all'ascoltatore i vari elementi, col risultato che quelli disposti in primo piano appaiono talmente consistenti che si ha la sensazione di poterli quasi toccare (Peter Cincotti, Concord Jazz). Ne guadagnano la matericità ed il senso di realismo, a scapito però della spettacolarità dovuta alla profondità dell'olografia. In un contesto in cui l'ariosità generale appare apprezzabile, i chiaroscuri non risultano particolarmente marcati, e si ha la sensazione che i contorni degli strumenti siano piuttosto sfumati (Giovanni Angelieri - Orchestra delle Venezie, Velut Luna), ma le notevoli doti in termini di stabilità e focalizzazione dei diversi elementi, consentono una lettura dell'insieme piuttosto agevole.

Lamentele

[Vincent SV  238]
L'integrato Vincent non ha mancato di suscitare curiosità...

Non è facile trovarne, il Vincent esibisce caratteristiche costruttive e musicali complessivamente di buon livello, ottime se si considera il prezzo di commercializzazione. È funzionale, c'è sempre tanta potenza a disposizione ed ha un'impostazione timbrica poco critica, elementi che semplificano notevolmente gli abbinamenti con elettroniche e diffusori. Volendo trovare delle critiche ad ogni costo, ci sarebbe qualcosa da osservare sulla qualità dei piedini di appoggio, realizzati tramite semplici gommini e quindi non particolarmente ricercati. Piedini che però, molto intelligentemente considerata la lunghezza dell'integrato, sono ben cinque (ce ne è uno disposto al centro dell'apparecchio), in modo da garantire perlomeno tre punti di appoggio anche utilizzando ripiani poco profondi. Musicalmente parlando, per mio gusto personale lo avrei forse preferito con una gamma superiore dotata di maggiore spessore e lucidità ed un minore effetto "forward". Tuttavia, è probabile che in tal modo il suono espresso sarebbe risultato diverso ma non necessariamente migliore.

Conclusioni

La formula "progettazione europea e realizzazione orientale", in questo caso, sembra aver funzionato piuttosto bene. Il Vincent SV-238 è un amplificatore integrato di quelli che non ti lasciano rimpiangere più di tanto soluzioni più impegnative e costose. Dispone di potenza da vendere e capacità di pilotaggio notevoli, cosa che ne consente l'abbinamento anche con diffusori piuttosto impegnativi, sia per carico espresso che per efficienza, il tutto coniugato con caratteristiche musicali di livello molto buono e timbricamente piuttosto "universali". La qualità realizzativa appare ottima, così come il livello di finitura, e la componentistica utilizzata, magari poco nota in occidente, nel corso della prova ha comunque avuto modo di esprimere le proprie qualità. Tra l'altro, dall'importatore mi giunge l'informazione che sui modelli destinati al mercato europeo e statunitense la stessa sia di qualità significativamente migliore rispetto al medesimo prodotto destinato al mercato orientale, al pari del layout circuitale, che in alcune sezioni risulta più curato.

Nel corso della prova, è stato sistematicamente comparato con apparecchiature di costo anche molto superiore, nei confronti delle quali non ha mai sfigurato, ma ha anzi sorpreso, in particolare nella (quanto mai significativa) logica di raffronto costo/prestazioni. Cos'altro dire? Ad oggi, una delle amplificazioni più complete nella sua tipologia e classe di prezzo!

© Copyright 2004 Stefano Monteferri - www.tnt-audio.com

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