Mini amplificatore integrato Wyred4Sound Mint

[Wyred4Sound mINT - Vista anteriore]

mINTrigante...

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Nome prodotto: Mini Integrated - mINT
Produttore: Wyred4Sound - USA
Fornitore del sample in prova: Item Audio
Distributore per l'Italia: Audio Reference
Prezzo di listino in Italia: 1800€ [1300 UKP]
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Data recensione: Febbraio, 2013
Traduzione: Enzo De Sanctis

Prologo

Wyred4Sound (di qui in avanti, per brevità, W4S) è una giovane azienda statunitense nata come attività secondaria di un paio di impiegati della Cullen Circuits che hanno iniziato a modificare dei kit al lavoro, sfruttando le conoscenze acquisite, per progettare e costruirsi le elettroniche per sé. Adesso gli affari stanno crescendo sull'onda della migrazione dell'HiFi verso sistemi basati su computer. La linea W4S è concepita, di conseguenza, con convertitori digitale-analogico di alto livello e pre e amplificatori di alta potenza.

Provando gusto nell'assegnare nomi spiritosi ai loro prodotti, mINT è l'abbreviazione di "mini integrated" - che è proprio quel che abbiamo qui - un amplificatore integrato da 100 watt con DAC incorporato, in un contenitore di dimensioni dimezzate. In questo modo vi basta collegare l'unità ad un computer e a un paio di diffusori ed è tutto. È difficile farla più semplice. Tuttavia, quando un produttore mette insieme elementi diversi in uno stesso contenitore, più piccolo di quanto sarebbe lecito aspettarsi, ciò accade di solito a scapito della qualità. Ecco perché abbiamo deciso di verificare se in questo caso sia proprio così.

Cosa vi portate a casa

A volte guardo le foto dell'interno delle attrezzature HiFi di alto livello (è triste, lo so...). Quello che vedo è una grossa scatola con un trasformatore, un paio di schede integrate ed una manciata di componenti. Non è il caso di questo piccoletto. È pieno zeppo di roba. Già solo l'essere riusciti a ficcare così tanto nella scatola è un gosso traguardo ingegneristico al di là del fatto di riuscire a farlo funzionare.

Partendo dall'interfaccia, il DAC è basato sugli stessi componenti ESS Sabre dei loro DAC non integrati (sebbene utilizzando un minor numero di circuiti integrati rispetto ai modelli di più alto livello). Il DAC può gestire tre ingressi indipendenti - coassiale, USB e ottico. Spostandoci allo stadio di preamplificazione c'è anche un ingresso linea e due ulteriori prese, configurabili. Tramite un pulsante sul retro una di queste può essere configurata sia come ingresso variabile che fisso o di puro transito (in quest'ultimo caso per uso Home Theatre, dove il volume è controllato dalla centralina HT). L'altra presa può essere configurata a scelta come uscita pre variabile, tipicamente per un subwoofer amplificato, o a livello fisso (a tutti gli effetti un'uscita per il DAC). Allora lo stadio amplificatore fornisce 100 watt di potenza pulita. Tale struttura offre molta flessibilità, dandoci la possibilità di usare separatamente i diversi elementi dell'unità, prospettando possibilità di miglioramento o nuovi utilizzi in configurazioni diverse. L'unico aspetto leggermente sorprendente, considerando le tendenze attuali ed il probabile mercato di riferimento, è che l'unità non consenta né connessione wireless né la possibilità di collegarsi direttamente ad un iPod. Dato però che la W4S vende anche un player di rete che può accoppiarsi bene con il mINT, allora direi che ha senso restare concentrati sulle funzionalità fondamentali.

Specifiche di prodotto

OK, andiamo a vedere un po' più nel dettaglio.

Il DAC è pilotato da un chip ESS. Il materiale informativo dice che viene utilizzata la stessa tecnologia presente nei DAC 1 e 2, il che è vero ma trascura il fatto che nello stadio di conversione viene impiegato un numero ridotto di integrati. In tal modo nella scatola non vi ritrovate un DAC 1, sebbene lo stadio di conversione sia disponibile separatamente (W4S micro DAC, venduto a £ 350). Detto ciò, nel mINT il DAC trae beneficio da un alimentatore migliore rispetto al micro DAC, ed io mi aspetto che il suono dell'integrato sia un po' meglio di quello del solo convertitore.

Il "tracking" dei canali (presumo sia la separazione) per il DAC è, da specifiche, entro +/- 0,015 db. La risposta in frequenza è piatta entro 0,045 db tra 20 Hz e 20 kHz. Tutto questo va bene, a parte il fatto che secondo me le specifiche dei DAC non hanno molta relazione con come suonano. Gli stadi di amplificazione utilizzano i "moduli ICE" di Bang and Olufsen, gli stessi degli ampli W4S di taglia maggiore. Strano - e stranamente impressionante - pensare che B&O, un'azienda che ho sempre associato a sistemi alla moda e esageratamente costosi, sia diventata leader nelle amplificazioni digitali. Questi moduli in classe D tirano fuori 100 watt per canale su 8 ohm. La configurazione qui presente fornisce la specifica di distorsione più bassa tra tutti gli amplificatori W4S. Per fare un esempio, il mINT a 10 watt presenta appena lo 0,004% di distorsione confrontata con lo 0,008% del mostro da 1000 watt. Il mINT esibisce anche l'intervallo dinamico più ampio - 119 db, da confrontare coi 115 db del modello da 500 watt. La considerazione di fondo è che si tratta di un amplificatore molto potente e versatile nonostante le ridotte dimensioni. Lo si può tranquillamente confrontare con gli ampli più grossi (anch'essi con dati di targa di buon livello) su praticamente tutti i parametri tranne la potenza bruta.

C'è poi un'ampli per cuffia. Da specifica può pilotare cuffie fino a 600 ohm e, pertanto, dovrebbe virtualmente funzionare con qualsiasi modello. Collegando le cuffie i diffusori vengono silenziati. Il dato di targa è di 720 mW su 32 ohm con lo 0,1% di distorsione, il che mi pare un'uscita un po' bassina con distorsione alta (al confronto, per esempio, con il Musical Fidelity X-Can v8P, che dichiara 1,3 watt e lo 0,008% di distorsione su 32 ohm). Tuttavia all'ascolto con due cuffie diverse non c'era traccia di distorsione e l'ampli si è comportato egregiamente.

Direi che comincia ad emergere l'impressione che non abbiamo di fronte un parente povero dei componenti W4S non integrati. La cura dei dettagli nel progetto continua con il controllo di volume. Si tratta di una scala di resistente anziché del solito potenziometro, e la manopola del volume agisce solo come posizione di riferimento - il segnale non la attraversa. Per quanto questa cosa dia una sensazione un po' insolita alla manopola, in realtà funziona bene e significa che il controllo mantiene la separazione dei canali ed è molto lineare. Ad ogni modo è possibile controllare il volume dal telecomando.

In dotazione c'è un telecomando di plastica "a barretta" che controlla la selezione degli ingressi, il volume e permette di inserire il mute. Mi ha fatto piacere la sua facilità d'utilizzo - non è schizzinoso in quanto ad angolo di puntamento e ha funzionato bene per tutto il periodo della recensione. Una nota molto simpatica è che azionando o disinserendo il muting, il volume non si abbassa o alza all'istante, ma progredisce dolcemente in circa mezzo secondo. È un po' come le luci interne delle auto di lusso che si accendono o spengono lentamente quando azioniamo le portiere. Non si tratta di una funzionalità importante, ma è una dimostrazione del tipo di cura dei dettagli che ci si può aspettare da un componente HiFi che, sia pur molto economico rispetto ai prodotti high end, costa più di quanto la gran maggioranza delle persone si sognerebbe di spendere per un componente HiFi.

Qualità dei materiali

La sensazione di qualità continua con il contenitore in alluminio grigio, che sembra molto solido e professionale. I materiali sono buoni, in particolare i connettori per gli altoparlanti sono belli sostanziosi. L'estetica, però, può non incontrare il gusto di tutti. Segue il solco del look di casa W4S, frontale d'alluminio grigio con una flessuosa cornice nera su tre lati. Ma mentre sui grossi amplificatori sembra funzionare bene, con la cornice che avvolge come un fregio il corpo dell'elettronica, qui sembra dare l'impressione che i controlli si affollino un po' troppo al centro del mINT. Non influisce sulla funzionalità, e le zone nere ospitano l'interruttore di accensione su di un lato e la presa per la cuffia sull'altro, ma l'aspetto può essere più adeguatamente definito professionale piuttosto che di lusso.

Installazione e set up

È una scatola. Lo collegate alla sorgente, ai diffusori ed è tutto - o almeno cos%igrave; dovrebbe essere. Per gestire segnali asincroni dalla porta USB avrete bisogno di un driver dedicato. Una falsa sensazione di sicurezza mi aveva pervaso dopo averlo scaricato ed installato in pochi minuti sul netbook con Windows XP che gestisce il mio impianto principale. Ero anche rimasto colpito di quanto il collegamento asincrono suonasse meglio e così, quando ho spostato l'unità sul mio secondo impianto, la prima cosa che ho fatto è stata scaricare il driver. Dopo di ciò mi ci è voluto un bel po' di tempo, ed una mezza dozzina di email a Clint della W4S, per riuscire a farlo funzionare sulla mia macchina con Windows 7 a 64 bit. Alla fine ho scoperto che il porblema era il fatto che il driver non era considerato affidabile, e Microsoft desiderava proteggermi evitandomi di utilizzarlo. D'altro canto, dopo aver caricato il driver e forzato le protezioni del sistema operativo, ha funzionato senza problemi. Clint mi ha assicurato che c'è un buon numero di queste unità in giro per il mondo e tale problema non si era mai verificato, ad ogni modo ha preso nota per approfondire ulteriormente. I conflitti software sono sempre in agguato con i sistemi operativi complessi e, purtroppo, la necessità di risolvere i problemi può essere il prezzo da pagare per utilizzare il computer come sorgente audio.

[Wyred4Sound mINT - Vista posteriore]

Prova d'ascolto

Per prima cosa ho provato il mINT nel mio impianto principale. Ciò significa che il segnale è stato dapprima fornito da un semplice netbook con uscita USB convertita in coassiale da un convertitore KingRex UC 192. Alle uscite del mINT erano collegati dei diffusori Usher Be-718. Queste casse, abbastanza rivelatrici e difficili da pilotare hanno rappresentato un test rigoroso per questa combinazione di piccolo amplificatore e DAC. La mia prima impressione è stata che il suono fosse chiaro ma un pochino esile e brillante. Tale impressione è durata fintanto che non ho scaricato il driver e collegato direttamente il cavo USB al mINT. La connessione diretta ha immediatamente fatto riemergere le qualità che ricordavo dal DAC2 che avevo recensito l'anno scorso. I bassi hanno guadagnato immensamente in quanto a presenza, dettaglio e ritmo, e la gamma alta, sebbene non fosse la più ricca (nessun accenno di resa simil-valvolare qui) ha assunto un timbro più dettagliato e dolce, perdendo una certa secchezza che mi era sembrato di trovare utilizzando il convertitore esterno.

L'esemplare da recensire aveva già qualche ora di funzionamento sulle spalle, così non c'è stato bisogno di rodaggio. Ad ogni modo ho lasciato per qualche giorno il mINT nell'impianto ed ho ascoltato un'ampia quantità di materiale. Ho trovato come il suono fosse molto coerente con generi diversi. L'aggettivo migliore che ho trovato per descrivere il suono è semplicemente "chiaro". L'immagine e la separazione degli strumenti sono molto buoni. I transienti apparivano veloci al punto giusto - aspetto evidenziato dalla resa del pianoforte (usando allo scopo la mia incisione di prova preferita, l'album del 2004 "Baroque Reflections" del pianista italiano Alessio Bax). I bassi sono rimasti un punto di forza, di qualità simile al DAC2 recensito l'anno scorso. Il basso è profondo e dettagliato, ma rimane ben controllato - senza strafare. E così, per esempio, l'ascolto di Boy in the Bubble dall'album Graceland di Paul Simon, per il suo 25mo anniversario, mi ha fatto ricordare quanto sia davvero la linea dei bassi a guidare il tutto. Allo stesso tempo le percussioni erano chiaramente distinguibili e le voci si fondevano ordinatamente nell'insieme piuttosto che essere proiettate in avanti.

Mentre stavo facendo la recensione ho avuto la fortuna di assistere al concerto di Paul Simon per celebrare il 25mo anniversario di quell'album (è davvero passato tutto questo tempo?...). È stata una grande serata, in cui si è esibito anche Hugh Masekela. Quest'ultimo ha presentato la sua più grande canzone di protesta, "Stimela (the Coal train)" ma, ad essere onesti, mi è sembrata un po' piatta nel contesto di una grande rappresentazione all'aperto. Così sono tornato a casa ed ho messo su una vecchia incisione della stessa canzone con il mINT e allora sì che me la sono goduta. È un brano lungo, che si affida molto alla dinamica - con forti crescendo di tamburi e morbidi passaggi di chitarra. La chiarezza del dettaglio restituiva l'atmosfera della registrazione dal vivo e rendeva in un bel modo le trame di basso elettrico in sottofondo alla tromba di Masekela. Globalmente il mINT ha dominato con facilità la dinamica, restando chiaro e senza increspature e restituendo l'esperienza musicale in un modo che il concerto dal vivo non era riuscito a fare.

Trovo che le voci classiche siano un buon test per un impianto e spesso suono la sublime interpretazione di "È strano" dalla Traviata da parte di Anna Netrebko (Sempre Libera, HD Tracks). L'alta definizione del mINT ha fornito una convincente immagine della sua magnifica voce in un teatro d'opera. Sono rimasto leggermente meno entusiasta della resa degli archi dell'orchestra. Con questi ho avvertito che una leggera mancanza di calore non mi permetteva un pieno coinvolgimento col suono. Ho verificato tale aspetto anche con la splendida registrazione delle Quattro Stagioni di Vivaldi da parte della Venice Baroque Orchestra (Giuliano Carmignola 1999), incisione ripresa in campo vicino. Ma il livello di dettaglio, come nella registrazione ad opera del violoncellista Steven Isserlis (1997) di brani del compositore moderno inglese John Taverner (per inciso, da non confondersi con l'antico compositore omonimo), ha avuto ragione di qualsiasi riserva potessi aver avuto.

Le limitazioni in termini di resa degli archi erano date un non perfetto accoppiamento con le Usher. Questi diffusori di bassa sensibilità hanno davvero bisogno che venga dato loro in pasto più corrente per farli cantare come dovrebbero. La mia amplificazione normale è da 300 watt e restituisce un'esperienza profondamente diversa. Tuttavia il W4S ha fornito una prestazione degna di elogio, sebbene non sia una combinazione che raccomanderei.

Le riserve che avevo avuto su una leggera mancanza di calore sono venute meno quando ho spostato il mINT nel mio altro impianto, dove è richiesta una minore capacità di pilotaggio. L'ho collegato ai miei Acoustic Energy AE509s di 91 db di efficienza, tutta un'altra cosa rispetto agli (ottimistici) 86 db di targa degli Usher. Il mINT mi ha ricompensato per il minor sforzo con un grande miglioramento in termini di suono. L'ingresso SPDIF, alimentato otticamente da una scheda audio Asus Essence, suonava ancora un po' confuso come con le Usher, ma non così esile come era stato in precedenza, prima di cambiare ingresso. Dopo essere riuscito a superare i problemi software e poter utilizzare di nuovo l'ingresso USB diretto, il suono è tornato a vivere. Il cambio ha fatto sì che il palcoscenico si aprisse ed il dettaglio salisse a livelli tremendi, persino in un ambiente più piccolo. La prima cosa che ho ascoltato su questo impianto è stato un Greatest Hits di BB King: Lucille suonava dolcissima. Poi un'edizione a 24 bit e 96 kHz di "When I Look in Your Eyes" di Diana Krall; sono rimasto impressionato dalla profondità dei riverberi e dal basso conciso ma ricco di dettagli. Questo può essere un grande ampli per i fanatici dei bassi! Mi sono davvero goduto l'introduzione del contrabbasso a "Use Me" dal vecchio classico album audiofilo Companion di Patricia Barber. Gli acuti sono rimasti chiari e aperti senza sembrare analitici ed i medi erano molto naturali. Ho messo su anche il vecchio classico di Joe Cocker "Delta Lady", che non ascoltavo da chissà quanto tempo. Il pianoforte era davvero naturale ed il dettaglio ha reso perfettamente le rasposità della voce di Cocker. Il coro sullo sfondo era un po' aspro ma sospetto che dipenda dalla registrazione. Il cambio totale di stile passando a "From the Age of Swing" di Dick Hyman ha portato in evidenza i punti di forza dell'unità. Il contrabbasso era al suo posto, dettagliato e profondo. Il pianoforte era rotondo, le percussioni frizzanti e metalliche lì dove ce n'era bisogno. Il tutto sufficiente a farmi dimenticare la recensione e a farmi immergere nella musica. Sempre un buon segno!

Infine ho provato l'amplificatore per cuffia. Non molto da dire in realtà - mi ha impressionato per quanto chiaro, realistico e soddisfacente. Una buona aggiunta al tutto. In teoria potrebbe non reggere il confronto con un ampli solo per cuffia, ma secondo me ha suonato bene. Gli appassionati del suono in cuffia possono sempre usare l'uscita fissa per connettersi ad un ampli separato ma la maggior parte degli utenti non lo troverà necessario.

Conclusioni

Il mINT mi è sembrato una combinazione davvero bene equilibrata. C'era sinergia tra la tonalità ricca del DAC e la resa dettagliata e raffinata degli stadi di amplificazione. Quando ho ascoltato ogni stadio separatamente sono rimasto ancora bene impressionato, ma in misura leggermente inferiore. In definitiva possiamo dire che il risultato complessivo è maggiore della somma delle parti.

C'è poi il discorso del valore ed il confronto con le alternative. Gli amplificatori digitali di potenza sono abbastanza costosi e, come introduzione a quella tecnologia e al suono veloce e chiaro ad essa associato, questo amplificatore risulta abbastanza economico se confrontato, ad esempio, con un Bel Canto od un PASS Labs. Si tratta di una combinazione che tira fuori una quantità enorme di tutto quello che c'è di buono nel suono W4S ad un prezzo relativamente ragionevole. Ovviamente è possibile, per questa somma, mettere insieme un impianto in grado di competere in qualità con il mINT, ma credo che non sarebbe affatto semplice, specialmente se si considera che non c'è nemmeno bisogno di collegare i cavi all'unità. Ed è ovviamente una grande soluzione se avete problemi di spazio. Tirando le somme il suono è agile, chiaro, diretto e accurato. Non fa per voi se volete un impianto complicato od un suono smodatamente dolce e valvolare. A parte ciò credo che davvero non possiate sbagliare: funziona bene, suona alla grande.

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