Prodotto: amplificatore integrato AX 592 100 + 100 W
Produttore: Yamaha - Giappone
Prezzo approssimativo: 400 Euro - 800.000 lire
Recensore: Dejan Veselinovic
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Yamaha ha un lunga e non comune
tradizione nella produzione di strumenti musicali, che risale al
1862. Da una realtà simile, con questo tipo di background che
pochi produttori audio possono vantare, ci si aspetta prodotti un
gradino al di sopra della media.
Il modello AX 592 vanta un'uscita nominale di 100 W per canale su
8 Ohm; uscite di potenza su carichi difficili richiedono un
impulso sostanziale. Infatti, sul retro troverete un commutatore
che permette la selezione per carichi più facili (6 Ohm o
superiori) e più difficili (sotto i 6 Ohm).
Io sono un sostenitore della teoria che un amplificatore sia una
sorgente di tensione elettrica, e, quando possibile, non mi
preoccupo affatto di quale carico piloti, perciò ho selezionato
il commutatore per i carichi difficili e ho dimenticato il tutto.
Il pannello frontale è semplice
e ordinato, cosa non comune. Vi troverete solo quello di cui
avete bisogno per un utilizzo quotidiano - l'interruttore di
accensione, i pulsanti per gli altoparlanti A e B (e A + B), il
selettore degli ingressi, il controllo del volume e non uno, ma
due interruttori di bypass.
Tuttavia, la vista può essere
ingannata, e se abbassate il pannello di controllo, troverete gli
altri comandi. Da sinistra a destra, ci sono le manopole per i
bassi e gli alti, un filtro subsonico, il controllo di
bilanciamento, il comando per il loudness ed un controllo Rec
Out.
Il controllo del loudness è, ed è stato per decenni, una
specialità Yamaha. Non è un semplice interruttore, con una
posizione acceso/spento, che utilizza valori predeterminati, ma
un potenziometro. Funziona in questo
modo - invece di evidenziare gli alti ed i bassi (tipicamente
+8/+3 dB a 1W), di fatto comincia a diminuire in volume la gamma
media, i bassi e gli alti, producendo così due effetti.
Da una parte, agisce come un muting
variabile, e dall'altra fornisce una curva di contorno del
loudness controllata dall'utente. Una soluzione molto pulita
ed intelligente, se vi interessano quel genere di cose. A me no,
così l'ho provato e l'ho subito dimenticato.
Nel complesso, va tutto bene,
per essere un prodotto tradizionale; se ha di meno rispetto a
qualcuno, ha comunque qualcosa in più rispetto ad altri.
Un punto notevole: il filtro subsonico non è il
solito aggeggio di bassa qualità, ma è uno serio, con una
frequenza cutoff a 18 Hz ed una slope di 18 db/oct, un vero aiuto
per chi possiede un giradischi.
A proposito del quale, è presente un
ingresso MC/MM -- una rarità oggigiorno, così come
l'uscita per le cuffie sul frontale.
Sul retro, troverete anche gli usuali accoppiatori pre-main, dei connettori
RCA input/output di ragionevole qualità, mentre gli ingressi per
il CD sono dorati.
Per i diffusori sono previsti i classici morsetti, e, per la coppia A, presumibilmente la
vostra coppia principale, ci sono dei morsetti realmente
robusti -- personalmente, non ho avuto problemi con i miei
cavi di potenza Jamo OFC, che non sono certo piccoli (sezione 4.5
mm, trecce 2x256).
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All'interno, troverete un trasformatore di potenza veramente notevole, che incide per la maggior parte dei 12.9 kg di peso dell'unità;
Yamaha usa quella che chiama "tecnologia dei cavi grossi", che è un modo simpatico per dire che per i loro ponticelli usano realmente dei cavi
spessi, e non l'usuale cablaggio sottile come un capello.
Nonostante il numero di componenti usati, l'interno è abbastanza ordinato come può essere per i classici metodi di produzione, senza l'uso cioè di
tecnologia più avanzata, come l'SMD. Notate poi i due
scambiatori di calore ragionevolmente dimensionati.
Parlando della sezione ampli di potenza, questa usa due coppie di
transistor per canale [2SA1694 (PNP) e 2SC4467 (NPN)] per
l'erogazione in corrente. Nei catologhi sono descritti come
dispositivi a 120V/8A/80W/20 MHz - direi non proprio generosi,
per l'uscita di potenza data.
D'altra parte, all'interno c'è
un numero di condensatori di qualità elevata eccezionalmente
alto, a partire dalle serie Muse di Nichicon (le due scatole
verdi nell'immagine, ma ce ne sono ancora altrove), ai
condensatori dell'amplificazione di potenza, che, in questo caso,
sono componenti Elna for Audio, regolati a 12000 µF/63V.
Generalmente riconosciuti come
componenti molto buoni (a caro prezzo!), devo dire di essere
stato molto sorpreso di trovarli in questa unità, considerato il
suo prezzo. Appena a sinistra, potrete notare il raddrizzatore a
ponte, un'unità a 20A molto notevole.
Mentre il circuito dell'amplificazione di potenza è
completamente separato, il preamplificatore è un prodotto tipico
della tecnologia ibrida. Utilizza infatti sia transistor separati
che circuiti integrati. Così, il preamp MC usa transistor a
basso disturbo, e tutto il resto usa generalmente IC, incluso gli
interruttori, tipici SMOS.
Il preamp è un modulo separato, a cui se ne aggiungono uno per
il volume e il selettore, ed un altro per i controlli dei toni.
Mentre il controllo del volume e il selettore della sorgente sono
motorizzati, e perciò possono essere attivati dal telecomando
fornito, tutti i componenti sono di produzione standard
giapponese, vale a dire di qualità inferiore.
Un'latra feature piuttosto utile è la presenza di tre prese asservite con assorbimento max di 100W ovvero quanto basta per collegarci CD player, sinto e cassette.
Torniamo ora non all'unico, ma ai ben due bypass. Il primo,
denominato "Pure Direct", bypassa tutto tranne il
selettore degli ingressi ed il volume, e l'altro, indicato
come "CD Amp Direct", bypassa anche il selettore degli
ingressi e lavora solo per il CDp.
Comunque, riduce anche il margine di
sovraccarico complessivo -- mi sono imbattuto in questo
problema con un CDp che aveva un'uscita eccezionalmente alta,
invece dei 2V standard erogava infatti 2.9V. Sebbene ciò
effettivamente non sovraccaricasse l'ingresso dello Yamaha,
dava enfasi al suono. Disattivando invece l'interruttore
"CD Amp Direct" la faccenda migliorava sensibilmente,
ma rendeva il suono meno piacevole.
In generale - e questo è vero per
questa macchina -- attivando l'interruttore
"direct" si migliorava il suono in maniera
considerevole, testimone dell'inadeguatezza del progetto
della sezione preamp.
Considerati la sua potenza nominale ed il
prezzo, mi aspettavo che lo Yamaha richiedesse di alzare
parecchio il volume, prima che cominciasse a suonare in maniera
decente -- fortunatamente, mi sbagliavo. Ad alto volume suona
infatti quasi esattamente allo stesso modo che a bassa potenza,
solo più forte.
Quello che ha, lo eroga ad ogni livello di potenza
su più o meno le stesse basi, che è una buona notizia, visto
che la maggior parte di noi (credo) usa in media livelli di
potenza relativamente modesti, di fatto circa 0.5-1.5W, e ha
bisogno del resto per i picchi dinamici (eccetto quelle persone a
cui capita di avere dei diffusori a bassa sensibilità).
Così come è, il suono non è niente
di straordinario -- ma attivate il tasto "direct" e
le cose miglioreranno molto considerevolmente.
Comincerete a
sentire dettagli che non c'erano fino ad un secondo prima,
le gamme medie ed alte migliorano notevolmente, diventando gli
alti più aperti e naturali. Non è dolce come un valvolare, non
ha lucentezza, ma almeno non ti urla dietro.
Direi che gli alti sono onestamente
precisi e ben bilanciati in termini di qualità acustica, ma sono
leggermente nascosti in confronto alla gamma media.
Approssimativamente, la stessa cosa
potrebbe essere detta per quello che riguarda i bassi. Quello che
si sente è di buona qualità, ben controllato, ma manca del peso
e dell'autorità necessaria per condurre la musica a lungo.
Non è carente nei bassi, è solo che i bassi non sono quello che
dovrebbero essere, diciamo un po' tendenti al leggero.
Come notato prima, la qualità del suono
cambia molto poco all'aumentare del volume. Perciò, gli
stessi commenti fatti per la microdinamica, possono essere fatti
qui in questo paragrafo.
Come ci si dovebbe aspettare da un 100
watt, l'estensione dinamica non è solo buona, ma, di fatto,
è una delle migliori che ho mai sentito.
La ragione è semplicemente una -- provate a selezionare un ingresso di
alto livello, come il sinto, il CDp o la piastra, aumentate il
volume al massimo e avvicinate l'orecchio molto vicino al
tweeter, sarete sorpresi da quanto poco disturbo sentirete.
Io non riesco a ricordare quando è
stata l'ultima volta in cui ho udito una tale assenza di
disturbi persino su strumenti più costosi e prestigiosi, tanto
meno su prodotti di massa (ricordate, sempre con il tasto
"direct" inserito).
Se doveste fare questo test,
ricordatevi di abbassare subito il volume, se non volete
aspettarvi delle sorprese più tardi :-)
Certamente, non manca la potenza. L'AX
592 ha superato l'esame con ognuna delle mie tre coppie di
diffusori, incluse le più difficili AR94, con grande
disinvoltura e senza problemi.
Io sospetto
che ciò sia dovuto in parte alla sua piuttosto bassa corrente di
polarizzazione -- dopo essere stato acceso per ore,
l'ampli non diventa nemmeno caldo, tanto meno bollente. Ciò
significa che funziona in classe B, non proprio popolare tra gli
audiofili, ma che ovviamente gli permette di lavorare
ragionevolmente bene.
Questa facilità di pilotaggio mi ha
sorpreso (ehi, per questo budget, fa quello che molti progetti
audiophile non riescono a fare!).
Ho deciso così di guardarci più da vicino e, con un collega, gli ho
connesso dei carichi di prova e abbiamo fatto delle
osservazioni all'oscilloscopio (molto meglio della tv!).
Abbiamo così alimentato lo Yamaha con segnali intermittenti, partendo da
un'impedenza nominale di 8 ohm, per poi scendere.
Bene! Devo dire che mi è molto piaciuto quello che ho visto con un carico da 2 ohm --
l'uscita del picco di potenza proprio prima del clipping era
a 460 Watt! Ora, è una corrente di uscita di picco di circa 21.4 A, che aumenta se il
segnale di test va sotto i 10 msec. Su un carico da 1 ohm,
erogava 478W, una corrente di picco di 30.9 A! Wow! E questo da
un prodotto tradizionale e molto molto commerciale?
Se ciò significa bontà in termini di tolleranza ai carichi,
notate piuttosto che è una potenza "bruta";
se utilizzata senza cura, potrebbe "fondere" facilmente
più di un diffusore. Quindi, bene ad averla, ma abbiate giudizio
con il controllo del volume.
Complessivamente, lo Yamaha AX 592 è un
prodotto piuttosto buono, sopra la media per la sua categoria di
prezzo, da diversi punti di vista. Ha una
prodigiosa disponibilità di potenza e non è affatto inervosito
da diffusori anche difficili -- un buon prodotto in ogni
caso, sbalorditivo per il suo costo.
Ha un incredibile quantità di
componenti elettronici all'interno, ma l'effetto netto
non è cosa poteva essere, ma proprio in virtù di questi
componenti, cosa sarebbe dovuto essere. Comunque, il
prezzo così basso aiuta a tollerare alcune delle sue mancanze.
Il suono che ne viene fuori è quello
che io chiamo "middle ground" -- il
suo midrange è pulito, naturale, con un buon rendimento vocale,
ma la sua performance peggiora ad entrambi gli estremi. Gli alti non sono sgradevoli, ma non sono così puliti come dovrebbero esserlo in un prodotto
audiophile - sono solo leggermente meglio della media per un
prodotto di massa. I bassi sono puliti, ritmici e molto ben
controllati, ma manca loro un tocco di calore e peso che li
avrebbe resi emozionanti.
Il suo vero limite è la sezione pre - staccate i ponticelli che
collegano il pre con l'ampli principale, collegate un
premplificatore differente e otterrete un'immagine tonale
differente. Nel mio caso, ho inserito un Thule Audio PR250B,
utilizzando le sue uscite RCA standard e, guarda guarda, la
sezione ampli di potenza dello Yamaha ha cominciato a suonare in
maniera più sostanziale e seria nei bassi e più pulita nella
gamma media.
Ho ripetuto questo test usando l'ampli integrato Thule Audio
IA60. Prima, ho utilizzato la sua uscita pre per pilotare la
sezione ampli di potenza dello Yamaha, e poi l'uscita pre dello
Yamaha per pilotare il Thule.
Effettivamente, lo Yamaha suonava
meglio quando pilotato dal Thule, mentre il suono del Thule
peggiorava quando pilotato dal pre Yamaha. Quindi, è la sezione
preamplificatore che è al di sotto della media.
Ho provato Ia scheda phono, utilizzando il mio giradischi Dual
CS604 ampiamente modificato con testina Ortofon LM20 (520).
Lavorava abbastanza bene, ma ho sentito di meglio con prodotti
ugualmente commerciali (Proton, NAD, tanto per fare solo due nomi).
In realtà, sembra essere stata messa come un ripensamento
piuttosto che concepita per questo strumento. Se vi preoccupate
per i vostri LP, cercate un'unità esterna di qualità superiore.
Concludendo, questo è un prodotto piuttosto buono, che cerca di piacere a tutti. Non farà niente di spiacevole o di cattivo, ma in realtà nemmeno "accenderà" la musica! Questo non è un prodotto audiophile, ma per il suo prezzo renderà la vita difficile a molti amplificatori ed in effetti offre davvero tanto per quel che costa.
Senza avere uno schema completo
dei circuiti, ci sono un paio di cose con cui potete divertirvi,
entrambe riguardanti la sezione di potenza.
Mentre la coppia di diffusori B, l'unica che utilizza morsetti d'uscita standard, ha i suoi posts direttamente saldati al modulo del circuito, la coppia A, l'unica che ha i morsetti molto robusti, sorprendentemente usa dei cavi per
portare il segnale fino agli stessi.
Si potrebbe perciò provare a cambiare i cavi di serie con
qualcosa di qualità maggiore, come ad esempio cavi in puro
argento - avrete bisogno di sei spezzoni da 15 cm (+, - e ritorno
- per ogni diffusore). Io mi aspetto che le cose migliorino -
quanto, o come in generale, non lo so.
Da esperienze precedenti, so che è una cosa abbastanza sicura
cambiare i transistor di potenza. Potreste togliere quelli
forniti di serie ed installare il numero di coppie richiesto del
duo 2SC3281/2SA1302. Questi sono dispositivi a 140V, 150W,
16/25A, 30 MHz, che praticamente raddoppierebbero lo stadio di
potenza nella maggior parte dei casi.
Da quello che avete finora letto, non dovreste avere bisogno di
ulteriore potenza, ma per esperienza so che questi dispositivi
tendono a suonare in maniera più sostanziale rispetto ai loro
equivalenti inferiori.
Penso che ci sia una buona probabilità che i bassi possano migliorare. Comunque, ricordate che, senza schemi appropriati, tutto ciò è solo un tentativo - potreste
anche incappare facilmente in ogni tipo di problema, come
l'oscillazione, per esempio.
Siate inoltre certi di utilizzare coppie assolutamente compatibili - in un circuito di classe B, ciò è di fondamentale importanza.
Comunque, è la sezione pre ad essere carente in questo caso,
quindi ogni VERO lavoro dovrebbe essere fatto lì - ma, ripeto
ancora, cosa non possibile senza gli schemi adatti. Se dovessi
riuscire ad averli, vi farò sapere cosa ho ottenuto.
Materiale usato per la
recensione:
Celtic Spirit: Various Artists - Narada, ND-63929
Cat Stevens: Greatest Hits - A&M Records, SS-CS0599
Simon and Garfunkel's Greatest Hits - Columbia, CK 31350
Rock Ballads Vol. 1 - Unison, CDP0022
Carreras, Domingo, Pavarotti in Concert/Mehta - Decca 430 433-2
Richard Strauss: Also Sprach Zarathustra - EMI Encore CDE 5 68122
2
The Favorite Opera Arias - Cisco GCD 8004
Enigma: MCMXC a.D. Special Edition - Virgin CD 262 029
Galija: Juznjacka uteha - PGP-RTS 412796
Vangelis: Platinum - Polydor VP 180 197-R
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Traduzione: Gianluca Lozza
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