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Sistema di diffusori Alacrity Audio Caterthun

[Diffusori Alacrity Audio Caterthun]

Bassi più profondi da casse più piccole?

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Nome prodotto: Sistema di diffusori Alacrity Audio Caterthun
Produttore: Alacrity Audio - Regno Unito
Costo: 1995 sterline inglesi (YMMV)

Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Data recensione: Novembre 2012
Traduttore: Enzo De Sanctis

Quelli tra voi che hanno seguito TNT-Audio negli ultimi sei anni, o anche prima, potranno ricordare una delle mie prime recensioni di un prodotto acclamato come "Il Miglior Diffusore del Mondo". A suo tempo fui aspramente criticato dal produttore per una recensione troppo negativa (pretese persino che TNT la rimuovesse dal sito), e fui anche ripreso su un forum hifi per essere stato fin troppo favorevole. Sarete quindi sorpresi dal fatto che mi sono assunto l'onere di recensire un'altra coppia di diffusori accompagnati anch'essi da un'affermazione di questo genere!

I diffusori in esame questa volta vengono prodotti dalla Alacrity Audio, e sono chiamati Caterthun. Guardandoli sembrerebbero dei bass-reflex piccoletti e del tutto ordinari, con un altoparlante da sei pollici sui bassi, ed un tweeter. Ma quel che ha attirato l'attenzione qui su TNT-Audio sono state proprio le affermazioni fatte a proposito delle loro prestazioni. La Alacrity ci ha detto:

"Presentano un inviluppo di potenza completo, che va dai 20 kHz giù fino a oltre 15 hertz. Ma non si tratta ancora dell'intero andamento della risposta in potenza, dal momento che il punto inferiore a -3 dB non può essere determinato, perché ricade probabilmente nel campo degli infrasuoni." Un risultato impressionante per un diffusore che misura appena 205 x 415 x 250 mm, e utilizza un altoparlante da 6 pollici sui bassi! Secondo Alacrity, ciò è dovuto ad un sistema di caricamento dei bassi brevettato da loro, sebbene (e, forse, comprensibilmente) non abbiano voluto fornire ulteriori dettagli. Il progettista ha aggiunto: "Ho inventato una tecnologia di caricamento della cassa del diffusore che provoca l'insorgere di un'onda stazionaria, non solo alla sua frequenza di risonanza naturale (che, a dire il vero, non possiede), ma per ogni frequenza del segnale, da quelle a singola cifra fino ad oltre 10 kHz.

Gli effetti collaterali del mio sistema di caricamento includono il fatto che viene considerevolmente ritardata in modo lineare l'escursione del driver dei bassi a tutte le frequenze (dando così modo di fornire più potenza all'unità), pur senza danneggiare l'efficienza d'uscita. Quest'ultima rimane all'interno dell'intervallo di escursione lineare dell'altoparlante anche per alti guadagni (superiori ai 100 dB). Viene anche corretta la distorsione di fase prodotta dai componenti elettronici del crossover, facendo sì che la fase del segnale in uscita si accoppi perfettamente col tweeter alla frequenza d'incrocio."

[Diffusori Alacrity Audio Caterthun]

Il vantaggio di essere un recensore è che possiamo procurarci un prodotto per verificare le asserzioni fatte su di esso, ed è esattamente ciò che ho fatto. I diffusori in esame sono arrivati all'interno di una bella valigia in grado di garantire loro una protezione più che adeguata. Dal momento che questa valigia (se il cliente volesse acquistarla) viene venduta ad oltre 200 £, non sono sicuro su quanti potrebbero essere interessati. Non riesco ad immaginarmi squattrinati studenti universitari comprare una coppia di Caterthun e portarsele alle feste qua e là per il campus. Ma si tratta pur sempre di una possibilità, e quindi non vedo problemi nel proporla. Tirati fuori dal contenitore questi diffusori esibiscono un aspetto gradevolmente rifinito con le loro casse in quercia inglese [essenza da noi più comunemente chiamata rovere di Slavonia, N.d.T.]. Sul sito Alacrity si afferma che sono disponibili anche in bianco, e c'è pure una foto di una coppia con laccatura nero pianoforte sebbene (alla data della recensione) l'azienda sia ancora in cerca di un fornitore in grado di assicurargli una finitura della qualità richiesta. Questi diffusori sono abbastanza pesanti per le loro dimensioni, circa 10 kg l'uno, e presentano quattro terminali per il bi-wiring o il bi-amping. Le Caterthun sono progettate per essere diffusori da libreria ma vi occorreranno dei ripiani belli solidi, e ho la sensazione che starebbero meglio appoggiati su supporti.

Ho posizionato le Caterthun nella mia stanza d'ascolto. Non avevo a disposizione una libreria adatta e così li ho sistemati su stand, a circa 45 cm dalle pareti laterali e 60 cm da quella dietro di loro. Questa distanza dal fondo si è rivelata eccessiva, ed il basso è risultato mancare di profondità, per quanto il palcoscenico così ottenuto fosse eccezionalmente profondo! Arretrando i diffusori fino a pochi centimetri dal fondo i bassi si sono riequilibrati, e per tutta la durata della recensione li ho lasciati così.

Alacrity raccomanda di pilotare le Caterthun con un ampli a valvole, e pertanto ho tirato fuori il Miniwatt N3 e lo Yarland M34 e li ho accoppiati sia con uno dei miei buffer a valvole, che con l'eccellente preampli KingRex. Ho anche provato una coppia di ampli Temple Audio Bantam Gold con stadio a valvole. Praticamente ognuna di queste combinazioni ha funzionato con le Caterthun, così come suona bene anche la biamplificazione con due Trends Audio. Si direbbe che le Caterthun siano state progettate per funzionare al meglio con una configurazione d'impianto ben definita. Per un diffusore commerciale è più frequente che sia accordato con qualche leggero compromesso sulla prestazione ottimale, ma in modo tale da poter ben suonare in un insieme più ampio di situazioni. Ciò significa che non è detto che le Caterthun possano essere inserite in qualsiasi impianto preesistente e suonare bene, di fatto in alcuni sistemi potrebbero suonare male. Va da sé che un buon venditore dovrebbe essere in grado di farle ascoltare con il sistema "giusto", e avvertire i clienti se c'è bisogno che adeguino il loro impianto.

Ad ogni modo, per farla breve, le Caterthun hanno veramente messo in mostra le differenze (sfumature?) tra le configurazioni a monte. Personalmente la mia preferita è stata quella con il Miniwatt N3 pilotato dal pre KingRex, sebbene il tutto non suonasse così forte come mi sarebbe piaciuto. Le Caterthun vengono definite facili da pilotare, ma con i loro 86 dB di efficienza avranno ovviamente bisogno di qualcosa in più per suonare forte rispetto a un diffusore più efficiente.

Le Caterthun danno origine a un palcoscenico bello profondo, anche se vengono sistemate direttamente contro la parete di fondo. Per quanto riguarda l'ampiezza del palcoscenico, ne ho ascoltati di più ampi. Non mi son sembrate andare molto più in là della posizione delle casse, sebbene ciò per me non sia stato un problema dal momento che i diffusori erano sistemati abbastanza larghi tra loro. All'interno del palcoscenico l'immagine è ben focalizzata, come ho potuto verificare all'ascolto di Patricia Barber cantare "My Girl". Lei e la sua chitarra basso erano tenute ben separate e posizionate in modo quasi olografico. Mi piace sempre far suonare alcune tracce dall'album di Roger Waters "Amused To Death", per sentire come sono resi gli effetti Q-sound. Le Caterthun hanno passato bene il test, facendo capire che non presentano problemi di fase. Volevo mettere alla prova questo aspetto in modo particolare, dal momento che il progettista mi aveva detto che le modifiche fatte per estendere la risposta in basso hanno conseguenze sulla fase. Tuttavia, a quanto pare, tali modifiche non hanno dato luogo a effetti indesiderati.

Considerate le affermazioni fatte a proposito dei bassi della Caterthun, ho voluto ascoltare con attenzione proprio questa banda di frequenze. Posizionate vicino al muro posteriore, sembrano davvero tirare fuori molti più bassi, e più profondi, di quel che mi aspetterei da un diffusore abbastanza piccolo e con un woofer da 6 pollici. Inoltre, questi bassi sono di ottima qualità, precisi, ben definiti, veloci e armoniosi. L'ascolto di "Graceland" di Paul Simon, dall'album omonimo, mi ha fatto battere il piede in modo quasi incontrollabile, segno sicuro che il tempo è preciso. Anche "The Might of Rome", dalla colonna sonora de Il Gladiatore, mi ha molto impressionato per come questi piccoli diffusori riescano a catturare la maestosità del brano. L'estensione non è allo stesso livello dei diffusori del mio impianto personale, ma questi ultimi utilizzano un altoparlante da 15 pollici sui bassi, e uno da 12 sui medi. Scommetto che siamo andati contro le leggi della fisica, relativamente a quanta aria possa smuovere un altoparlante da 6 pollici. Detto ciò, per un diffusore delle dimensioni delle Caterthun rendere tanto coinvolgente l'ascolto di un brano come questo, è un risultato sorprendente! Oltre a tutto quel che ho sentito, le Caterthun mi hanno anche reso evidente l'emozione che c'è in quel pezzo.

L'intervallo dinamico delle Caterthun è molto buono. All'ascolto dell'album "Sister Drum" di Dadawa sono rimasto molto colpito da quanto bene si sentissero i suoni più flebili pur suonando a un volume d'ascolto che mi permettesse di godermi appieno i passaggi più forti senza disturbare i vicini. L'esito è stato sempre lo stesso qualsiasi cosa suonassi, con i dettagli a più basso volume ben distintamente intelligibili.

La presentazione delle Caterthun è leggermente avanti, e tirano fuori anche l'ultimo grammo di dettaglio da qualsiasi cosa stiate suonando. A me personalmente un tale tipo di presentazione piace. Non ci sono asprezze sugli acuti, e non ho avuto alcun problema nel continuare ad ascoltare per ore ed ore. Qualsiasi cosa avessi messo su suonava bene, e non direi che ci sia un genere musicale che preferiscono rispetto agli altri.

[Diffusori Alacrity Audio Caterthun]

Potete dare di tutto in pasto alle Caterthun. Ascoltando Nick Drake, era chiaramente udibile il fruscio del nastro dalla registrazione originale. Nell'album "War of the Worlds" di Jeff Wayne, la prima traccia presenta un intervento parlato del compianto Richard Burton. L'accuratezza con cui un impianto riesce a rendere la sua ben nota voce è un utile criterio di confronto, e ancora una volta le Caterthun hanno fatto un buon lavoro. Se l'impianto fa il suo lavoro, dovreste anche sentire con chiarezza l'eco presente in questa traccia, con la voce di Richard Burton che sembra trovarsi all'interno di una sala ricca di riverberi, come è stato evidente per me all'ascolto. C'è anche un eccellente senso di "presenza". In "Wish You Were Here" dei Pink Floyd la sensazione di trovarsi sul serio dentro l'ascensore era davvero reale.

Anche una Toccata e Fuga di Bach ha messo in evidenza le capacità sui bassi di questi piccoli diffusori. Non c'era certo quel senso di grandiosità che danno i miei dipoli con i loro woofer da 15 pollici ma, a meno che non si stiano confrontando i due sistemi, la prestazione delle Caterthun è stata più che accettabile, in considerazione delle loro dimensioni. Una veloce digressione con l'album "Live at Sunrise" dei Dreadzone ha dimostrato anche che questi diffusori non lasciano dubbi all'ascoltatore sul limite cui riescono a spingeersi, e possono suonare il rock alla grande.

Tornando ad alcuni brani classici che mi sono familiari, quel che ho notato con le Caterthun è stato che gli strumenti situati nelle ultime file di una grande orchestra, percussioni, arpa e così via, erano molto meglio definiti, con un reale senso di presenza. Questi diffusori riescono davvero ad estrarre qualsiasi minimo dettaglio dalle registrazioni. Ancora una volta, sono riuscite a rendere ben evidente l'emozione presente in quel tipo di musica.

È difficile trovare un qualsiasi aspetto negativo al riguardo delle Caterthun. Dire che la loro presentazione è leggermente in avanti è un'osservazione piuttosto che una critica. A qualcuno (come me) la cosa piace, altri possono preferirla un po' più arretrata. Ma ascoltandole col passare delle settimane, le ho trovate sempre più piacevoli da ascoltare, persino divertenti. Non sono sicuro di quale trucco sia stato utilizzato per ottenere questi bassi in più da quelle scatolette, ma sembra funzionare, e anche bene.

Se proprio devo criticare qualcosa, si tratta dei proclami fatti dal costruttore. Non ho modo di misurare con accuratezza i bassi al di sotto dei 20 Hz, così non posso esprimermi sull'affermazione di “risposta a +/- 3 dB dalle frequenze subsoniche fino ai 20.000 Hz”. Ma mi sentirei di suggerire che così si potrebbero piuttosto allontanare i potenziali clienti anziché attirarli. Posso (cercare di) essere d'accordo con la prima parte della seguente affermazione: "le Caterthun (Marroni o Bianche [gioco di parole con Brown Caterthun e White Caterthun, siti archeologici scozzesi dell'età del ferro, N.d.T.] ) riproducono due o tre ottave in basso in più rispetto a qualsiasi altro diffusore di dimensioni simili, e almeno un'intera ottava in più rispetto a QUALSIASI altro diffusore sulla faccia della Terra". Ma per quanto riguarda la seconda parte, soggettivamente i diffusori del mio impianto personale scendono più in basso, mantenendo un volume più forte. È un po' come affermare che una Fiat 500 può surclassare una Ferrari. Da quel che ho potuto verificare, effettivamente i Caterthun vanno (molto) più in basso degli altri diffusori di quelle dimensioni, e lo fanno molto bene. Penso che sia (l'unica) affermazione che si possa fare su di loro, capace di attirare molta più attenzione seria rispetto ad alcuni dei commenti presenti sul sito web del produttore. Quel che sto dicendo è che questi diffusori meritano di essere presi seriamente in considerazione, soprattutto se avete bisogno di casse piccole ma non volete scendere a compromessi per quanto riguarda la risposta sui bassi. Perciò, dimenticatevi gli slogan pubblicitari e, se potete, provate semplicemente ad ascoltarli.

Concludendo, pollice su con decisione per le piccole Caterthun. Non riesco a fare a meno di chiedermi quale potrebbe essere il risultato se si applicasse la stessa tecnologia ad un diffusore leggermente più grande, diciamo con un altoparlante da 8 o 10 pollici! In un modo o in un altro l'hifi è sempre un compromesso, ma le Caterthun sembrano infrangere la regola per cui i bassi diminuiscono al rimpicciolirsi delle casse. Fanno quasi tutto bene e, cosa più importante, suonano anche bene. Le due parole che meglio esprimono la loro prestazione sono gradevoli e divertenti. Non sono sicuro se siano dei veri diffusori “bookshelf”, ma non prendono comunque molto spazio se li si posiziona contro la parete su dei supporti decenti. Adesso so che se fossi obbligato ad avere un ambiente d'ascolto piccolo (senza poter utilizzare i miei dipoli), mi basterebbe scegliere un solo diffusore per essere felice! Ma ricordatevi che non si tratta di elementi che potete inserire in un qualsiasi impianto già esistente. Hanno bisogno di elettroniche a monte che lavorino bene con loro e, pertanto, se in negozio ve ne innamorerete, potreste ritrovarvi a cambiare uno o più degli altri componenti per farle suonare in maniera ottimale all'interno del vostro impianto. Nonostante ciò, le raccomando con decisione!

© Copyright 2012 Nick Whetstone - nick@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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