Jurassic (S)Park! Bose Direct/Reflecting® 901 prima serie - Parte I

Nascita di una controversa leggenda

[Bose 901 - front view]
[English version here]

Prodotto: diffusori Bose 901 (prima serie)
Costruttore: Bose - USA
Valore attuale sul mercato: da €500 a €1500 a seconda delle condizioni
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Pubblicato: maggio, 2024

La nostra sezione Jurassic (S)Park! si propone di riscoprire vecchi componenti HiFi, sia classici immortali che oggetti che avrebbero meritato un successo e un'accoglienza diverse. È la volta di un componente che in qualche modo appartiene ad entrambe queste categorie, i diffusori Bose Direct/Reflecting® 901.

Trattandosi di un mostro sacro, venerato o disprezzato in modo feroce, è necessario accostarsi con spirito sgombro da pregiudizi o fanatismi, come facciamo sempre tra l'altro, e dedicare a questo diffusore uno spazio più ampio del solito. La trattazione sarà pertanto divisa in due parti: questa prima sezione, dedicata alla storia del progetto, le sue caratteristiche, più qualche consiglio su reperibilità e riparazione, e la seconda interamente dedicata alle prestazioni sonore e a qualche consiglio per ottenere il massimo delle prestazioni.

Per fare questo - dopo una lunga ed estenuante ricerca - ho dovuto mettere le mani su una Bose 901 prima serie, in condizioni praticamente pari al nuovo, cosa non semplice, trattandosi di un diffusore di circa 55 anni fa. Era mia intenzione trattare solo della 901 prima serie, quella pensata, immaginata e progettata da Amar Bose in persona, quella che ha dato il via a una serie di incarnazioni più o meno ben riuscite. Solo in una prima serie (e, in qualche misura, nella seconda) si può capire quale fosse la portata del rivoluzionario progetto di Bose, quanto si distaccasse da tutto ciò che era stato fatto sino ad allora, per capire come mai è stata amata e odiata così tanto. E, soprattutto, perché è stata principalmente incompresa.

Trovato l'esemplare in mio possesso in un oscuro negozietto di vintage HiFi a Francoforte, mi sono accertato che fosse originale al 100%. Spesso prodotti così vecchi subiscono modifiche o riparazioni che ne rendono il valore storico prossimo allo zero. Il modello in questione era stato restaurato rispettando le specifiche originali, senza modifiche. Unica concessione al restauro estetico, ininfluente ai fini sonori e rimovibile, la presenza di piccole cornici superiori ed inferiori, in noce dello stesso colore.

Amar Bose e la genesi del progetto 901

Prima di parlare del diffusore, occorre spendere due parole sull'ingegnere e professore Amar Bose. Figlio di un esule bengalese e di un'americana, nacque a Filadelfia il 2 novembre 1929. Amar Bose iniziò molto presto a dedicarsi all'elettronica e all'audio in particolare. Già all'età di 13 anni riparava radio e trenini elettrici nel seminterrato della casa dei genitori, durante la seconda guerra mondiale. Laureatosi al MIT, conseguì nella stessa prestigiosa università un master e un dottorato in ingegneria elettrica. Per festeggiare il titolo, acquistò il suo primo impianto HiFi, che trovò deludente, fatto che lo spinse a rivolgere parte delle sue ricerche verso l'acustica. Per le sue capacità, fu chiamato nel 1956 a lavorare al MIT dove insegnò fino al 2001. Durante la sua attività di ricerca al MIT sviluppò diverse tecnologie che furono in seguito brevettate. Forte di questi brevetti, fondò nel 1964 - all'età di 35 anni e con l'aiuto finanziario di alcuni suoi colleghi - la Bose Corporation. Trascinò nella sua avventura uno dei suoi migliori studenti, Sherwin Greenblatt, con il quale di fatto condivide il merito e la paternità del progetto 901.

È stato nominato Inventore dell'anno nel 1987 dalla Intellectual Property Owners Association per il sistema di diffusori con tecnologia a guida d'onda acustica e ha detenuto numerosi brevetti nei campi dell'acustica, dell'elettronica, dei sistemi non lineari e della teoria della comunicazione.

Tra le altre cose, inventò nel 1986 delle cuffie a cancellazione del rumore, che furono utilizzate per proteggere l'udito dei piloti Dick Rutan e Jeana Yeager durante il giro del mondo record senza scali a bordo del Voyager.
Nel 2004, dopo 25 anni di ricerca, ha introdotto un rivoluzionario sistema di sospensioni automobilistiche elettromagnetiche che unisce comfort e controllo. Qui un video di confronto con una sospensione tradizionale. Nel 2007 Amar Bose è stato incluso nella famosa lista degli uomini più ricchi al mondo, stilata dalla rivista Forbes, e nel 2011 ha regalato alla sua "Alma Mater", ossia al MIT, una sostanziosa parte del suo pacchetto azionario grazie al quale l'istituzione acquisì, pur restando senza diritto di voto, la maggioranza del capitale azionario. Morì all'età di 83 anni il 12 luglio del 2013 a Weyland.

La sua fama tra gli appassionati di audio - e non solo - è indissolubilmente legata al sistema di altoparlanti Direct/Reflecting 901®. Insoddisfatto delle prestazioni dei diffusori in commercio all'epoca cominciò a pensare a un approccio completamente diverso che rivoluzionasse l'idea di emissione frontale del suono e di percezione della distorsione.

A proposito di quest'ultima, in occasione di una lezione al MIT, Amar Bose fece il seguente esempio: “Potete chiudere dei tecnici in una stanza con il compito di ridurre la distorsione, e questi lo faranno senza problemi per anni. Ma la domanda è questa: cambia qualcosa riguardo alla percezione? La distorsione, sebbene si possa leggere sugli strumenti, magari non è udibile. E se non è udibile, allora non vale la pena profondere energie nella sua eliminazione, se non per raggiungere qualche specifico obiettivo ingegneristico”. Queste parole, forse, dovrebbero leggerle con attenzione i nuovi paladini delle misure tecniche ad ogni costo, ai quali non basterebbero 10 vite per raggiungere i traguardi scientifici e tecnici di Amar Bose, in termini di pubblicazioni e brevetti.

[Bose 2201]

Confrontando il suono che sentiva nelle sale da concerto con quello riprodotto in ambito domestico, formulò l'idea iniziale alla base del progetto Direct/Reflecting®: il suono in una sala da concerto arriva all'ascoltatore per la maggior parte riflesso dalle pareti (89%) e non direttamente dagli strumenti (solo 11%). Il primo prototipo era dunque una sorta di sfera pulsante (un quarto di semisfera, in realtà, si veda foto) che aveva altoparlanti che irradiavano in ogni direzione. Il diffusore 2201 (anno 1966) è dunque stato il primo modello che ha incarnato l'idea del Direct/Reflecting. Consisteva di ben 22 altoparlanti (ecco perché questa sigla) da cinque pollici ed era progettato per essere posizionato nell'angolo di una stanza, utilizzando le riflessioni delle pareti e del pavimento per diffondere il suono. Il sistema includeva dei controlli di tono e un interruttore per regolare le frequenze inferiori a 50 Hz. In più, era attivo, grazie a un amplificatore a transistor incorporato da 50 watt. Poteva essere utilizzato in mono o in coppia per il suono stereofonico che, secondo la documentazione Bose, eliminava il problema di doversi sedere esattamente al centro per godere di un suono corretto. Qui si trova ancora il manuale istruzioni originale, che vale la pena leggere attentamente.

[Bose 2201 drivers]

Nonostante gli sforzi tecnici e l'originalità il 2201, per via della forma insolita e dell'alto costo, fu un disastro commerciale: Bose interruppe la produzione dopo tre o quattro anni. In un'intervista del 2004 disse: “Sarei stato licenziato centinaia di volte in una società guidata da manager professionisti. Ma io non sono entrato in affari per fare soldi. Sono entrato in affari per fare cose che nessuno aveva fatto prima.”

Fu così che, abbandonata l'idea della sfera pulsante, nel 1968 Amar Bose progettò e produsse la prima serie di 901 Direct/Reflecting®. Il numero 9, come nel caso delle 2201, indicava il numero di altoparlanti utilizzati. Abbandonato il quarto di semisfera al suo destino, la 901 utilizzò una più convenzionale forma a pianta pentagonale, dal funzionamento passivo. Un equalizzatore attivo esterno, da frapporre tra pre e finale o pre out e main di un ampli integrato, completava il progetto. Senza tale equalizzatore il diffusore 901 funziona, ma non risponde in alcun modo alle specifiche di progetto. L'equalizzatore serve appunto per riequilibrare o, meglio, compensare, la risposta degli altoparlanti largabanda utilizzati e realizzare una risposta in frequenza specifica, seppur volutamente non piatta. Grazie all'equalizzatore si può anche adattare la curva di risposta a uno specifico ambiente.

I capisaldi del progetto 901, rivoluzionari per l'epoca e alcuni assolutamente validi ancora oggi, sono dunque i seguenti:

[Bose 901 - rear view]
Bose 901 prima serie - vista posteriore (N.B. le piccole cornici in legno sono un'aggiunta estetica successiva non originale, ma rimovibile)

Tenendo conto della filosofia di Amar Bose, richiamata poco sopra, nel manuale della prima serie delle 901 non era dichiarata alcuna specifica tecnica, salvo le dimensioni, il peso e l'impedenza nominale (8Ω). Nessun riferimento a sensibilità, risposta in frequenza o tenuta in potenza. Per quanto riguarda l'amplificazione, l'unico accenno riguarda il fatto che le 901 funzionano bene anche con amplificatori di bassa potenza, pur essendo in grado di gestire potenze molto elevate. Nella seconda serie, qualche anno dopo, questo aspetto è arricchito dalla tenuta in potenza in regime continuo (sinusoidale, 50 watt RMS) e di picco (400 watt, per meno di 5 secondi). L'amplificatore deve avere una potenza compresa tra 25 e 270 watt su 8Ω e un fattore di smorzamento di almeno 40. Gli altoparlanti hanno un'escursione di ±6.26mm, e un magnete da 270 grammi. Nella terza serie le specifiche si arricchiscono ancora un po', e cambiano. Potenza amplificatore tra 10 e 250 watt (di picco). Potenza raccomandata per un ascolto ad alta dinamica: 70 watt continui. I manuali di tutte le serie si trovano nel sito ufficiale Bose, anche quelli più vecchi.

Le Bose 901 sono state prodotte ininterrottamente dal 1968 al 2017. Questa la cronologia delle diverse serie, insieme coi cambiamenti apportati:

In generale, non è una buona idea utilizzare equalizzatori di serie differenti, perché le curve di correzione sono specifiche per ogni modello. Le modifiche più profonde sono quelle di numero dispari, quindi: prima e seconda serie poche differenze, terza e quarta poche differenze e così via. La terza serie è certamente quella che subisce più modifiche rispetto all'idea originale: bass reflex al posto della sospensione pneumatica, driver con sospensione in foam collegati in serie, struttura matrix dell'interno del cabinet. Gli altoparlanti con le sospensioni in foam, ovviamente, si deterioravano facilmente col tempo. La ribordatura è costosa, visto che si deve applicare a ben 18 altoparlanti! Di conseguenza, le serie coi driver dotati di sospensioni in tela (le prime due o l'ultima) sarebbero da preferire almeno per questo semplice motivo. Per riconoscere le varie serie, il sito di riferimento è Bose 901 Series - Generational History curato da Daev Roehr, cui io stesso ho attinto, integrando le informazioni coi manuali originali e altre pagine di appassionati. Esiste anche un gruppo Facebook internazionale dedicato alle 901.

Alcune leggende metropolitane

Reperibilità

Una prima o seconda serie di Bose 901, originale, con l'equalizzatore “giusto” e funzionante non è facile da reperire, neppure negli USA. Il prezzo dipende molto dalle condizioni degli altoparlanti e del mobile. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di prodotti di circa 50/55 anni fa! Dando un'occhiata agli annunci, il range di prezzi è una forchetta molto ampia, tra 500 e 1500 Euro. L'equalizzatore, dovesse mancare, si trova intorno ai 300 Euro. Gli stand originali, non strettamente necessari, si trovano intorno ai 150-250 Euro. I pasticci cui si può andare incontro riguardano gli altoparlanti, che potrebbero appartenere a serie diverse e/o sono stati ribordati in maniera non consona, e l'equalizzatore, appartenente a serie precedenti o successive. Un controllo accurato è indispensabile.

Ragioni del successo commerciale e controversie

Il successo della 901 fu rapido e certamente dovuto anche a una famosa recensione apparsa nel settembre 1968 sulla rivista HiFi/Stereo Review (ora Sound & Vision, che l'ha ripubblicata 50 anni dopo, nel 2018) scritta da Julian Hirsch. Per lui, che non era facile alle iperboli, la 901 si piazzava tra i migliori diffusori di sempre, indipendentemente dal prezzo. Poco tempo dopo, nel 1970, la 901 era uno dei diffusori più venduti sul mercato, nonostante fosse uno dei più costosi.

Nonostante il successo, altre riviste recensirono abbastanza negativamente i 901, in particolare diverse critiche arrivarono da Stereophile e The Absolute Sound. Questo scatenò la guerra fra estimatori e denigratori delle 901, divisi in fazioni l'una contro l'altra armate. L'aggressivo marketing di Bose, poi, fece il resto.

Il risultato è che tanti appassionati si sono fatti un'idea sul suono delle 901 in base al “sentito dire”. Pochissimi, oggi, possono dire di aver ascoltato il progetto originale 901, il cui suono è cambiato negli anni, tra l'altro. Non solo, ma all'epoca nella quale furono realizzate, fine anni '60, sia le sorgenti che le amplificazioni non erano assolutamente in grado di far rendere al meglio il progetto. Per tutti questi motivi ha assolutamente senso riascoltarle oggi, con componenti moderni, in maniera tale da capirne pregi e difetti in maniera libera da condizionamenti tecnici e da pregiudizi. Ed è questo lo scopo di queste due puntate dedicate alle 901. Del suono, e di come farle funzionare al meglio, vi parlerò nelle prossime puntate.

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