Diffusori Divine Acoustics Proxima

[Diffusore Divine Acoustics Proxima]

Il monolito di "2001: Odissea nello Spazio"?

[English version]

Prodotto: Divine Proxima - diffusori
Produttore: Divine Acoustics - Polonia
Prezzo: 1.999 sterline (Convertitore di valuta) (YMMV)

Recensore: Mike Cox - TNT UK
Data: Maggio 2014
Traduttore: Roberto Felletti

Il ritorno di Stanley Kubrick?

Il progettista dei diffusori Proxima, Piotr Galkowski, ammette di essere stato influenzato dal monolito del film di Stanley Kubrick, del 1968, "2001: Odissea nello Spazio" e tale influenza è evidente non appena li si guarda. Sebbene l'idea sia stata ispirata dal film, le loro reali proporzioni sono state scelte con molta attenzione, allo scopo di farli sembrare più piccoli di quanto siano effettivamente. Il pannello frontale è rifinito in cuoio, con le griglie che sono tenute a posto da magneti in neodimio; anche il pannello posteriore ha la rifinitura in cuoio e, caratteristica insolita, è possibile vedere il crossover attraverso una finestrella trasparente, in materiale acrilico.

[I diffusori Divine Acoustics Proxima nella stanza]

Il progetto è un "due vie" che fa uso di altoparlanti adeguatamente accoppiati. Il woofer ha un diametro di 17 cm ed è caratterizzato da una membrana in polipropilene, un cestello pressofuso e un bordo rovesciato in gomma. Il leggero tweeter, del diametro di 28 mm, è del tipo a cupola, in tessuto di seta, e presenta una camera posteriore, situata dietro il magnete, la cui funzione è controllare e sopprimere le vibrazioni tramite un composto di sabbia frazionata impregnata d'olio. Il tweeter poggia su un gruppo di guarnizioni caratterizzate da spessori, durezze e indici di smorzamento differenti, allo scopo di smorzare qualsiasi vibrazione, migliorando la risposta in presenza di segnali deboli. Il crossover è del secondo ordine, fa uso di condensatori Jantzen Z-Superior, Z-Silver, Z-Standard e Cross-Cap ed è privo di reti di partitori resistivi; lo scopo è ottenere un suono aperto e trasparente. Gli avvolgimenti, realizzati con cavo OFC, sono accuratamente studiati e calibrati al fine di assicurarne la compattezza. Il collegamento tra i morsetti e il crossover avviene tramite spezzoni di cavo OFC, mentre il woofer è collegato al crossover con cavo intrecciato da 2,5 mm² e il tweeter è collegato con cavo R-core da 0,85 mm².

La coppia di Proxima fornita per la recensione presentava una finitura in melamina opaca African Ebony, ma i diffusori sono disponibili anche in impiallacciatura di vero legno, oltre al nero lucido brillante e al british racing green (una tonalità di verde, usata per la verniciatura della carrozzeria delle auto da corsa inglesi, NdT). L'efficienza è stimata 89 dB/W e il peso è 20 kg ciascuno. La qualità costruttiva è eccellente e il pannello anteriore in cuoio costituisce, rispetto alla norma, una variante interessante che cattura lo sguardo. Non sono un amante dei rivestimenti dall'effetto vinile, tuttavia l'African Ebony dei Proxima è magnifico. Se avessi intenzione di comprarli, sceglierei la versione in vero legno "Latte Venge" o forse la "British Racing Green", anche se la scelta cromatica potrebbe non superare l'esame del mio guru!

Installazione

L'installazione è stata molto semplice. Dopo aver tolto l'imballo, ho fissato a entrambi i diffusori la base ovale, tramite quattro viti a brugola. Le basi presentano quattro punte corte che ne assicurano la stabilità sul pavimento; anch'esse sono rifinite in cuoio, come i pannelli anteriore e posteriore. L'aspetto curioso è che la base ha una scanalatura circolare nella quale va collocato il diffusore, il che farebbe pensare a uno sbocco per l'aria situato al fondo del medesimo; ma non è così, in quanto si tratta di un progetto a cassa chiusa. La presenza di questa cavità nella base fa oscillare leggermente il diffusore avanti e indietro; forse questa peculiarità è stata prevista in fase progettuale, però non sarebbe stato meglio avere un fissaggio più stabile per garantire un basso più saldo? Poiché i diffusori non sono caricati in reflex, è possibile sistemarli a ridosso della parete posteriore, la cui distanza è limitata soltanto dalla profondità della base; nella mia sala d'ascolto non ho potuto fare questa prova, per la presenza di un abbaino e del tetto spiovente. Ho riscontrato, con l'accostamento dei Proxima alle pareti laterali, un leggero aumento della corposità del basso senza che il palcoscenico ne risentisse in maniera significativa.

In funzione

[Vista posteriore di un diffusore Proxima]

La mia esperienza d'ascolto dei Proxima è iniziata collegandoli all'amplificatore Encore 7 Eggshell Prestige 15WS; il suono si è rivelato molto dettagliato e il palcoscenico è stato il migliore che avessi mai ascoltato, in presenza della giusta incisione. La registrazione del Miserere di Allegri eseguita dai Tallis Scholars si è rivelata stupenda, con una ricostruzione chiara dell'ambiente e della profondità. Poi ho collegato il mio finale Emotiva XPR-2 abbinato al preamplificatore con controllo del volume a trasformatore MFA. Con l'amplificatore Egg-Shell il suono era raffinato, a patto di non alzare troppo il volume. Come ho spiegato nella recensione dell'amplificatore, era la prima volta che mi capitasse di abbassare il volume e tuttavia apprezzare la musica, in quanto il suono manteneva consistenza senza collassare né perdere piacevolezza. Mi è piaciuta molto l'esperienza d'ascolto con l'Egg-Shell, ma ho avuto l'impressione che una maggiore potenza avrebbe giovato ai Proxima. Con l'Emotiva XPR-2 la potenza non costituisce un problema, poiché eroga 600 W per canale per cui, come ci si può aspettare, l'impianto suona sempre senza limitazioni; il compromesso è un livello di dettaglio minore.

Il resto della recensione è stato completato con l'Emotiva. Dopo aver deciso quale amplificatore usare, mi sono rilassato immergendomi in una seria sessione d'ascolto; con l'album "Live at Blues Alley" di Eva Cassidy ho vissuto un'esperienza meravigliosa. La definizione dei Proxima, insieme con la potenza illimitata dell'Emotiva, ha dato vita a una prestazione mozzafiato, facendo risaltare i piccoli rumori dell'esecuzione dal vivo, dando l'impressione di essere realmente presente all'evento. Questa attenzione verso i piccoli dettagli della registrazione, però, ha un effetto negativo: rende percepibili i difetti di una registrazione live, quali l'occasionale suono distorto e il rumore elettrico. Anche le variazioni della dinamica erano palesi, con la voce di Eva che cantava tranquillamente per poi aumentare d'intensità. Superbo.

Dopo è stata la volta del mio abituale disco di prova, "Collected" di Mary Black, del 1984. Le mie due tracce preferite sono "Song for Ireland" e "My youngest son came home today", rispettivamente la prima e l'ultima canzone dell'album. In molti brani si ricorre all'uso del bodhran (particolare tipo di tamburo, usato nella musica popolare irlandese - NdT), in particolar modo nell'ultimo, il quale viene riprodotto con una buona definizione. Alcuni diffusori possono veramente andare in crisi su questa traccia con il bodhran, non riproducendo correttamente la percussione dello strumento, quando il cipin (bacchetta) colpisce la pelle, e il susseguente affievolirsi del suono. La voce di Mary Black è rappresentata con ricchezza armonica e grande presenza, mentre con alcuni impianti può suonare esile e un po' piatta. L'album conclusivo della serata doveva essere più tranquillo, per non disturbare i vicini, così ho messo sul giradischi Michala Petri, accompagnata dall'orchestra Academy of St. Martin in the Field, nell'esecuzione del concerto in do maggiore Op. 3 No. 1 di William Babell. Questa incisione inizia con eccezionale vigore, il ritmo è contagioso e al contempo il suono del flauto soprano è pieno e corposo. Sebbene i Proxima accoppiati all'Emotiva non si esprimano al meglio a basso volume, contrariamente a quanto accade con l'amplificatore Egg-Shell, la resa sonora è comunque migliore di quella di un impianto medio, garantendo un ascolto, in tarda serata, molto godibile.

Per la sessione successiva ho messo sul giradischi un album classico, "Time Out" di The Dave Brubeck Quartet, una delle mie incisioni preferite di sempre per quanto riguarda il jazz. La dettagliata natura dei Proxima emergeva nella prima traccia, "Blue Rondo à la Turk". Il suono dei piatti del charleston (o hi-hat, NdT) di Joe Morello proveniva con grande realismo da un punto situato nei pressi del diffusore sinistro e non dal diffusore stesso. L'ultimo album che ho ascoltato per questa recensione è stato "Legend", il "meglio di" di Bob Marley and the Wailers, datato 1982. Per esperienza, ritengo che il genere reggae sia difficile da riprodurre con un impianto domestico; tuttavia i Proxima hanno fatto un buon tentativo, anche se i piccoli woofer non sono in grado di trasmettere la mole di suono che Bob e i Wailers producono, facendo comunque risaltare le complessità ritmiche delle percussioni nonché l'emozione delle voci. Per averci provato si meritano una votazione di 8/10!

Conclusioni

Ho gradito molto il tempo trascorso con i Proxima, diffusori più alti della media per gli ambienti domestici, che però non dominano la sala d'ascolto e oltretutto sono belli da vedere. L'assenza di uno sbocco reflex ne facilita il posizionamento; il basso è pulito, con un buon senso del ritmo. La capacità di dettaglio è superiore alla media; in questo caso la qualità del crossover conta davvero. Potrei convivere senza problemi con questi diffusori, sono costruiti molto bene e sono disponibili in varie finiture in grado di raccogliere consensi in diversi contesti familiari. Per finire, vorrei ringraziare Michael Redman per aver sistemato, con la sua revisione, il testo; senza i suoi suggerimenti ci sarebbero stati troppi errori di ortografia, di grammatica e di battitura.

© Copyright 2014 Mike Cox - mike@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com


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