Elac Debut 5.2, 6.2 e 6.2 Reference

Il ballo delle debuttanti

[Elac Debut Series]
Da sinistra verso destra: Elac Debut 5.2, 6.2 & 6.2 REF
[English version here]

Prodotti: Elac Debut 5.2, 6.2, 6.2 Reference - diffusori bookshelf
Costruttore: Elac - Germania
Distribuito in Italia da LP Audio
Prezzo di listino/coppia (2020): DB52 280€, DB62 320€, DB62 REF 530€
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensiti: Novembre, 2020

Premessa

Ho già avuto modo di parlare della sorprendente prima serie di diffusori Debut di Elac in occasione della recensione del modello B5 qualche anno fa. Andrew Jones e la Elac hanno deciso che era giunto il momento di rinfrescare la serie d'ingresso al catalogo mettendo mano, profondamente, a tutti i modelli. Nuovi mobili, diverse finiture, nuovi altoparlanti e una new-entry: la versione Reference della 6.2. Avendo particolarmente amato le 5.1 ero pertanto estremamente curioso di mettere alla prova le nuove versioni.

Uno sguardo da vicino

Come accennato, la nuova serie 2.0 non è una semplice operazione di marketing o di cosmesi: i diffusori sono stati riprogettati da cima a fondo. Sparito il condotto reflex posteriore (ora frontale), progettati e installati nuovi altoparlanti, modificati i mobili e i crossover.

Anziché elencare tutte le caratteristiche tecniche e le novità in dettaglio, vi invito direttamente a visitare la pagina ufficiale della serie Debut 2.0 dove potrete soddisfare ogni curiosità.

Insieme alla versione 2.0 della serie Debut, Elac ha progettato anche una nuova serie detta Reference che consiste di un diffusore da scaffale, il 6.2 REF, un diffusore da pavimento, il modello F5 REF, e un canale centrale. Questa nuova serie Reference ha l'ambizione di elevare ulteriormente il livello di performance della serie Debut. Simultaneamente, è stata migliorata anche la finitura e curato maggiormente l'aspetto estetico. Potete trovare tutti i dettagli tecnici di questa nuova serie sulla pagina ufficiale.

In questo articolo recensirò i modelli 5.2 e 6.2 a confronto con il modello 6.2 Reference. Quest'ultimo ha un prezzo di listino di 530€/coppia, mentre la 6.2 “liscia” costa 320€ e la 5.2 280€. Queste ultime due sono decisamente troppo vicine, solo 40€ di differenza!, mentre la REF si posiziona in un'altra classe di prezzo. Possedendo ancora la mia coppia di Debut 5 prima serie, ho potuto eseguire un confronto diretto con la nuova 5.2, senza ricorrere alla memoria audio, sempre fallace.

Il ballo delle debuttanti

La prima serie Debut è stata talvolta criticata per via di una gamma alta non esattamente estesissima e definita e anche per la presenza del bass reflex a sbocco posteriore che rendeva l'installazione in scaffale, vicino alla parete retrostante, un po' problematica poiché si andava a rinforzare la presenza, già generosa, delle gamme medio-bassa e bassa.

Pertanto, è stata spostata la porta reflex sul frontale del diffusore ed è stato implementato un nuovo tweeter, con un diverso caricamento a guida d'onda. Anche il woofer utilizza una membrana più piccola e rigida.

Come risultato di questi profondi cambiamenti, la gamma alta delle 5.2 è molto più estesa e rifinita di quella del modello precedente, e non c'è traccia di roll-off o attenuazione all'estremo del range di frequenze. Il basso, grazie al nuovo woofer ma soprattutto a un cabinet più sordo e rigido, appare più veloce e controllato. Il confronto diretto tra i due modelli mette pertanto in luce cambiamenti di non piccola entità. Il rapporto qualità/prezzo resta stellare, come in precedenza, ma l'impostazione generale è cambiata.

È vero infatti che la gamma alta è più precisa, estesa e rifinita e ciò consente un maggiore dettaglio, pure con una ricchezza armonica superiore, evidente su voci e note del pianoforte, ad esempio. D'altra parte, però, le voci appaiono più chiare, persino un po' più leggere. Il basso ha più articolazione e controllo, ma meno estensione e corpo.

Sembra che la 5.2 abbia virato verso un'impostazione più “HiFi-oriented”, e questo, mentre certamente risponde a certe critiche che erano state mosse, d'altra parte rende il suono meno magico di quanto non fosse prima. A mio parere il suono delle 5.1 era più musicale, più pieno, forse più colorato, ma decisamente più coinvolgente. Quel tocco di magia che mi aveva fatto gridare al miracolo e credere che fosse uno scherzo (visto il prezzo) ora non c'è più.

Dal punto di vista dinamico la performance è simile e così la riproduzione prospettica, entrambe su livelli molto più alti di quelli che ci si aspetterebbe visto il costo di appena 280€ la coppia. Nelle 5.2 giusto il soundstage appare leggermente più a fuoco, un altro merito del nuovo tweeter e, in parte, del cabinet più rigido.

A ognuno il suo, in definitiva, ma personalmente non cambierei mai la mia coppia di 5.1 per le nuove 5.2. Più HiFi e meno musica e ciò, alle mie orecchie, suona come un piccolo passo indietro. Tuttavia, l'impareggiabile rapporto qualità/prezzo resta altissimo e questi Debut 5.2 continuano a restare la pietra di paragone per i concorrenti in questa fascia di prezzo.

Per ascoltare le nuove 6.2 non ho potuto disporre del vecchio modello 6.1, ma visto che l'unica differenza rispetto alle più piccole 5.2 è il woofer, leggermente più grande, e il cabinet, un po' più generoso, direi che le differenze tra vecchia e nuova serie sono probabilmente le stesse. Rispetto alle 5.2, le 6.2 hanno un basso più generoso e profondo (dichiarati 44 Hz invece di 46, ma sembra più di così) e la sensibilità guadagna 1 dB (87 dB/w/m invece di 86).

Il risultato è un suono più grande e più dinamico, tanto da far apparire la differenza di prezzo tra i due modelli (40€) assolutamente ridicola e discutibile. Siccome le dimensioni del cabinet non variano di tanto, questione di pochi cm, dove si riesce a posizionare una 5.2 ci sta anche una 6.2 (vedere foto per rendersi conto, visivamente, della differenza). La vicinanza di costo tra questi due modelli è un non-senso, la 6.2 vince a mani basse e non vedo come un audiofilo possa avere dei dubbi nello spendere 40€ extra per avere un diffusore di fatto più generoso, con un basso migliore e dinamicamente più esaltante. Misteri del marketing.

E arriviamo alla 6.2 Reference. Io credevo si trattasse di una semplice operazione estetica e poco più, come spesso accade, invece, quando a disegnare un diffusore c'è la manina di Andrew Jones le cose non sono mai così ovvie. Infatti la 6.2 REF è proprio un altro diffusore: diverso il woofer, il caricamento reflex e il cabinet (più sordo) e diversa pure la guida d'onda sul tweeter. Il risultato finale è sbalorditivo, perché il salto qualitativo che si percepisce passando da una 6.2 “normale” a una 6.2 REF è enorme.

Difficile da ammettere, ma questi due diffusori appartengono a due categorie completamente diverse, con la REF che batte, e non di poco, la 6.2 normale su tutti i parametri. Non immaginiate che si tratti di avere più bassi o più alti o più dinamica: no, semplicemente è la tessitura del messaggio sonoro che cambia, guadagnando raffinatezza, pulizia, controllo, coinvolgimento, senza diventare mai affaticante. Lo si capisce subito: è un suono di ben altra classe. Anche il palcoscenico virtuale è migliore, più ampio, più svincolato dai diffusori, più a fuoco.

L'impostazione timbrica rimane simile, ma cambia tutto il resto, così tanto che ci si potrebbe chiedere che senso abbia tenere a catalogo dei diffusori di dimensioni simili e distanti tra loro solo 210€, quando la differenza sonora è così grande e vale molto di più della cifra richiesta. Vorrei vedere un audiofilo qualunque confrontare i due diffusori faccia a faccia ed esitare a pagare i 200€ in più richiesti (il prezzo di una coppia di cavi decenti?). Anche questa, a mio parere, rappresenta una scelta di marketing abbastanza bizzarra.

[Elac Debut Series]

Lamentele

Costruzione e finitura.
Difficile lamentarsi quando il rapporto qualità/prezzo è così elevato. Le REF, poi, appaiono persino più lussuose di quanto il prezzo non lasci presagire. Ho una sola, pesante, lamentela: per politica commerciale Elac non fornisce altoparlanti di ricambio per la serie Debut: in caso di rottura nei tre anni di garanzia, viene inviato un nuovo diffusore (e va bene!) ma dopo i tre anni bisogna solo sperare che non si rompa niente, perché i drivers sono proprietari e introvabili. Occorrerà eventualmente rivolgersi a qualche riparatore di altoparlanti. Per la serie REF sembrerebbe invece che i ricambi esistano. A mia domanda, la risposta è stata che, comunque, dopo tre anni, scaduta la garanzia, ci sarà disponibile la nuova serie di diffusori. Io, francamente, non gradisco questo tipo di politica, pur comprendendone le ragioni d fondo: gestire un magazzino ricambi aggiornato ha un costo non indifferente e, comunque, agendo in questo modo si fidelizza il cliente a restare con il marchio. A mio parere questa scelta penalizzerà le vendite (ed è un peccato!) perché io mai acquisterei un diffusore sapendo in partenza che a garanzia scaduta, se dovesse rompersi, potrei tranquillamente buttarlo nel cestino dell'indifferenziato.

Suono.
Come già detto, l'impostazione ora è più HiFi: a qualcuno potrà piacere senz'altro di più, personalmente preferivo l'impostazione precedente. Forse non correttissima, ma semplicemente magica. Le 6.2 REF, invece, sono un gradino sopra e la differenza di prezzo si fa dimenticare con estrema facilità.

Qualche consiglio

Questi diffusori sono abbastanza facili da pilotare, nonostante la sensibilità non sia molto alta, non necessitano di grandi potenze per esprimersi al meglio. Persino un piccolo integratino da 20 watt in Classe D e poche decine di euro può fare la sua bella figura. Nonostante prezzo e dimensioni, possono produrre pressioni sonore elevate, se necessario.
La qualità più raffinata delle 6.2 REF merita partner di livello superiore, per esprimere tutto il potenziale (elevato).

Conclusioni

In definitiva, direi che anche questa nuova serie 2.0 delle Debut di Elac sia ancora un riferimento nell'affollato panorama dei diffusori di basso costo, per via del rapporto qualità/prezzo davvero elevato, nonostante una parte della magia della prima serie sia sparita. La serie Reference, d'altra parte, mi sembra veramente ben realizzata e senza troppi compromessi, così tanto da mettere in imbarazzo la presenza della serie Debut standard nello stesso catalogo. Tutto ciò dimostra ancora una volta che il grande Andrew Jones sa progettare i diffusori come pochi altri. Chapeau!

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