Diffusori attivi Fostex PX-5HS

[Diffusori attivi Fostex PX-5HS]

Attivamente interessanti

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Prodotto: PX-5HS
Produttore: Fostex
Distributore per l'Italia: Backline S.u.r.l.
Prezzo: 324,50 sterline ciascuno - Convertitore di valuta - il prezzo può variare

Recensore: Mike Cox - TNT UK
Data della recensione: Maggio, 2016
Traduttore: Roberto Felletti

Sul versante più accessibile del mercato audio non c'è una così ampia scelta di diffusori attivi.

Mi rendo conto che i diffusori attivi Bluetooth siano disponibili ovunque, ma personalmente non li considero poiché, fondamentalmente, non rispecchiano le nostre aspettative per quanto concerne la qualità del suono.

In questo articolo vi presento i diffusori attivi Fostex PX-5HS “active HiFi”, i quali meritano decisamente un ascolto. Sono composti da un woofer da 13 cm, in fibra aramidica, un tweeter a cupola morbida da 2,5 cm, un amplificatore da 35 W per i bassi e uno da 18 W per la gamma alta (entrambi in classe D, suppongo).

[Pannello posteriore di un diffusore PX-5HS]
Pannello posteriore di un diffusore PX-5HS

Come potete vedere dalla foto del pannello posteriore, i PX-5HS accettano connessioni in ingresso bilanciate e non. A destra degli ingressi trovate dei semplici controlli per regolare volume e toni. Spostando l'interruttore verso sinistra, il controllo a rotazione regola il volume; secondo me, è più un regolatore di sensibilità e nel mio impianto l'ho impostato al massimo. Invece, spostando l'interruttore verso destra è possibile regolare i toni. L'impostazione di base è sui toni alti e per regolare i bassi basta premere la manopola; il diffusore commuta automaticamente tra le due modalità. Se l'interruttore viene posizionato al centro, il controllo a rotazione è disabilitato; in questo modo, non si rischia di modificare inavvertitamente le impostazioni.

L'interruttore per regolare il volume e i toni presenta una caratteristica un po' meno ovvia. Se lo si lascia in una qualsiasi posizione, dopo quattro ore senza segnale in ingresso i diffusori entrano in stand-by. Io non ho utilizzato questa funzione, poiché non ho avuto bisogno di “risvegliarli”, qualunque fosse il volume del preamplificatore.

Ho iniziato la prova sistemando i PX-5HS sugli stand che uso abitualmente, collegandoli in modalità bilanciata al mio preamplificatore MFA Classic tramite cavi lunghi 10 metri. Nonostante il tutto funzionasse, ho dovuto aumentare il volume dell'MFA quasi al massimo per ottenere una pressione sonora soddisfacente e, malgrado ciò, sembrava che nel suono mancasse comunque qualcosa. Poiché ho sempre utilizzato cavi bilanciati lunghi, mi aspettavo che l'MFA non si trovasse a suo agio con tali lunghezze. In base alla mia esperienza, ho constatato che i cavi di segnale lunghi hanno davvero bisogno di un preamplificatore attivo. Pertanto, ho collegato il mio preamplificatore valvolare YS Audio tramite le uscite bilanciate e i Fostex sembravano rivitalizzarsi. I diffusori attivi non sono diversi da quelli passivi, richiedono un posizionamento accurato e devono essere abbinati a una sorgente adeguata.

I controlli di tono sono sicuramente efficaci; è possibile aumentare/diminuire i bassi e gli alti regolando il suono secondo il proprio gusto, anche se a me non piace. Io preferisco che la risposta resti lineare, quando possibile.

Il cabinet, come potete vedere, è costituito da un rivestimento, semplice ed esteticamente bello, in vinile con venature, spigoli smussati e un pannello frontale sagomato, ricurvo. Non sono fornite griglie di protezione per gli altoparlanti, ciò che vedete è ciò che prendete, quindi bisogna fare attenzione quando li si estrae dall'imballo e, in genere, quando li si maneggia.

Ho rodato i PX-5HS per più di 50 ore prima di compiere ascolti critici e durante questo periodo di tempo i diffusori si sono decisamente stabilizzati. Il suono era diventato meno aggressivo e si era aperto, conferendo maggiore aria e rivelando maggiori dettagli. Dopo l'iniziale periodo di rodaggio, il suono ha continuato a migliorare, per cui bisogna concedere a questi diffusori un periodo di tempo sufficiente affinché si stabilizzino, prima di esprimere giudizi.

Ho anche riscontrato che, per riuscire a ottenere il palcoscenico migliore, il posizionamento è importante; bastano pochi gradi di angolazione e il palcoscenico può spostarsi troppo da una parte oppure essere poco definito. Una volta ottenuta la posizione ottimale, esso acquista definizione apparendo maggiormente tridimensionale.

Come suonano?

Precedentemente, non ho mai utilizzato diffusori attivi, disponibili in commercio, sebbene mi sia cimentato un po' con un DSP, usato come crossover, in abbinamento ad alcuni altoparlanti scelti procedendo per tentativi. Cercando di ottenere dei diffusori attivi funzionanti, mi sono presto reso conto che l'impresa non è così semplice come potrebbe sembrare.

Fostex ha fatto un ottimo lavoro realizzando una così bella coppia di diffusori attivi, facili da installare e usare. Come ho già detto, i PX-5HS richiedono un notevole periodo di rodaggio. Comunque, per tutto il periodo di tempo in cui li ho tenuti sembravano persino migliorare, con il suono che si apriva e con il basso che scendeva ancora più in basso.

Mi ricordo una rispettabile recensione, risalente agli anni '80, dei diffusori LS3/5a nella quale un illustre recensore, tuttora in circolazione, affermava che «ascoltare i diffusori LS3/5a equivale a guardare da un finestrino».

La finestra è ampia e pulita, non si può vedere (ascoltare) più di quello che essa permette di vedere. Non mi illudo che i PX-5HS siano dei sostituti per gli LS3/5a, semplicemente voglio dire che qui si può applicare la stessa analogia. Il basso è riprodotto ottimamente ed è piacevole, non solo profondo come quello di altri, molto più costosi, diffusori. La stessa cosa vale all'estremo opposto dello spettro audio e nel mezzo il suono risulta pulito, contraddistinto da un ottimo tempo, rendendo l'ascolto un'esperienza molto piacevole.

Mentre scrivo sto ascoltando l'album di Jesse Cook Vertigo, flamenco in chiave moderna. Questo disco trae vantaggio da impianti in grado di tenere un passo veloce e sicuramente i PX-5HS riescono a stare dietro alla musica. Forse non a un passo così veloce come altri impianti che ho ascoltato, comunque già a un livello tale da farmi battere il piede. Cambiando artista e genere, con alcuni brani jazz di Diana Krall si possono valutare molto bene trama vocale e intonazione. Il palcoscenico è riprodotto ottimamente, con un'altezza e una profondità che vanno oltre i diffusori. Non avete il suono in faccia né in grembo, come capita con altri diffusori; l'effetto è quello di essere seduti in seconda fila ad un buon concerto.

Passando a musica più delicata e d'atmosfera, i Tallis Scholars e il Miserere di Allegri, i PX-5HS trasmettono magnificamente l'ambiente e i minimi particolari della registrazione; sembra quasi che questi diffusori siano stati creati allo scopo di riprodurre proprio questa musica.

Alzando il volume, e passando a tempi più recenti con i Led Zeppelin e Whole lotta love, si cominciano a notare i limiti dei PX-5HS. In gamma media, l'insieme delle percussioni presenta ottimamente tutti i dettagli, ma quando il gruppo conclude in crescendo si ha la sensazione che i diffusori restino senza fiato. Non c'è da stupirsi, se si considerano la potenza a disposizione e la dimensione degli altoparlanti. Nonostante questi limiti, ho comunque apprezzato la prestazione; alcuni diffusori arrancano con musica simile.

Conclusioni

I diffusori PX-5HS possono sembrare cari a 324,50 sterline ciascuno, però non bisogna dimenticare che ci si porta a casa, oltre ai diffusori stessi, un alimentatore, un crossover digitale e due amplificatori finali (in ognuno di essi).

Aggiungendo un DAC dotato di controllo del volume (Audiolab M-DAC) con uscite bilanciate e un computer, collegato a un NAS, con cui gestire la propria collezione musicale, si otterrà un impianto davvero ottimo. Scegliendo i componenti con attenzione, un impianto simile può costare anche meno di 1.500 sterline. Se volete utilizzare la connessione non bilanciata, potete procurarvi un DAC Fostex HP-A4 e un cavo RCA di qualità, ottenendo così una valida combinazione.

Come sorgente digitale, uso un comune PC desktop con Audiophile Linux, ma un PC Windows o un MAC con JRiver sono alternative valide. Non intendo discutere su quale sia la migliore soluzione per computer, c'è parecchio materiale in Internet.

Se restate entro i limiti operativi di questi diffusori, potete ottenere un suono molto valido con un impianto minimale. Se disponete di una stanza non troppo grande oppure se volete utilizzarli come monitor a distanza ravvicinata, allora i PX-5HS rappresentano un buon punto di partenza. Procuratevi degli stand adatti che siano rigidi, in grado di fornire ai diffusori un solido appoggio, e questi funzioneranno al meglio delle loro capacità.

Una volta installato e configurato, l'impianto provvisto di Fostex PX-5HS fornirà una prestazione piacevole con un adeguato dettaglio e un buon tempo.

Prossimamente

Contemporaneamente all'invio dei diffusori Fostex, il distributore ha fornito dei supporti IsoAcoustics Aperta. Si tratta di sostegni per i Fostex che vanno messi sotto i diffusori e sul ripiano degli stand o dello scaffale. Rappresentano un'alternativa tutto sommato economica rispetto ai dispositivi isolanti Townsend Audio. Tra qualche settimana scriverò un articolo sull'uso dei supporti IsoAcoustics Aperta con i Fostex e con i miei abituali diffusori da stand.

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