Box Design System di Pro-Ject Audio

[Impianto Pro-Ject Box Design]

Tre in uno

[English version here]

Produttore: Pro-Ject
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Prezzo (indicativo): 1.100 euro - le opzioni sono descritte nell'articolo - il prezzo può variare
Periodo della recensione: Agosto - Dicembre 2015
Data di pubblicazione: Giugno, 2016
Traduttore: Roberto Felletti

Recentemente ho scritto un articolo sull'hi-fi per principianti, in cui dicevo che un impianto basato su CD può costare meno di 1.000 euro e uno basato su mp3/smartphone ancora meno. Naturalmente tutti mi avrete preso in parola, perché TNT dice la Verità, tutta la Verità, nient'altro che la Verità! Tuttavia, ho sentito l'obbligo morale di provarlo; ecco, quindi, un impianto, dal prezzo decisamente abbordabile, di Box Designs (la divisione di Pro-Ject che si occupa di componenti micro).

L'impianto in questione comprende due apparecchiature: il lettore CD MaiA e l'amplificatore integrato MaiA, alle quali si aggiunge una coppia di diffusori Speaker Box 5, da stand. Inoltre, Pro-Ject fornisce anche i cavi che, fortunatamente, sono in omaggio se si acquista l'impianto completo. Tutto questo può sembrare poca cosa per quelli tra voi abituati a spendere centinaia di euro per un cavo, ma per l'acquirente che non può spendere molto una proposta simile è molto allettante, ancor più per l'assenza di costi occulti. Quindi, tanto di cappello a Pro-Ject per questa idea.

Pro-Ject mi ha inviato anche una coppia di stand e di cabinet per le apparecchiature, sebbene questi accessori aumentino leggermente il budget rispetto alla soglia prefissata. Se essi vi servono, dipende dal vostro ambiente e dallo spazio disponibile nella vostra sala d'ascolto.

Comunque sia, bando alle ciance e passiamo alla recensione vera e propria, cominciando ad esaminare i componenti.

Lettore CD MaiA

[Lettore CD MaiA]

Il lettore CD MaiA

Il lettore CD MaiA è, probabilmente, il più piccolo lettore in cui mi sia imbattuto. È difficile apprezzarne le dimensioni finché non ci si rende conto che la sua larghezza è di poco superiore a quella di un CD! Malgrado il cabinet non sia tanto più grande di una custodia per CD, è provvisto di un display, a matrice di punti, facilmente leggibile, di semplici comandi (play, stop, traccia avanti e traccia indietro) e di uscite digitali (ottiche) e analogiche. Naturalmente, a causa delle dimensioni del cabinet l'alimentatore è esterno, ma ritengo che possa essere sostituito, da quelli tra voi che non disdegnano un po' di tweaking, con un altro, migliore, che ne incrementi ulteriormente il rapporto qualità/prezzo. All'interno, è equipaggiato con un DAC 24 bit - 96 kHz a sovracampionamento ottuplo, anche se l'uscita ottica gli permette di poter essere collegato a DAC di qualità superiore, in futuro. Il lettore CD MaiA costa 349 euro, con finitura nera o argento ed è corredato di un telecomando, piccolo ma dotato di tutte le funzioni.

Amplificatore integrato MaiA

[Amplificatore integrato MaiA]

L'amplificatore integrato MaiA

Con questo amplificatore integrato, Pro-Ject ha fatto ricorso a tutte le possibilità offerte dalla miniaturizzazione. Le dimensioni del cabinet sono identiche a quelle del lettore CD, permettendo così di sistemarli uno sopra l'altro in uno dei due cabinet Box Designs (vedere la foto a inizio pagina), realizzando un vero impianto hi-fi le cui dimensioni complessive corrispondono, all'incirca, a un'edizione, con copertina rigida, de “Il Signore degli Anelli” (per quelli tra voi che, in realtà, non ce l'hanno fatta a leggerlo e non hanno nemmeno visto i film). Nel piccolo spazio a disposizione, Pro-Ject è riuscita a inserire, sul retro, nove (contateli!) ingressi, un'uscita e due coppie di morsetti per i diffusori.

[Amplificatore integrato MaiA - vista posteriore]

Il pannello posteriore dell'amplificatore integrato MaiA con i numerosi ingressi

Gli ingressi comprendono: un Phono MM (come gli analogisti dall'occhio acuto tra voi avranno notato nella foto sopra), tre linea (due RCA e uno jack 3,5 mm), quattro digitali (due Toslink, uno coassiale e uno USB) e un'antenna Bluetooth. Di conseguenza, il MaiA è, ovviamente, un amplificatore digitale che integra dei moduli Flying Mole allo scopo di erogare 2 x 25 W su 8 Ω (37 W su 4 Ω). Se vi serve più potenza, oppure dovete sonorizzare un'altra stanza, c'è perfino un'uscita pre-out. Pro-Ject è riuscita anche ad aggiungere, da qualche parte, un DAC 24 bit - 192 kHz e un'uscita cuffia da 6,35 mm sul frontale. Il tutto costa 499 euro, telecomando incluso, ed è disponibile con finitura nera o argento.

[Speaker Box 5 & stand]

Speaker Box 5

Lo Speaker box 5 è il maggiore dei due modelli Pro-Ject. È un due vie, caratterizzato da un woofer in fibra di vetro da 130 mm e un tweeter a cupola, in seta, da 25 mm. La sensibilità dichiarata è 86 dB/W con una risposta in frequenza che scende a un dignitoso valore (relativamente alle dimensioni) pari a 55 Hz. Le dimensioni (160 mm di larghezza x 255 mm di altezza x 210 mm di profondità) lo rendono più piccolo di un foglio A4. In dotazione ci sono semplici staffe da muro e supporti da tavolo (opzionali) o stand da pavimento (come potete vedere nella foto accanto). Lo Speaker Box è anche schermato magneticamente, per cui non ci sono problemi nel collocarlo vicino a monitor o televisori. Le finiture disponibili sono nero pianoforte, bianco e rosso, quindi colori adatti per tutti gli ambienti. Il prezzo di vendita è 249 euro la coppia.

Accessori

Pro-Ject fornisce anche una coppia di stand, per gli Speaker Box 5, che meritano attenzione perché non solo sono un superbo abbinamento visivo per i diffusori, ma anche perché sono provvisti di canaline interne che permettono di nascondere gli antiestetici cavi, oltre a impedire il ribaltamento dei diffusori da parte di manine indagatrici. Questo è un aspetto da considerare, poiché si presume che chi acquista un impianto economico non disponga di un ambiente d'ascolto dedicato e quindi l'impianto condivide lo spazio con il televisore, la famiglia, la scrivania, il computer, ecc. A proposito di cavi, Pro-Ject ne ha un'ampia selezione che ne comprende alcuni RCA, corti e fantastici, per collegare i componenti. Quelli forniti sono il Connect It C (di segnale) e il Connect It LS (di potenza).

Chi tra voi ha fatto i calcoli avrà notato che abbiamo superato il limite di spesa dei 1.000 euro. Non vi sbagliate ma, se vi interessa solo il lettore CD, per 249 euro è disponibile un più semplice Amp Box; se poi volete soltanto ascoltare musica in streaming via Bluetooth, potete fare a meno del lettore CD e così rientrate nel limite. Tuttavia, come vedremo, la versatilità dell'impianto MaiA giustifica quella piccola spesa extra in più.

In funzione

Ho impiegato circa un'ora ad assemblare l'impianto, poiché c'è molto da disimballare; alla fine, sono riuscito a mettere tutti i pezzi insieme e l'unica preoccupazione che ho avuto è stata non rovinare la superba finitura nero pianoforte. Ho apprezzato molto il fatto che gli stand fossero dotati di protezioni da pavimento per le punte, un problema in meno per non rovinare le piastrelle del pavimento. Ho sistemato le apparecchiature nel cabinet in dotazione e ho collocato quest'ultimo su uno dei ripiani del mio mobile porta-elettroniche Lavardin K Rak. Seguendo le istruzioni del manuale, ho piazzato i diffusori a 50 cm di distanza dalla parete posteriore, con una ragionevole angolatura.

Ho iniziato a “scaldare” i diffusori con il mio solito amplificatore Canary Audio 608LV e il lettore Naim CD5i o il combo Linn Axis/Akito-Reson Etile/CEC PH53. Immediatamente, mi avevano colpito il maggior dettaglio e il migliore palcoscenico rispetto ai miei abituali diffusori Linn Index II, ma sentivo la mancanza della coerenza Linn, nonché della risposta in gamma bassa. Più tardi, dopo averci pensato, mi era venuto in mente che, teoricamente, un po' di rodaggio non avrebbe fatto male e, auspicabilmente, avrebbe fatto ritornare la coerenza che mancava. Pertanto, avevo collegato i diffusori al resto dell'impianto e li avevo lasciati rodare.

Non sto per dire che ci fu una rivelazione o che un velo si fosse sollevato, né altri luoghi comuni audiofili, ma il rodaggio aveva decisamente migliorato le cose. Esso, insieme con uno spostamento dei diffusori verso la parete posteriore (circa 30 cm nella mia, abbastanza ampia, stanza), aveva conferito al basso un maggior peso, senza compromettere l'immagine o la velocità.

Nel corso del periodo della recensione ho provato l'impianto completo, e poi solo l'amplificatore e i diffusori abbinati a vari componenti. Ecco come si sono comportati.

Lettore CD MaiA

Innanzitutto, non bisogna essere troppo critici; questo lettore non è migliore del mio Naim. Quest'ultimo è più veloce, più profondo, crea maggiore atmosfera e costa più dell'intero impianto in oggetto. Ma ciò che il Maia CD fa è riprodurre la musica in maniera del tutto piacevole, senza gli ovvi limiti di un'apparecchiatura economica. Il dettaglio è buono, la gamma alta è precisa e il basso va a tempo. Se si vogliono cercare difetti di natura hi-fi, essi ci sono, ma non sono difetti musicali.

Se inserite un disco in questo lettore, non riscontrerete difetti nel corso dell'ascolto. Certo, l'immagine non è ampia come quella di un lettore di qualità migliore; per fare un esempio, se ascoltate Winter dei Daughter, dall'album If you leave, otterrete un risultato molto buono. Quello che manca è un certo livello di atmosfera e realismo, sia nel palcoscenico sia negli strumenti. Ciò che conta qui è apprezzare quello che si ascolta, dimenticandosi che a suonare sia un lettore da 349 euro. E questo È l'aspetto più facile da dimenticare; stiamo parlando di un prodotto dal prezzo base, ma il cui suono non è di base.

Amplificatore integrato MaiA

Il MaiA è la vera stella in questo contesto e non solo dal punto di vista della miniaturizzazione. Nel corso dell'intero periodo della recensione l'ho ascoltato in abbinamento con il suo lettore CD, ma anche con il mio Naim CD5i e il mio combo Linn Axis/Akito-Reson Etile/CEC PH53. In entrambi i casi, ha lasciato fluire la musica senza ostacolarla e senza aggiungere artefatti, consentendo alla migliore risoluzione di entrambe le sorgenti di essere percepita distintamente. Ho provato Lotus Flower di Prince, su vinile, e ciò che ho ascoltato mi ha estremamente impressionato. L'immagine era davvero buona, con gli strumenti dislocati chiaramente nello spazio, e ovviamente disposti più avanti o più indietro. Traspariva anche una certa piacevole ricchezza armonica degli strumenti, particolarmente la natura analogica del pianoforte elettrico, nonché il modo in cui il suo suono si interrompeva. Ovviamente non stiamo parlando di quello che la gente definisce calore valvolare (un mito?) e il basso stratosferico non fa parte del pacchetto; comunque, questo amplificatore fa ciò che deve e veicola il messaggio musicale. Con il lettore Naim Cd5i e Say it Right di Nelly Furtado, il MaiA non ha faticato con la batteria molto dinamica del brano e ha mantenuto il controllo per tutta la durata del pezzo, esibendo un suono vivo e brillante dai diffusori Speaker Box 5. Niente male per una combinazione cabinet/altoparlanti di queste dimensioni.

Poiché l'amplificatore MaiA è dotato di un'antenna Bluetooth, l'ho collegato al mio vecchio e fidato iPhone 4. L'operazione è assai semplice, ammesso che leggiate il manuale, altrimenti occorrono due tentativi; comunque, ero operativo nel giro di due minuti. Sono rimasto davvero stupito, perché, generalmente, lo streaming non rientra tra i miei modi preferiti di ascoltare. Ho avviato il McIntosh Music Stream e ho trascorso felicemente il pomeriggio con una serie di classici dagli anni '60 agli anni '00, senza sentire il bisogno di armeggiare con i dischi, piccoli o grandi che siano.

Come mi aspettavo, Youtube si è rivelato meno soddisfacente e la compressione, oltre a quello che sembrava un effetto phasing in gamma alta, tipico del formato, era molto evidente, sebbene questi problemi non mi abbiano impedito di ascoltare Insomnia dei Faithless ad alto volume per parecchie sere, dopo il lavoro (nota: ricordarsi di acquistare l'album!). Anche in questo caso, l'amplificatore si è comportato egregiamente, lasciando fluire la musica; malgrado le critiche mosse a Youtube sulla qualità, il brano restava comunque ballabile e sono sicuro che stupirebbe gran parte degli audiofili non fondamentalisti, vale a dire la maggioranza del pubblico di riferimento. Ora, prima che voi replichiate dicendo che Youtube non va considerato una sorgente musicale e che io sto perdendo tempo, vi consiglierei di osservare qual è il primo posto dove la gente va a cercare una canzone se le chiedete di ascoltarne una che non possiede.

Inizialmente, il DAC integrato non andava molto d'accordo con il mio lettore Blu-Ray Panasonic, a cui lo avevo collegato tramite cavo ottico. Una veloce regolazione del formato audio del lettore Blu-Ray (va impostato su PCM) e la sequenza di apertura di Star Wars IV suonava davvero bene, con l'orchestra nitidamente disposta di fronte e lo Star Destroyer che rombava provenendo da destra. Mi ricordo di aver letto, una volta, da qualche parte, che una colonna sonora ben realizzata può influire, sull'esperienza visiva, più di una migliore qualità delle immagini; nel mio caso è stato proprio così, perfino per un film che conosco a memoria. Il DAC ha costituito anche un grande miglioramento per lo stadio di uscita del Panasonic; con il film degli U2 Vertigo Tour, si riusciva a sentire con maggiore facilità ciò che succedeva con il rack per chitarre (delle dimensioni di un doppio frigorifero) di The Edge e si aveva una migliore precisione di basso e batteria, rendendo più agevole seguire l'intero spettacolo. Basta sedersi e concentrare l'attenzione sullo schermo, senza doversi sforzare ad ascoltare suoni che il Panasonic perde per strada. Se solo Pro-Ject mettesse un filtro in grado di zittire Bono ogni volta che dice stupidaggini o qualcosa di inutile, sarebbe grandioso.

Aspetti negativi? L'amplificatore produce un po' di fruscio, ad alto volume, sebbene sia fastidioso solo se si sta vicino ai diffusori e senza musica. Inoltre, le ridotte dimensioni dei comandi implicano che quelli tra noi che hanno le mani grosse farebbero meglio a usare il telecomando in dotazione, anziché la manopola del volume. Sempre le dimensioni ridotte rendono un po' difficoltosi i collegamenti sul retro, ma questo è un problema solo per chi cambia i componenti di continuo e non per chi ha intenzione di tenersi l'impianto così com'è. Suggerirei anche agli smemorati tra voi di etichettare cosa è collegato a quale ingresso, perché mi sono un po' confuso nel ricordare quale lettore CD fosse collegato a un determinato ingresso e quale ingresso digitale fosse quello ottico. C'è da aggiungere che le solite ridotte dimensioni dell'amplificatore impediscono una chiara etichettatura e, ad essere sinceri, io sono pignolo.

Speaker Box 5

Come ho già detto, i diffusori Speaker Box 5 peccavano di coerenza, appena collegati, ma dopo un po' di rodaggio, e di uso con le loro elettroniche, hanno funzionato meglio e l'ascolto era diventato parecchio piacevole. All'inizio sembravano leggermente congestionati con musica strumentale complessa, ma anche questo aspetto era migliorato con il rodaggio; quindi, non lasciatevi fuorviare da come suonano, nuovi, e assicuratevi che il vostro negoziante ve ne faccia ascoltare una coppia già rodata (così dovrebbe essere, se il negoziante è competente).

L'immagine è un grande punto di forza di questi diffusori e il palcoscenico è molto reale; quello che manca loro in grandiosità lo dimostrano in precisione. Il suono è più intimo che maestoso, ma, come sopra accennato, con musica dance non sfigurano affatto, anzi si comportano bene e fanno ballare. Da quel che mi ricordo, direi che hanno molto in comune con i cari vecchi Rega Kytes, e non è un male.

Da un punto di vista dell'equilibrio, sono diffusori validi, perché la gamma alta non è sproporzionata in confronto a quella bassa, anche in una stanza con arredamento moderno. Alla fine li ho sistemati abbastanza vicini (30 cm) alla parete posteriore, senza evidenti rimbombi; senza dubbio questo ha aiutato, ma anche se posti a 50 cm dal muro non erano sbilanciati né suonavano striduli.

Non sono certo i diffusori ideali per grandi ambienti, perché non riescono a riempire grandi spazi; inoltre, se siete fanatici dei bassi non fanno per voi. Pro-Ject ha in catalogo dei diffusori da pavimento, più grandi, i Box 10, e, sebbene non li abbia provati, li consiglierei, come alternativa, a chi può disporre di ampie sale di ascolto.

Tuttavia, se state cercando diffusori visivamente compatti, che possano piacere alle mogli, che si adattino ad ambienti moderni e che, soprattutto, siano semplicemente comunicativi, allora mettetevi ordinatamente in fila davanti alla porta del rivenditore Pro-Ject più vicino a voi.

Conclusioni

L'aspetto più importante riguarda le possibilità che un impianto di questo tipo mette a disposizione. Supponendo che dobbiate rispettare il limite di 1.000 euro, e che acquistiate solo l'amplificatore e i diffusori, potrete collegare i vostri smartphone, tablet, PC, lettori DVD/Blu-Ray, nonché console PS4/Xbox. L'esteso potenziale di divertimento, in confronto ai dispositivi multimediali o alle soundbar, che questo impianto può dare è fenomenale, senza contare che potete acquistare un giradischi, come mostrato nella foto a inizio pagina, e incamminarvi sul sentiero che conduce al Lato Oscuro.

Ho ascoltato questo impianto per oltre quattro mesi, nel corso dei quali non ho sentito il bisogno di tornare al mio amato amplificatore valvolare, né collegare diffusori più grandi. Ammetto di aver ascoltato un migliore lettore CD (talvolta, non sempre), ma non è stato difficile rinunciare al prodotto migliore, quando tutti gli ingressi erano occupati. Basta questo per affermare che soddisfa tutte le aspettative.

Riassumendo: è compatto, suona molto bene, è bello da vedere, è facile da usare e per il prezzo è un buon inizio. Se state cercando il vostro impianto per principianti o qualcosa da consigliare a un amico che voglia tuffarsi nelle acque di quell'oceano che è l'hi-fi, un giro presso il vostro rivenditore Pro-Ject di zona può essere un buon punto di partenza.

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