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Prodotto: Tannoy Revolution DC4, mini-diffusori stereo
Uno dei mini-diffusori maggiormente misconosciuti degli ultimi dieci anni dovrebbe essere il Tannoy Autograph Mini.
Si tratta di un oggetto inusuale in quanto non ha un disegno suo ma piuttosto, almeno in superficie, sembra una
replica dei suoi predecessori dalle dimensioni di un armadio. Mentre era necessario ottenere un permesso di
costruzione per gli originali, i Mini hanno dimensioni ridotte del 20% e includono un altoparlante concentrico
a dua vie da 4 pollici (8 cm circa). Costosi. Dall'aspetto assurdo. Ma hanno avuto un discreto successo, se
possiamo credere a quello che ne dice la stampa.
I Revolution DC4 che stiamo recensendo qui sono molto meno costosi, ma per quanto riguarda le materie prime
impiegate sono estremamente simili. Alti solo 27 cm e larghi appena 16 cm, questi contenitori da 3,4 litri montano
l'altoparlante concentrico a due vie, con coni in carta da 4 pollici, che aveva debuttato nella serie Arena Lifestyle
(che erano addirittura più piccole).
Le DC4 sono talmente piccole che, se non avessero la porta reflex posteriore, si potrebbe
suggerirne il fissaggio a parete come diffusori surround in un impianto Audio Video. Peraltro non sono fornite
dell'attrezzatura necessaria al fissaggio a parete, ma hanno la possibilità di biwiring. Penso che questo le renda
specifiche per un determinato tipo di utenza, ma significa anche perdere delle buone occasioni, in quanto adottando
decisioni progettuali più intelligenti le DC4 avrebbero potuto essere un prodotto molto più versatile.
Materiali e finitura sono ottimi. Il contenitore è impiallicciato in vero legno, quercia chiara o marron scuro
"espresso", ma a mio avviso questo tipo di legno ha un aspetto artificiale. Non direi brutto, ma... strano.
Quindi, abbiamo qui un diffusore che è più o meno equivalente a un illustre esempio alto di gamma, ma a un quarto
del prezzo. Anche le sue prestazioni saranno ridimensionate di conseguenza?
Ho iniziato col posizionare questi piccoli bastardi in un ambiente per il quale ritenevo non fossero stati pensati:
in salotto, sopra dei tavoli corti e pesanti, a circa 1 metro dalle pareti, all'ombra delle ESL-63 e alimentati
dagli amplificatori Michell di progettazione Trichord.
La prima impressione è stata che i DC4 sonassero più forte dei Quad (stupore), e che indipendentemente dal volume
effettivo suonassero forte lo stesso. A dispetto delle loro dimensioni sono infatti decisamente presenti e sfacciati,
grazie a una gamma media che attira l'attenzione e proietta le voci e la maggior parte degli strumenti verso
l'ascoltatore. Nonostante ciò il suono non è sparato in faccia. Infatti è totalmente privo di aggressività e di artifici
che facciano stridere i denti, a testimonianza di come Tannoy abbia definito con gran cura la banda di presenza
facendola seguire da alte frequenze per niente taglienti (si veda più oltre). Gli alti sono onesti, niente di più
(non dimenticatevi che la mia dieta quotidiana prevede diffusori elettrostatici!), ma non attirano mai troppo
l'attenzione. Non si avvertono né sfrigolio né note urlate, niente mal di testa. Ottimo!
L'altra parte dello spettro è definita in modo ancora più abile. Con un contenitore da 3 litri, un altoparlante da
80 mm e quella sensibilità non è ovviamente possibile ottenere un gran basso. Ma quello che c'è è teso e molto ben
controllato. Le frequenze attorno ai 100 Hz e appena al di sopra sono rese in modo tale da sfruttare molto bene
l'effetto dei fondamentali mancanti, con il risultato di dare l'impressione che la maggior parte degli strumenti
siano resi in maniera del tutto convincente, anche se in qualche caso si sente la mancanza di una certa massa sonora.
Eppure, nonostante tutto, le DC4 si cavano d'impaccio in maniera molto pulita.
Cercando di metterle in difficoltà ho provato a far suonare ai DC4 musica classica per piccoli gruppi, concerti
rock, film d'azione e perfino i Massive Attack senza mai riuscirci in pieno. Queste Tannoy possono suonare
molto forte e senza distorsione evidente (la nostra stanza è di 4 metri per 8, con un largo passaggio che sbocca
su un altro ambiente da 4 metri per 8). Non arrivano mai a urlare, diventano solo graziosamente compressi a
livelli sonori che normalmente non utilizzo. Il loro suono non diviene mai secco o scolorito. In realtà il
loro bilanciamento tonale è pienamente in accordo con i miei gusti: leggermente caldo e musicale, privo di
quegli alti troppo accentuati tipici dei diffusori di moderna progettazione. Ho trovato estremamente facile
convivere con il bilanciamento tonale dei Tannoy in quanto è talmente vicino a quello delle mie Quad da non causarmi
alcuno shock culturale. Ho letto altre due recensioni delle DC4 in cui sono definite "fredde" e "glaciali".
Non sono d'accordo in quanto ritengo queste Tannoy ben bilanciate e tutt'altro che metalliche. Bisogna riconoscere
che il loro suono è in effetti molto pulito, con i medi leggermente in rilievo. Forse qualcuno interpreta
tutto ciò come freddezza?
Naturalmente le DC4 hano la propria colorazione. A confronto con le Quad c'è una notevole colorazione, per
la maggior parte più spessore e un po' di chiusura. Ma con un po' di acclimatazione psico-acustica diviene
molto facile dimenticarsene. Probabilmente è il vantaggio del cono in carta, per cui suoni plasticosi e
stridenti sono completamente assenti.
Il dettaglio è ottimo e la maggior parte delle registrazioni si sente in maniera molto definita. La risoluzione
è comunque limitata, come se sotto un certo livello il suono fosse risucchiato da un aspiratore. L'immagine
stereo risulta poco focalizzata e instabile, ma devo riconoscere che sotto questo aspetto, nel nostro ambiente
ho ottenuto ottimi risultati solo con dei dipoli e mai con dei radiatori diretti (la nostra futura stanza della
musica dovrebbe risolvere questo problema).
I miei standard potranno anche essere in caduta libera (di questi tempi a causa di problemi familiari e di lavoro,
a parte in macchina con il sistema Bose alimentato dall'iPod, trovo difficile riuscire ad ascoltare musica) ma
ritengo che i Tannoy DC4 siano i diffusori più a buon mercato con cui potrei convivere a lungo. Questo riconoscimento
era finora appannaggio dei Quad 12L che con i loro 700 euro, costano molto più cari. Penso che tutto ciò sia
molto importante anche se il costo del resto dell'impianto rende la mia considerazione puramente accademica.
I risultati erano molto interessanti, ma nessuno penserebbe che impianto, ambiente e posizionamento finora utilizzati
siano uno scenario tipico per dei piccoli diffusori entry-level. Quindi li ho spostati in ufficio. Sistemati
ai vertici di un triangolo equilatero di 2 metri di lato e molto ridosso la parete di fondo (un pavimento lucido
che finisce su una libreria molto alta) i Tannoy dovevano vedersela con un Cyrus One e un Rega Planet percorrendo
un quarto di secolo di tecnologia sonora inglese.
Questa situazione si è rivelata sorprendentemente deludente, con un medio-basso oltremisura arrotondato e
mal controllato. I toni medi presentati in maniera così eccellente nella stanza più grande, erano divenuti
poco definiti e appesantiti sotto gli effetti di un basso eccessivo. La neutralità generale ne soffriva.
Con la musica classica per piccoli ensemble si creava un effetto irritante determinato dai toni di base degli
strumenti che si muovevano dentro e fuori la banda passante dei diffusori. Il tutto portava ad un effettivo
peggioramento della performance sonora. I passaggi a volume più alto portavano a un indurimento dei medi:
probabilmente il vecchio Cyrus non ce la faceva. Quello che prima era un piccolo grande diffusore si stava
dimostrando ora molto mediocre.
Ho quindi tappato le porte reflex posteriori dei diffusori e ho ripreso l'ascolto. Mi ha fatto piacere constatare
che la situazione era significativamente migliorata, con il suono che era tornato molto vicino a quello
sperimentato in precedenza nel salotto. Era rimasto solo l'indurimento ai volumi più alti. Perché Tannoy abbia
accordato i DC4 per spazi aperti resta comunque un mistero. Forse i progettisti ci hanno iniettato troppi
geni derivanti dall'Autograph Mini clonandone non solo le dimensioni ma anche un po' del comportamento da
prima donna?
Ho abbandonato i diffusori per un po' e poi li ho risistemati nel salotto. Subito i DC4 mi hanno lasciato
leggermente perplesso... Ma dopo pochi minuti mi hanno riportato ancora direttamente dentro la musica. È questa
la loro forza. I Tannoy non sono assolutamente senza difetti, ma se li posizionate correttamente non mancheranno
mai di comunicare la musica in maniera convincente; e questo è quello che conta, no?
A questo punto si imponeva un confronto con i miei KEF Q. Questi ultimi nel 2005-2006 erano i diffusori coassiali
entry-level di KEF e apparentemente gli equivalenti dei DC4. Solo apparentemente in quanto i KEF erano decisamente
meno cari (circa 300 euro se ricordo bene) e più grandi con il loro volume interno di 6 litri e un altoparlante
coassiale Uni-Q da 5 pollici (10 centimetri circa). Li comprai perché mi serviva qualcosa di piccolo da trasportare e
grazie a una delirante recensione su HFW. Li tengo per praticità e non per gli ascolti seri.
La sostituzione dei KEF al posto dei Tannoy nella stessa identica posizione ha portato a un guadagno in termini
di ariosità e sensazione di trasparenza; il prezzo da pagare è stato un suono più confuso, meno composto e
con meno bassi. L'impressione era di maggior abilità ma senza niente di speciale. Il ritorno ai DC4 infatti
ha riportato il calore nel suono, un basso più profondo e solido (!) e una maggiore rotondità generalizzata.
Le KEF non erano male, ma le Tannoy erano decisamente molto migliori.
Ho utlizzato un analizzatore d'ambiente portatile della XTZ per un paio di misurazioni nel mio ambiente. Più
sotto si può vedere la curva di risposta misurata a 40 cm di un singolo DC4, posizionato su un supporto alto 50 cm,
in spazio libero e con ingresso diretto del segnale. Tutto ciò significa che la prima e l'ultima riflessione della
stanza sono soppresse in modo da fornire una misurazione che può essere considerata anecoica. Il prezzo da pagare
è una risoluzione estremamente ridotta nell'intorno dei 300 Hz e al di sotto.
Questa misurazione è stata effettuata due volte, con la porta reflex aperte e chiusa. La depressione fra 2 e 4 kHz
è correlata alle caratteristiche di dolcezza e mancanza di aggressività di questo iffusore. La repentina caduta
delle alte frequenze è tipica degli altoparlanti a tromba e non bisogna preoccuparsene.
Le misurazioni sono state ripetute, questa volta con i diffusori a pochi centimetri dalla parete di fondo. Come ci
si poteva aspettare il risultato è stato un basso più gonfio, con un significativo incremento sopra i 200 Hz.
La chiusura della porta reflex posteriore ha leggermente ristabilito il bilanciamento dei toni.
È possibile che qualcuno di voi abbia avuto un deja-vu, dato che quanto scritto finora somiglia a una recensione degli
Autograph Mini, o dei 603, i piccoli Tannoy che mandavano in visibilio la gente vent'anni fa. Ebbene sia. I Tannoy DC4
non sono una soluzione universalmente applicabile, dato che richiedono un ottimo sistema a monte e un sacco di spazio
intorno. Ma dategli tutto ciò e si comporteranno in maniera ammirevole. Mi sono piaciuti proprio un sacco.
Produttore: Tannoy - UK
Costo: circa 420 Euro la coppia (il prezzo può variare a seconda del paese)
Recensore: Werner Ogiers - TNT Belgio
Data: Febbraio, 2012
Traduzione: Marco Fiorani
Introduzione
La prova sul campo
Su contro la parete ...
... e di nuovo nell'Arena
Misurazioni
Per concludere
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