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Prodotto: Visonik David 502 - diffusori da supporto/parete
Costruttore: Visonik - Germania
Prezzo appross.: altamente variabile, da 50 a 250€/coppia, a seconda delle condizioni
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Marzo, 2022
Domande:
Chi era Visonik? In realtà era un marchio della Heco (Hennel-Company), un'azienda fondata nel lontano 1949 da Gerhard Richard Hennel e sua moglie Susanne, a Schmitten, Germania. Progettavano e realizzavano altoparlanti per cinema e locali pubblici. Dopo la morte di Hennel, nel 1972, l'azienda fu venduta dalla moglie alla British Rank Organization. Nel 1979 fu poi acquisita da Bruns. Dopo alcune traversie finanziarie e la caduta del muro di Berlino (alcune produzioni erano nella Germania dell'Est), l'azienda è stata definitivamente acquisita da Magnat Audio-Products GmbH. Il sito visonik.de oggi punta verso la linea di diffusori marchiati Audium.
I primi David a uscire sul mercato furono i modelli 30 e 50, ma di fatto solo quest'ultimo è stato considerato “IL” David a tutti gli effetti. Cabinet a prova di bomba, in alluminio, piccolo ma poderoso woofer da 4", il T92 (100mm) e tweeter da 3/4", il D502, realizzati da Heco. Questi altoparlanti erano di qualità molto elevata, un fatto rivoluzionario per l'epoca, visto che i componenti migliori di norma venivano utilizzati sui diffusori top di gamma, in genere i più grandi. Il woofer, oltre a un complesso magnetico in ferrite grande quanto l'altoparlante stesso, aveva una sospensione in gomma che durava nel tempo, contrariamente alle schiume che si usavano all'epoca, che si decomponevano nel giro di pochi anni. Il tweeter aveva una cupola in seta impregnata e anch'esso era dotato di un magnete di grandi dimensioni. Il crossover, ben realizzato con buoni componenti, era da 12dB/ottava. Il cabinet di appena un litro di volume interno era completamente riempito di foam acustico. Nonostante le dimensioni ridicole (in pianta occupano uno spazio 10x10cm, cioè stanno nel palmo di una mano) erano solidissimi e pesanti! Ben 2.1 kg per diffusore.
Oltre ai modelli 30 e 50, Visonik realizzava anche modelli più grandi: 60, 80 e 100, che però non ebbero molto successo. I prezzi erano elevati, se si pensa che nel 1975 si partiva da 95$ per il 30 fino ad arrivare a 260$ per il 100...cadauno!!!
Nel 1977 il DAVID 50 fu insignito di un premio che non era mai stato dato a un componente HiFi europeo, il Japanese Export Product Award della sesta edizione dell'Audio Grand Prix, per via degli sviluppi innovativi del progetto.
Il modello 502 in esame, che sto per raccontare, uscì poco tempo dopo il 50 (infatti è da considerare un 50.2 o 50 mk2) e risolveva un problemino che aveva afflitto la prima generazione: poiché i diffusori avevano valori di distorsione molto bassi, spesso gli utenti si dimenticavano dei loro limiti fisici e alzavano a dismisura il volume, causando la rottura degli altoparlanti. Per questo motivo il modello 502 disponeva di un led di overload rosso, frontale, che si accendeva quando la richiesta energetica iniziava a essere eccessiva.
Un anno dopo che il David fu introdotto sul mercato l'americana Miller & Kreisler progettò e realizzò un subwoofer ad hoc, chiamato, guarda caso - Goliath. Di fatto nasceva così il concetto di sistema sub+satelliti, che tanta fortuna ha avuto e ha ancora oggi. Il sistema David + Goliath - in prove a doppio cieco - umiliava diffusori grandi e blasonati dell'epoca. Sul sito M&K appare questa dichiarazione:
Mentre gli altri costruttori di diffusori realizzavano dinosauri audio sotto forma di casse da morto, M&K guidava il progresso e il futuro con il primo sistema satelliti + subwoofer, già nel 1976.
Dopo i primi modelli citati, altre generazioni di David si sono susseguite (5000, 6000 e così via), ma di fatto i veri primi David sono i 50 e i 502 e sono questi quelli che, a mio parere, meritano un posto nella nostra hall of fame. Sono stato abbastanza fortunato nel reperirne una coppia in condizioni praticamente immacolate, con driver originali e sospensioni perfettamente efficienti ed elastiche (e non ricostruite).
La DIN 45500 era lo standard tedesco per i requisiti qualitativi minimi cui doveva sottostare un componente HiFi per poter essere definito HiFi. Questi sono stati poi giudicati obsoleti e rimpiazzati nel 1996 con gli EN 61305, che però hanno più a che fare coi metodi di misura, che con le prestazioni. Il DIN (DIN sta per “Deutsches Institut für Normung”, ossia “Istituto tedesco per le standardizzazioni”) rilasciò questi standard nel lontano 1966, a questo link potete trovare tutti i requisiti componente per componente. Per i diffusori si trattava, vista l'epoca, di richieste non troppo stringenti, ma fuori dalla portata di diffusori di piccole dimensioni e il David fu il primo a rispettarle, scuotendo l'opinione pubblica. Nella tabella sotto, la zona tratteggiata indica l'area dentro alla quale doveva stare la risposta in frequenza di un diffusore HiFi, per esempio. Inoltre, i diffusori di una coppia non dovevano differire tra loro per più di 3dB da 250 a 8kHz. Inoltre, un diffusore doveva essere in grado di produrre una pressione sonora di almeno 96dB (che è tanto!) a un metro di distanza. La potenza in ingresso per ottenere questo risultato era indifferente. La distorsione non lineare doveva essere inferiore al 3% tra 250Hz e 1kHz e inferiore al 1% dai 2 kHz in su.
Nel mercato di oggi non è difficile imbattersi in piccoli diffusori dal buon suono anzi, spesso, questi sono i preferiti perché meno problematici da installare e più amichevoli con l'ambiente. All'epoca della comparsa dei David sul mercato, però, le cose erano radicalmente diverse. I diffusori dovevano esssere grandi e le dimensioni di questi microbi fecero scalpore e sollevare più di qualche perplessità. Tali perplessità si trasformavano però in stupore una volta che si provava ad ascoltarli. In realtà i David erano una delizia, e incredibilmente lo sono ancora. Guardare il muro sonoro che ricreano stupisce ancora oggi, perché le dimensioni farebbero pensare a un suono in stile cassettine da computer. Tra l'altro, sono convinto che oggi questi David possano finalmente esprimersi al loro massimo: essendo di bassa sensibilità e di carico non facile, essi rappresentavano una sfida per gli amplificatori dell'epoca, che faticavano a pilotare carichi al di sotto degli 8Ω. Pertanto, era difficile e costoso pilotarli come si deve. Oggi, per fortuna, non è più così e finalmente questi piccoli diamanti possono brillare come meritano.
Come suonano? Non mi aspettavo molto da un woofer da 10 cm scarsi racchiuso in un volume sigillato (no reflex!) da appena un litro! Bassi? Quali bassi? Ebbene, basta posizionarli vicini alla parete posteriore (hanno anche un foro per poter essere appesi al muro) non crederete a quanto e quale basso riescano a riprodurre. Uno li guarda e si chiede come possa essere fisicamente possibile una performance così incredibile, per potenza, profondità (dichiarati 45Hz, magari saranno 55-60 ma accidenti!), articolazione e controllo. Non solo, ma possono pure suonare forte e i limiti di pilotaggio sono molto più lontani di quanto si possa pensare. Certo, le Lonpoo LP42 - giusto per citare i primi della classe - hanno un basso migliore, ma consideriamo che hanno un volume quasi doppio, in accordo reflex e che li separano quasi 50 anni di tecnologia dei materiali (fibra di carbonio contro carta, ad esempio).
La gamma media e alta sono brillanti, ben presenti, forse non così trasparenti e dettagliate come accade con diffusori (e tweeter) più moderni ma c'è da considerare gli effetti del tempo sulle caratteristiche fisiche ed elastiche delle membrane e delle cupole. Voci, piatti, strumenti a corda...tutto viene riproposto con precisione e buon senso di presenza, aiutato da un livello di distorsione molto basso. Certamente l'alta qualità degli altoparlanti aiuta, ma il mobile gioca un ruolo fondamentale nel non aggiungere niente di suo alla riproduzione: essendo piccolissimo e realizzato in alluminio, è completamente sordo e privo di risonanze. Di sicuro tutta l'energia degli altoparlanti arriva alle orecchie di chi ascolta e non viene dispersa in deformazioni, risonanze e calore. Impossibile per un mobile tradizionale raggiungere simili livelli di rigidità e insensibilità alle vibrazioni.
Quest'assenza di vibrazioni e colorazioni aiuta anche nella ricostruzione del soundstage, cosa inutile e sconosciuta all'epoca, ma oggi di grande importanza. Certo, la posizione addossata alla parete di fondo impedisce lo sviluppo della profondità della scena, ma i diffusori spariscono alla vista, letteralmente. Sono quanto di più vicino ci sia all'ideale di sorgente puntiforme.
Ancora, questo trasferimento diretto di energia tra amplificatore e altoparlanti e tra questi e le orecchie di chi ascolta aiuta anche nella performance dinamica, insospettabile per diffusori così vecchi e di così ridotte dimensioni. Suonano veloci, e non temono neppure programmi musicali impegnativi. Certo, non dovete aspettarvi il basso sismico di “Angel” dei Massive Attack, ma se la cavano, eccome. E suonano pure forte, ricordate che rispettano le specifiche DIN dei 96dB a un metro di distanza, tantissima roba per un diffusore così piccolo. Ovvio che, ad alto volume, il led rosso frontale vi ricordi che stanno per arrivare al limite, ma ciò avviene ben oltre ogni lecita aspettativa. Per inciso, anche se il led si accende di tanto in tanto (in genere va a ritmo con la musica) non significa che stia per rompersi qualcosa: non c'è traccia di compressione o distorsione, ma è più saggio stare attenti al volume e al movimento dei woofer.
Tirando le somme, i David meritavano davvero il grande successo che hanno avuto, sia in casa di appassionati esigenti che di studi di registrazione? La risposta è sì. Stravolsero letteralmente il mercato quasi 50 anni fa, e stupiscono ancora oggi. Date loro una stanza non grande, con parete posteriore vicina o un utilizzo desktop, uniteli a un buon amplificatore e saranno ancora in grado di stupire. Non c'è il suono vintage caldo e rotondo che uno potrebbe aspettarsi: sono vivaci, aperti e brillanti. Le LS3/5A, di sicuro, suonano più scure, morbide e dolci, ma i David, con le loro dimensioni lillipuziane, sono impossibili da battere.
Le prime serie di David si trovano, di tanto in tanto, sul mercato dell'usato. Essendo stati venduti in un numero elevatissimo di esemplari non sono impossibili da trovare. Più difficili da reperire in condizioni originali (woofer e tweeter spesso sostituiti o rigenerati) e il prezzo deve ovviamente riflettere questi aspetti. Se avessero altoparlanti non originali, lasciate perdere. I tweeter non sono facili da reperire, anzi non si trovano proprio più, mentre ci sono ancora dei kit per la sostituzione delle sospensioni dei woofer, ad esempio qui. I cabinet sono indistruttibili, al massimo li troverete con qualche graffio, facile da rimediare, e alla peggio si riverniciano. I cavi di collegamento uscivano direttamente dal mobile, pertanto è possibile trovare qualche David modificato coi connettori dei cavi non originali. Poco male, almeno si potranno usare cavi un po' migliori di quelli sottilissimi di serie.
Non dimentichiamo di fare un lungo rodaggio: sono altoparlanti vecchi e probabilmente induriti, specie se son rimasti fermi da anni. Un po' di ginnastica e dovrebbero tornare a suonare quasi come da nuovi.
I progettisti che ebbero il coraggio di uscire dal branco e pensare un diffusore così rivoluzionario erano dei geni. Con la tecnologia e i materiali di allora riuscirono in un piccolo miracolo, visto che il suono di questi David non fa storcere il naso neppure a quasi 50 anni di distanza. Ritengo che almeno una volta nella vita sia necessario ascoltare una coppia di David in buone condizioni: tante credenze, che ancora oggi si fatica a cancellare, si scioglierebbero come neve al sole. Posto nel nostro Jurassik (S)Park più che meritato!
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