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Prodotto: diffusori Altec 604 Onken
Produttore: progetto di autocostruzione
Prezzo: meno di 1.100 euro per il lavoro di falegnameria; per gli altoparlanti e l'attrezzatura il costo è variabile - (Convertitore di valuta)
Recensore: Chris Templer - TNT Sud Africa
Pubblicato: Novembre, 2017
Traduttore: Roberto Felletti
Il mio interesse per gli altoparlanti Altec Duplex è iniziato quando ho ascoltato, per la prima volta, un cabinet mono pilotato da un Quad II. Il proprietario era restio a separarsene, malgrado la sua fissazione per gli altoparlanti Lowther inseriti in trombe Tractrix fatte in casa. La particolare versione che sono riuscito ad accaparrarmi è il modello 604-168x, un progetto adatto a qualunque cosa ma non all'audio domestico! Gli altoparlanti Altec 604-168x sono costituiti da un woofer da 8 Ω e un tweeter da 16 Ω; l'azienda fornisce anche un crossover. Qui potete trovare le specifiche degli Altec 604-168x.
Il problema più rilevante di questo altoparlante è che è stato progettato per la bi-amplificazione; il cono principale ha un'impedenza di 8 Ω e una sensibilità di 97 dB a 1,2 m/W, mentre il tweeter ha un'impedenza di 16 Ω e una sensibilità di 105 dB a 1,2 m/W (da notare che la misurazione non è stata effettuata al solito metro di distanza). Questi altoparlanti sono più sensibili dei modelli precedenti e hanno anche dei magneti in ferrite ceramica anziché in AlNiCo. Inoltre, le piccole multicelle sono state sostituite con trombe a raggi Manta. Per un quadro completo delle varianti del 604 consultate la pagina 604 Types; grazie a chi ha realizzato la pagina! E gli altoparlanti pesano 15,5 kg!
All'inizio ho scelto di adottare il progetto di Jean Hiraga, con un cabinet di tipo Onken più alcuni aggiornamenti. Qui è disponibile il documento di Jean Hiraga; chi ha problemi col francese può farsi aiutare dal traduttore di Google.
Ho scelto di non utilizzare il compensato, perché qui, in Sud Africa, costa caro, e il multistrato di betulla è difficile da reperire. L'MDF va bene e, se lo si desidera, è possibile scegliere il tipo di impiallacciatura. In questi cabinet tutti gli spessori sono stati riscalati fino a 32 mm, e le superfici visibili sono rivestite con uno strato di noce da 4 mm. Gli spigoli sono in kiaat (teak africano).
Alla base è stato aggiunto un pannello sotto il quale sono state montate delle rotelle da 75 mm, per poter spostare i cabinet più agevolmente, in quanto sono molto pesanti. I montanti orizzontali, nelle aperture laterali, sono in kiaat pieno. Il pannello posteriore è asportabile, per permettere l'installazione degli altoparlanti e, oltre a della fibra di vetro da 50 mm usata come materiale smorzante, è presente un robusto montante che aiuta a sostenere i magneti.
Cliccando sulle immagini con il tasto destro, è possibile visualizzarle a grandezza naturale in un'altra scheda del browser. Notate, a sinistra, il rinforzo per il magnete del 604. Non è facile vederlo qui, ma il magnete si estende un po' all'indietro, e nonostante gli otto bulloni da 6 mm che sorreggono l'altoparlante, era stato meglio aggiungere un rinforzo. È anche possibile vedere lo spessore dei pannelli, e le dimensioni fornite nel disegno sono state modificate per mantenere lo spazio interno.
Alcune foto scattate durante la costruzione. Tutte le superfici visibili, comprese quelle nelle aperture, sono rivestite con quattro strati di noce. Il bordo bianco intorno al foro dell'altoparlante è lo strato sottostante all'impiallacciatura in noce. Anziché nascondere questo bordo, lo si è lasciato come rifinitura.
Ho scelto di utilizzare quello che avevo a disposizione, un pre-amplificatore valvolare di elevata qualità costruito dal guru locale delle valvole, Alan Hobkirk. E sì, le manopole sono placcate oro. Poi c'era un crossover elettronico Bryston 10B. I coni principali erano pilotati da un amplificatore Carver TFM15CB, in grado di erogare 100 W RMS su 8 Ω.
Il tweeter era pilotato da un amplificatore Leak Stereo 20, 10 W per canale. Una sua caratteristica interessante è che i trasformatori di uscita possono essere regolati su 16, 8 e 4 Ω; in questo modo, i tweeter da 16 Ω degli Altec 604-168x potevano venire pilotati correttamente. La scatoletta sulla destra è un attenuatore in ingresso, poiché l'ingresso del Leak è molto sensibile e il Bryston, pur permettendo un certo grado di controllo sul segnale, ha bisogno di aiuto per diminuire il livello in ingresso.
Tutti i cavi sono autocostruiti, e utilizzano del normale cavo coassiale RF; quelli flessibili sono collegati al Leak. I cavi di potenza sono di tipo industriale.
Impostazioni del Bryston:
Cono principale: taglio a 3 kHz/6 dB per ottava.
Tromba HF: taglio a 1 kHz/12 dB per ottava. Il livello è stabilito dalla “scatola nera”.
Anche se questi valori possono sembrare un po' insoliti, con un'ampia sovrapposizione, questa è la condizione in cui l'impianto suona meglio, ed è sorprendente quanto poco livello di uscita sia necessario per la sezione HF.
È sempre un piacere quando, citando il Col. John Hannibal Smith del telefilm A-Team, posso dire «adoro quando un piano funziona!» Assemblare un buon impianto di diffusori è uno dei piaceri audiofili, e questo di cui vi parlo presenta elementi di molte rinomate fonti. Probabilmente starò per essere linciato (potrebbe essere l'inizio di un'accesa disputa telematica), dicendo che all'inizio la serie Altec 604 ha superato nettamente le proposte della Tannoy. Avendo posseduto alcuni diffusori Tannoy, sia da 12" sia da 15", in cabinet e versioni differenti, mi sento giustificato a trarre questa conclusione. I diffusori Tannoy sono morbidi, dal suono quasi liquido, e hanno abbastanza dinamica, come ho dimostrato con i miei Double Autographs. Gli Altec sono migliori, anche in quello che è un cabinet reflex di fascia alta. Hanno dinamica, con ampie riserve per suonare follemente forti, senza mai strafare. Il tweeter è molto potente e richiede un po' di attenzione per evitare che predomini; il tweeter Tannoy è solo abbastanza buono e suona rozzamente quando si alza un po' il volume. Il suono degli Altec non è liquido, né morbido. Lo si potrebbe definire viscerale, ma non crudo; una dinamica priva di sforzi combinata a un livello di dettaglio che rispecchia la cura posta nel regolare il sistema tramite il crossover - un suono molto realistico. I cabinet sono collocati accanto al mobile porta-elettroniche A7 Stack e contro il muro, leggermente convergenti con gli altoparlanti in linea con la posizione di ascolto. Da qui coprono l'intero intervallo di frequenze, dal basso d'organo 32 (16 Hz) alle tonalità più alte percepibili, a volume basso o alto, a vostra discrezione. Uniformemente. Nessun grosso calo né picchi a rovinare il vostro piacere di ascolto, abbondanza di rimbombi sotterranei quando necessario e un suono molto pulito e chiaro.
La sensibilità è elevata, la musica rock ad alto volume può far schizzare gli indicatori del Carver su 10/15 W senza un movimento visibile dei coni, il che significa che l'altoparlante principale si accoppia correttamente con l'aria. L'audiofilo medio vuole una buona immagine e che i diffusori spariscano alla vista, ma, per venire al punto, il palcoscenico è grande quanto la stanza. I diffusori distano tra loro circa 6 metri e l'immagine è ancora più ampia. Sonorizzano senza problemi la stanza, che supera decisamente i 200 metri cubi.
L'abilità di un sistema di diffusori di ricreare la sensazione di trovarsi nell'ambiente in cui la registrazione ha avuto luogo è una delle caratteristiche che cerco, e gli Altec Onken lo fanno. Non esistono registrazioni buone o cattive - esse sono quello che sono, con tutti i loro pregi e difetti. Questi diffusori non stancano, e trascorrere ore ad ascoltarli non è affaticante, il che è un altro buon punto a loro favore.
© Copyright 2017 Chris Templer - chris@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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