La JPS è un'Azienda statunitense piuttosto atipica in quanto fa pochissima pubblicità sulle riviste del settore, affidando la fama dei suoi prodotti pricipalmente al giudizio degli audiofili.
Una scelta coraggiosa e perfettamente in linea con lo spirito rivoluzionario del personaggio che sta dietro all'Azienda JPS: Joe Skubinski, un costruttore che ha fatto dell'originalità di progetto una prerogativa della sua produzione.
Cos'hanno di particolare i cavi JPS? Il materiale! I cavi JPS sono in alluminio. Si, avete letto bene, in alluminio, in definitiva un pessimo conduttore elettrico se paragonato al rame ed all'argento.
Ma Joe evidentemente non la pensa così e grazie ad alcuni accorgimenti costruttivi (coperti da vari brevetti) è riuscito ad ottenere prestazioni (anche elettriche) impensabili per un materiale così *povero*.
Ho ricevuto in prova, in anteprima europea, i nuovi cavi di segnale top di gamma della JPS, i SuperConductor 2, dei bestioni dallo spessore semplicemente vergognoso (oltre un cm di diametro) e dalla flessibilità pressochè nulla. Infatti il Superconductor non è un cavo schermato con una semplice calza conduttiva.
Joe ha deciso che la calza non è sufficiente e che la migliore schermatura la si realizza con un tubo (si, proprio un tubo) di rame flessibile (beh, questo lo dice lui...) al cui interno è celato il conduttore in alluminio dal diametro di 1,1 cm (centimetri!).
L'idea del tubo schermante non è certo nuova e già qualche anno fa avevo invano tentato di costruire un cavo d'alimentazione schermato a tubo (non a valvole... :-)) di provenienza industriale.
Il vero incubo di questo cavo è il peso, capace di spostare CD-players non bene ancorati al suolo, e la pessima flessibilità.
In pratica il manuale consiglia di studiare la posizione nella quale andrà installato il cavo, sagomarlo a mano secondo le curve necessarie e poi lasciarlo li, cosa ragionevole per l'audiofilo medio, un po' da suicidio per il povero recensore HiFi che invece lo vorrebbe provare in svariate configurazioni ed impianti. Ma chi ha mai detto che recensire prodotti HiFi è rilassante?
Boh, forse sono stato proprio io prima di aver in casa questi cosi (come gentilmente sono stati definiti dalla consorte, che si preoccupava su quanto avrebbero dovuto stazionare in salone).
La realizzazione del cavo è top quality, i connnettori sono dei bellissimi WBT 00144 a vite e l'aspetto è di un prodotto maledettamente serio e tutt'altro che improvvisato.
I prodotti JPS non sono ancora distribuiti in Italia (neanche in Europa, credo)
ed il costo del Superconductor 2 è di circa 700 $ per metro terminato (diciamo intorno al milione e trecento).
Il costo è ovviamente elevato ma le pretese sono quelle di andare a competere con le migliori realizzazioni hi-end ad un prezzo inferiore reso possibile dall'annullamento delle spese di pubblicità.
Sono in catalogo comunque cavi molto più economici ed abbordabilissimi (hi-end on a budget, come li definisce Joe Skubinski), recensiti con toni miracolistici dalla stampa mondiale (Bound for Sound, Soundstage etc.).
La produzione JPS è esattamente come, a mio modesto parere, dovrebbe essere quella di ogni costruttore di cavi HiFi: pochi modelli in grado di coprire tutte le esigenze. Ci sono tre modelli di segnale, l'economico UltraConductor, il mid-price SuperConductor e l'hi-end SuperConductor 2 (in prova).
Lo stesso dicasi per i cavi di potenza.
Sono poi disponibili le versioni bilanciate e tre cavi di alimentazione: uno per ampli, uno per sorgenti analogiche ed uno per sorgenti digitali (tra qualche settimana in prova).
Un'offerta chiara, comprensibile e senza i 40 modelli diversi (???) uno da 15.000 lire/metro, l'altro da 15.500/metro, un altro ancora da 21.750/metro, tutti con sigle incomprensibili (00155KS TBS mkIV etc.) e difficili da ricordare ed identificare.
Dal punto di vista della dinamica il JPS non smentisce le sue doti e sfodera una velocità ed una capacità dinamica impressionanti e l'effetto è come essere passati da un piccolo amplificatore integrato ad un grosso finale di potenza.
Il suono acquista plasticità, spessore, potenza e realismo collocandosi su questo parametro tra i migliori della classe, senza alcun dubbio.
E' difficile, come ho già avuto modo di dire, descrivere una performance che si colloca allo stato dell'arte su molti dei parametri considerati.
Così come è difficile spiegare l'ampliamento del fronte sonoro, soprattutto in larghezza, che si ha all'ascolto del JPS. Il suono *grande* di cui parlavo prima è proprio questo: un palcoscenico immaginario esteso, molto arioso, plastico e ben proporzionato nelle tre dimensioni.
Sulla precisione, comunque ottima, si potrebbe forse desiderare qualcosina in più ma è giusto per non arrendersi alla tentazione di definire stato dell'arte la prestazione anche sotto questo parametro.
Comunque sia, a questo prezzo, vorrei ben vedere se così non fosse, mi sentirei preso un po' in giro, come minimo.
Si tratta di un cavo universale? Decisamente no, visto che come cavo phono (strano, anche tra pre phono e pre) si è comportato in modo piuttosto curioso, inscurendo il suono riprodotto e togliendo vita e dinamica. Essendo un cavo a bassa capacità escludo che sia un problema legato a questo parametro (somma di elevate capacità in serie può tagliar via una parte della risposta in gamma alta).
Un po' isterico, da questo punto di vista, come tutti (o quasi) i prodotti di un certo livello.
Col CD si esalta, invece, anzi, a dirla tutta, sono i lettori CD che si esaltano con lui, visto che riesce quasi nel miracolo di far avvicinare il suono di un lettore di medio prezzo a quello di un front-end analogico di alto livello: immagine ampia, suono plastico ma arioso, basso profondissimo ed articolato.
Vi sembra esagerato? Be', anche a me, però l'effetto è stato davvero disarmante. Come il prezzo, d'altra parte.
© Copyright 1998 Lucio Cadeddu