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The TNT Lilliput: il progetto
Le Lilliput sono diffusori a due vie, woofer da 10 cm e tweeter da 21 mm,
multiconfigurabili e compatibili con applicazioni audiovideo. Il costo
complessivo della realizzazione si aggira intorno alle 250.000 lire, a
seconda del tipo di finitura e della componentistica passiva utilizzata.
Quando iniziai a pensare a questi diffusori avevo in mente differenti
obiettivi, alcuni dei quali di complessa attuazione: ovviamente, come
solito, era necessario mantenere il più basso possibile l'impegno economico
per l'autocostruttore, e disegnare dei mobili semplici da realizzare ed al
tempo stesso gradevoli per l'occhio. Con le Munis avevo poi già realizzato
dei diffusori piuttosto versatili, con buone tenuta in potenza e dinamica,
e mi stavo dunque muovendo verso una coppia di diffusori più piccoli,
magari dei minitower (in modo da eliminare la necessità di un piedistallo),
semplici da posizionare e poco ingombranti.
Il primo passo è stato quindi il disegno di una coppia di piccole torrette, con il caricamento della gamma bassa affidato ad un componente da 10 cm nominali caricato in DCAAV (doppio carico asimmetrico a vista). Questo tipo di caricamento, parente stretto del DCAC (doppio carico asimmetrico chiuso) già visto nel sub Trentino, e sempre figlio degli studi di G.P. Matarazzo, utilizza due distinti volumi di caricamento: il primo, di dimensioni ridotte, si accorda
nel secondo, di maggiore cubatura, che a sua volta emette all'esterno
attraverso un ulteriore condotto reflex; i vantaggi di questa configurazione, ancora poco adottata nei diffusori commerciali, consistono nella possibilità di ottenere una maggiore estensione verso il basso rispetto ad un semplice reflex, coniugandovi un eccellente smorzamento, ed una ottima risposta sui transienti.
Il rovescio della medaglia mostra una complessità di realizzazione lievemente superiore (ma proprio lievemente) ed un litraggio complessivo maggiore, con gli ingombri del mobile che crescono.
La flessibilità del sistema è però decisamente ampia, a patto di
acquisire un minimo di esperienza sul campo, tanto da costituire a mio
avviso una alternativa particolarmente allettante alla linea di trasmissione.
Analizzando allora la geometria di un minitower caricato in DCAAV (almeno
come è stato partorito nella mia mente) troviamo il primo volume nella
parte alta del diffusore ad ospitare il woofer ed il tweeter, e subito
sotto una paratia con al centro il condotto di accordo che si affaccia
verso il secondo volume, che emette poi all'esterno.
Il passo successivo è
stata la decisione di separare i due volumi di caricamento, in modo da
permettere l'utilizzo della parte superiore del diffusore come un semplice
bass-reflex, con tubo di accordo sul fondo.
E' così possibile scegliere tra la realizzazione di un minidiffusore in
bass reflex o quella di un minitower in DCAAV, semplicemente aggiungendo o
togliendo la parte bassa della colonna, che funge quasi da piedistallo-sub
passivo.
Naturalmente sarà possibile realizzare entrambe le soluzioni, ed
aggiungere o togliere la parte bassa del diffusore, magari per spostare le
piccine nella casa di campagna, o al mare: tutte quelle applicazioni,
insomma, che necessitano di flessibilità di utilizzo.
Senza contare la
possibilità di realizzare un intero sistema Home Theatre, anche Dolby
Digital, utilizzando il diffusore completo per i frontali, e replicando la
sola parte alta per i posteriori ed il centrale, ottenendo la massima
coerenza di emissione.
Gli altoparlanti e il filtro
I trasduttori prescelti provengono ancora una volta dal catalogo Ciare: i
motivi di questa scelta sono molteplici, ed io ho intenzione di elencarli
tutti, al fine di fugare le perplessità degli scettici e dei malpensanti:
gli altoparlanti Ciare sono distribuiti capillarmente in tutta la penisola
(o quasi), sono economici, ottimamente costruiti ed affidabili, suonano
bene, sono italiani, e la Ciare è una ditta seria e competente, con un
grande rispetto per i clienti ed una politica aziendale dinamica ed
efficace.
Vi è poi da considerare la scarsissima concorrenza nella fascia
di prezzo; ho cercato a lungo dei componenti alternativi, ma non li ho
trovati, essendo peraltro soddisfatto di quanto a disposizione:
Il woofer è siglato MW 100, ha magnete schermato, impedenza di 8 ohm,
membrana in carta trattata, cestello in metallo.
La risonanza è prossima ai
70 Hertz, con un fattore di merito non troppo contenuto (0.42) utile a
tirare fuori un poco di gamma bassa da un componente di 8 centimetri
nominali di superficie radiante.
La leggerezza della membrana, unitamente
ad un buon fattore di forza, permettono comunque di ottenere un suono
pulito e ed una pronta risposta sui transitori anche in gamma media. Le
Lilliput versione DCAAV raggiungono il punto a -3 dB a 51 HZ, mentre in
bass reflex ci si aggira intorno agli 80 Hz.
Il tweeter dispone di membrana
in polipropilene da 21 mm, doppio magnete al fine di ridurre il flusso
magnetico disperso e flangia in materiale plastico, con una piccola tromba
ad elevarne il livello di emissione e regolarizzare la risposta. La scelta
di un filtro semplice è quasi obbligatoria in un kit economico, poichè non
avrebbe senso risparmiare qualche migliaio di lire in altoparlanti per
spenderle poi in induttanze, resistenze e condensatori; lo schema è
visibile nella figura appena sotto.
In serie al woofer è posta una semplice induttanza, di buon valore, che
compensa la risposta in salita del componente ed impone una piegatura in
zona di incrocio con pendenza del passa basso di 6 dB per ottava. Tale
scelta sacrifica la sensibilità del sistema, che viene allineata alla gamma
bassa, ma ripaga in termini di completezza della riproduzione. Del resto un
componente da dieci centimetri nominali non permette di rincorrere
estensione e sensibilità, e la mia scelta è stata nettamente in favore
dell'equilibrio timbrico.
Necessaria allora è la resistenza in serie al tweeter, di ben 12 ohm, che
allinea il livello di emissione dell'MT 200, già alcuni decibel più
sensibile del woofer non filtrato.
La pendenza acustica della risposta del
tweeter in gamma di incrocio (intorno ai 3300 Hz) è nuovamente di 6 dB per
ottava, e non deve trarre in inganno la struttura elettrica del filtro, del
secondo ordine; il rapporto ponderale di induttanza verso massa e
condensatore in serie, unitamente all'andamento poco smorzato del passo
alto naturale del tweeter, piega la risposta in frequenza come desiderato.
L'efficienza di 84,5 dB (2.83 V/1 m) è mediobassa, ma il modulo e
l'argomento dell'impedenza mostrano un carico semplice per l'amplificatore;
nessun problema di interfacciamento, quindi; una ventina di buoni watt
(stato solido o valvole) sono senza dubbio indicati come base di partenza
(dipende poi sempre dalle dimensioni del proprio ambiente di ascolto e
dalle pressioni medie richieste dall'impianto).
Sia il tweeter che il woofer sono disassati rispetto al centro, ed i due
diffusori sono speculari; in questo modo le riflessioni ai bordi del
pannello sono diluite su uno spettro più ampio di frequenze, e la loro
influenza sul suono degli altoparlanti diminuisce.
Mi raccomando, non svenatevi per l'acquisto della componentistica del
filtro: bene l'utilizzo di condensatori non polarizzati in poliestere o
polipropilene (evitare gli elettrolitici!!!), ed attenzione alla resistenza
di perdita dell'induttanza, che dovrebbe avere un nucleo in ferrite od in
corobar.
Costruzione e taratura
Qualche nota riguardo la costruzione del mobile; il materiale da utilizzare
è MDF nello spessore di 19 mm, eccezion fatta per il pannello anteriore,
dove sono posti i fori degli altoparlanti, dello spessore di 16 mm.
Raccomando di rispettare tassativamente lo spessore del pannello II, dove
vi è il foro da 6,3 cm. che realizza il primo condotto di accordo, poichè
cambiarlo significherebbe spostare la prima frequenza di accordo e
modificare l'inviluppo della gamma bassa, con esiti probabilmente negativi.
Per l'incollaggio utilizzate colla vinilica in buona quantità, che tiene
meglio delle fibre e mantiene bassi i valori di perdite per fessurazione.
Non utilizzate silicone, viti o chiodi nelle giunture, ne' impazzite con
spine od inserti tra le giunture: la colla da sola va benissimo, ed è il
metodo più semplice.
Se volete potete ripassare l'interno con antirombo o
materiali smorzanti, curando però di non andare a diminuire il volume. Il
secondo condotto di accordo dovrà essere realizzato con del tubo arancione
standard facilmente reperibile presso qualsiasi rivenditore di materiale
edile dal diametro esterno di 6,3 cm, interno 5,8. E' poi buona cosa
smussare gli angoli interni del foro del woofer, operazione facilmente
effettuabile dall'esterno, utilizzando la classica raspa da falegname.
Attenzione poi alle guarnizioni di tenuta degli altoparlanti: benissimo
sughero in sottili fogli o blue-tac.
Utilizzate nella prima camera, quella in cui si affacciano gli
altoparlanti, dell'assorbente acrilico (del tipo utilizzato nei cuscini
anallergici) non pressato a riempire il volume. Vi ricordo che la quantità
del materiale assorbente influenza sostanzialmente le prestazioni in bassa
frequenza (ed anche in gamma media) del sistema, per cui è sempre
consigliabile provare differenti densità di stipaggio ed ottimizzare il
diffusore secondo i propri gusti e le proprie esigenze.
Il secondo volume
(se deciderete di costruire le Lilliput nella versione completa) dovrebbe
restare vuoto, ma se il vostro ambiente evidenziasse una presenza eccessiva
di basse frequenze vi si può inserire dell'assorbente acrilico, che aumenta
lo smorzamento, in quantità dipendenti dall'entità del problema.
La
posizione migliore per il filtro è sulla parete di fondo, in posizione
verticale; della colla termofusibile si occuperà di saldare i pochi
componenti al legno. Consigliato l'utilizzo di morsetti a vite, più solidi
ed affidabili delle vaschette in materiale plastico, che introducono poi
maggiori perdite per fessurazione e vibrano non poco.
La base del diffusore è un rettangolo di MDF o legno massello da 20 cm per
lato e 25 mm di spessore, con due distanziali posteriori da 4 cm ed uno
anteriore da 4,5 cm (vedi foto di presentazione) che permettono una
corretta emissione del secondo condotto di accordo posto sul fondo del
diffusore ed inclinano lievemente il diffusore verso l'indietro.
Per
fissare la base ed i distanziali è sufficiente utilizzare tre lunghe viti
autofilettanti da legno, che andranno avvitate dalla parte inferiore del
pannello di base andando a saldarsi, dopo aver attraversato i distanziali
(necessario un invito, per non crepare il legno lungo le fibre), sul
pannello di fondo del diffusore, ai lati del tubo di accordo.
Inoltre: le Lilliput versiona ridotta, in solo bass reflex, hanno bisogno
dell'interposizione di tre monete da 100 lire tra il pannello di fondo e la
base di appoggio (due negli angoli anteriori, una al centro del lato
posteriore), che sia piedistallo o libreria; in questo modo il condotto di
accordo è costituto nella prima parte dal foro praticato al centro del
pannello V e nella seconda parte dallo spessore che si crea con la base di
appoggio.
L'emissione del condotto avviene allora sui quattro lati del
mobile, e permette di accostare i diffusori al fondo senza problemi
particolari. Variare lo spessore delle monete cambia la frequenza di
accordo, e modifica le prestazioni in gamma bassa; potete dunque fare delle
prove con monete differenti (finalmente si scopre l'utilità delle minuscole
monetine da 50 lire!!!) per trovare la migliore sistemazione nel vostro
ambiente di ascolto.
Chi invece deciderà di costruire anche la parte bassa, il secondo volume
del DCAAV, può realizzare il diffusore senza separazione tra le due parti,
od anche utilizzare del blue-tak per unire la cassa alta e quella bassa,
rendendo il sistema maggiormente versatile (questa è la configurazione che
io consiglio).
A questo punto non mi resta che ringraziare Lino Esposto (responsabile
tecnico della Ciare) per la disponibilità e la gentilezza, tutti coloro che
in sede di ottimizzazione hanno detto la loro sul suono delle Lilliput,
Stefano Monteferri per la prova di ascolto.
Chiunque avesse dei
suggerimenti, delle curiosità, o incontrasse dei problemi in fase di
realizzazione può contare sulla mia disponibilità (dalla padella alla
brace!!!).
Un saluto poi a tutti i lettori, buon lavoro e buon divertimento.
Aggiornamento 2022: un nostro lettore ha aggiornato il progetto con qualche variante e l'utilizzo di driver disponibili sul mercato, al posto degli originali ormai fuori produzione. La realizzazione è maniacale e il risultato è illustrato in questo accurato tutorial in PDF.
© Copyright 1998 Giuliano Nicoletti
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