Anche se poco noto in Italia e a tutt'oggi non importato, forse perchè nel BelPaese gli accessori audio devono costare quanto gli apparecchi per poter essere promossi dai nostri critici specializzati, un oggetto di culto tra i possessori di giradischi analogici di tutto il mondo e' il mitico tappetino RingMat della RingMat Developments (Brentwood UK), nato dalla collaborazione della DNM Designs (amplificatori) con la QR Designs (Quality Records).
Il RingMat non e' altro che un disco di cartoncino con incollati sopra 4 anelli
concentrici di sughero (solo 3 nella primissima versione), due sulla faccia
superiore (quella verso il disco) e due su quella inferiore (verso il piatto).
Recentemente e' stata introdotta una nuova versione detta RingMat XLR
con un anello in più nella zona sotto l'etichetta del disco e spessori leggermente
diversi.
In dettaglio queste sono le dimensioni:
E' disponibile in tre diversi spessori per evitare alterazioni del VTA con bracci non regolabili in altezza. E' vergognosamente costosetto (25 sterline inglesi) tenendo conto dei materiali dei quali e' costituito ma e' chiaro che in questo caso si paga la ricerca di base che ha condotto allo sviluppo del RingMat. Tuttavia tale prezzo e' ancora ben lontano dalle aberrazioni che fanno capolino di tanto in tanto dalle pagine patinate delle riviste del settore.
Essendo questa rubrica rivolta ad audiofili col sale in zucca poco disposti a sborsare più di 50.000 per un foglio di cartone con quattro anelli di sughero incollati sopra, questo vuole essere un invito a costruirvi il vostro RingMat in casa e a spendere quella somma in pizzeria con gli amici.
Il principio in base al quale il RingMat funziona e' quello di fare da interfaccia smorzante tra piatto e disco e data la sua estrema leggerezza si riesce ad evitare la trasmissione di vibrazioni indesiderate dallo stilo al solco e viceversa.
Il segreto sta nella disposizione assolutamente non casuale dei 4 anelli, la cui dislocazione e' stata scelta dopo attenti esami dei modi vibrazionali del sistema meccanico disco-stilo.
Potete trovare una recensione positiva del Ringmat su HiFi Choice di Aprile '93
(solo prima versione, però).
Per quanto mi riguarda preferisco rifarmi
alle esperienze dirette mie e di altri appassionati (nella fattispecie il
RingMat fatto in casa e' stato un thread gettonatissimo nella mailing list
analogue-addicts su Internet).
I giudizi sul Ringmat non sono unanimi anche
se tutti concordano su una sua caratteristica timbrica peculiare:
una certa apertura sulle alte frequenze che con certi giradischi può
portare ad un suono pulitissimo
ma esile, sgonfiato della drammaticità della porzione bassa dello
spettro.
Ho voluto tentare una versione personale del RingMat, in sostituzione dei
tappetini in feltro del mio Linn (uno Linn e l'altro Rega). Da un foglio
di sughero autoadesivo (tipo dc-fix) di spessore di pochi decimi di millimetro
ho ricavato due dischi di diametro pari al tappetino in uso ed ho provveduto
ad incollarli insieme (faccia adesiva contro faccia adesiva).
Essendo tali dischi ricavati da un rotolo si e' resa necessaria un'azione di
*appiattimento* del tappetino così fatto tramite pressione esercitata
da pile di riviste (audio, mi raccomando...*pesano* di più).
All'ascolto tale CorkMat (se così lo vogliamo battezzare) ha mostrato
caratteristiche analoghe al suo predecessore RingMat, con una gamma alta
pulitissima, estesissima e molto ricca di particolari.
L'immagine tridimensionale si e' definita maggiormente e la dinamica degli
strumenti percussivi (piatti ad es.) e' aumentata.
Il confronto coi tappetini in feltro era, sotto questi parametri,
semplicemente improponibile.
I dolori sono comparsi quando il confronto si e'
spostato sulla musicalità complessiva e sulla presenza della gamma
bassa.
Purtroppo da questo punto di vista il CorkMat e' perdente ed alla fine
ciò che si riusciva a guadagnare in gamma alta lo si perdeva in
equilibrio timbrico, dinamica e corposità del suono.
Nel mio sistema (Linn Axis-Basik Plus-Grado Signature) risulta infine
più equilibrato e timbricamente più omogeneo il risultato coi
tappetini in feltro che a confronto col Cork Mat evidenziano però un
effetto *mascheramento* delle alte frequenze davvero sensibile.
Ciò significa che con altri sistemi i risultati potranno essere
decisamente più gratificanti tanto da far pendere a favore del Cork
Mat la bilancia dei pregi/difetti.
Anche in questo caso ricordo la solita banalità: non dimenticatevi
di verificare il VTA passando da un tappetino ad un altro
(potrebbe essere necessario modificarlo).
Al solito potete riferirmi delle vostre prove così da avere un quadro
sempre più completo dei pregi e dei difetti di tali dispositivi.
© Copyright 1996 Lucio Cadeddu