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La costruzione di diffusori acustici: il mobile

Dopo aver esaminato i materiali da utilizzare per la costruzione del mobile, passiamo alla pratica, ed iniziamo dunque la costruzione dei nostri amati diffusori acustici.
In questa fase vi sono essenzialmente due strade da seguire, a seconda delle capacità individuali, dello spazio e dell'attrezzatura a disposizione. La prima mi sembra indicata a chi non ha mai preso in mano un seghetto alternativo od un barattolo di Vinavil, e prevede la ricerca di un falegname esperto e possibilmente non esoso, a cui si dovrà affidare la costruzione del mobile.
È importante in questo caso spiegare all'artigiano quale sarà la funzione dell'oggetto da costruire: un diffusore acustico è sostanzialmente differente da una libreria, e questo un buon falegname non è detto che debba saperlo.
È essenzialmente importante che i tagli siano precisissimi e che non ci siano fessure tra le giunture. A prescindere dal tipo di caricamento utilizzato per la gamma bassa, le perdite introdotte nel sistema da un incollaggio non perfetto o da un approssimativo taglio dei pannelli possono inficiare in modo pesante le prestazioni del sistema a bassa frequenza, e questo non è bene.

A questo punto si può decidere, sempre tenendo ben presenti le proprie capacità manuali, se affidare al falegname anche la finitura dei diffusori o se procedere, una volta ottenuto il mobile grezzo, da soli.
Questo naturalmente dipende da voi, ed io posso solo dirvi che esistono diversi modi per rifinire con semplicità e con risultati piacevoli una coppia di diffusori autocostruiti, e che dedicherò un articolo anche a questo tema.
Chi ha invece una buona dimestichezza con le più semplici attrezzature da falegname (o chi è fermamente deciso ad imparare i primi rudimenti del mestiere) può senza dubbio lanciarsi nella costruzione. A costoro io rivolgo alcuni consigli dettati dalla mia esperienza pratica, tenendo ben presente che anche io sono autodidatta, ed ogni ulteriore suggerimento sul tema è sempre ben accetto.

Allora, la prima cosa da fare è scegliere il diffusore! Potrebbe sembrare scontato o pleonastico, ma è proprio così. Ho visto in giro alcuni disegni per autocostruttori praticamente impossibili da portare a termini senza ricorrere a funamboliche acrobazie o a tragici spargimenti di sangue (il proprio, in questo caso).
Ognuno conosce (o almeno dovrebbe) le proprie capacità, ed io eviterei di imbarcarmi nella costruzione di un diffusore a base ottagonale, ventuno setti interni, ognuno con differente angolazione. Io mi voglio divertire, anche quando costruisco una coppia di diffusori, ed un oggetto semplice da realizzare mi porterà, presumibilmente, una maggior soddisfazione.

Dunque, una volta scelto il progetto conviene meditare per qualche tempo sulla esattezza del disegno e sulle dimensioni dei vari pannelli costituenti il mobile.
Non sempre vengono indicate le dimensioni specifiche dei vari pezzi, e spesso bisognerà desumerle dalle dimensioni interne e dal tipo di montaggio che si vuole realizzare. Io solitamente seguo questa tecnica: il primo e l'ultimo pannello da porre sul tavolo di lavoro sono i due laterali.
I quattro pannelli rimanenti (nel caso di un diffusore a parallelepipedo) vengono stretti tra i primi due, hanno la medesima dimensione della larghezza e possono essere ricavati dal taglio di un'unica tavola.
La precisione a questo punto dovrebbe essere ottima, poichè se il falegname è sufficientemente furbo (e non vi vuole rifilare pezzi avanzati) ricaverà quasi sempre i vari pannelli interni da un unico pezzo, con un risultato di ottima precisione. Provate a questo punto, appoggiando perpendicolarmente su una superficie liscia i vari pezzi accostati tra di loro, a controllare la precisione dei tagli; se le tolleranze si mantengono nell'ordine del millimetro ed i tagli sono tutti a novanta gradi è tutto a posto, altrimenti potete: tornare dal falegname e risolvere il problema con una sfida all'ultimo sangue o dotarvi di una buona pialla o di una levigatrice e ridurre quanto più possibile le differenze.
Attenzione in questo caso a non arrotondare i bordi dei pannelli, ne risentirebbe la precisione dell'incollaggio.
Per l'incollaggio utilizzate colla vinilica (attenzione, evitate quella a media plastificazione, solitamente indicata nella sigla) e possibilmente alcuni morsetti, per stringere tra loro i vari pannelli.
Se i tagli sono precisi sarà comunque sufficiente appoggiare i vari pezzi, esercitare una buona pressione per far schizzare dai lati la colla in eccesso e lasciare il tutto ad asciugare. La colla vinilica durante l'essiccazione tira i vari pezzi, e l'insieme risulta infine solido e robusto.

Se i tagli sono precisi, la colla di buona qualità e il lavoro di assemblaggio condotto con tranquillità e pazienza, il risultato dovrebbe essere ottimale, con un mobile rigido e praticamente eterno. Non sono dunque necessari inserti di spine, viti o chiodi, che anzi necessitano di grande precisione e potrebbero far sorgere problemi durante l'assemblaggio.
La colla vinilica è il mezzo migliore: insostituibile, economica e semplice da utilizzare.
Da evitare il silicone, che introduce perdite a iosa; stiamo costruendo dei diffusori, non un acquario! Una volta assemblato il mobile è possibile verniciare l'interno con dell'antirombo, rifilare le giunture con altra colla o posizionare dei pannelli di guaina bituminosa sulle pareti.
Potrà sembrare strano, ma io vi consiglio di effettuare i fori per gli altoparlanti a costruzione ultimata: spesso i fori arrivano a lambire i bordi dei pannelli, e potrebbero verificarsi delle deformazioni in fase di incollaggio. Certamente se vi sono pannelli forati da montare all'interno questi dovranno essere preparati prima del montaggio, come eventuali condotti di accordo, da incastrare e sigillare accuratamente, ma in caso contrario io preferisco lasciare l'operazione di foratura alla fine.

In questa fase del lavoro sono necessari e sufficienti: un seghetto alternativo, un trapano di buona potenza, una levigatrice orbitale.
Questa dotazione permette ad un dilettante di ottenere validi risultati, con un mobile in MDF già presentabile o pronto ad ulteriori lavori di rifinitura.
Il materiale assorbente, presente in quasi tutti i progetti di diffusori, è estremamente importante. A lui tocca infatti il compito di smorzare le riflessioni interne in gamma media (solitamente intorno ai 700-1300 Hz in un diffusore da piedistallo simile alle Munis) e l'emissione del woofer in gamma bassa.
Ovviamente sia la qualità che la quantità di detto materiale dovrebbe essere indicata in sede di progetto, poichè responsabile in buona parte delle prestazioni acustiche di ogni sistema di altoparlanti.
Mi limito quindi a sconsigliare energicamente l'utilizzo di lana di vetro, materiale estremamente volatile e cancerogeno. È un peccato, perchè le qualità acustiche di questo materiale sono ottime, ma la salute è senza dubbio più importante.

Il filtro crossover, quando presente, può essere montato nella parete posteriore del mobile, e cablato principalmente in due diversi modi: su basetta o su circuito stampato.
Il primo consiste nell'incollare con colla termofusibile i componenti su di una basetta (tipicamente MDF da 1 cm) e saldare direttamente i vari reofori dei componenti, utilizzando quando necessario delle prolunghe di cavo.
È poi possibile utilizzare dei veri e propri circuiti stampati, magari di quelli universali, saldando quindi i componenti sulle tracce del circuito. Io preferisco la prima soluzione, poichè non vi sono saldature intermedie e le vibrazioni dei componenti sono più smorzate; d'altra parte un circuito stampato è più affidabile e longevo, ma devo dire che io non ho mai avuto problemi con montaggi all'americana.

Consiglio infine l'utilizzo di connettori a spina: le vaschette sono generalmente costruite con plastica piuttosto sottile, che può vibrare ed introdurre perdite e colorazioni.
La differenza di costo non è elevata, e l'effetto estetico (oltre alla comodità) dei connettori a spina è decisamente superiore. A questo punto ci troviamo con un diffusore funzionante e completo, ma ancora rifinito in grezzo MDF; le possibilità di rifinitura sono davvero molte, e ne esamineremo alcune nella prossima puntata.

© Copyright 1999 Giuliano Nicoletti

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