Ma torniamo alla discussione di prima sul controllo di livello. Penso che la migliore soluzione
sia quella di utilizzare un potenziometro a bassa impedenza (attorno ai 10KOhm), posto all'uscita
dello stadio attivo, che non pone problemi agli ingressi del finale, la cui impedenza dovrebbe
essere almeno una decina di volte più alta dell'impedenza di uscita del pre che è di circa 3KOhm.
È da notare che in questo modo il segnale di uscita dello stadio linea è piuttosto alto.
Questo si traduce in una maggiore distorsione, anche se a livelli ancora accettabili. Il
rumore rimane, per altro, a livelli non udibili. Una precisazione: alcuni tra i migliori
preamplificatori (il nuovo Nagra, ad esempio) hanno due livelli posti sia sull'ingresso che
sull'uscita.
Per esperienza, posso dire che il tipo di layout che ho utilizzato, sia molto efficace nella prevenzione di
disturbi in alta frequenza, e posso aggiungere che, qualora questi disturbi si dovessero presentare,
essi risultano difficilmente eliminabili.
Non sono uno specialista di progettazione di apparecchi in alta frequenza, e quindi ho solo una vaga idea
del perchè questi accorgimenti abbiano effetto. I problemi, da me incontrati inizialmente, sono stati
risolti nella maniera sopre elencata, quindi prima di scervellarvi a cercare il problema nel vostro pre
assicuratevi che il resto sia a posto.
© Copyright 1999 Giorgio Pozzoli per TNT-Audio, http://www.tnt-audio.com
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Abbiamo la necessità di avere lo stesso livello di uscita sia per un pick up a magnete mobile collegato
allo stadio phono, che per un CD player collegato allo stadio linea. L'uscita dello stadio phono è circa
250mV at 1KHz con un segnale in ingresso di 4mV, mentre quello del CD è normalmente di 2V.
Questo comporta una differenza di livello di 18dB, che ci costringerà ad intervenire sulla manopola
del volume ogni qualvolta passiamo dallo stadio phono a quello linea del CD.
Per ovviare a questo problema si possono sostituire le valvole con delle ECC83, oppure aggiungere
uno stadio ulteriore. Quest'ultima soluzione presenta però lo svantaggio di invertire la fase dello stadio al quale è applicato, con la necessità di utilizzare un divisore di voltaggio resistivo posto immediatamente
dopo i pin di ingresso. Un'altra strada sarebbe quella di utilizzare trimmer resistivo, come per
il pre NAGRA, con il vantaggio di poter regolare con accuratezza la sensibilità di ingresso, anche se
con il risultato di peggiorare sensibilmente il rapporto segnale/rumore. Ho optato per un potenziometro
da 47KOhm in luogo di uno da 10KOhm, per ovviare a problemi in bassa frequenza dovuti alla necessità di
porre il trimmer immediatamente dopo lo stadio che vede la presenza dei condensatori carta e olio.
L'uso di un trimmer da 47KOhm, porta l'impedenza di uscita sui 18KOhm, valore del tutto accettabile
per un finale che presenti una impedenza di ingresso di220KHom.
Il problema principale, legato a
questa soluzione, che potrebbe verificarsi è la sensibilità alle connessioni utilizzate, con relativi
disturbi in radiofrequenza.
Volendo ottenere una migliore risposta in bassa frequenza e una più bassa impedenza di uscita, si
potrebbero utilizzate dei condenzatori a film (o carta e olio, se riuscite a farceli stare) di valore
sensibilmente più elevato (es. 4.7uF) e potenziometri per volume e bilanciamento da 10KOhm.
Precauzioni contro EMI e loop di massa
Le circuitazioni a valvole presentano sempre elevati valori di impedenza. Spesso essi sono
nell'ordine di 1MOhm sulla griglia allo scopo di ridurre le capacità di accoppiamento, e da qui,
il costo, con lo svantaggio, però, di captare più facilmente ronzii.
IL modo per ovviare a questi inconvenienti consiste nel progettare opportunamente il layout e curare
la schermatura che per i componenti audio è sempre fondamentale. Particolare attenzione va anche
posta al trasformatore di alimentazione, sempre generoso dispensatore di disturbi in alta frequenza,
a causa dello switch dei diodi, e sensibile ai disturbi EMI. A questo proposito, particolare cura
è stata posta nella realizzazione dei cavi di alimentazione.
L'alimentazione dovrebbe, comunque, venire sufficientemente isolata dal cabinet.
La valvola di raddrizzamento viene posta alla destra del telaio, il più lontano possibile dallo
stadio linea, mentre la capacità di filtro è al centro del telaio.
Inoltre il tranformatore e i secondari devono essere orientati in modo da ridurre l'induttanza reciproca.
L'alimentazione dei filamenti si trova vicino al trasformatore di alimentazione, nella parte destra del
mobile.
Anche lo schema della messa a terra deve essere curato. Sia nello stadio phono che in quello linea,
il layout dovrebbe privilegiare, per quanto possibile, la razionale distribuzione dei componenti.
Per la messa a terra ho utilizzato un cavo in rame a conduttore unico da 1.2 mm al quale vengono connessi
mediante saldatura i poli negativi dei componenti. La calza degli ingressi deve essere però isolata
dalla massa del circuito. Per la connessione al telaio ho fatto uso di una barretta in rame rivestito
in argento, collegata a sua volta ai resistori di catodo di entrambi i canali.
In linea generale, ricordatevi di prevedere per il layout una disposizione razionale delle masse.
Anche la progettazione circuitale ha la sua importanza nella prevenzione dei disturbi in radiofrequenza.
Lo schema tipico è quello che vede bassi valori di resistenza in serie ai pin delle valvole. Questa
resistenza, unitamente alla capacità offerta dagli elettrodi delle valvole (alcuni pF), costituisce un
filtro RC passa basso, il quale fornisce buoni risultati nella lotta ai disturbi.
Nel caso dello stadio linea, dove due triodi sono connessi in parallelo, si hanno diversi conduttori
collegati tra loro, con il rischio di generare interferenza. I triodi potrebbero, inoltre, interferire
tra loro in maniera non preventivabile. Per questo motivo un grid stopper è necessario, e ovviamente
deve essere utilizzato anche per lo stadio phono dove i problemi si moltiplicano per la bassa sensibilità
in ingresso. Nel progetto ho utilizzato resistori di alcune centinaia di Ohm, anche se a seconda delle
esigenze è possibile utilizzare valori diversi.
Nei casi più disperati si può anche ricorrere ad una induttanza di basso valore, anche se mi sento di
consigliarla solo nei casi più disperati, in quanto portatrice di una serie di controindicazioni.
È da considerare, inoltre, che la resistenza di un fonorivelatore è nell'ordine di alcune centinaia di
Ohm.
Incrementando troppo il valore dello "stopper", comporta un incremento del rumore, e io consiglio prima
di provare le seguenti soluzioni: