Progettazione di uno stadio con triodo a catodo comune e accoppiamento RC: Il calcolo del punto di lavoro statico
In un precedente articolo abbiamo descritto i principali parametri dei triodi.
Vediamo ora come si utilizzano i limiti espressi sopra per la progettazione
di uno stadio semplice come il SIMPRE 88SE.
La valvola presa in esame è una ECC88 che ha i seguenti parametri (in un punto di lavoro tipico):
Simbolo | Descrizione | Valore |
Vf, Uf | tensione del filamento | 6.3V |
If | corrente di filamento | 365ma |
Va, Ua | tensione anodica massima | 130V |
S | transconduttanza | 12.5mA/V |
Ri | resistenza interna | 2.7Kohm |
mu | guadagno in tensione | 33 |
Pa | potenza anodica | 1.8W |
Pg | potenza di griglia | |
Vf+/k- | tensione di filamento (positiva) rispetto al catodo | 50V |
Vf-/k+ | tensione di filamento (negativa) rispetto al catodo | 150V |
Vg | Tensione di griglia rispetto al catodo | -50V |
Ik | Corrente catodica | 25mA |
Si noti che le 6922 o E88CC hanno caratteristiche anodiche (vedi grafico)
identiche a quelle della ECC88, ma hanno caratteristiche "statiche" (tensioni
massime, corrente di filamento ecc.) leggermente diverse.
Il calcolo del punto di lavoro statico
I criteri con cui si è scelta la configurazione dello stadio sono già stati presentati negli articoli precedenti, perciò li darò come assodati. Scelta la configurazione si procede come qui riportato.
Faccio notare che quanto segue nel presente paragrafo è tanto applicabile allo schema del SIMPRE 88SE, stadio single ended a triodo a catodo comune con resistenza catodica non bypassata, che ad uno stadio con resistenza catodica bypassata con un condensatore; infatti dal punto di vista della polarizzazione, trattata in questo paragrafo, la presenza o meno del condensatore è totalmente irrilevante: l’effetto è percepibile solo in termini di variazione delle caratteristiche dinamiche, in particolare il guadagno, dello stadio.
Per prima cosa si desume che l’alimentatore filamenti deve essere a 6.3V con una corrente di 365mA (si usa una sola valvola).
Ora si deve fissare il punto di lavoro statico della valvola.
La caduta di potenziale sulla valvola non può superare i 130V;
d’altra parte
· la ECC88 è un tubo robusto, almeno da questo punto
di vista: non ci sono di solito problemi fino a 140-150V
· incrementare la tensione di alimentazione ha degli effetti
benefici sulla distorsione
· la tensione alternata di uscita che andrà a sovrapporsi
al punto di lavoro statico sarà ridotta, diciamo dell’ordine della
decina di volt al massimo (la sensibilità di un finale è
di norma fra i 2 e i 4 V)
per cui conviene portarsi vicino al limite, diciamo attorno ai 125
Volt.
Nel caso di stadi di questo tipo si sceglie di solito una alimentazione anodica all’incirca doppia della tensione attesa sull’anodo della valvola. Lo scopo è quello di massimizzare la dinamica; nel caso in esame la cosa è in realtà abbastanza irrilevante, dati i bassi livelli in gioco, ma resta comunque un buon punto di partenza. Si pone quindi Vb (alimentazione anodica) uguale a 230V.
Come passo successivo scegliamo la corrente di polarizzazione: si deve
individuare un valore ammissibile, cioè
· minore dalla Ik massima,
· tale che la potenza anodica, data dal prodotto di Ik per Va,
sia inferiore a 1.8W: nel nostro caso quindi Ik deve essere inferiore a
14mA (si noti che sulle caratteristiche anodiche delle valvole molto spesso
viene riportata una curva tratteggiata che rappresenta tale limite; è
SEMPRE bene starne abbastanza lontani, a meno che non si sappia molto bene
quello che si sta facendo: solo con tubi "special edition" ci si può
azzardare a superare tali limiti, pena grossi problemi e la potenziale
distruzione della valvola stessa (e magari anche di altri pezzi del circuito...)
· per cui l’area di lavoro del tubo abbia, sul grafico delle
caratteristiche anodiche (riportato sotto), righe spaziate in maniera uniforme
e regolare, sintomo di buona linearità.
Poniamo la corrente anodica ad esempio pari a 3.6mA.
Il punto di lavoro, individuato sullo schema dal circolo, è in corrispondenza della curva relativa ad una tensione di griglia Vg di -3.5V; questa è cioè la tensione rispetto al catodo che si deve applicare alla griglia per ottenere una tensione dell’anodo rispetto al catodo di 130V con 3.6 mA di corrente anodica.
É finalmente giunto il momento di utilizzare la famosa retta
di carico statica. Questa è una retta, disegnata nel grafico delle
caratteristiche anodiche di un tubo, che rappresenta la tensione residua
presente sulla valvola al variare della corrente che circola nel tubo,
tenendo conto delle resistenze presenti nell’analisi statica (cioé
con i condensatori di bypass, se presenti, trasformati in circuiti
aperti) sul circuito di anodo e su quello di catodo; in pratica è
una retta che:
· interseca l’asse della tensione alla tensione di alimentazione
anodica
· interseca l’asse della corrente alla corrente corrispondente
alla tensione di alimentazione anodica divisa per la somma delle resistenze
di anodo e di catodo
· passa per il punto di lavoro della valvola.
Nel nostro caso, sono definiti il primo ed il terzo punto; tracciando la retta (vedi schema) si ottiene anche la posizione del secondo, corrispondente ad 8.2mA.
In pratica questa è la corrente continua che circolerebbe nel circuito anodo/catodo della valvola se la differenza di potenziale dell’anodo rispetto al catodo fosse 0 (cioé se la valvola fosse un corto circuito).
Perciò la resistenza totale del circuito anodo/catodo può
essere calcolata come
Ra+k = Vb / Ia(Va=0) = 250V / 8.2mA = 28kohm
Ora si deve calcolare il valore della resistenza catodica. La configurazione scelta prevede la cosiddetta polarizzazione automatica per resistenza catodica: cioè la griglia viene polarizzata negativamente rispetto al catodo in pratica... polarizzando positivamente il catodo rispetto alla griglia! In effetti la griglia viene polarizzata al potenziale di massa tramite una resistenza di elevato valore (per mantenere elevata la resistenza di ingresso dello stadio), mentre si sfrutta la corrente che circola nel catodo della griglia per sollevare il catodo stesso rispetto a massa, semplicemente ponendo una resistenza di adeguato valore fra il catodo stesso e la massa.
Nel nostro caso la corrente catodica (uguale a quella anodica, a meno
che non vi sia una corrente di griglia significativa, cosa che si verifica
solo se la griglia viene a trovarsi positiva rispetto al catodo) è
per costruzione pari a 3.6mA, la tensione del catodo rispetto a massa deve
essere di 3.5V, quindi la resistenza catodica richiesta è di
Rk = Vg / Ia = 3.5V / 3.6mA = 1 kohm
Perciò la resistenza anodica dovrà essere di
Ra = Ra+k - Rk = 28kohm - 1kohm = 27 kohm
Si noti che le resistenze anodiche e catodiche qui calcolate rappresentano
le resistenze equivalenti in corrente continua poste rispettivamente fra
anodo ed alimentazione anodica e catodo ed alimentazione catodica o massa.
Se si utilizzano configurazioni particolari, si deve tener conto di questo
punto.
Conclusione
In pratica il punto di lavoro può essere fissato liberamente, tenendo conto di tutti i vincoli dati dai valori massimi ammissibili per le varie grandezze, ma una volta fissato questo e la tensione di alimentazione tutti gli altri elementi sono definiti di conseguenza.
Per quanto riguarda la scelta del punto di lavoro, spesso anche il costruttore
riporta in tabelle varie configurazioni consigliate, corrispondenti a diversi
punti di lavoro, con i dati della componentistica passiva necessaria e
le caratteristiche principali degli stessi (tipicamente guadagno, accettazione
in ingresso, swing in uscita, distorsione). Normalmente queste sono dei
buoni punti di partenza per una sperimentazione.
© Copyright 1998 Giorgio Pozzoli