Mi chiedevo se l'HiFi sia o meno un hobby ecologico. Non e' di quelle domande che ci cambiano la vita ma val la pena, secondo me, fare alcune osservazioni e formulare infine una proposta concreta.
Cominciamo coll'esaminare il problema dell'inquinamento acustico:
se ogni impianto HiFi svolgesse adeguatamente ed onestamente il proprio compito
che, lo ricordo, e' quello di ricreare in casa le emozioni della Musica, certo
non dovremmo preoccuparci di alcunchè: chi mai potrebbe considerare
inquinamento acustico la Musica ?
Il problema e' che spesso si fa un uso sbagliato degli impianti HiFi,
relegandoli alla misera funzione di surrogati della discoteca o, peggio
ancora, di radioline che possono suonare molto forte.
Fortunatamente non e' quello che i veri Audiofili fanno normalmente.
Tuttavia anche noi, con gli stessi impianti HiFi riutilizzati all'interno di
un sistema Home Theater, non facciamo altro che produrre rumori, esplosioni
ed effetti pirotecnici di varia natura, magari molto divertenti per noi ma
forse meno per i nostri vicini.
In qualche misura quindi anche noi audiofili contribuiamo all'inquinamento
acustico della zona nella quale abitiamo anche se, a nostra parziale
discolpa, mi piace pensare che la quantità di Musica che
ri-produciamo sovrasti di gran lunga il piccolo disturbo arrecato dal nostro
eventuale impianto HT.
Ci pensate anzi che bello sarebbe se, al posto del frastuono dei motori, delle
TV sparate a tutto volume e delle liti condominiali ci fosse diffusa nell'aria
una bella Musica riprodotta come si deve?
Per questo motivo invito tutti, me compreso, a fare un utilizzo più
responsabile del nostro impianto, utilizzandolo solo nelle ore che può
arrecare meno fastidio ai nostri vicini, tenendo sempre un volume civile e
cercando di dare all'esterno una buona immagine della nostra piccola
comunità Audiofila.
Tentiamo di far capire agli altri quanto grande sia il nostro amore per la
Musica piuttosto che per il volume alto ad ogni costo.
Se la maggior parte dei non-appassionati crede che un impianto
HiFi più suona forte e più e' buono la colpa e'
un po' anche nostra.
Passiamo ad altre forme di inquinamento.
Non c'e' dubbio che ogni apparecchio elettronico produca onde
elettromagnetiche ed inietti nella rete elettrica una grande quantità
di disturbi di varia natura.
Questo e' vero in particolare per i lettori CD e per i loro pick-up laser.
Non mi sento tuttavia di colpevolizzare troppo la categoria da questo punto
di vista: le ore che passiamo davanti all'impianto sono ore in meno dedicate
alla TV o alle inutili passeggiate in automobile per le vie del centro.
Visto così il nostro hobby appare persino ecologico.
Anche per quanto riguarda i consumi energetici non ci dovremmo sentire molto
più colpevoli di chi guarda, in alternativa, la TV (per non parlare
di chi usa l'auto, naturalmente).
Un impianto HiFi medio non consuma molta più
energia elettrica di un grosso televisore e se a questo aggiungiamo il fatto
che spesso gli impianti HiFi si ascoltano al buio....
La cosa che mi preme evidenziare in quest'Editoriale e' tuttavia un'altra:
il problema dei manuali di istruzioni d'uso degli apparecchi.
Così come sono fatti sono inutili, poco ecologici e persino dannosi.
Si spreca tanta carta in inutili traduzioni: ogni manuale e' scritto come
minimo in 4 lingue e ci sono casi di 8 e più.
Questo e' semplicemente ridicolo e quel che e' peggio, spesso non c'e' neppure
la versione in italiano o, quando questa e' disponibile, e' scritta tanto male
da risultare persino più comprensibile quella inglese.
Quello che mi piacerebbe vedere, come atto di civiltà e di rispetto
verso il cliente, e' un manuale di istruzioni, a cura di ogni Importatore
nazionale, scritto nella sola lingua del Paese nel quale l'apparecchio sarà
distribuito unitamente alla versione originale inglese dalla Casa madre.
La Casa madre risparmierebbe tempo, denaro e carta in inutili e spesso
incomprensibili traduzioni mentre il singolo Distributore nazionale si
farebbe carico di un paio di paginette, magari in carta riciclata, scritte da
qualcuno che conosce bene la propria lingua.
Sarebbe un servizio in più offerto al cliente ed un risparmio collettivo
non indifferente.
Mi rendo conto che questa e' ben poca cosa ed a tanti di voi farà
sorridere, tuttavia mi preme sottolineare il principio che sta alla base dei
ragionamenti fin qui esposti:
tanti piccoli impegni portano spesso ad un
grande risultato.
La mia proposta di un manuale solo in inglese sarebbe
un grande risparmio per le Case costruttrici:
pensate di moltiplicare il numero
di pagine per il costo delle traduzioni a pagina per il numero di apparecchi
prodotti e vi accorgerete che stiamo parlando di cifre tutt'altro che modeste.
Un piccolo sforzo da parte dei Distributori nazionali per tradurre la versione
inglese nella lingua del proprio Paese renderebbe più soddisfatti i
clienti e contribuirebbe a salvare tanti alberi da una inutile distruzione.
Non e' un'idea nuova, non ci cambia la vita ma ritengo che sia una di quelle
cose che costano poco ed offrono molto.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu