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TNT: Editoriale di Aprile

Ecologia Audio: una proposta concreta

Prima di parlare di Ecologia Audio consentitemi un più che doveroso ringraziamento al gentilissimo Gianfranco Binari, Direttore della rivista HiFi Fedeltà del Suono.
Sul numero 53 di Febbraio e' infatti apparso, nell'ambito di una nuova rubrica dedicata all'HiFi su Internet, un articolo interamente dedicato a TNT, con una breve descrizione della nostra rivista ed un ampio spazio che riporta in modo integrale alcuni articoli.
Il fatto di aver dedicato tante pagine ad una rivista in qualche modo *concorrente* testimonia uno spirito *controcorrente* (scusate il bisticcio di parole) che fa molto piacere riscontrare di tanto in tanto.
FdS e' in realtà una rivista piuttosto atipica caratterizzata da scelte editoriali coraggiose e da una speciale attenzione verso il mondo dell'HiFi-da-te che l'ha portata a scindersi in due parti con la creazione della rivista sorella Costruire HiFi diretta dall'autorevole Ing. Paolo Viappiani.
Insieme al ringraziamento che e', dicevo, più che doveroso, faccio ai colleghi -termine forse un po' irriverente- di FdS e CHF i miei più sinceri auguri di buon lavoro e di felici ascolti.

Ecologia Audio

Il termine Ecologia Audio ricorre spesso sulle pagine di TNT ed ammetto di esserci affezionato. Tuttavia esso e' sempre stato utilizzato come doppio senso e mai con riferimento preciso all'Ecologia vera e propria.

Mi chiedevo se l'HiFi sia o meno un hobby ecologico. Non e' di quelle domande che ci cambiano la vita ma val la pena, secondo me, fare alcune osservazioni e formulare infine una proposta concreta.

Cominciamo coll'esaminare il problema dell'inquinamento acustico:
se ogni impianto HiFi svolgesse adeguatamente ed onestamente il proprio compito che, lo ricordo, e' quello di ricreare in casa le emozioni della Musica, certo non dovremmo preoccuparci di alcunchè: chi mai potrebbe considerare inquinamento acustico la Musica ?
Il problema e' che spesso si fa un uso sbagliato degli impianti HiFi, relegandoli alla misera funzione di surrogati della discoteca o, peggio ancora, di radioline che possono suonare molto forte.
Fortunatamente non e' quello che i veri Audiofili fanno normalmente.
Tuttavia anche noi, con gli stessi impianti HiFi riutilizzati all'interno di un sistema Home Theater, non facciamo altro che produrre rumori, esplosioni ed effetti pirotecnici di varia natura, magari molto divertenti per noi ma forse meno per i nostri vicini.
In qualche misura quindi anche noi audiofili contribuiamo all'inquinamento acustico della zona nella quale abitiamo anche se, a nostra parziale discolpa, mi piace pensare che la quantità di Musica che ri-produciamo sovrasti di gran lunga il piccolo disturbo arrecato dal nostro eventuale impianto HT.
Ci pensate anzi che bello sarebbe se, al posto del frastuono dei motori, delle TV sparate a tutto volume e delle liti condominiali ci fosse diffusa nell'aria una bella Musica riprodotta come si deve?

Per questo motivo invito tutti, me compreso, a fare un utilizzo più responsabile del nostro impianto, utilizzandolo solo nelle ore che può arrecare meno fastidio ai nostri vicini, tenendo sempre un volume civile e cercando di dare all'esterno una buona immagine della nostra piccola comunità Audiofila.
Tentiamo di far capire agli altri quanto grande sia il nostro amore per la Musica piuttosto che per il volume alto ad ogni costo.
Se la maggior parte dei non-appassionati crede che un impianto HiFi più suona forte e più e' buono la colpa e' un po' anche nostra.

Passiamo ad altre forme di inquinamento.
Non c'e' dubbio che ogni apparecchio elettronico produca onde elettromagnetiche ed inietti nella rete elettrica una grande quantità di disturbi di varia natura.
Questo e' vero in particolare per i lettori CD e per i loro pick-up laser.
Non mi sento tuttavia di colpevolizzare troppo la categoria da questo punto di vista: le ore che passiamo davanti all'impianto sono ore in meno dedicate alla TV o alle inutili passeggiate in automobile per le vie del centro.
Visto così il nostro hobby appare persino ecologico.
Anche per quanto riguarda i consumi energetici non ci dovremmo sentire molto più colpevoli di chi guarda, in alternativa, la TV (per non parlare di chi usa l'auto, naturalmente).
Un impianto HiFi medio non consuma molta più energia elettrica di un grosso televisore e se a questo aggiungiamo il fatto che spesso gli impianti HiFi si ascoltano al buio....

La cosa che mi preme evidenziare in quest'Editoriale e' tuttavia un'altra:
il problema dei manuali di istruzioni d'uso degli apparecchi.

Così come sono fatti sono inutili, poco ecologici e persino dannosi.
Si spreca tanta carta in inutili traduzioni: ogni manuale e' scritto come minimo in 4 lingue e ci sono casi di 8 e più.
Questo e' semplicemente ridicolo e quel che e' peggio, spesso non c'e' neppure la versione in italiano o, quando questa e' disponibile, e' scritta tanto male da risultare persino più comprensibile quella inglese.

Quello che mi piacerebbe vedere, come atto di civiltà e di rispetto verso il cliente, e' un manuale di istruzioni, a cura di ogni Importatore nazionale, scritto nella sola lingua del Paese nel quale l'apparecchio sarà distribuito unitamente alla versione originale inglese dalla Casa madre.
La Casa madre risparmierebbe tempo, denaro e carta in inutili e spesso incomprensibili traduzioni mentre il singolo Distributore nazionale si farebbe carico di un paio di paginette, magari in carta riciclata, scritte da qualcuno che conosce bene la propria lingua.
Sarebbe un servizio in più offerto al cliente ed un risparmio collettivo non indifferente.

Mi rendo conto che questa e' ben poca cosa ed a tanti di voi farà sorridere, tuttavia mi preme sottolineare il principio che sta alla base dei ragionamenti fin qui esposti:
tanti piccoli impegni portano spesso ad un grande risultato.
La mia proposta di un manuale solo in inglese sarebbe un grande risparmio per le Case costruttrici:
pensate di moltiplicare il numero di pagine per il costo delle traduzioni a pagina per il numero di apparecchi prodotti e vi accorgerete che stiamo parlando di cifre tutt'altro che modeste.
Un piccolo sforzo da parte dei Distributori nazionali per tradurre la versione inglese nella lingua del proprio Paese renderebbe più soddisfatti i clienti e contribuirebbe a salvare tanti alberi da una inutile distruzione.
Non e' un'idea nuova, non ci cambia la vita ma ritengo che sia una di quelle cose che costano poco ed offrono molto.

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu

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