Editoriale di Ottobre '96
[ TNT | Redazione | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

La dignità dell'usato

Grazie alla rapidità con la quale il mondo dell'HiFi crea e dimentica i propri miti e' possibile fare ottimi affari acquistando apparecchi usati. Gli apparecchi HiFi si deprezzano molto velocemente e, in alcuni casi (vedi cd-players), un apparecchio di due/tre anni e' già considerato irrimediabilmente vecchio.
Fortunatamente per i meno abbienti ciò e' vero solo in minima parte in quanto i progetti intelligenti continuano a suonare bene a dispetto degli anni che passano. Diventa dunque estremamente conveniente cercare nell'usato di qualche anno gli apparecchi che da nuovi non ci saremo mai potuti permettere.
Tra l'altro per alcune categorie di prodotti l'usura (se così vogliamo chiamarla) e' davvero limitata, si pensi ad esempio a cavi ed accessori, amplificazioni e cd-players che nel giro di un paio d'anni, se trattati con un minimo di amore audiofilo, forniscono prestazioni pari al nuovo.
D'altra parte per molti audiofili acquistare usato e' tuttora un tabù difficile da superare.
Cercheremo di analizzare tutte le possibili motivazioni contro l'acquisto di HiFi usata.

Il certificato di povertà

Intanto e' un problema d'immagine: comprare usato equivale, nella mente bacata di tanti, ad esibire un certificato di povertà davvero poco dignitoso. Quanta gente conosciamo che si vanta di quanto costosi siano i componenti del proprio impianto ?
Purtroppo sono tanti e pur non essendo più uno status-symbol, tra gli audiofili permane il vezzo di valutare un impianto o un componente in base al costo piuttosto che in base al suono.
Ritengo viceversa che sia molto più dignitoso acquistare un buon prodotto ad un prezzo conveniente con la stessa cifra che sarebbe stata necessaria per entrare in possesso di un oggetto di qualità inferiore.
In fin dei conti e' il Suono quello che ci interessa maggiormente, no?

E la garanzia ?

Un'altra motivazione adducibile a favore di chi preferisce acquistare il nuovo e' la tanto decantata garanzia post-vendita.
Cominciamo col dire che nella maggior parte dei casi questa e' limitata ad un anno dalla data d'acquisto (salvo eccezioni) e che non sempre si riesce a far valere le proprie ragioni se l'apparecchio e' difettoso. Comunque vada, l'iter può risultare lungo e faticoso. Certo, esistono casi in cui tutto e' estremamente semplice ed immediato (fino alla sostituzione in toto dell'apparecchio guasto ! ) ma non mi pare che questa sia la regola.
L'apparecchio usato, se si guasta, non e' normalmente coperto da garanzia, salvo che lo si acquisti in negozio, e dunque gli oneri di una sua riparazione sono spesso a carico completo del malcapitato. Tenendo conto però del denaro risparmiato nell'acquisto, che nel caso di apparecchi di un certo livello può essere una cifra piuttosto consistente, direi che il rischio lo si possa mettere in conto piuttosto serenamente.
Tra l'altro, nel caso di apparecchi con garanzia pluriennale, anche chi acquista usato potrà ancora usufruirne. Mettiamo anche in conto che esistono ancora rivenditori seri che riparano a costo zero apparecchi usati non acquistati nel loro negozio, con la lungimiranza di chi vede nel cliente soddisfatto un sicuro investimento.

Chissà come e' stato trattato

Spesso acquisto apparecchi di terza o quarta mano, con più di 20 anni di servizio sulle spalle e non sempre trattati nel migliore dei modi. Ho acquistato anche apparecchi apparentemente non funzionanti ma che sono risorti dopo una buona pulizia dei contatti elettrici (i soliti prodotti tipo dissolvente-riattivante secco funzionano a meraviglia) e poche altre operazioni di piccola manutenzione.
Consentitemi un piccolo esempio.
Il mio amato giradischi Garrard Zero 100 SB (quello col braccio a pantografo) l'ho recuerato da una cantina, non funzionante, coi cavi strappati e parzialmente arrugginito.
Il suo possessore non sapeva neppure se ci si potevano attaccare le casse oppure no (!).
Pagate lire 20.000 (ventimila) per salvare il piccolo gioiello da morte certa ed immeritata, l'ho portato a casa e, dopo uno smontaggio completo, una parziale riverniciatura delle parti graffiate ed ossidate, una taratura delle sospensioni ed un'oliata generale e' qui a dispensare la sua bella voce all'impianto d'epoca, composto da tutti suoi coetanei di nobile stirpe.
Diversi amici, colpiti dalla bellezza dell'oggetto e dal suo suono, mi hanno chiesto di procurarne degli altri ! Non vi dico la sorpresa quando svelo quanto l'ho pagato.
Ho portato questo piccolo esempio chiaramente *estremo* per far capire che l'usato non e' poi sempre sinonimo di vecchio e malfunzionante...se parliamo di apparecchi che hanno solo tre o quattro anni poi, il discorso non ha più ragion d'esser fatto.

Il certificato d'intelligenza

Un'altra possibile motivazione della quale accennavo all'inizio e' la presunta veloce obsolescenza degli apparecchi HiFi sul mercato. Ciò, dicevo, e' solo parzialmente vero.
Certo e' sacrosanto per chi insegue sempre l'ultima novità ed il nuovo marchio recentemente importato.
Guardando la realtà con la serenità di chi desidera oggetti per riprodurre la Musica e non gingilli dei quali vantarsi con gli amici, non si può non notare che certi apparecchi sono stati costruiti per durare nel tempo e per suonare bene a dispetto di mode passeggere e di infatuazioni dell'ultima ora.
Esempi? A iosa: basti pensare al Linn Sondek o al Thorens TD160 nel campo dei giradischi, alle Rogers LS3/5A e alle Quad ESL 63 per i diffusori o, tornando indietro nel tempo, ad amplificatori quali i Quad II o i Dynaco ST70. Questo tanto per citare alcuni mostri sacri che sopravvivono da tanti anni. Si può anche pensare ad apparecchi che per lunghi periodi, non necessariamente decenni come nei casi precedenti, sono stati pietre di paragone nelle rispettive categorie:
il NAD 3020, il Rega Planar o, più recentemente, le Sonus Faber Minima.
Apparecchi che ancora oggi danno grandi soddisfazioni ai loro possessori in barba alla folta schiera di cloni che si sono avventurati sul mercato proponendosi di volta in volta come loro baldanzosi sostituti.
Dunque acquistare usato, in quest'ottica, rispecchia una forma di maturità e di Cultura Audio che sarebbe bene promuovere e divulgare il più possibile.
Più che di certificato di povertà si dovrebbe parlare di *certificato d'intelligenza*.

Money's too tight to mention

Veniamo all'ultimo aspetto del problema, quello più spinoso di tutti: acquistare usato danneggia il mercato del nuovo e tutti gli operatori del settore.
Analizziamo attentamente quest'affermazione: può sembrare superficialmente vera se non si tenesse conto di un paio di fattori.

Innanzitutto chi decide di comprare il nuovo desidererebbe rivendere il proprio usato. Anzi, spesso, si attende di *piazzare* l'oggetto da sostituire prima di acquistare quello nuovo.

In secondo luogo chi compra usato può acquistare prodotti di qualità superiore a prezzi inferiori, ergo quando si deciderà ad acquistare nuovo prenderà in considerazione apparecchi di una classe più elevata. In buona sostanza l'utenza si sposta verso categorie di prodotti più costosi molto più rapidamente.

Terzo, non dimentichiamoci della possibilità reale di far avvicinare all'HiFi vera nuovi audiofili (e quindi potenziali clienti) che, se avessero dovuto acquistare nuovo il loro primo impianto, date le piccole cifre, sarebbe stato il solito compatto monomarca, con buona pace di chi vende e distribuisce HiFi di qualità.
Vicerversa, anche con un milione (persino meno) si può comporre un impiantino ben suonante i cui componenti erano dei best-buy pochi anni prima.
Con cifre ancor più modeste si può entrare in possesso di apparecchi che 15-20 anni fa erano ultracostosi. Mi viene in mente il mio sinto analogico Marantz Model 125, costosissimo 20 anni fa, e pagato oggi, in perfette condizioni, meno di 100.000 lirette.

Quarto, l'usato può esser venduto anche nei negozi, offrendo una certa qual forma di garanzia e di *sicurezza* sull'acquisto, creando così nell'acquirente i presupposti per i quali diventerà un cliente riconoscente ed affezionato. Gli appassionati non cercano solo il prezzo più basso ma anche la serietà, la competenza e la credibilità del rivenditore.
Quanto al discorso degli sconti e della guerra dei prezzi ci sarebbero pagine e pagine da scrivere. Mi limiterò a far osservare, contando di ritornare sull'argomento al più presto, che nella perfida Albione, presa ad esempio da noi poveri italiani quale nazione di grande tradizione HiFi, le riviste specializzate sono tempestate di pubblicità di negozi che strillano offerte pazzesche, saldi, sconti e promozioni pur conservando la loro serietà e dignità commerciale.
Qui in Italia pare sempre che *Money's too tight to mention*.

Questo mio editoriale vuole essere dunque un'esortazione a comprare usato, serenamente e con la consapevolezza di chi ha capito che non sempre il denaro fa l'Alta Fedeltà.
A volte basta l'intelligenza. E questa non si compra con la carta di credito.

© Copyright 1996 Lucio Cadeddu

[ TNT | Redazione | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]