L'esperienza TNT sta confermando alcune mie ipotesi sul ruolo delle riviste
HiFi.
Le rubriche più lette e più apprezzate dell'intera rivista sono
Adeste Fideles, dedicata alla pura divulgazione
ed il Tempio del Tweaking, dedicato alle
proposte, anche le più strane e provocatorie, di accessori e materiali magici
capaci di migliorare le prestazioni di qualsiasi (?) impianto HiFi.
Queste osservazioni sono basate sia sul tipo di messaggi che quotidianamente
ricevo sia monitorando gli accessi al mio sito giorno per giorno (saprete,
immagino, che si può sapere tutto dalla data, l'ora e la macchina da
cui ci si collega fino al tipo di browser usato).
Ne deduco che la maggior parte degli audiofili e' poco interessata alle prove degli
apparecchi che e' pur vero che sono poche (su TNT) ma che tuttavia vengono
lette piuttosto raramente e, quand'anche si tratti di recensione non
proprio positiva, nessuno si lamenta o ha osservazioni da fare.
Ogni generalizzazione e', ovviamente, fuori luogo, ma mi piace pensare che i
lettori di TNT siano più interessati a consigli generali (da quelli di base di
Adeste Fideles ai trucchetti del Tempio del Tweaking) piuttosto che a prendere per
oro colato opinioni d'ascolto mie o dei miei collaboratori.
Non solo, ma persino la rubrica delle
Inter.Viste riscuote un successo piuttosto relativo, segno che anche le
opinioni di famosi progettisti vengono prese come tali e non assimilate
passivamente come Verità assolute ed incontestabili.
Tutto questo preambolo per dire che gli audiofili non sono poi così cretini come piacerebbe che fossero a chi campa di questo lavoro e che le decine di prove d'ascolto che si pubblicano ogni mese in Italia e che costituiscono il piatto forte delle riviste specializzate non sono in fondo poi così lette ed apprezzate.
Qualcuno deve essersene pure accorto se passa alle conclusioni
già nelle prime righe nella speranza -vana- che così venga
letto anche il resto dell'articolo.
Questo, ovviamente, non significa che esse sono inutili, sicuramente lo sono quelle
troppo lunghe che parlano d'altro, e anzi continuo a ritenere che esse debbano
costituire comunque l'ossatura di una buona rivista HiFi.
Sta a chi scrive fare in modo che vengano lette per intero con piacere e senza
sbadigli o travasi di bile, cosa più facile a dirsi che a farsi,
ovviamente.
Tuttavia, e veniamo anche a spiegare il titolo di questo Editoriale, recensioni
totalmente inutili continuano a riempire le pagine delle riviste HiFi.
Sono le decine di recensioni di prodotti fuori dalla portata del consumatore
-anche appassionato- medio: gli amplificatori da svariate decine di milioni,
le casse grandi come armadi e costose come automobili e via discorrendo.
Mi pongo e vi pongo una domanda molto semplice:
quanti di questi oggetti da sogno
si vendono ogni anno in Italia ?
Se pensate a quanti apparecchi abbiamo sul mercato
che costano decine di milioni avrete un'idea ancor più chiara:
ognuno di questi, tenendo conto anche della permanenza media in listino prima
di essere sostituito dal successore, ha la probabilità di essere venduto in
un numero limitatissimo di esemplari che, in certi casi, si possono contare sulle
dita di una mano.
Quante testine da 10 milioni si vendono all'anno in Italia? E quanti ampli
da 100 ?
Per favore non mi si venga a proporre il solito paragone con le auto esclusive:
tanto per fare qualche esempio, ogni modello di Ferrari rimane in produzione
molti anni prima di essere sostituito e, comunque, ci sono 6 o 7 modelli
diversi in listino al massimo.
La stessa cosa dicasi per Porsche e Jaguar mentre per
Rolls Royce abbiamo solo due modelli, invariati da chissà quanto tempo.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, le riviste automobilistiche
dedicano davvero poco spazio a questi sogni, preferendo di gran lunga testare
le macchine che la gente normale può permettersi.
Qual'e' dunque il punto: be', a me sembra che gli apparecchi HiFi
ultracostosi hanno, come ragione principale della loro esistenza, quella di
apparire sulle pagine delle riviste HiFi, un po' per convincere gli audiofili che
per sentire bene la musica occorra necessariamente spendere molto.
Marketing, nient'altro o almeno questo e' l'uso
che se ne fa qui in Italia.
Una ragione di esistere ben più seria c'e', ovviamente,
ed e' quella del rappresentare lo stato dell'arte, come Ferrari lo e' per le auto ad alte
prestazioni o la Rolls per il comfort assoluto.
Si può obbiettare che se tali recensioni continuano ad affollare le riviste
e' sintomo che gli audiofili smaniano di leggerle. Può darsi.
Ma quanti continuano a leggere test d'ascolto dove il povero recensore non sa più
che aggettivi usare perchè i superlativi li ha già usati tutti
in prove di apparecchi ben più *terreni* ?
Come descrivere lo stato dell'arte se non con questi
semplici tre termini: stato dell'arte, appunto. Che altro?
Potete quantificare il comfort di una Rolls o di una Jaguar? O le
prestazioni reali di una supersportiva (quelle numeriche, in genere
differiscono per pochi decimi di secondo...... 0-100 in 4,2 sec anzichè
in 4,5...!) ?
Riassumiamo le osservazioni fatte.
Gli apparecchi HiFi da sogno:
Tenuto conto di tutto questo propongo: perchè non vi telefonate a casa?
Si mette su un bel database di persone interessate al prossimo ampli da 100 milioni e non appena questo viene sfornato il recensore lo ascolta e fa un giro di telefonate tra i pochi fortunati -possibili- acquirenti, lasciando in pace i poveri mortali che oltre all'allineamento della testina devono preoccuparsi di mantenere in linea anche il proprio conto in banca.
D'altra parte bisogna pur fare un'altra considerazione:
molti audiofili sono frustrati e masochisti. Sanno che non potranno mai
permettersi certi apparecchi da sogno eppure insistono nel volerli
conoscere, studiarne tutte le caratteristiche ed autoflagellarsi nell'attesa
di una vincita al Totogol.
Vi sarà sicuramente capitato di leggere lettere alla Redazione
deliranti dove audiofili, o presunti tali, in possesso di coordinati da 500.000
chiedono che miglioramenti si potrebbero ottenere con l'inserimento di un Linn
LP12 o di un Kimber AG nel proprio impianto.
E' lo stesso genere di persone,
e consentitemi nuovamente un paragone automobilistico, che scrivono alle riviste
disquisendo se nei 0-100 sia più veloce la Lamborghini Diablo o la Porsche
911, un problema che i veri acquirenti di tali auto non si pongono neppure,
e poi magari chiedono come si possa fare
per migliorare le prestazioni (?) di una Uno 45 dotata di impianto GPL (!!!).
Sognatori, per dirla poeticamente, coglioni per dirla in modo più
esplicito.
E che, vogliamo fare le riviste per questa gente qui ?
Per quanto mi riguarda aspetto solo che me ne capiti uno sotto tiro.
Se e' pur vero che questo tipo di gente acquista, anzi divora le
riviste, e' altrettanto vero che mai acquisteranno quegli oggetti sui
quali continuano a voler essere informatissimi.
E poichè uno degli scopi principali delle riviste audio -o delle riviste
in generale- e' proprio quello di far vendere prodotti (altrimenti gli
inserzionisti...) mi chiedo che vantaggio ci sia a continuare a svolgere il ruolo
di Penthouse dell'HiFi.
Perchè non proporre apparecchi seri, reali ed alla portata di
tutti, e lasciare al database di cui accennavo sopra il compito di soddisfare
le pruriginose voglie di audiofili insoddisfatti ed impotenti?
Non voglio invitare la gente a non sognare più, tutt'altro. Verrebbe a mancare
una delle spinte più forti per migliorare il proprio impianto HiFi.
Il punto e' un'altro: quanto spazio deve essere lasciato al sogno e quanto
alla realtà?
La scelta di TNT l'avrete capita: molto spazio alla realtà e molto poco alle
masturbazioni mentali.
Sognare obbiettivi possibili.
La maggior parte dei sognatori preferisce continuare ad ascoltare il
coordinato piuttosto che puntare su oggetti più realisticamente
abbordabili.
Altri preferiscono porsi dei traguardi ideali ma raggiungibili, seppur
non a breve termine.
E' questo il tipo di audiofilo che fa andare avanti il mercato, che rinnova i
componenti del proprio impianto per piccoli passi, magari senza spendere un
capitale e della sua serietà si può esser certi.
E' il tipo di audiofilo da trattar bene quando entra nei negozi perchè
di sicuro non lo fa per perder tempo proprio ed altrui, e da tenersi stretto
come lettore di rivista, senza prenderlo in giro con recensioni di prodotti
che non gli interessano quali amplificatori da 100 milioni e
coordinati monomarca.
Ma quest'ultimo argomento, quello dei coordinati per intenderci, e' materia
del prossimo rasposo editoriale.
Se vi interessa saperne di più sintonizzatevi su TNT.
Gli altri si possono pure telefonare tra loro.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu