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Editoriale di Giugno 2001

Ancora su Miti e Magie Parte II

[Tone Controls]
Controlli di tono???

Autore: Dejan Veselinovic

Col mio ultimo editoriale Storie di miti e di magie - Parte I ho causato un bel vespaio di polemiche. Immagino che anche questo causerà qualcosa di simile.

Penso che i controlli di tono siano una cosa buona. E' pronta la croce? posso andare?

Ad ogni modo, lo penso realmente. Ma essi suonano male, voi dite, ho letto questo molte volte. E' vero che possono suonar male, è anche vero che suonano male più spesso di quanto suonino bene - ma perchè?

Per capirlo, dobbiamo vedere cosa viene normalmente offerto come "controlli di tono", cosa essi fanno, come lo fanno e cosa noi guadagnamo e perdiamo usandoli.

I Controlli di tono cominciarono ad avere una cattiva fama quando l'audio cominciò a diventare un hobby popolare, quando ognuno cominciò a costruire roba audio Quelli erano i primi giorni della produzione di massa, quando l'importante era infilare in un qualsiasi oggetto più funzioni possibile al minor costo possibile. In quei tempi, come i lettori più vecchi ricorderanno, i costruttori facevano a gara a chi offriva più controlli di tono. Alcuni li dividevano fra canale destro e sinistro, altri inserivano anche il controllo dei medi, altri ancora davano la possibilità di selezionare il punto d'intervento ed altri ancora davano tutte queste cose insieme. Ma tutti facevano anche un'altra cosa - cominciavano la guerra dei numeri sui valori d'intervento.

Così, alla fine, avevamo dei controlli di tono effettivamente ridicoli, perchè nessuno ha bisogno di +/-15 dB d'intervento, con questi valori potreste bruciare i vostri diffusori in un batter d'occhio. Ricordate, +15 dB significano 32 VOLTE la potenza d'uscita! Quindi, punto uno - essi avevano valori d'intervento troppo alti, molto al di sopra del ragionevole.

Ora i loro punti d'intervento. Per i principianti, il punto d'intervento è il punto in cui il controllo di tono inizia ad agire a +/- 3 dB. Nel caso più frequente, con i controlli di alti e bassi, toccateli entrambi ed avrete effetti a circa un 1 kHz, cioè ben dentro la gamma media. Ovviamente ciò è completamente sbagliato, ma questo è come erano fatti, con le pubblicità che magnificavano il fatto che non fossero meno di +/-12 dB. Quindi, punto due - i loro punti di turnover erano selezionati malamente.

Ora, non vi dirò nulla di nuovo dicendo che i condensatori dovrebbero essere eliminati da tutti i percorsi di segnale. E invece i controlli di tono realizzati con i condensatori erano quelli più frequenti, usandoli per simulare le induttanze. Queste ultime hanno un comportamento migliore, o almeno molto più prevedibile, ma sono anche più costose, e questo è il motivo per cui ben pochi costruttori le hanno mai usate. Punto terzo - erano fatti in un modo abbastanza errato perchè era il più economico e il più facile. Ma c'è di più - la simulazione dei condensatori può funzionare abbastanza bene se applicate l'insegnamento di un certo Mr. Peter Baxendall, un uomo che io penso non sia stato molto capito e del quale non si è tenuto molto conto.

Circa 50 anni fa, Mr Baxendall dettò le regole base per i controlli di tono, ricordiamone due: 1) l'intervento deve essere sempre contenuto, e 2) regolare, non deve aumentare con la frequenza. Vorrei solo che più persone l'avessero ascoltato, sebbene in tutta onestà devo dire che qualcuno l'ha fatto e lo fa - mi viene in mente Rotel, ma ce ne sono altri.

Infine, i controlli di tono, a prescindere da come sono realizzati, sono, a tutti gli effetti, dei filtri, e, come tutti i filtri, introducono delle rotazioni di fase che noi non vogliamo assolutamente. Punto quattro - hanno delle rotazioni di fase intrinseche che sono un problema in audio.

Da ciò che è stato fin qui illustrato potreste trarre le seguenti conclusioni: se dobbiamo avere dei controlli di tono, allora dobbiamo prevedere un campo d'intervento minore, diciamo non più di +/- 3 dB o +/- 6dB al massimo, dei turnover che abbiano un'interazione minima con la gamma media in entrambe le direzioni, e dovremmo usare induttanze piuttosto che simularle con dei condensatori, o, se si utilizzano questi ultimi, usare i classici circuiti Baxendall che includono la regolazione in frequenza. Tutto ciò si può fare, ma restiamo comunque con un problema insoluto, quello della rotazione di fase, che non può essere eliminato. Perciò dobbiamo rispondere a una domanda: perchè usare i controlli di tono?

Bene, io penso che siano utili, che dovrebbero sempre esserci, pur ammettendo che sono un compromesso. Come ogni compromesso alcune volte possono lavorare in modo egregio, altre volte non se ne sente assolutamente il bisogno.

Consideriamo questo esempio. Avete una stanzetta piccola, piena di mobili, drappi e tappeti, e un certo numero di quadri appesi alle pareti (invece di vostra suocera, che voi vorreste appendere. Ma è illegale). Tutto fa pensare che questa stanza risulterebbe acusticamente morta e produrrebbe degli alti smussati e un basso strabordante. In un caso come questo, senza controlli di tono rimarreste nei pasticci. Se aveste i controlli di tono, sicuramente avreste più rotazioni di fase, che originariamente non avevate mai saputo di avere perchè il suono era troppo spento e smorto. In questo caso però potreste ridurre un po' i bassi, alzare un po' gli alti, e con un po' di fortuna, riuscire ad ottenere un suono molto più bilanciato, gudagnando molto di più di quello che si perde con la rotazione di fase indotta dal controllo di tono stesso. Quindi, i controlli di tono sono per forza negativi?

Un altro esempio. Siete uno studente e vivete in una stanza piccola e vuota. I vostri diffusori, per ragioni di spazio e budget, sono sistemati in una libreria. Ora, le librerie rendono i bassi rimbombanti, sporchi e terribili in generale, mentre le pareti vuote enfatizzano gli alti. Alla fine sentireste con troppi alti e bassi terribili, e non sentireste mai la gamma media. Anche in questo caso, se aveste i controlli di tono, potreste "calmare" un po' sia alti che bassi e bilanciare un po' il tutto, dando alla gamma media la possibilità di farsi sentire.

Quindi, i controlli di tono sono un compromesso che può realmente dare molto di più di quello che toglie. Ma devono essere ben progettati, con dei buoni punti d'intervento, Realizzati con induttanze invece che condensatori, con valori d'intervento moderati e stabilizzati in frequenza, e saranno anche costosi, perchè avrete bisogno di non due, ma quattro potenziometri Alps - in realtà 6 sarebbe meglio perche dei buoni controlli di tono sono SEMPRE separati per ogni canale. Questo perchè i diffusori non lavorano mai sotto condizioni identiche e quindi potreste avere l'esigenza di applicare regolazioni differenti.

Quindi quello che io farei è un controllo con un'escursione di +/- 3 dB in passi da 0.5 dB, usando resistenze a film metallico all'1%, separato per ogni canale, basato su induttori e non condensatori e tutto ciò in un circuito attivo tipo Baxendall. I controlli passivi sono molto peggio per le rotazioni di fase mentre quelli attivi riescono a tenere il fenomeno ad un livello minore. Inoltre io userei un buon operazionale, uno con una rotazione di fase propria molto contenuta. E ci metterei anche uno switch per eliminarli (i controlli di tono).

Se avete commenti da fare, per favore in inglese, non in italiano :-)

***
I miei ringraziamenti a Mr James Bongiorno per avermi incoraggiato a pensare liberamente, e a Mr Graham Slee per alcune informazioni tecniche.

© Copyright 2001 Dejan Veselinovic - http://www.tnt-audio.com

HTML by Scott Faller - Traduzione - Giovanni Aste

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