Continuiamo la chiaccherata dell'Editoriale di Giugno scorso e passiamo ad analizzare un fenomeno assai preoccupante: il dilagante successo degli impianti coordinati.
Avrete notato anche voi che ormai occupano anche le copertine delle riviste
specializzate (quelle che una volta si auto-definivano serie) e sono fatti oggetto
di articoli, tests d'ascolto (!!!) ed amenità simili.
La ragione, come sempre, c'e' e stavolta e' pure piuttosto evidente:
i S O L D I.
I grandi Produttori dispongono di budget destinati alla pubblicità estremamente
allettanti per le riviste che cercano di stare a galla alla bell'e'meglio.
Perchè non approfittarne? Ed ecco allora fiumi di parole (...tra noi)
e di inchiostro sprecati a descrivere tutte le infinite caratteristiche
operative del coordinato di turno (ma i coordinati non erano i capi di
biancheria intima femminile ?) ed infine, per colmare la misura, la fatidica
prova d'ascolto!!!
Che volete, questi aggeggi costano poco (be', non sempre) per ciò che
offrono, occupano poco spazio, piacciono alle mogli e...suonano pure bene, o
così ci vogliono far credere.
Il problema non e' tanto se suonino bene oppure no. Essi non sono nati per
suonare bene ma per essere venduti in grosse quantità nei supermercati.
Mi pongo (e vi pongo) una domanda:
chi e' il possibile acquirente di questi
aggeggi?
E' la persona comune, chi vuole sentire la Musica in casa senza troppi problemi,
riunendo in un unico spazio CD, radio, doppia piastra e processore surround.
Questa persona e' alla ricerca di un oggetto pratico, comodo da usare, bello
a vedersi e che occupi il minor spazio possibile.
MAI e POI MAI questo ipotetico acquirente acquistrebbe una rivista
specializzata in HiFi per fare la sua scelta. Perchè dovrebbe farlo ?
Piuttosto, quelle 8/10.000 lirette preferisce spenderle in un CD da edicola
(e farebbe pure bene, dico io). Infatti, essendo a digiuno di conoscenze
specifiche non sarebbe in grado neppure di capire i termini
ricostruzione dell'immagine, microcontrasto e
compagnia.
Allora forse e' il vero audiofilo a voler sapere come suonano questi
aggeggi. Ci credete? A voi interessano? Se già siete lettori di una
rivista specializzata presumibilmente avete già un impianto HiFi ed
intendete tenervi aggiornati per migliorarlo non appena le vostre finanze ve
lo consentono.
E allora perchè il coordinato ? Perchè vogliono
farci credere che simili cosi meritino pagine e pagine (e copertine) delle
riviste specializzate? Non so voi ma io mi sento un po' preso per il...naso.
Pensateci un po': dieci pagine più avanti ci sono le casse da venti
milioni che rappresentano un affare da prendere al volo!
Non vi sembra tutto molto strano?
Da una parte continuano a farci credere che anche oggetti costosi quanto
un'automobile sono affari da cogliere al volo dall'altra ci insinuano il
sospetto che anche i coordinati meritino stima ed attenzione...
Il gioco e' chiaro: con gli apparecchi da sogno danno alla rivista
un'immagine seria ed autorevole di modo tale che quando vi propinano
il coordinato voi non potete certo dubitare della loro competenza ed
attendibilità!
Pensate: se uno abituato a sentire apparecchi multimilionari vi dice che in
fondo il coordinato non e' poi così male voi che fate, non gli credete?
Si che ci credete, visto che ci avete creduto quando vi spacciavano casse grandi
quanto scatole da scarpe come diffusori di riferimento assoluto o amplificatori
fatti in Alaska come la nuova frontiera dell'HiFi.
Il gioco e' lo stesso, solo che stavolta ci sono i coordinati da spingere
perchè portano più pubblicità.
Se volete farvi prendere ancora in giro fate pure, continuate a sbavare come
autentici cretini davanti
all'ampli da 20 milioni e poi andate a comprarvi il coordinato tuttofare da
unmilionemezzo.
Io credo che quest'atteggiamento, segno di una lungimiranza da talpe, allontanerà
come e' giusto, i veri Audiofili da questo genere di riviste e porterà
altra crisi nel mercato dell'HiFi Vera, quella fatta di apparecchi abbordabili dai
più.
Continuando di questo passo i redattori che si
prestano a scrivere recensioni su coordinati, pressati da Direttori ed Amministratori
sempre più assetati di denaro, finiranno ben presto a preparare
i testi per i depliants dei marchi più noti, unica cosa che sanno
fare bene. Davvero una bella prospettiva.
Però può darsi che io abbia torto marcio, può essere
che il nostro destino di audiofili sarà nel segno del coordinato e che le
riviste specializzate diventino, ancor più di quanto non lo siano
già, dei cataloghi patinati per i produttori di coordinati.
Forse. O forse no.
Che l'intelligenza una volta tanto abbia il soppravvento?
Lasciate i coordinati nel reparto *biancheria intima femminile*.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu