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La notizia gira da qualche giorno in rete e ha fatto già abbastanza scalpore, sia per i protagonisti coinvolti sia per l'eccezionalità dell'evento. Amazon, la nota catena multinazionale di vendita online di libri, elettronica e dischi, ha deciso di sferrare un attacco senza precedenti al monopolio di Apple sulla Musica liquida che, grazie al suo negozio virtuale iTunes di fatto fa la parte del leone nel settore del download legale di brani musicali e album completi.
Per fare le cose in grande il colosso Amazon ha deciso di offrire, per un solo giorno, il nuovo album di Lady Gaga (Born this way) a soli 99 cntesimi di dollaro. Sì, avete capito bene, una nuova uscita - un album, non un brano! - al prezzo di 99 centesimi di dollaro. Certo, si tratta di file MP3 ma la portata dell'evento promozionale ha comunque un peso straordinario sul mercato della Musica online.
Non è la prima volta che Amazon fa offerte così convenienti, quotidianamente lancia delle promozioni a 3-4 dollari per album. Stavolta però è diverso, intanto per il prezzo simbolico e in secondo luogo per la popolarità del personaggio coinvolto, la sempre TROPPO discussa Lady Gaga. Contemporaneamente Amazon ha offerto il download di singoli brani a 69 centesimi, la metà del prezzo usuale di iTunes.
Questo è il messaggio che Amazon ha inviato ai suoi clienti registrati in data 23 Maggio, annunciando la superofferta valida solo per quel giorno.
Ad aggiungere altro interesse per l'iniziativa c'era il fatto che con l'acquisto dell'album Amazon regalava ben 20 Gb di spazio cloud nel suo Amazon Cloud Drive, una sorta di spazio disco virtuale dove i clienti Amazon possono conservare i propri file musicali, anche non acquistati tramite il sito. L'occupazione di una nuvola così capiente di norma costa 20$ all'anno. Pertanto, anche coloro che non erano interessati all'album di Lady Gaga l'avrebbero potuto acquistare giusto per avere uno spazio cloud di 20 Gb praticamente gratis per un anno. Questa mossa dovrebbe contrastare l'immediato rilascio dello spazio nuvola di Apple dal nome iCloud e la nuvola musicale di Google.
Ciò che è accaduto - e forse era prevedibile - è che il successo dell'iniziativa è stato tale da mandare in tilt le linee e i server di Amazon. Per questa ragione Amazon ha ripetuto la superofferta qualche giorno dopo, il 26 Maggio. Per contro, l'album di Lady Gaga su iTunes continuava a costare 11.99 dollari.
Quello che sta accadendo - e questo ultimo avvenimento ne è l'ennesima dimostrazione - è che la Musica sta diventando merce di scambio dal valore quasi nullo. È chiaro che l'album di Lady Gaga non costa realmente 99 centesimi di dollaro, Amazon si è evidentemente accollata la differenza pur di far promozione ai suoi servizi. Il fatto è che ormai si paga solo per i servizi, il bene è un accessorio: da tempo le compagnie di telefonia mobile regalano i cellulari pur di accappararsi clienti...ora il fenomeno si ripete anche nel nostro settore, arte regalata pur di farti diventare cliente di un negozio virtuale. Qualcuno potrebbe obiettare che l'album di Lady Gaga non sia definibile esattamente "arte" ma non è questo il punto...è il segnale di un cambiamento di prospettiva: prima gli album dovevano costare cari, siamo arrivati alla follia di 30 € per una nuova uscita, senza contare le costosissime versioni limited, magari audiophile, ma ora, visto che evidentemente il giocattolo si è rotto, si cerca di correre ai ripari.
Per noi utenti/consumatori può anche andar bene che i colossi si scannino tra loro se il risultato è quello di poter avere più Musica a costi più bassi, mi chiedo che fine facciano i proventi degli artisti. Io vedo una sola via d'uscita a questo cul de sac: gli artisti devono iniziare a vendere la propria arte senza intermediari: prezzi più bassi, guadagno totale, sia gli artisti che i consumatori ne trarrebbero beneficio. Che dite? Era più bello andare nel negozio sotto casa e scegliere i dischi dagli scaffali? Probabile, ma i tempi cambiano e occorre adeguarsi, inutile stare a discutere cosa sia meglio o peggio.
Personalmente, non ho mai acquistato dischi a buon mercato come in questi ultimi tempi: i miei ultimi due CD li ho pagati 1.98 e 2.98 euro rispettivamente. Incisioni di 4/5 anni fa che, alla loro uscita nei negozi non li avrei portati a casa per meno di 18 euro cadauno. E, prima di lanciarci in facili moralismi, ricordiamoci che del prezzo di copertina di un disco all'artista arrivano in tasca pochi centesimi. Ormai quasi tutti, anche i più grandi, campano principalmente dai concerti e dai passaggi televisivi. A parte Lady Gaga, che in poco tempo ha venduto 90 milioni di dischi. È un'artista per la quale nutro il massimo rispetto (basta andare a leggersi il suo curriculum artistico e professionale per capire che non si tratta della solita bambola di plastica) per questo non credo si offenderà se mi permetto di suggerire una estrosa e bizzarra cover del suo hit Poker face eseguita dai Faith no more, hit che poi si trasforma in un brano della band di Patton & Co, Chinese Arithmetic. Buon ascolto! (quelli che si sentono e che sembrano veri scratch da giradischi sono in realtà virtuosi vocalizzi di Mike Patton).
Nel caso l'embedding del video venisse disabilitato da YouTube o il video rimosso, cercate su YouTube con parola chiave "Faith no more Lady gaga".
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