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Editoriale di Febbraio 2007

Ansia da prestazione in HiFi

[Billy Joel - Piano Man]

Ieri sera ho acceso l'impianto per sentire un po' di Musica. Che c'è di strano, direte voi, lo facciamo tutti! Beh, per uno che deve recensire prodotti HiFi non è sempre così...facile. Talvolta si accende l'impianto soltanto per provare apparecchi, componenti e modifiche. Spesso, nei continui attacca e stacca e nell'ossessivo ripetersi della stessa porzione di brano N volte fino ad essere sicuri di aver individuato la "differenza", si perde di vista lo scopo primario. Questo è, ovviamente, inevitabile per un critico audio ed è messo in conto, molto meno lo è per un audiofilo normale.
Alle prime note è corsa in sala d'ascolto anche mia figlia, si è accomodata sulla poltroncina a fianco alla mia ed abbiamo ascoltato. Ho accontentato qualche sua richiesta "musicale" (no, niente Zecchino d'Oro) e ho dato volume. M'è parso che l'impianto, svincolato dal suo ruolo di "strumento da recensione", si sia espresso meglio del solito e questo senza che tutto fosse ottimizzato a puntino.
Ho un po' riflettuto sul fatto che ciò non aveva molto senso, l'impianto era "freddo" e certamente avrei dovuto attendere almeno 20-30 minuti per avere un suono migliore. Eppure suonava bene...da subito! Il fenomeno non ha però niente di misterioso e prova ancora una volta come parte del risultato sonoro dipenda largamente anche da noi, dalla nostra condizione psicologica al momento dell'ascolto.
Certamente, avvicinarsi all'impianto presi da ansia da prestazione non è il modo migliore per porre il nostro sistema uditivo ed il nostro cervello nelle condizioni migliori per goderci la Musica.
Con le orecchie tese a carpire la più piccola variazione, la sottile sfumatura, l'influenza della fase ecc. ecc. è ben difficile godere della magia delle note che escono dai nostri impianti. Si entra nella condizione psicologica dell'atleta prima della gara, quell'ansia che compromette persino la prestazione atletica stessa.
Per curiosa coincidenza, poche ore prima, durante la tappa del Giro d'Italia, Felice Gimondi, indimenticato campione del passato, confessava ai microfoni di RAI3 che prima di una salita le pulsazioni del suo cuore schizzavano alle stelle e non per la fatica, ma per la sola tensione che preludeva allo sforzo. E' chiaro che l'organismo, sottoposto allo stress, esprime performances peggiori di quanto potrebbe se fosse completamente rilassato. Una certa quantità di adrenalina è necessaria per allertare tutti i sensi e le nostre capacità, ma l'eccesso di questa è fortemente controproducente.
Questo, tra l'altro, è un fenomeno ben noto anche a chi - praticando uno sport a livello amatoriale - decida ad un certo punto di fare il salto nell'agonismo. Tutto il piacere del gesto sportivo fine a se stesso viene distrutto e subentra lo stress e l'ansia da prestazione.
L'attività sportiva stessa cessa di essere piacevole!

E' esattamente ciò che accade a tanti audiofili, tutti quelli che si accingono ad ascoltare l'impianto con l'ansia di cercare i difetti, o per trovare la buona scusa per poter fare un upgrade. E mentre un critico audio sa (o dovrebbe sapere!) quanto le due attività siano profondamente "distinte" (ascoltare per piacere o per "scrivere") e quindi in qualche modo si autoimmunizza contro certi malefici effetti, l'audiofilo è là solo con le sue paranoie, teso e nervoso, in attesa di chissà quale rivelazione o cattiva sorpresa.
Godersi la Musica in queste condizioni, ammettiamolo, è molto, molto difficile. Non solo, ma il nostro sistema sensoriale - sottoposto a stress eccessivo - ci si rivolterà contro, facendoci sentir male ciò che in un'altra situazione avrebbe suonato benissimo.
Quindi, con ferma rassegnazione, convinciamoci che il primo upgrade da fare è dentro alla nostra testa! Se l'approccio all'impianto sarà sereno, il tutto ci sembrerà suonar meglio. Esisteranno sempre impianti (o stanze ;-)) che suonano meglio del nostro, l'importante è riuscire a godere di ciò che si ha. O, come dico sempre, bisogna essere soddisfatti ma non appagati nel senso che si dovrebbe riuscire a godere di ciò che si ha e si ascolta, pur lasciando spazio per una sana voglia di miglioramento della propria condizione, fermandosi non appena questa voglia di miglioramento ottenebra la soddisfazione e rovina il gusto dell'ascolto.
Ora, alzi la mano chi, almeno una volta, non ha pensato che - in fondo - l'impiantino di serie della propria automobile suoni più musicale del mega impianto casalingo...o che si è fermato a ricordare con nostalgia il primo impianto entry-level che, sì, forse non era preciso e trasparente come l'attuale ma quante ore di Musica serena ci aveva regalato! Uhm, vedo poche mani alzate. La testa, cari lettori, è tutto dentro la nostra testa!

Preso da questi pensieri ho quindi tirato fuori dalla mia CDteca "Piano Man" di Billy Joel (edizione 24-bit remastered di un capolavoro del 1973) ed ho suonato la title-track, una canzone di una bellezza semplice e commovente, interpretata dal grande Billy e dal suo pianoforte come solo lui ha saputo fare. Un disco certamente non "audiophile" anzi pure molto difficile da far suonare bene ma, complice la magia del momento, devo dire che mi sono (anzi, ci siamo!) perso dentro quelle note.

Sing us a song, you're the piano man
Sing us a song tonight
Well, we're all in the mood for a melody
And you've got us feelin alright

Ecco, quella frase "We're all in the mood for a melody" dovrebbe essere stampata in caratteri bold sullo stipite all'ingresso di ogni stanza d'ascolto, di ogni negozio o Mostra HiFi. Siamo qui con lo spirito giusto per una melodia, pianista, suonaci ancora un'altra canzone.
E al diavolo l'impianto!!!

© Copyright 2007 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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