Come si possa pubblicare ad Aprile l'editoriale di Gennaio rientra tra i misteri insondabili che affollano la redazione di TNT-Audio. Questo editoriale avrebbe dovuto essere dedicato, nelle mie intenzioni, ad una retrospettiva sul T-Amp. Infatti, esattamente due anni fa pubblicavamo la recensione di questo piccolo amplificatore che ha fatto un grande rumore, nonostante i suoi pochi watt. Ciò che ha fatto slittare questo appuntamento editoriale è la scoperta di alcuni oggetti, ancora in fase d'esame, che sono nati seguendo la traccia lasciata dal piccolo Sonic Impact.
Quindi, non temete, l'appuntamento è solo rimandato di qualche mese. Ciò che però vorrei anticipare, visto che qualche lettore - forse abituato a certi voltafaccia ben più autorevoli - ci chiede se "abbiamo cambiato idea sul T-Amp" è che non solo non abbiamo cambiato idea ma anzi siamo sempre più convinti, alla luce anche di ciò che è successo in questi due anni, che il piccolo amplificatore sia stato ed ancora è a tutti gli effetti, un prodotto assolutamente rivoluzionario, una sorta di pietra miliare, un vero momento di "rottura" (in tutti i sensi) del quale si sentiva forte necessità.
Avremo modo di tornare sull'argomento.
Ciò di cui vorrei parlarvi oggi riguarda la politica editoriale di TNT-Audio. Come qualcuno di voi sa già, questa rivista non ospita né pubblicità, non richiede abbonamenti né tantomeno vende apparecchi od accessori HiFi per sostentarsi. Questa nostra ossessione, chiamiamola pure col termine esatto, deriva dal fatto che, a nostro parere, non esiste indipendenza laddove ci sia dipendenza dal denaro e dal profitto. E' un fatto così ovvio ed elementare che mi pare assurdo si debba ripetere, di tanto in tanto.
L'indipendenza ha dei costi ma, credetemi, questi non sono che in minima parte economici. Abbiamo infatti in programma di rendere pubbliche le nostre spese così che tutti si rendano conto di quanto costi tenere in piedi un sito come questo (molto, molto meno di quanto si pensi).
I costi dell'indipendenza, dicevo, sono altri. Certamente fare e dire sempre quel che ci pare non è facile, si rischia di farsi dei nemici e questo, in un settore piccolo come quello dell'HiFi, non è esattamente un bene. Le recensioni, quando contengono dei giudizi negativi, sono accettate sempre con molta fatica dai Costruttori e capiamo che non potrebbe essere altrimenti. La nostra posizione, tuttavia, è quella di vedere le cose da un altro punto di vista: le critiche dovrebbero aiutare a migliorare i prodotti e spesso è successo che dopo le nostre segnalazioni i Costruttori abbiano preso atto ed adottato le correzioni del caso. Poiché niente su questa Terra è perfetto, le osservazioni negative (ma propositive, magari) dovrebbero essere benvenute. Il caso recente del test del sistema di diffusori Aux Out ne è la prova più evidente. Nonostante non si possa dire che ci siamo andati con la mano leggera (anzi!) il progettista ha preso atto delle critiche e ha dichiarato di voler rimetter mano al progetto per "sanare" almeno qualche aspetto deficitario.
Mi aspettavo una replica molto più critica, invece sono stato felice di ricevere commenti intelligenti. Magari fosse sempre così!
L'indipendenza, poi, ha un altro risvolto. Essa implica che ogni redattore sia libero di scrivere ciò che vuole, difficilmente vedrete tutta la redazione di TNT-Audio schierata pro o contro un prodotto o una filosofia. Pertanto, non riteniamo scandaloso che sullo stesso oggetto recensori diversi possano avere opinioni diverse. Se avessimo una "linea editoriale" tutti i giudizi dovrebbero essere uniformi...e così, per fortuna, non è. La ragione dovrebbe essere chiara a tutti, ma evidentemente a qualcuno sfugge: abbiamo sempre cercato di offrire opinioni "libere" da qualunque condizionamento, sarebbe ben strano e piuttosto contradditorio se ora cercassimo di uniformare le opinioni di tutti i recensori del nostro staff ad una stessa linea di pensiero. Anzi, arrivo a dire che guai se fosse così!
Personalmente sono molto perplesso (e sospettoso) quando vedo intere redazioni schierate a favore (o contro) un prodotto. Tanto per citare esempi noti a tutti, in redazione abbiamo pareri diversi sullo stesso T-Amp prima citato o sul giradischi Technics SL1200 o sulle valvole...o sui diffusori monovia. E quanto è bello poter ospitare opinioni e vedute diverse! La vedo come un momento di crescita per tutti ed una ulteriore garanzia di "freschezza" ed indipendenza. Personalmente, credo di aver imparato molto leggendo gli articoli di TNT-Audio, spesso mi hanno offerto punti di vista che avevo considerato solo marginalmente.
L'importante è che il nostro staff sia composto da persone che condividono la stessa visione generale dell'HiFi (in poche parole: non solo un hobby per ricchi), che sappiano vedere tutte le cose con il giusto disincanto, che adorino
poter scrivere sull'unica rivista al mondo libera da vincoli commerciali e che per questa "missione" siano disposti a sacrificare il loro tempo libero e, di conseguenza, il loro interesse personale.
Non a caso le nuove proposte di collaborazione che riceviamo sono tutte improntate sul concetto di indipendenza. Purtroppo, per mantenere alto il nostro standard, tante offerte siamo costretti a "cassarle". Di recente abbiamo ricevuto una interessante proposta da un audiofilo inglese di grande esperienza e la stiamo valutando molto seriamente. Per quanto non siamo interessati ad ampliare troppo la nostra redazione (sempre una sporca dozzina siamo...) dobbiamo anche tener conto che ogni tanto qualcuno potrebbe "abbandonare" per troppo "carico" (non sempre recensire è divertente) o per sopraggiunti imprevisti della vita. Naturalmente, il fatto che non abbiamo più "assunto" redattori italiani è motivato dall'impossibilità di trovare persone che sappiano scrivere decentemente in italiano E in inglese, quell'inglese particolare che è richiesto dal lessico HiFi. Non solo, ma questa è una mia spiacevole sensazione personale, ho l'impressione che - in un modo o nell'altro - l'audiofilo italiano non riesca a star lontano dalle tentazioni del mercato.
Abbiamo visto giornalisti diventare progettisti o marketing man per qualche Azienda HiFi (pur restando giornalisti) o tanti audiofili che da autocostruttori sono diventati imprenditori, ed ancora negozianti che pretendono di essere recensori indipendenti. Non c'è niente di malvagio in tutto questo - č giusto un po' grottesco - ma sembra proprio che le mani in pasta, noi italiani, ce le dobbiamo mettere sempre. Quando l'hobby diventa professione...a farne le spese, molto spesso, è la Passione stessa.
Ovviamente, ho solo sfiorato lo spinoso argomento del conflitto di interessi, punto chiave sul quale avremo modo di tornare con una tastiera ben affilata, quella di oggi è tutta unta di dolcissimo cioccolato al latte. Sembra quasi che il "conflitto" non si veda più e siano rimasti solo gli "interessi". Perņ, dai, domani è Pasqua, siamo tutti più buoni ed in overdose da troppo cioccolato. Per le stilettate avremo altre occasioni.
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