Iniziamo l'anno con tanti buoni propositi e qualche riflessione. I buoni propositi dovrebbero essere chiari dalle prime prove del 2008, un test ad un monumento alla riproduzione del vinile, il giradischi Kuzma Stabi Reference per la versione italiana e la prova del mitico Decca International Arm per la versione inglese di questo sito. Questo dovrebbe dirla lunga circa la nostra volontà, sempre più determinata e supportata dai fatti, di voler sostenere - come abbiamo sempre fatto d'altra parte - un ritorno dell'analogico in grande stile.
Aspiriamo non ad un analogico per radical-chic, semmai ad un analogico maturo, che si è liberato degli errori e delle approssimazioni del passato, che ha prima perso e poi vinto la sua battaglia con il collega-rivale CD, il quale per due decadi era riuscito a soppiantarlo nel cuore di tanti appassionati ed ascoltatori. E' un analogico che non si vuole più proporre come media unico di "prima scelta" (la musica liquida la fa da padrone) ma che caparbiamente rivendica il suo posto nelle preferenze dei veri appassionati di Musica che amano il supporto fisico.
Questo "ritorno" all'analogico (vinile) non vuole però essere un'operazione nostalgia come purtroppo da più parti la si vuole far sembrare. No, semmai è un riprendersi il posto che gli spetta di diritto, quando si parla di corretta e fedele riproduzione musicale. Anche il lato feticistico può avere la sua importanza ma, per noi, il vinile rappresenta ancora il modo più corretto per riprodurre la Musica.
Per questa ragione ci vengono i brividi quando leggiamo tristissimi auspici di ritorno al vinile da parte di quelli che furono, all'epoca, i più strenui sostenitori del Compact Disc (es. il critico musicale Ernesto Assante, su Repubblica).
Mi chiedo: dov'erano tutti questi amanti del vinile quando le presse dei discografici lavoravano a pieno ritmo per DISTRUGGERE le rimanenze dei magazzini, in maniera tale da costringere gli appassionati ad acquistare il futuribile CD?
E dov'erano tutti questi paladini del basso costo della Musica quando si vendevano i CD a 20 mila lire contro le 10 mila del corrispondente LP? Ora si strappano i pochi capelli rimasti...a suo tempo neppure mezza parola. Pesci in barile. Forse la "spinta" delle Case discografiche allora funzionava meglio?
E dov'erano i paladini delle belle copertine degli LP quando si stampavano i CD con un booklet miserrimo a caratteri da lente d'ingrandimento?
Insomma, qualcuno mi deve spiegare com'è che il CD sia diventato "brutto" tutto d'un tratto. Era bellissimo, perfetto, cool quanto basta.... improvvisamente è diventato brutto da vedere, poco pratico, per niente trendy?
Vuoi vedere che, di nuovo, son le case discografiche a spingere i propri opinion maker a fare propaganda per il vinile perché forse hanno cominciato a capire che col CD la battaglia è ormai persa?
Per tutte queste ragioni, e per tante altre, mi permetto di mettervi in guardia nei confronti di chi, paladino del digitale fino ad ieri ora, in forza di un vibrante "contrordine compagni!", rinnega tutto e riscopre le bellezze del vinile. Naturalmente sto anche pensando alle riviste specializzate che, vedrete (sta già accadendo), pian piano tornaranno a dire che sì, insomma, il CD è stata una bella parentesi ma in fondo noi siamo sempre stati paladini del disco nero!!!. A quanti voltafaccia dovremo ancora assistere???
E il SACD? Non era forse illo l'alfiere del New Deal in HiFi? Per essere un alfiere...a me sembra abbia fatto la fine del pedone sacrificato su una scacchiera dove neri e bianchi si son fatti fuori a colpi di scelte di marketing sbagliate. Sbagliate, sì, contrarie agli interessi degli appassionati...pure, ma potentemente supportate dagli organi di stampa specializzata che, ovviamente, tutelavano i propri lettori. No?
Pian piano, dopo averlo spinto in tutti i modi, vedrete che ne parleranno sempre meno, cadrà nel dimenticatoio...perché così vuole il mercato.
Il sospetto, dunque, mi resta ed è fortissimo: non è che ogni volta che si "spinge" qualcosa lo si fa per ordine di scuderia e non perché si è fermamente convinti della sua validità, tecnica o musicale?
Non basta? Vedrete che pian piano anche la Classe D, inizialmente derisa, affossata in tutti i modi, osteggiata e oltraggiata... con sempre più nomi "celebri" che ne abbracciano i principi e le convenienze (Jeff Rowland e Bel Canto prima, poi Rotel e Onkyo, ora si parla anche di Mark Levinson, il nuovo No. 53 pare sarà in Classe D), anche i detrattori della prima ora saranno costretti, magari obtorto collo, ad esercitarsi ancora una volta nella finissima arte del cambio di casacca. Alzeranno bandiera bianca, si cambieranno d'abito et voilà, pronti per un altro giro!
Amo ripetere sempre che la coerenza è la virtù degli ottusi e che, come diceva Oscar Wilde, "la coerenza è la dote di chi vive senza fantasia" però, signori miei, qui si cambia vestitino a seconda del venticello. Mi sembra eccessivo. E' vero che verba volant, scripta manent ma da quando esiste la rete è ancora più facile aiutare la memoria storica. E' un esercizio piuttosto interessante. Cominciate da ora a rileggere quel che scrivevano riviste specializzate e siti web del settore in merito alla Classe D, al vinile ed al SACD. Tornate indietro di due-tre anni...e leggete con attenzione cosa stanno cominciando a scrivere oggi e cosa scriveranno nei prossimi cinque anni. Son sicuro che ci sarà di che divertirsi.
Quasi dimenticavo...BUON 2008 a tutti!
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