In genere dedico il primo editoriale dell'anno ad una sorta di bilancio consuntivo dell'anno appena trascorso e ad un preventivo dell'anno appena avviato. Non stavolta. Anzi, sono stato tentato più volte di rimandare questa riapertura del sito dopo la nostra consueta pausa festiva, sento troppo forte l'attrito stridente tra il nostro mondo voluttuario, fatto di giocattoli per ascoltare la musica più o meno bene, spesso molto costosi, sostanzialmente non strettamente necessari e le notizie che ci arrivano da Haiti, dalla sconvolgente tragedia che ha investito una popolazione già provata dalla povertà e da privazioni di ogni genere.
Come posso parlare di Musica e di apparecchi in queste condizioni? Non lo so. Mi ripeto che la vita va comunque avanti e che fermarsi non aiuterebbe nessuno, comunque. E' lo stato d'animo a non essere quello giusto, la forza di quelle immagini imporrebbe più di una riflessione. Ed una, forse off-topic, la vorrei condividere con voi, non riesco davvero a tenerla per me.
Le immagini, le immagini di questa tragedia che colpisce tutti, soprattutto i bambini, innocenti ed indifesi. Mi chiedo se sia giusto mostrarle, con accanimento da sciacalli (scusate, non trovo altro aggettivo) queste immagini di bambini abbandonati in mezzo alle strade, soli, spesso mezzi nudi, che guardano in camera con solo un enorme spavento negli occhi. Mi chiedo che senso abbia: tutto pur di fare audience? Possibile? E' davvero necessario? Filmiamo la devastazione, le case crollate ma alle persone che hanno perso tutto lasciamo almeno la dignità di essere umano. E, magari, mettiamo da parte la macchina da presa, per una volta, e diamo una mano invece.
Fin dove si può spingere il "dovere" di cronaca? Fino a stimolare la curiosità morbosa di chi vorrebbe vedere immagini strazianti? A che scopo? Certamente non aumentano la consapevoleza di ciò che è accaduto: bastano altre immagini e la cruda realtà dei numeri a dare le proporzioni esatte della tragedia. E allora, per favore, fermatevi. Pensate che quel bambino impaurito che state filmando potrebbe essere vostro figlio. Ci deve essere un limite a tutto.
In attesa che il mondo dell'audio si mobiliti, come era già successo in occasione dello tsunami di qualche anno fa, vi voglio semplicemente segnalare un'iniziativa, collegata con il mondo della Musica, che mi sembra meritevole di fiducia ed attenzione. Il musicista Wyclef Jean, originario di Haiti e trasferitosi poi negli USA, ex-membro dello storico gruppo dei Fugees e musicista di fama internazionale, che vanta collaborazioni con artisti di prima caratura, è fondatore dell'organizzazione umanitaria Yele Haiti che aiuta il popolo Haitiano a migliorare le proprie condizioni di vita, offrendo la possibilità a migliaia di bambini di frequentare le scuole ed istruirsi, frequentare centri sportivi e culturali, avere la giusta assistenza sanitaria etc.
La Yele Haiti ha attivato una raccolta fondi per aiutare le vittime del terremoto. Quel che è confortante è sapere che il 100% delle donazioni, anziché andare a finanziare non sempre trasparentissime attività di improvvisate ONLUS nostrane, andrà direttamente a progetti mirati per le vittime di questa catastrofe.
C'è un'altra meritevole iniziativa, della quale ho avuto notizia giusto ieri. Si tratta di una lotteria di beneficienza di prodotti HiFi, organizzata da Twisted Pear Audio, un'attività commerciale (low-profit) di realizzazione e commercializzazione di progetti e kit per l'autocostruzione HiFi. La lotteria prevede un costo di 10$ a biglietto, che dà diritto all'estrazione di un certo numero di premi interessanti: un pre digitale in kit, due dac ed un ampli per cuffie. Il 100% dei fondi raccolti va all'associazione Medici senza Frontiere, per interventi a favore della popolazione haitiana. C'è tempo sino al 20 Gennaio.
Non riesco ad aggiungere molto altro, però vorrei congedarmi da voi proprio con una bellissima canzone di Wyclef Jean, in coppia con la bravissima Mary J. Blidge, una delle mie cantanti preferite (indimenticabile la sua versione di One insieme agli U2).
Non è molto ma la Musica talvolta può dove le parole non possono più.
La Musica per addolcire il silenzio, una canzone d'amore per esorcizzare il dolore.
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