Autore: Aldo Polettini
La musica e, di riflesso, la sua fedele riproduzione, è indiscutibilmente una fonte di piacere e di emozione ed i lettori di questa rivista ne sanno qualcosa. A volte l'emozione è così intensa da tradursi addirittura in una vera e propria sensazione fisica: a tutti è sicuramente capitato di provare un brivido nella schiena all'ascolto di un brano musicale.
In qualche caso l'emozione è legata ad un ricordo richiamato alla memoria dalla musica, come ad esempio può succedere riascoltando un brano che in passato avevamo ascoltato in un'occasione particolare che il brano stesso rievoca. Oppure è il testo della musica, e soprattutto il significato che il testo assume per l'ascoltatore, che può essere fonte di emozione. Ci sono però molti altri casi in cui è proprio la musica in sè a procurare emozioni piacevoli.
Sino a poco tempo fa non si aveva la minima idea di come ciò potesse succedere, vale a dire di quali sono i meccanismi che la musica innesca nel nostro cervello. Oggi ne sappiamo un po' di più e quello che si è scoperto è molto interessante ma, a pensarci bene, è anche piuttosto ovvio.
Vediamo con ordine. Alcuni anni fa è stata messa a punto una tecnica, chiamata Tomografia ad Emissione di Positroni (PET), che permette di misurare e registrare "in vivo" l'attività di un cervello umano in risposta ad uno stimolo. La PET è in grado di "vedere" in modo assolutamente non invasivo ed indolore piccole variazioni di flusso di sangue nelle diverse aree cerebrali. Il tutto si basa sull'assunto che ad una variazione, ad esempio in aumento, di flusso sanguigno in una specifica zona del cervello deve corrispondere un aumento dell'attività cerebrale di quella zona.
Alcuni ricercatori canadesi hanno pensato di studiare cosa accade ad un cervello sottoposto ad uno stimolo musicale e ne sono venute fuori delle belle. Ad alcuni "volontari" (in realtà si è trattato di studenti di musica della stessa università in cui insegnano i ricercatori, per cui il termine è volutamente virgolettato ;-) è stato chiesto di indicare un brano musicale che provocasse in loro una risposta emozionale intensa. L'emozione doveva però essere intrinseca alla musica e quindi non essere prodotta ne' da associazioni o memorie personali, ne' dall'eventuale testo. La musica scelta, ovviamente diversa per ciascun soggetto, è stata "somministrata" agli studenti (oltre a musiche "non emozionanti" utilizzate come controllo) registrando nel contempo l'attività cerebrale.
Bene, quello che questi ricercatori hanno scoperto è che le aree cerebrali nelle quali si verifica un aumento di attività in corrispondenza della sensazione di piacere provocata dalla musica sono sostanzialmente quelle che gli addetti ai lavori indicano come "sistema della gratificazione" o anche "della ricompensa". Si tratta in pratica del sistema che si attiva in risposta ad alcuni stimoli primari, come quelli provocati dal cibo e dall'attività sessuale e che si ritiene abbia un'importanza fondamentale per la sopravvivenza dell'individuo e la continuazione della specie: è la sensazione di piacere che proviamo quando mangiamo o quando facciamo sesso che ci spingono a ripetere queste attività che d'altra parte garantiscono la sopravvivenza e la riproduzione.
Il "sistema della gratificazione" è anche attivato artificialmente dalle droghe e dall'alcol ed è all'origine, secondo alcune teorie, della condizione di dipendenza che molte di queste sostanze producono. Tante per fare un esempio della stretta associazione tra droghe e "sistema della gratificazione", la sensazione provata da un consumatore di eroina è spesso indicata come un intenso orgasmo sessuale.
Se ci pensate bene, tutto ciò ha dell'incredibile: che il cibo e il sesso producano piacere è spiegabile, come abbiamo visto, in termini biologici; che le droghe diano piacere si spiega con la loro capacità di interagire chimicamente con i neurotrasmettitori che popolano il nostro cervello, ma la musica che c'entra? La musica non è strettamente necessaria per la sopravvivenza e la riproduzione ed è priva di attività farmacologica!
Qualche smaliziato starà sicuramente già pensando che una buona musica di sottofondo può avere effetti molto positivi sulla ....riproduzione ma questo è un altro discorso.
Allo stato attuale come e, soprattutto, perchè la musica sia capace di stimolare il "sistema della gratificazione" resta un mistero. E' possibile che uno stimolo astratto come la musica abbia un ruolo biologico, cioè che conferisca una condizione di vantaggio biologico a chi ne "fa uso". Ma questo supposto vantaggio biologico è al momento del tutto sconosciuto.
Quello che in ogni caso questi studi hanno evidenziato è che la musica è in grado di attivare il sistema cerebrale coinvolto nella produzione del piacere e che è dunque un fattore importante per il nostro benessere mentale e fisico.
Ma questo, direte voi, noi audiofili lo sapevamo già.
Per chi volesse approfondire: http://www.pnas.org/cgi/content/full/98/20/11818
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