Autore: Lucio Cadeddu
Data di pubblicazione: Maggio, 2004
Si è discusso molto sulla relazione tra evento reale ed evento riprodotto tanto che in merito alla questione si sono formate diverse scuole di pensiero. Una sostiene che l'evento riprodotto sia così differente e distante da quello reale che cercarne l'imitazione è inutile e persino dannoso. L'altra invece tenta di riportare tutto all'esperienza diretta coi suoni della vita reale, utilizzando come unico riferimento i suoni non amplificati degli strumenti.
I problemi, in un caso o nell'altro, sono enormi ed anzi insormontabili. Tanto per citare alcuni paradossi, non si può pensare di portare dentro casa l'esperienza devastante di un concerto rock o la maestosità di un grande organo a canne che suona in una chiesa. Problemi di risposta in frequenza e di pressione sonora a parte, le stesse limitazioni "geometriche" della stanza d'ascolto imporrebbero ben più miti consigli.
Ancora, se è vero che si può cercare la verosimiglianza con gli strumenti acustici non amplificati e le voci (non amplificate) niente può essere affermato con precisione quando si ha a che fare con registrazioni di Musica elettrificata (Pop, Rock etc.).
Quale sarebbe, in questo caso, il termine di paragone? Com'è la voce reale di quel cantante prima che la stessa passi attraverso microfoni, equalizzazioni, filtri anti-sibilanti, mixer, pre microfonici, compressori, echi e registratori?
Per questa ragione molti sostengono che la Musica elettrificata non possa essere utilizzata per ascolti critici di componenti HiFi. Questo è solo parzialmente vero: non si può forse ricercare la correttezza timbrica, mancando il riferimento, ma parametri quali la giusta scansione dei tempi musicali, la separazione tra gli strumenti, la dinamica (perchè no?) etc possono essere misurati abbastanza facilmente con incisioni (buone) di Musica elettrificata.
Come al solito la verità sta nel mezzo e se da una parte ha senso cercare l'illusione migliore, dall'altra occorre essere ben consci che la realtà è ben più complessa e difficile da riprodurre di quanto sembri.
Per quanto riguarda il discorso delle voci umane, eliminati i cantanti lirici che vengono quasi sempre :-) registrati live con poche manipolazioni e che comunque possono essere sentiti "unplugged" nei teatri, non è che restino molte possibilità. Così, ci si fa un'idea che le voci debbano essere il più pulite ed indistorte possibile, prive di sibilanti e di asprezze fastidiose. Purtroppo, nella realtà, le sibilanti e le asprezze ESISTONO (quante persone dalla voce sgradevole conosciamo?) ed i nostri impianti farebbero bene a non mascherarle troppo.
In quest'ottica, il mese scorso, ho avuto la fortunata possibilità di fare un'esperienza illuminante, un concerto live di Elvis Costello, in un grande teatro al chiuso (il Civico di Cagliari).
Il concerto era amplificato, ma con pochi strumenti: chitarra, piano e...voce.
Non sono mai stato un grande fan di Elvis Costello ma gli riconosco un grande talento compositivo ed espressivo. Posseggo diversi suoi dischi, ed in particolare apprezzo molto le primissime cose, tipo "Get happy!" ed "Imperial bedroom", due piccoli capolavori di pop elementare. Costello non ha mai fatto mistero, specie agli esordi, di non preoccuparsi molto della qualità delle incisioni. "Get Happy" in LP aveva una durata fuori norma (una trentina di brani!), costringendo all'utilizzo di solchi molto stretti e di conseguenza penalizzanti sul fronte della qualità di riproduzione.
Curiosamente, un brano di Get Happy si intitolava proprio... "High Fidelity" :-)
Per chi conosce la voce di Costello dai dischi non avrà difficoltà a riconoscergli un timbro molto particolare, piuttosto nasale e ruvido sui registri alti. Confesso che, complice la qualità delle registrazioni, nel tempo abbia addebitato tali carenze (o caratterizzazioni) alle incisioni o, talvolta, agli impianti HiFi utilizzati.
Ebbene, se quella sera Costello si fosse limitato a cantare col microfono, facendo passare la sua voce attraverso amplificatori (certo non audiophile) e diffusori da PA (men che meno...) il dubbio (lecito) mi sarebbe rimasto. Il nostro, invece, in chiusura di concerto, stacca tutto e comincia a cantare passeggiando sul palco, senza microfono, accompagnato dal piano. Ero lì, con la sua voce diretta alle mie orecchie (riflessioni della sala a parte), senza "mediazioni" elettroniche di sorta. Così, meraviglia delle meraviglie, la sua voce era caratterizzata allo stesso modo come sui dischi, i miei impianti non avevano mentito!
Stessa nasalità, stesse ruvidità, stesse compressioni. Un vero sollievo, lo confesso, ed un'esperienza illuminante allo stesso tempo. E' vero che i nostri impianti mentono spesso ma è anche vero che la ricerca della verosimiglianza non ci può portare troppo lontani dalla realtà. Io ho sempre cercato la migliore illusione possibile dall'impianto HiFi, quel tocco magico che mi faccia immaginare, senza troppa fatica, di assistere ad un evento reale. Ebbene, i miei sforzi hanno dato qualche risultato, evidentemente, visto che Costello, unplugged, canta proprio come ero abituato a sentire io sui dischi :-)
La morale della favoletta (vera) è pertanto: frequentiamo il più possibile il mondo della Musica reale e non riprodotta, accordiamo le nostre orecchie ed il nostro impianto su quei suoni, il resto, più o meno, verrà da sè.
Spesso gli audiofili sono disorientati e confusi, non sanno in che direzione muoversi perchè non sanno quale debba essere l'obbiettivo. Talvolta ci si illude che la realtà della Musica sia diversa da quella che è. La frequentazione degli eventi reali, quanto più possibile "unplugged" (ma anche un concerto dei Metallica può fornire qualche spunto interessante ;-)), è una delle strade da seguire per cominciare a capire cosa chiedere al proprio impianto. Non illudiamoci di riuscire a riprodurre a casa le stesse emozioni dell'evento reale, questo sarebbe pretenzioso, ma almeno cerchiamo l'illusione migliore.
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