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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Maggio, 2021
Si parla in questi giorni di Chipageddon (gioco di parole tra chipset e Armageddon) ossia di un drammatico crollo nella disponibilità di chip in tutto il mondo. Tutte le aziende, dal settore automobilistico, informatico, telefonico e audio stanno fronteggiando una crisi senza precedenti.
Quelli di noi coi capelli bianchi (ehm...quali capelli?) ricordano ancora la crisi petrolifera scoppiata nel 1973, innescata dall'OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) con un embargo dei prodotti petroliferi nei confronti delle nazioni che si supponeva fossero sostenitrici di Israele nella guerra dello Yom Kippur. Inizialmente furono colpiti il Canada, il Giappone, l'Olanda e gli Stati Uniti ma ben presto il problema si estese al Portogallo, la Rodesia, il Sud Africa e infine a tutta l'Europa. In Italia fu l'inizio della cosiddetta Austerity. Domeniche senz'auto, targhe alterne, TG1 anticipato alle 20, niente insegne luminose, illuminazione pubblica ridotta del 40%, bar e ristoranti chiusi entro le 24, locali di pubblico spettacolo entro le 23, lo stesso orario di termine delle trasmissioni televisive. Inoltre, limiti di velocità di 100 km/h su strade extraurbane e 120 sulle autostrade. Neppure il Presidente della Repubblica poteva uscire in auto nei festivi. La multa per i contravventori poteva arrivare sino a 1 milione di lire, l'equivalente di 7400€ di oggi. E non esisteva neppure spazio per i negazionisti, pensate un po'. Quasi 50 anni dopo stiamo affrontando un fenomeno analogo, ma stavolta non è il petrolio a causarci mal di testa. E non è la pandemia, ma un suo sottoprodotto.
L'aumentata richiesta di elettronica di consumo - personal computer, webcam, tablet e smartphone - durante la pandemia da Covid19 sta causando una reazione a catena che si sta abbattendo su tutti gli altri settori, dall'automobilistico fino all'audio e all'HiFi, visto che ormai ogni dispositivo oggi realizzato fa affidamento su microchip.
Recentemente, la General Motors ha dichiarato di aver tagliato la produzione di automobili negli stabilimenti americani, canadesi e messicani, non potendo completare la produzione senza i chip necessari per tutta l'elettronica che ormai supervisiona le nostre auto. La AMD e la Qualcomm, che realizzano chip per la maggior parte delle aziende di elettronica, non riescono a far fronte alle richieste. Lo scorso dicembre la Semiconductor Industry Association ha fornito dei numeri che spiegano il fenomeno: la previsione era che nel 2021 le richieste di chip sarebbero cresciute del 8.4%. Inoltre, durante il 2020, le vendite dei PC sono aumentate del 4.8%, la crescita annua più alta dal 2010.
Che succede in campo audio e HiFi? Consideriamo che lo smart working ha fatto esplodere le vendite di cuffie, microfoni e altoparlanti desktop. Anche questi dispositivi fanno affidamento su microchip, ad esempio per gestire il software di cancellazione del rumore nelle cuffie o nell'amplificazione interna di diffusori desktop/bluetooth. Non solo, ma poiché le persone hanno trascorso (e stanno trascorrendo) più tempo a casa, è aumentata la richiesta di apparecchi per la riproduzione della musica, sia come nuovi acquisti che come upgrade pianificati da tempo e ora finalmente realizzabili, visto che altre spese sono state congelate (viaggi, ristoranti etc.).
Per quanto andrà avanti il Chipageddon? Difficile a dirsi. Quelli che “sanno” ritengono che ne avremo ancora per tutto il 2021. Chuck Robbins della Cisco ha dichiarato alla BBC: ”Crediamo ne avremo ancora per almeno altri sei mesi. I fornitori stanno cercando di aumentare la produzione e le cose dovrebbero andar meglio nei prossimi 12/18 mesi”.
Di conseguenza, diverse aziende HiFi stanno avvisando i propri clienti circa tempi d'attesa più lunghi per poter avere la disponibilità di diversi componenti: DAC, amplificatori, lettori CD, streamer e talvolta persino diffusori sono fortemente dipendenti dall'utilizzo di chip e pertanto tutti questi componenti stanno diventando sempre più difficili da produrre. Che fare? È facile: un bel giradischi, un'amplificazione a valvole tradizionale e una coppia di diffusori passivi non hanno alcuna necessità di microchip! ;-)
© Copyright 2021 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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