Autore: Geoff Husband - TNT Francia
Traduzione: Roberto Di Paola
Immaginate per un attimo di aver appena acquistato un'auto nuova - diciamo qualcosa di molto comune come una Ford Focus. Avevate letto la pubblicità della Ford ed è proprio quello che fa per voi: è sufficientemente veloce: 177 kmh la velocità massima, accelerazione 0-100 in 10,5 secondi; i consumi sono contenuti - 19 km/l ed è sufficientemente spaziosa da ospitare cinque adulti.
Come vi sentireste se portandola a casa vi accorgeste che raggiunge appena i 110 kmh, e che accelera da 0 a 100 in 15,5 secondi, percorre 12 chilometri con un litro di carburante è c'è spazio solo per tre persone?
Oppure cosa pensereste se - avendo ricevuto da poco il vostro nuovo PC Dell - vi accorgeste che invece di un monitor da 19" ve ne hanno rifilato uno da 17" assieme ad un hard disk capiente soltanto la metà di quanto dichiarato?
O ancora, acquistate una nuova fotocamera digitale Canon, e utilizzandola vi accorgete che ha un sensore da soli tre megapixel invece dei sei riportati sulla confezione.
Penso sarete d'accordo che è tutto piuttosto improbabile, con la legislazione vigente in materia di protezione dei consumatori, i produttori sarebbero processati immediatamente ed arrestati.
Mi chiedo quindi perché i produttori di apparecchiature audio debbano praticare questo genere di disinformazione continuamente ingannando la gente che acquista i loro prodotti.
Non sto parlando qui di stupidaggini come i "300 Watt" PMP del compatto plasticoso da "teenager", o di assurdità del tipo "Il Suono Perfetto Per Sempre". Mi sto riferendo a ben noti, grandi costruttori hi-fi che imbrogliano il pubblico deliberatamente.
Volete alcuni esempi? (*) Chiedetevi perché certi chip di conversione digitale/analogico si ammutoliscono automaticamente quando si invia loro un segnale di test come il "digital black" (il digital black è un segnale che contiene soltanto zeri, n.d.t.). C'è qualche motivazione tecnica? No, è solo che così il produttore può dichiarare un rapporto S/N altissimo... Nella guerra dei numeri ciò può avvantaggiare, ma è una truffa - una menzogna raccontata ai consumatori. Nella complessa realtà delle cose non fa molta differenza come esse stiano in dettaglio, e questo mostra qual è la mentalità dell'industria. Non è una novità; crediamo davvero che tutti i grafici del rumble dei giradischi siano corretti?
Simili imbrogli tecnici fanno affidamento sul fatto che poche persone, anche tra i recensori, hanno la possibilità di verificare specifiche tecniche complicate e così i produttori possono farla franca.
Si può convivere con tutto ciò perché la maggior parte di tali inganni ha scarsa rilevanza sulle prestazioni finali di un componente. Quello che invece non si può tollerare è la somma delle menzogne, cioè quando si mente su amplificatori e diffusori. La ragione è che queste due tipologie di prodotti costituiscono un sistema in cui le due parti devono funzionare in modo assolutamente sinergico, quindi le specifiche tecniche di amplificatori e diffusori sono particolarmente indicative al fine di stabilire se il loro abbinamento possa funzionare oppure no.
Solitamente i costruttori di diffusori dichiarano tre differenti specifiche (**) significative: la risposta in frequenza, la sensibilità e l'impedenza.
Occupiamoci del primo punto. La risposta in frequenza è spesso dichiarata a ± 3 dB "in ambiente". Questa è chiaramente una balla. Alcuni costruttori realizzano diffusori ben progettati i quali mostrano misure di (diciamo ± 2 dB) tra 60 e 20.000 Hz flat; ho visto diffusori Cabasse che dichiarano numeri del genere. Ma giunti a casa e sistemati in ambiente, siamo fortunati se gli stessi diffusori riproducono a ± 6 dB l'intervallo di frequenze 100-10.000 Hz. La colpa di un tale comportamento è delle risonanze e delle riflessioni ambientali; ovviamente gli ambienti non sono tutti uguali ed il posizionamento dei diffusori ha un'importanza capitale.
E' una cortina di fumo dietro cui i produttori possono nascondersi: qual è l'ambiente ed il posizionamento in cui sono state effettuate quelle misurazioni? Un costruttore corretto dovrebbe citare la "risposta anecoica" e fornire i grafici a conferma - diversamente si tratta soltanto di fumo negli occhi. Fortunatamente questa è la specifica meno importante di tutte...
La sensibilità. Si misura in dB per Watt in input - una scala logaritmica in cui un aumento di tre dB "equivale" ad un raddoppio dell'efficenza, 6 dB equivalgono ad un'efficenza quadrupla, nove dB ottupla, dieci dB ad un efficienza dieci volte maggiore e così via.
Ho parlato con diverse persone, tra cui due produttori di diffusori (uno dei quali è leader mondiale), che hanno confermato la consuetudine - ormai standardizzata dall'industria del settore - di esagerare sulla sensibilità dei diffusori di tre dB. Loro lo fanno "Perché lo fanno tutti". Mettiamola così. Loro devono attuare questa pratica poiché devono anche gli altri... L'inganno consiste nel misurare il livello di pressione acustica di un diffusore in una piccolissima stanza molto riverberante. In tali condizioni, le riflessioni ambientali si aggiungono all'emissione diretta del diffusore - furbo no? In poche parole significa che i vostri fiammanti diffusori appena comprati hanno un'efficienza che è la metà rispetto a quella per cui avevate pagato. Cambiando prospettiva, è come se il vostro ampli da 50 Watt ne erogasse solo 25.
Ma dov'è il problema? Nel "mondo dei Watt economici a transistor", non dovete far altro che alzare il volume - basta ruotare una manopola...
E passiamo alla più "tecnica" delle specifiche, quella che probabilmente è destinata ad essere la più ingannevole - l'impedenza.
Dando un'occhiata al retro dei vostri diffusori troverete la loro impedenza riportata sulla targhetta delle specifiche tecniche - solitamente 8 Ohm. L'impedenza è la resistenza che il diffusore oppone all'uscita degli amplificatori. Essa è molto importante poiché più bassa è l'impedenza e maggiore è la richiesta di corrente da parte del diffusore. E qui si complicano le cose. Per molti diffusori, gli otto Ohm dichiarati sono una media che nel migliore dei casi è... molto approssimativa; nel peggiore dei casi, è pura fantasia. Molti diffusori che dichiarano otto Ohm, di fatto scendono anche al di sotto dei due, e ciò accade nella regione delle basse frequenze dove serve un'enorme quantità di energia.
Queste "false verità" ci si ritorcono veramente contro se consideriamo che anche i produttori di amplificatori mettono in atto certi trucchi. Gli amplificatori vengono venduti sulla base della loro potenza d'uscita ed in molti casi si tende a dichiarare valori di potenza esagerati; in ogni caso, siccome realizzare amplificatori a transistor che eroghino molti Watt non è difficile, i produttori di questo genere di componenti tendono ad essere più onesti.
I peggiori delinquenti sono i produttori di amplificatori valvolari, e qui la combinazione di dati menzogneri può provocare problemi veri. Noi tutti sappiamo che gli amplificatori a valvole suonano meravigliosamente, ma in un mondo dove si vendono i Watt, i costruttori insisteranno ad inflazionare le cifre riguardanti la potenza d'uscita. Ciò è ancora più problematico a causa delle caratteristiche di un tipico amplificatore valvolare.
Prendiamo ad esempio un bel push-pull di EL34 da 30 Watt dichiarati. Bene, siamo pure buoni: chiudiamo gli occhi sul grafico della distorsione e prendiamo per veri quei dati. Ma, e si tratta di un MA, quei 30 Watt sono misurati a circa 1 kHz; a 20 Hz saremo fortunati se l'ampli eroga 20 Watt. Chiaramente la maggior parte degli ampli valvolari non gradisce carichi a bassa impedenza. Su 4 Ohm quindi l'uscita di fatto cala ed i Watt erogati forse saranno 15, su 2 Ohm ancora meno (mentre un grosso ampli a transistor di fronte ad un'impedenza bassa eroga più corrente). Non si può credere che i produttori ignorino le prestazioni dei loro amplificatori - è solo che "Tutti lo fanno"...
Comincia ad essere chiaro qual è il problema? Se i costruttori di diffusori mentono tra i denti e quelli di amplificatori fanno lo stesso, può accadere che due componenti che sulla carta sono un abbinamento ideale - e che potreste benissimo comperare assieme - magari in coppia non funzioneranno affatto.
Uno scenario ancora peggiore (questi sono calcoli reali relativi a componenti reali)... Avete appena sborsato 6 mesi di stipendio per un paio di splendidi finali single-ended 300b da un produttore "top high-end". Questi bimbi "dichiarano" appena dieci Watt, ma siccome voi siete persone ragionevoli acquistate un paio di diffusori da pavimento con un'efficienza decente (diciamo 95 dB con un solo Watt). Questa combinazione teoricamente sarebbe capace di dare 105 dB, il che sarebbe certamente più che sufficiente in una stanza di medie dimensioni.
Un'eccellente accoppiata. Ma fermi un attimo, se il produttore di questi diffusori è come la maggioranza di essi, a quei 105 dB dovremmo sottrarne tre - 102 dB sono ancora una bella pressione acustica, ma avete avuto la metà di quello per cui avevate pagato.
Passando agli ampli - quei dieci Watt sono erogati soltanto in gamma media, infatti, sarete fortunati se a 20 Hz ne avrete circa la metà, quindi perdiamo altri tre dB sulla gamma bassa dove restano solo 99 dB. Adesso cominciamo a capire il motivo per cui i transienti dei bassi vengono limitati; ma le cose stanno ancora peggio. Perché? Quei bei diffusori ad alta efficienza, di fatto, scendono sotto i due Ohm a 100 hz; a questo punto, i nostri finali stanno lottando per tirar fuori più o meno un paio di watt, hanno scarsissimo controllo sui driver ed i problemi affliggono sia la gamma bassa che l'estremo acuto.
Ed eccoci giunti alle tipiche "debolezze" degli ampli single-ended: scarsa estensione e controllo in basso, ed alti attenuati. Ed ecco che il mal capitato maledice quei finali e compra quello grosso e muscoloso che serve sempre ad ogni diffusore, o magari decide di comprare quello schermo gigante che ha visto in tv, e al diavolo la musica...
Pertanto ci sarà un utente insoddisfatto, e non perché abbia acquistato componenti scadenti, ma solo perché i costruttori hanno mentito sulle loro specifiche tecniche. Quei finali 300b avrebbero suonato magicamente (basso compreso) se abbinati a diffusori ad alta sensibilità con una curva d'impedenza piatta; e quei diffusori avrebbero suonato ottimamente se pilotati da un ampli ad alta corrente. (***)
In queste menzogne siamo tutti complici: produttori, commercianti e recensori abbiamo convissuto con questa verità per così tanto tempo, che diamo per scontata la falsità delle specifiche dichiarate eppure andiamo avanti come se nulla fosse. Ma dovremmo continuare su questa strada? Siamo certi che tutto ciò non danneggi nessuno e sia solo pubblicità innocua?
Spero di aver mostrato come - in certi casi - questo atteggiamento conduce al mancato abbinamento degli apparecchi. In una realtà nella quale sempre più persone comprano a scatola chiusa sul web, questa brutta abitudine causerà sempre più infelicità e disillusione tra gli acquirenti di hi-fi, i quali - per la composizione dei loro impianti - dispongono soltanto dei dati tecnici dichiarati.
E alla fine siamo noi da biasimare? C'è troppa gente che compra solo numeri. Diciamo che domani un produttore onesto decida di mettere in commercio una grossa tromba basata su un trasduttore Lowther e dichiari un'efficienza di 98 dB reali. La venderebbe? No, perché alla porta accanto ci sarà qualcuno che vende lo stesso tipo di prodotto con un'efficienza "pompata" di 101 dB - come volevasi dimostrare (sic)... E naturalmente perché un altro non potrebbe dichiarare 103 dB? Tanto chi si prende la briga di controllare? Si tratta di scegliere: o si esagera sulle specifiche, o si riducono le vendite. Nei fatti, l'unico limite alle esagerazioni consiste nell'evidente assurdità di certi numeri, ma è chiaro che ciò lascia un ampio margine di manovra.
In fin dei conti l'onestà dei produttori serve esclusivamente a fornire informazioni decenti su cosa può funzionare con i loro apparecchi. Il costruttore di quei diffusori dovrebbe avvisare l'utente che, nonostante l'efficienza dichiarata, essi non sono adatti ad amplificazioni valvolari a bassa potenza; dovrebbe quindi consigliare abbinamenti ed informare sui requisiti minimi. I produttori di mingherlini valvolari single-ended potrebbero smettere di dichiarare che "Grazie alla qualità dei loro trasformatori d'uscita" essi possono pilotare diffusori "normali" e dire effettivamente il vero, perché altrimenti alla lunga il risultato è che molta gente comprerà componenti che, semplicemente, non funzionano assieme.
Il nostro può essere un hobby molto costoso, ma ovviamente può anche essere molto scoraggiante nel caso in cui - a fronte di cospicui esborsi di denaro - si ottengono pessimi risultati. Se i costruttori diffondessero dichiarazioni oneste e realistiche, e dessero consigli informati, alla lunga l'intera industria del settore ne guadagnerebbe. Serve anche a questo l'aiuto di buoni commercianti, di recensori onesti e forum competenti. Ma ecco qui una proposta - forse qualcuno potrebbe presentare un "distintivo di verità" (come il logo "real stereo" di TNT) con il quale dimostrare che i proclami dei produttori sono stati testati e verificati in maniera indipendente. Ciò consentirebbe a noi di comprare almeno con un po' di fiducia. Si spera.
(*) Non ho citato qui nomi e vergogne dei produttori poiché per quanto ho potuto vedere, queste pratiche sono diffuse e non ho voluto segnalare un solo colpevole rispetto ai molti.
(**) Non ho molto per effettuare misurazioni, quindi ho fatto ricorso alla pila dei miei vecchi numeri della rivista Hi-Fi Choice, i test effettuati dal loro gruppo tecnico mostrano molto accuratamente quali sono le tendenze. Per esempio, un test eseguito su un gruppo di amplificatori valvolari ha dato i risultati seguenti:
ampli 1 - potenza d'uscita dichiarata 35 Watt, potenza effettiva 25 Watt (in gamma media) potenza erogata a 20kHz su 4 Ohm - 6 Watt cioè inferiore al 20% rispetto alle specifiche dichiarate.
Ampli 2 - potenza d'uscita dichiarata 35 Watt, potenza effettiva 37 Watt (in gamma media), ma soltanto 18 Watt su un carico di 8 ohm a 20 Hz.
Ampli 3 - potenza d'uscita dichiarata 80 Watt, potenza effettiva 80 Watt (in gamma media), ma appena 10 Watt su un carico di 4 Ohm a 20 kHz (il 12% di quanto dichiarato).
Tutto ciò riguardava ampli push-pull mediamente sostanziosi; nel caso di ampli single-ended, sarebbe decisamente peggio - ma potete benissimo farvi un'idea.
(***) La cosa interessante è che coloro i quali producono sia amplificatori valvolari che diffusori ad alta efficienza tendono ad essere più onesti poiché desiderano evidenziare la compatibilità dei loro componenti - dite che continuerebbero anche se dovessero produrre uno soltanto degli anelli della catena?
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