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Editoriale di Marzo 2011

Si riduce lo spazio per l'elettronica?

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia

[Un ipermercato Walmart]
Un ipermercato Walmart

La notizia me l'ha appena girata uno dei nostri traduttori, Carlo Iaccarino. È apparsa su Bloomberg pochi giorni fa ed è di quelle che fanno riflettere: la grande catena americana Wal-Mart ha deciso di ridurre lo spazio per la vendita di materiale elettronico, sia esso audio che video. Prima di commentare e analizzare la notizia e per assegnarle il giusto peso, è necessario ricordare chi è WalMart e quale ruolo abbia nel settore.

La Walmart Stores Inc. è una multinazionale americana, che possiede l'omonima catena di negozi al dettaglio Walmart, catena grazie alla quale è diventata il più grande rivenditore al dettaglio nel mondo, nonché prima multinazionale al mondo nel 2010 per fatturato e per numero di dipendenti. A tutt'oggi Walmart è la più grande catena internazionale che opera nel campo della grande distribuzione organizzata. Si tratta, in altre parole, di un vero e proprio colosso e ha come motto Save money, live better cioè Risparmia e vivi meglio. Essendo un colosso, quando si muove lo fa a ragion veduta. In effetti, la ragione che ha spinto WalMart a ridurre lo spazio per l'elettronica nei suoi scaffali è stata un calo globale nelle vendite, calo dovuto in larghissima parte proprio al settore dell'elettronica di consumo.
Un problema analogo è stato segnalato anche dalla catena Best Buy Co. Le ragioni che hanno portato al calo delle vendite, secondo i responsabili di queste due catene tradizionali, sono da individuare nella crescente popolarità delle vendite online per questo genere di merce (l'articolo cita Amazon, ad esempio). In pratica, sempre meno persone acquistano elettronica nei negozi fisici e sempre più si affidano all'acquisto a portata di click, persino per oggetti impegnativi come i televisori, che in genere si usava scegliere confrontando uno schermo con 100 altri messi insieme.

Un'altra ragione addotta per giustificare il calo di interesse (per chi vende, non per chi acquista) è quella dei margini di profitto, che sull'elettronica sono ridotti ai minimi termini (non così nell'high-end di nostra conoscenza, ma questo è un altro film). Per gli acquisti di materiale elettronico le persone si stanno abituando a leggere i giudizi online di altri acquirenti o di siti specializzati e non sentono più la necessità di verificare di persona, specie se questo processo implica un impegno di tempo consistente e uno sforzo per decidere da soli la qualità di un oggetto.

La notizia, a essere sincero, non mi ha sorpreso, da sempre i trend dei consumatori USA sono di qualche anno avanti rispetto a quelli del Vecchio Continente...e dell'Italia in particolare. Personalmente, da molti anni ormai, acquisto un buon 90% dei beni non di prima necessità tramite la rete: dischi, libri, DVD, accessori e ricambi per le mie auto, le mie bici, abbigliamento tecnico e, un paio d'anni fa, persino la nuova TV per i cartoni di mia figlia. Cercavo un semplice 26" HD e, dopo aver constatato con amarezza che nei negozi tradizionali si partiva almeno da 29" e che gli schermi più piccoli non erano HD, mi sono dovuto rassegnare ad acquistare online. Ho dato un'occhiata alle caratteristiche, eseguito una rapida ricerca sul prezzo e l'affidabilità offerti dal rivenditore e CLICK, acquisto completato e TV direttamente al cancello di casa due giorni dopo. Ho spesso acquistato e venduto persino automobili su Internet talvolta correndo rischi, lo ammetto, non esattamente trascurabili :-)
Tuttavia, il bilancio è assolutamente positivo: una enorme quantità di tempo risparmiato (e, spesso, di denaro) da poter dedicare ad altre attività più piacevoli (musica, lettura e sport) o da regalare ai miei affetti.

Ci sono controindicazioni? Certamente! Un aumento delle vendite online significa un progressivo calo di posti di lavoro tradizionali, la speranza è che questo sia compensato dal corrispetto aumento nel settore concorrente. Sarà così? È una valutazione difficile che lascio volentieri agli esperti del settore, mi limito a segnalare che questo trend sia ormai inarrestabile, nuotare controcorrente non servirà a molto.
Possiamo pensare che la piccola nicchia dell'HiFi resterà immune da questo fenomeno? Ne dubito, e le prime avvisaglie si iniziano a vedere, visto che i negozi fisici tradizionali stanno pian piano sparendo, un po' per contrazione della domanda, un po' per la concorrenza spietata dei negozi online.
Resta, forte, il dubbio che si possa acquistare un componente così particolare come un apparecchio HiFi senza avere la possibilità di provarlo e ascoltarlo inserito nel suo habitat ovvero l'impianto del potenziale acquirente. Forse, anzi me lo auguro, il mercato si evolverà verso politiche di vendita meno tradizionali, basate sul test before you buy (prova prima dell'acquisto) cui diverse realtà americane si stanno già uniformando.

La rivoluzione del nostro modo di essere consumatori è iniziata ed è così potente da rendere velleitario qualunque tentativo di fermarla. I segnali sono ormai chiarissimi. Chi si adeguerà, come l'evoluzionismo insegna, sopravviverà, gli altri sono destinati a soccombere come i giganteschi dinosauri del Giurassico.

© Copyright 2011 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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