Pare proprio che l'audio e il video non siano più settori particolarmente redditizi. E già, il colosso olandese Philips, infatti, il 29 gennaio scorso ha annunciato che venderà, verso la metà del 2013, il suo settore Lifestyle Entertainment, in pratica tutta la produzione audio, multimedia e accessori, al colosso giapponese Funai, con il quale aveva già in essere una partnership da diversi anni, essendo quest'ultimo il distributore ufficiale Philips per il Giappone. Il settore video passerà definitivamente di mano verso il 2017 per ragioni legate a delle licenze d'uso.
La Philips si concentrerà maggiormente sulle divisioni Health e Well-being (Salute e Benessere) e rafforzerà quella dell'illuminazione mentre Funai realizzerà i prodotti audio e video che continueranno a fregiarsi dello storico marchio Philips. La gamma Fidelio, i lettori blu-ray e dvd, le cuffie, i sistemi home theater e le docking station saranno quindi realizzate da Funai. La transazione è costata circa 200 milioni di dollari.
Non si può non osservare che questo sia un fatto storico, essendo stato Philips un attore di primo piano nel settore delle tecnologie e dell'innovazione in campo audio e video. È sufficiente ricordare l'invenzione della musicassetta (CompactCassette, 1963) e la commercializzazione del primo videoregistratore a nastro (1972). Poi fu il momento del CompactDisc (1983), in partnership con Sony.
In una recente intervista al Wall Street Journal, il CEO di Philips, Frans van Houten spiega il motivo di una decisione tanto drastica. In sostanza, i margini di profitto erano diventati ridottissimi, in un'epoca nella quale il grande pubblico non sembra più interessato all'acquisto di macchine per supporti fisici (DVD e Blu-Ray...e CD naturalmente) visto che la fruizione avviene ormai tramite streaming o download dalla Rete. Queste le sue testuali parole, che non lasciano molto spazio a interpretazioni diverse e suonano come una vera e propria pietra tombale sui supporti fisici: Since we have online entertainment, people do not buy Blu-ray and DVD players anymore.
Le perdite del settore erano diventate ormai incolmabili: nell'ultimo trimestre hanno infatti sfiorato i 500 milioni di dollari, di fatto il doppio rispetto a un anno fa. Noi audiofili possiamo anche continuare a pensare di vivere in una bolla, dove tutto ciò che accade non ci tocchi, ma il trend, da diversi anni, è segnato: si acquistano sempre meno macchine per la lettura dei supporti fisici (CD, DVD e Blu-Ray) in favore di apparecchi in grado di gestire le informazioni e attingere a files multimediali direttamente dalla rete.
Si potrà obbiettare che suoni abbastanza strana, e apparentemente in controtendenza, l'acquisizione del settore Home Entertainment da parte di Funai. Non è esattamente così, perché esistono diversi mercati in forte espansione dove cresce la domanda per apparecchi da supporto fisico visto che non in tutto il mondo si dispone di connessioni a Internet sufficientemente veloci. È, dunque, solo una questione di tempo. Infatti, questo è ciò che ha dichiarato Tomonori Hayashi, CEO di Funai:
This transaction will allow us to continue moving forward and grow as a global company. We will benefit from Philips' legendary know-how and innovation, as well as the excellent talent they have in place around the world, allowing us to work as a team to leverage and grow the Philips brand in Audio, Video and Entertainment. Additionally, this will give Funai the opportunity to meet our goal of expanding our business into markets including Brazil, Russia, India and China.In sintesi, Funai si aspetta, da questa transazione, un'espansione del proprio core business nei Paesi tecnologicamente emergenti come Brasile, Russia, India e Cina, nei quali evidentemente lo streaming via rete non è ancora una pratica diffusa o dove l'accesso alla rete è ristretto e sottoposto a severissimo controllo statale (Cina, ad esempio).
Il mondo pian piano sta cambiando (anzi, neppure così...pian piano a dir la verità) ma troppo spesso noi audiofili siamo convinti di poter stare alla finestra e continuare la nostra vita tecnologica così come è sempre stata. Che i supporti fisici stiano morendo - almeno nel mondo occidentale - è un fatto evidente, negare l'evidenza non ci gioverà affatto. Ci troveremo forse, prima o poi...Lost in paradise? Speriamo allora di trovare una Amy Lee che canti così ispirata...
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