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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Marzo, 2019
Si suppone che quello dell'HiFi sia un hobby divertente. O, almeno, questo è ciò che andiamo a raccontare in giro. Componenti esotici, cavi ultra-costosi, giradischi pornografici, diffusori dalle curve sensuali...giusto? Ebbene, sfortunatamente, prima o poi, tutti noi audiofili siamo destinati a fare i conti con la triste realtà. Ciò significa che tutti noi siamo dei personaggi difficili da comprendere, per amici, colleghi e familiari. Dei misteriosi stravaganti, per dirla in modo gentile.
Bene, conoscete la situazione. Un amico chiama per dirvi “Senti, tu che sei un esperto nelle cose di audio (dicono proprio così “cose di audio”), avrei bisogno di un consiglio da parte tua”. E, naturalmente, voi cominciate a preoccuparvi e a sudare freddo, perché come minimo vi chiedono come metter su un impianto spendendo pochissimo. Anzi, magari guadagnandoci pure denaro. Per fortuna oggi non è impossibile mettere in piedi un impiantino con cifre (per noi) ridicole. Un po' peggio quando vi chiedono di fare tutto ciò pur installando l'impianto in luoghi inaccessibili ai più, ad esempio coi diffusori in alto, vicino alle coppe di qualche campionato rionale di bocce del dopolavoro ferroviario.
Tuttavia, anche in questo caso, la nostra inventiva e, talvolta, una estenuante trattativa con la moglie dell'amico (può essere utile avere a disposizione foto compromettenti della signora) riescono a sistemare i diffusori ad altezza di essere vivente - no, non una giraffa - seduto. Tutto diventa più complicato quando l'amico vi chiede, come succede a me fin troppo spesso, di aiutarlo a vendere il suo fantastico ed estremamente costoso sistema HiFi. Non so, credo che sotto sotto sperino in un mio interesse diretto, cioè che io stesso acquisti le loro cose. E, naturalmente, io sotto sotto spero sempre di sentirmi proporre qualche impianto ereditato chissà come da un nonno ricco, impianto del quale ignorano completamente il valore. Il classico ago nel pagliaio, per intenderci. Che so, un Transcriptors Hydraulic, una coppia di AR 10 pigreco, delle Quad ESL, una coppia di Leak...tutti oggetti che sono privi di valore e ormai invendibili. Se vuoi ti libero io di tutto, per poco ;-) Nel caso specifico, l'amico esordisce dicendomi che in questo suo sistema ha speso una folle quantità di denaro. Naturalmente, ignora del tutto, così come fanno le nostre mogli, che nel nostro mondo la sua folle quantità di denaro acquista sì e no un cavo di segnale appena decente.
Purtroppo l'amico non aveva niente di interessante da vendere. Un impianto HT giapponese con un sistema di diffusori 5.1 del quale, forse, si potevano salvare i frontali, per qualche centinaio di euro. Il materiale HT, pur forse non economico all'epoca dell'acquisto, era ormai assolutamente obsoleto per l'avvicendarsi dei vari standard. Non potete immaginare l'espressione sulla sua faccia quando gli ho esposto la triste verità. Il suo non era un “tesoro nascosto” ma un'accozzaglia di ferro, alluminio e componenti elettronici che poteva essere venduta a peso, non molto di più. Ho provato a essere gentile indorando la pillola ma lui era devastato. Ho persino provato a mettere un annuncio di vendita in un gruppo di audiofili locali, ma l'interesse è stato nullo. Neppure una richiesta di altre foto (e, si sa, i feticisti cacciatori di fotografie ci sono sempre). È stato uno dei tanti momenti difficili nella mia lunga carriera di “esperto di cose di audio”.
Per fortuna, di tanto in tanto, una luce illumina inaspettatamente il nostro cammino in questa valle di lacrime. Un “tesoro nascosto”, appunto. D'accordo, forse non è un prodotto al 100% audiophile, ma sono stato estremamente sorpreso e felice di incappare, in un mercatino, in questo splendido amplificatore integrato mono a valvole, un Philips mod. EL6101/02 del 1955, con una coppia di valvole EL81 in uscita, un mixer primitivo e persino un controllo di tono! La cosa straordinaria sono le condizioni dell'oggetto. Pur avendo oltre 60 anni di vita non ha neppure una traccia di ossido o di ruggine, neppure sulle viti, come le foto testimoniano. Non solo, ma ha funzionato alla prima accensione, senza rumori da potenziometri ossidati, senza alcuna esitazione. Probabilmente è stato conservato in un luogo asciutto e buio, ben ventilato, altrimenti le condizioni estetiche e operative sono inspiegabili. E si permette di regalare un suono dolce e assolutamente gradevole, nonostante l'età della componentistica.
Il venditore non aveva alcuna idea di cosa fosse né se potesse funzionare. E ovviamente non potevo provarlo. Mi ha chiesto 10€ per portarglielo via, non mi sono fatto pregare! Questo bel Pocket Coffee - la forma è quella - in acciaio farà bella mostra di sè nello scaffale super-affollato dei miei componenti vintage. Non suonerà, in fondo è pure monofonico, ma è dannatamente bello da vedere (la foto non rende piena giustizia).
E voi? Avete qualche ritrovamento analogo che ha illuminato il vostro cammino?
Copyright © 2019 Lucio Cadeddu - editor@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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