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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Marzo, 2022
In un messaggio recente Ye, l'artista americano noto prima come Kanye West, ha dichiarato che oggi gli artisti incassano appena il 12% del denaro generato dallea propria musica, il resto va a finire nelle casse di Spotify e degli altri servizi di streaming. È tempo di liberare la musica da questo sistema oppressivo, ha affermato. Sono parole durissime, che fanno eco alle prese di posizione recenti di Neil Young e Joni Mitchell, che hanno ritirato la propra musica da Spotify. Le motivazioni in questo caso erano altre (propaganda no-vax su Spotify), ma di sicuro si sta preparando un futuro meno roseo per i big players del mercato della musica liquida.
Cosa succede esattamente? Il fatto è che i servizi di streaming che tanto piacciono agli utenti (ormai l'80% della musica è fruita in questo modo) non sono molto graditi agli artisti, che percepiscono una piccola frazione dei guadagni. Abbandonare le piattaforme, come hanno fatto Neil Young e Joni Mitchell, è una mossa forte ma al momento è una strada impraticabile in maniera estesa da tutti. Un'opzione che sta guadagnando consensi è quella della limited release music, cioè musica fruibile soltanto su piattaforme (anche hardware!) gestite direttamente dagli artisti. Kanye West ha rotto gli indugi e ha dichiarato che il suo nuovo album, Donda2, sarà disponibile soltanto sul suo player proprietario, lo Stem Player. Niente spotify, YouTube, Apple Music o altro.
Cosa diavolo è lo Stem, vi starete chiedendo! È un oggetto abbastanza rivoluzionario: si tratta di un player musicale che non solo suona i files, ma consente persino di modificarli a piacimento. Costa 200$ ed è realizzato in partnership con la Kano Computing. La distribuzione era già iniziata con l'album precedente di West, Donda, ma stavolta la decisione è ancora più drastica: il nuovo album si potrà ascoltare solo sul player proprietario. Questo oggetto ha dei cursori touch che consentono di modificare le parti vocali, la sezione ritmica, il basso e i samples. Può isolare delle parti e aggiungere effetti. Offre 4 canali per il mixing in modalità lossless, consente loop in tempo reale e persino il controllo del tempo. Ha connessioni Bluetooth e USB-C, oltre a un classico minijack per l'uscita audio, cui collegare un impianto HiFi, ad esempio. Non solo, ma i suoi 8Gb di spazio interno consentono di archiviare file in tanti formati diversi, anche lossless: .aiff .aif .flac .m4a .mp3 .wav .wave .aac .alac .mp4. Come detto, si può collegare a un impianto HiFi, ma dispone già di un altoparlante integrato, che immagino di qualità sufficiente per la maggior parte degli utenti.
Ne sono state già vendute 67.000 unità e la produzione si attesta sulle 3000 nuove unità al giorno. Nei tre giorni successivi al lancio dell'idea, il rapper americano ha già incassato due milioni di dollari.
Come si può capire, questa decisione può essere l'inizio di una rivoluzione: artisti proprietari della loro musica e finalmente percettori del 100% dei proventi generati dagli ascolti. Si potrà obbiettare che questo ridurrà il numero degli utenti che ascolteranno la sua musica, può essere, ma non dimentichiamo che l'artista percepisce soltanto il 10% circa dei profitti, contro il 100% garantito da questo nuovo sistema. I conti della serva si possono fare molto rapidamente e fanno capire che quest'idea è tutt'altro che bizzarra. Inoltre, Kanye West è un grosso nome nello show biz (recente la sua candidatura alle presidenziali USA 2020 e alle prossime del 2024) e l'effetto trainante potrebbe non essere trascurabile. Cosa accadrebbe se gli artisti formassero dei gruppi che affidano a un unico dispositivo hardware la loro musica? I signori del profitto facile sono avvertiti, forse è ora di cambiare strategia.
© Copyright 2022 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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